Alì (Italia)

comune italiano

Alì (Alì Susu in siciliano) è un comune italiano di 655 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Alì
comune
Alì – Stemma
Alì – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoNatale Rao (lista civica) dall'11-6-2018 (2º mandato dal 29-5-2023)
Territorio
Coordinate38°01′37″N 15°25′01″E
Altitudine450 m s.l.m.
Superficie15,94[1] km²
Abitanti655[2] (31-12-2022)
Densità41,09 ab./km²
Comuni confinantiAlì Terme, Fiumedinisi, Itala
Altre informazioni
Linguesiciliano e italiano
Cod. postale98020
Prefisso0942
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083002
Cod. catastaleA194
TargaME
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona C, 1 396 GG[4]
Nome abitantialiesi/alioti
Patronosant'Agata
Giorno festivo5 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Alì
Alì
Alì – Mappa
Alì – Mappa
Posizione del comune di Alì all'interno della Città metropolitana Messina
Sito istituzionale

Geografia fisica

modifica

Sorge in collina e dista circa 30 chilometri a sud dal capoluogo metropolitano. È posto alle pendici del colle Sant'Elena nei monti Peloritani a 450 m s.l.m.

Per la sua posizione è stato definito "una veranda pensile sullo Ionio".[5]

Età antica

modifica

Le uniche notizie sulla storia antica e medioevale di Alì sono riportate dal frate cappuccino aliota fra' Serafino d'Alì (1701-1768), il quale nel 1754 stilò un prezioso manoscritto dal titolo: Della Storia di Alì e suo territorio, ovvero sua fondazione ed origini e quanto in essa si racchiude e si contiene ricco di notizie sulle origini del paese.

Secondo il testo, Alì sarebbe stata fondata, nel 638 a.C., da colonizzatori greci provenienti dall'Elide, regione della Grecia situata nella parte occidentale del Peloponneso. L'originario abitato era situato sull'attuale Piano Mollerino, molto vicino al Promontorio d'Alì ed a breve distanza dal mare. Successivamente, forse a causa di scorrerie piratesche, l'abitato di Piano Mollerino venne abbandonato, si optò per un sito senza dubbio più sicuro: l'altipiano in cima al Monte Scuderi. Tale insediamento non si rivelò adatto, essendo estremamente esposto ai venti e alle intemperie, soprattutto durante l'inverno. Si decise di spostare l'abitato in un terzo sito, alle pendici del Monte Sant'Elena, dove la cittadina crebbe e prosperò fino ai nostri giorni.

La cittadina di Elis, così chiamata dai suoi abitanti in ricordo della madrepatria, era posta sotto la giurisdizione della polis siceliota di Zancle (Messina) rientrando altresì nel più vasto Arcontato di Sicilia fondato da Dionisio I che divenne " Basìleia tes Sikelìas " (Regno di Sicilia) con Agatocle. Con molta probabilità, gli abitanti dell'antica Elis erano dediti all'agricoltura e specializzati nello sfruttamento delle abbondanti risorse minerarie del territorio circostante.

Nel 250 a.C., in occasione della Prima guerra punica, che vide contrapposti i Romani, alleati dei Mamertini padroni di Messina, contro i Cartaginesi e gli alleati di Sicelioti, Elis subì la distruzione da parte dei siracusani guidati dal Tiranno di Siracusa Gerone II. Dopo questo drammatico evento non abbiamo più notizie storiche sull'antica Elis, non sussistendo informazioni riguardanti l'età romana, Sicilia bizantina e l'Emirato di Sicilia.

Tra le ipotesi riguardanti la fondazione del paese, è stata avanzata anche quella secondo cui questa sarebbe avvenuta da parte dei musulmani. La denominazione potrebbe quindi derivare da ʿAlī ibn Abī Ṭālib, genero e cugino di Maometto.[6]

Età medievale

modifica

Nel 1093, il re Ruggero I di Sicilia, concesse i villaggi di Alì ed Itala ai monaci basiliani del monastero dei Santi Pietro e Paolo di Itala. L'abate di quel monastero divenne così barone di Alì e di Itala, esercitando sui due villaggi il potere di mero et mixto imperio. Il centro di Alì e quello di Itala erano posti sotto la giurisdizione ecclesiastica dell'archimandrita di Messina. Nel 1468, Alì venne inglobata nella minuscola diocesi archimandritale di Savoca.

