Alastrim

malattia simile alla classica malattia del vaiolo, ma clinicamente meno grave e con prognosi migliore

L'alastrim (o Variola minor) era una malattia simile alla classica malattia del vaiolo, ma clinicamente meno grave e con prognosi migliore. Negli anni settanta del XX secolo la malattia fu eradicata dalla Terra[1].

Alastrim
Microscopia elettronica, Virioni di Variola virus al di fuori della cellula
Malattia rara
Specialitàinfettivologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM050.1
ICD-10B03
Sinonimi
Variola minor
Vaiolo di Sanaga
Vaiolo bianco
Morbillo dei tropici

Etimologia modifica

Il termine alastrim nella lingua portoghese significa "qualcosa che si diffonde rapidamente per ogni dove"[2]. Il termine venne introdotto nel linguaggio scientifico dal medico brasiliano E. Ribas nel 1910[3].

Eziopatogenesi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Variola virus.

L'agente casuale dell'alastrim era un ceppo a bassa virulenza di Variola virus, ossia lo stesso virus che causava le forme più gravi del vaiolo umano: un virus a DNA a doppio filamento, rivestito da una doppia membrana virale, appartenente alla famiglia Poxviridae, sottofamiglia Chordopoxvirinae, genere Orthopoxvirus, in grado di riprodursi nel citoplasma delle cellule infettate[4]. I virus isolati da pazienti con l'alastrim erano indistinguibili dal Variola virus sia dal punto di vista morfologico (cioè, al microscopio elettronico), che dai punti di vista biologico, immunologico e sierologico. La diagnosi fra l'alastrim e la forma grave del vaiolo (Variola maior) era possibile soltanto in base alle differenze di ordine clinico: segni, sintomi, decorso e prognosi[5].

Clinica modifica

Clinicamente, dopo un periodo di incubazione di 10-14 giorni (uguale a quello del Variola maior), la persona infettata sviluppava una dermatite con lesioni dapprima eritematose e successivamente papulose, papulo-vescicolose e, nei successivi 1-2 giorni, con la comparsa di lesioni pustolose ombelicate al centro; il numero delle lesioni era minore di quello del Variola maior. Non erano presenti inoltre segni e sintomi di grave malessere generale, presenti invece nel Variola maior. I pazienti erano contagiosi solo durante la prima settimana di comparsa delle lesioni dermatologiche, quando cioè la diffusione del virus dalle lesioni ulcerate della mucosa orale era massima. Il tasso di mortalità si aggirava attorno all'1%, mentre nel Variola maior era di circa il 30%[5]. Il Variola minor assomigliava al cosiddetto Vaioloide, una forma lieve di vaiolo che poteva svilupparsi nei soggetti già vaccinati; Alastrim e Vaioloide differivano però nella malattia trasmessa ai contatti: l'Alastrim provocava invariabilmente la forma lieve del Variola minor, invece il Vaioloide causava generalmente il Variola maior[6].

Storia modifica

 
I direttori del programma di eradicazione del vaiolo: Da sinistra: Donald Millar, William H. Foege e J. Michael Lane

Si riteneva fino a poco tempo fa che il vaiolo, un virus che ha realmente determinato il corso della storia umana, fosse stato un flagello dell'umanità per almeno 1500 anni[7]. Alla fine del 2016 Hendrik Poinar, un biologo specialista in DNA antico, ha ricostruito l'albero genealogico del Variola virus e ha concluso che il progenitore comune sia apparso in epoca storica moderna, fra il 1530 e il 1645[8]. I primi tentativi di prevenzione della malattia si basarono sull'osservazione che i sopravvissuti al vaiolo acquisivano una immunità permanente e non contraevano più la malattia, sia nei casi in cui la malattia si era manifestata nella forma Variola maior sia nei casi in cui si era manifestata nella forma lieve dell'Alastrim. La pratica della variolizzazione, consistente nell'inoculazione in soggetti sensibili di materiale proveniente dalle pustole di pazienti con Alastrim, sorse in modo indipendente in diverse regioni dell'Africa e dell'Asia, e venne fatta conoscere nell'Europa occidentale dal medico veneziano Jacopo Pilarino ai primi del XVIII secolo. La pratica venne soppiantata dalla vaccinazione, introdotta nel 1796 da Jenner[9].

A metà del XX secolo la pratica della vaccinazione aveva fatto ormai cessare le epidemie di vaiolo/alastrim dalla maggior parte dei paesi e nel 1958 l'Assemblea Mondiale della Sanità avviò un programma per l'eradicazione globale della patologia da attuarsi mediante copertura vaccinale in tutti i paesi o, quanto meno, con la strategia "aggressive case-finding" (isolamento dei focolai vaccinando tutti coloro che erano stati a contatto con ammalati)[10]. L'ultimo caso di Alastrim si verificò in Somalia nel 1977[5]. Nel 1980 l'Assemblea Mondiale della Sanità dichiarò che il vaiolo umano era stato eradicato dalla Terra[1].

Note modifica

  1. ^ a b Fenner, Frank, Henderson, D.A., Arita, Isao, Jezek, Zdenek, and Ladnyi, Ivan D. Smallpox and Its Eradication. Geneva: World Health Organization, 1988, ISBN 92-4-156110-6
  2. ^ Torres CM., Op. cit. in Bibliografia
  3. ^ E.Ribas, Alastrim, amaas ou milkpox.Rev. medica de S. Paulo, 13:323
  4. ^ (EN) Buller RM, Palumbo GJ., Poxvirus pathogenesis., in Microbiol Rev., vol. 55, n. 1, Mar 1991, pp. 80-122, PMID 1851533. URL consultato il 13 novembre 2010.
  5. ^ a b c Radetsky M. Smallpox: a history of its rise and fall. Pediatr Infect Dis J. 1999 Feb;18(2):85-93, PMID 10048677
  6. ^ «Alastrim (Variola minor)». In: E. Jawetz, J.L.Melnick, K.A.Adelberg, Microbiologia medica, Padova: Piccin editore, 1973, p. 621
  7. ^ Belongia EA, Naleway AL. Smallpox vaccine: the good, the bad, and the ugly. Clin Med Res. 2003 Apr;1(2):87-92. PMID 15931293
  8. ^ Duggan AT1 et al., «17th Century Variola Virus Reveals the Recent History of Smallpox», Curr Biol. 2016 Dec 19;26(24):3407-3412. DOI10.1016/j.cub.2016.10.061 Epub 2016 Dec 8; PMID 27939314
  9. ^ Antoinette Emch-Dériaz, «L'eta dei lumi - Le scienze della vita: l'epidemiologia e la medicina di Stato». In: Storia della Scienza, Vol. VI, Roma : Istituto della Enciclopedia italiana, 2004 (on-line)
  10. ^ Stuart-Harris C. Prospects for the eradication of infectious diseases. Rev Infect Dis. 1984 May-Jun;6(3):405-11. PMID 6377445

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica