Alberto Cecchi (giornalista)

giornalista e commediografo italiano

Alberto Cecchi (Roma, 11 ottobre 1895Roma, 18 novembre 1933) è stato un giornalista, commediografo e critico teatrale e cinematografico italiano.

Biografia modifica

La sua attività giornalistica inizia nel 1920 scrivendo elzeviri pubblicati nella terza pagina del periodico romano L'Idea Nazionale, organo dell'Associazione Nazionalista Italiana.[1] Prosegue poi l'attività, come critico teatrale, dal 1925 sino alla sua prematura scomparsa, a soli trentotto anni, nel 1933, con il quotidiano fascista Il Tevere, fondato e diretto da Telesio Interlandi, [1] segnalandosi per gli acuti giudizi che sa dare nei confronti di importanti e complessi autori del suo tempo quali Bernard Shaw e Luigi Pirandello, ancora non pienamente compresi dalla generalità dei critici.[1] Negli stessi anni pubblica il piccolo volume Cinque poemetti di Alberto Cecchi a Clemenza, una raccolta di poemetti in prosa edita nel 1928.[2]

Interessato al cinema, si occupa di critica cinematografica: dal 1929 al '30 cura la rubrica Cinelandia nel periodico settimanale L'Italia Letteraria, pubblicando circa cinquanta recensioni su film di registi quali Dreyer, Murnau, Vidor, Blasetti e altri.[3]

Come commediografo, nel 1929 pubblica La stella sul pozzo, una delle tante cosiddette commedie del silenzio. Nel 1935, frutto del suo vivo interesse per la cultura francese,[1] esce postumo Il teatro francese con una prefazione di Silvio D'Amico, seguito nel 1943 da La parete di cristallo a cura di Enrico Falqui, entrambi saggi teatrali.

Note modifica

  1. ^ a b c d Dizionario della letteratura italiana contemporanea, vol.1, p. 210, riferimenti in Bibliografia.
  2. ^ Catalogo del Servizio bibliotecario nazionale.
  3. ^ Enciclopedia del Cinema, riferimenti e link in Collegamenti esterni.

Bibliografia modifica

Enzo Ronconi (a cura di), Dizionario della letteratura italiana contemporanea, 2 voll., Firenze, Vallecchi, 1973.

Collegamenti esterni modifica

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