Durante tutto il XVI secolo, Alì conobbe un periodo di grande sviluppo economico, edilizio e demografico, grazie ai proventi derivanti dall'estrazione mineraria e dalla coltivazione dell'olivo. Proprio in questo secolo sorsero l'attuale Duomo di Sant'Agata (1565) e il Convento dei Cappuccini (1574). Rapporti privilegiati sussistevano tra Alì e Messina, tanto che la città dello stretto "non isdegnava ad ammettere Alì al godimento di molti suoi privilegi ed anco al concorso dell'annua senatoria elezione". Inoltre i legami erano rafforzati dalle molte famiglie aliesi dei ceti più facoltosi imparentate con quelle dell'aristocrazia messinese.

Età moderna

modifica

In occasione della Rivolta antispagnola di Messina del 1674/'78, Alì, come Fiumedinisi e Savoca, rimase fedele alla monarchia spagnola. La conseguenza fu che Alì dovette subire la devastazione ed il saccheggio ad opera dei messinesi. Alì, in quell'occasione venne inserita nel novero dei centri posti sotto la giurisdizione militare di Savoca. A causa di tali eventi, come riporta frà Serafino, "cadde senza più salire alla primitiva grandezza". Bisogna ricordare che i rapporti tra Alì e il monastero basiliano di Itala non furono mai idilliaci. Infatti, sulla questione delle rendite si accesero gravi controversie, la più acre fu quella sui diritti vantati sulla sansa che si trascinò per tutto il Settecento, concludendosi soltanto nel 1799.

Le fonti di frà Serafino riferiscono che fu proprio nel 1746 che in località Piano Mollerino, si rinvennero numerosi reperti archeologici consistenti in resti di edifici, ceramiche, monete, sepolture e scheletri umani.

Il terremoto del 1783 causò alcuni danni all'abitato ma il paese si risollevò. Successivamente ebbe inizio un processo di spopolamento ed esodo a vantaggio di Marina di Alì. Tra il settecento e l'ottocento Marina di Alì divenne meta dei viaggiatori europei per le sue fonti termali attive ancora oggi.

Età contemporanea

modifica

Nel 1812, una nuova Costituzione abolì il feudalesimo nel Regno di Sicilia, la Terra d'Alì divenne comune di Alì; la cittadina venne inserita nel Distretto di Castroreale e divenne capoluogo dell'omonimo circondario di Alì. Nel 1910 la frazione di Alì Marina si staccò dal capoluogo, dando origine all'attuale comune di Alì Terme (dal 1928 al 1946 tuttavia furono riuniti in un unico comune). Da allora, per distinguere i due centri, il borgo collinare fu chiamato anche Alì Superiore, nome però che non venne mai adottato ufficialmente.

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del novecento il paese di Alì è stato sede di diverse industrie: si ricordino quella del ghiaccio, del gesso e delle cassette per imballaggio.

Simboli

modifica
 
Stemma del Comune
 
Gonfalone del Comune

Lo stemma del comune di Alì è così blasonato:

«Di verde, alla zolla d'oro, sostenente uno sparviero dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

modifica

Architetture religiose

modifica
Duomo di Sant'Agata
  Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Sant'Agata (Alì).
Chiesa del Santissimo Rosario

È ubicata sopra l'abitato di Alì. Come testimonia Gaetano La Corte Cailler, venne edificata ad opera della famiglia Fama, nel 1624, ed abbellita al suo interno da Pietro Fama. Il prospetto principale presenta un pregevole portale in pietra locale che riproduce, in forma più ridotta, il portale della Chiesa di Sant'Agata e il campanile edificato nella stessa epoca della Chiesa. Al suo interno si conservano: alcuni quadri degni di nota come la tavola, di scuola messinese, della Madonna del Rosario (XVI sec) impreziosita da una manta d'argento, un crocifisso ligneo e stucchi interessanti.

Chiesa Santa Maria del Bosco
 
Processione della Vergine del Bosco, anni '50 del 1900 e 2014

È situata fuori dal centro abitato, in mezzo ad un boschetto di castagni, sulla strada verso Monte Scuderi. Secondo Vito Maria Amico è di antichissima origine, ma i numerosi restauri ne hanno trasformato profondamente la fisionomia originaria. Ha forma rettangolare, esigue dimensioni ed un solo altare. Nel 1915 venne danneggiata da un incendio che distrusse l'antica statuetta in alabastro della Vergine del Bosco (iconograficamente un'Immacolata) e un quadro raffigurante una Madonna con bambino.[7] Così, negli anni successivi, fu acquistata una nuova statua in legno della Madonna, che consentì ai fedeli di continuare l'antichissima devozione per la Vergine del Bosco. La festa, con le processioni, si svolge la seconda domenica di settembre e il giorno precedente.

Chiesa dello Spirito Santo

Venne edificata nel 1445, con annesso monastero. Presenta una finestra circolare a conci bicromi di tipologia medioevale. Pregevole il portale in pietra calcarea, di realizzazione posteriore, con timpano triangolare di gusto rinascimentale, in posizione sfalsata rispetto all'asse principale della facciata.

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

Appena fuori dal paese, salendo verso i monti, la piccola chiesa sorge in una località amena: è situata su un terreno roccioso con una piccola piazza antistante dalla quale si ammira il panorama del paese. Con molta probabilità risale al seicento. La Chiesa di piccole dimensioni, ha un'unica navata e un unico altare. Sul sagrato si trova una colonna votiva mozzata, probabilmente crocifera come quelle che ancora esistono in altre località dei dintorni.

Chiesa delle Anime del Purgatorio

È chiamata anche Oratorio delle Anime del Purgatorio. Venne costruita nel 1717 ad opera di don Giovanni Fiumara, nobile locale. È ad unica navata, il portale d'ingresso è sormontato da un bassorilievo del settecento raffigurante la Madonna del Carmelo tra le anime purganti. Dopo un piccolo restauro avvenuto negli anni 2000 è di nuovo fruibile al pubblico e alla celebrazioni eucaristiche.

Chiesa dell'Immacolata

La Chiesa dell'Immacolata è legata alla storia religiosa degli alioti: è stata infatti la prima chiesa madre del paese. Distrutta e riedificata più volte, dopo la costruzione dell'attuale Duomo, cambiò il suo nome in quello di S. Agata la Vetere. Ancora Frà Serafino ci informa che sulla terra di Alì ebbe sede la "Congregazione della Sciabica".

Chiesa di San Giuseppe

Sorge al centro del paese, la struttura interna è stata completamente rimaneggiata negli anni. L'altare maggiore, data la sua bellezza artistica, è stato trasportato negli anni settanta nella Chiesa Madre. Dopo i successivi lavori di restauro, l'unico particolare originale rimasto è il portale in pietra calcarea con timpano triangolare. Al suo interno si trova un pregiato altare marmoreo e le statue di San Giuseppe con bambino e della Madonna del Carmelo.

Convento dei Cappuccini e chiesa di Santa Maria degli Angeli

Venne fondato nel 1574, su iniziativa di padre Girolamo da Città di Castello e nel 1589 venne ulteriormente ampliato. La chiesa del Convento, restaurata nel 1835 e nel 1901, fu venduta alla famiglia Broccio di Alì. Il convento, già dal 1865, era passato nelle proprietà della famiglia aliota dei Davì. La chiesa ha una pianta rettangolare a navata singola. Il portale architravato dell'ingresso è preceduto da un atrio nartece coperto da una volta a crociera, alla maniera degli edifici sacri paleocristiani. L'abside rettangolare, tipicamente cinquecentesca, è separata dalla navata mediante un imponente arco trionfale a tutto sesto. Accanto alla chiesa si trova il massiccio edificio del convento. Curiosamente il convento dei Cappuccini di Alì venne fondato dallo stesso frate e nello stesso anno in cui fu fondato quello di Savoca, città dalla quale Alì dipendeva dal punto di vista religioso. La chiesa è stato oggetto di un discusso restauro nei primi anni duemila[8]

Architetture civili

modifica
Palazzo della famiglia Maggiore

Si erge nel centro abitato, nelle vicinanze della chiesa dello Spirito Santo. Edificato dalla famiglia Maggiore, nobile e facoltosa famiglia aliota, tra la fine del cinquecento e gli inizi del seicento. È un interessante esempio di manierismo michelangiolesco. Elevato su due livelli, probabilmente fu progettato da qualche allievo dell'architetto carrarese Andrea Calamech. Molte, infatti, sono le affinità con gli elementi scultorei decorativi del Palazzo Grano di Messina opera del Calamech, distrutto dal terremoto del 1908.

Sulla facciata, risaltano il possente portale bugnato d'ingresso ad arco a tutto sesto con il concio di chiave a forma di mascherone apotropaico sormontato dallo stemma nobiliare dei Maggiore; il balcone del piano nobile con ringhiera panciuta in ferro battuto sostenuto da tre mensoloni, e sotto il cornicione del tetto, i quattro gocciolatoi forgiati a immagine di figure mostruose.

L'interno, a piano terra, è costituito dal tipico androne di ingresso di un palazzo nobiliare con il corpo scala di accesso al piano nobiliare dell'abitazione. In fondo si trova la fontana, visibile dall'ingresso, quale elemento di fuga prospettica e quinta scenografica. Ai lati vi sono dei lavatoi nascosti nella muratura e accessibili lateralmente.

Palazzo della famiglia Fama

Il Palazzo della Famiglia Fama, coevo del Palazzo della Famiglia Maggiore, è un esempio di tardo manierismo michelangiolesco. Costruito su due livelli, con un portale a bugne quadrate, dal quale si accede in un ampio androne. Il retrostante cortile interno è abbellito al centro da una fontana artistica.

Società

modifica

Evoluzione demografica

modifica

Abitanti censiti[9]

Economia

modifica

Ha sede nel territorio comunale un importante stabilimento di acque oligominerali.

Amministrazione

modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
4 giugno 1985 26 maggio 1990 Angelo Davì - Sindaco [10]
26 maggio 1990 17 dicembre 1991 Angelo Davì - Sindaco [10]
15 gennaio 1992 13 giugno 1994 Giuseppe Rao Partito Socialista Italiano Sindaco [10]
5 luglio 1994 25 maggio 1998 Giuseppe Rao Forza Italia Sindaco [10]
25 maggio 1998 27 maggio 2003 Giuseppe Rao lista civica Sindaco [10]
27 maggio 2003 17 giugno 2008 Gianbattista Di Blasi lista civica Sindaco [10]
17 giugno 2008 8 luglio 2013 Carmelo Satta lista civica Sindaco [10]
11 giugno 2013 11 Giugno 2018 Pietro Fiumara lista civica Sindaco [10]
11 giugno 2018 29 maggio 2023 Natale Rao lista civica Sindaco [10]
29 maggio 2023 in carica Natale Rao Sud chiama Nord Sindaco [10]

Altre informazioni amministrative

modifica

Il comune di Alì fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.6 (Montagna litoranea dei Peloritani)[11].

  1. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 20 settembre 2022.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Comune di Alì
  6. ^ Agathae sub Alis
  7. ^ Domenico Triolo, Breve cronaca della festa del Bosco, in Comune di Alì.
  8. ^ Copia archiviata, su tele90.it. URL consultato il 29 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2017).
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  10. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  11. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.

Bibliografia

modifica
  • Angelo Davì, Alla scoperta di Alì, Comune di Alì, 1987.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN159550587 · LCCN (ENn88106160 · GND (DE4212091-3 · J9U (ENHE987007564947405171