Prunus armeniaca

albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae
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L'albicocco (Prunus armeniaca L.) è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee[2].

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Prunus armeniaca

Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Sottofamiglia Amygdaloideae
Tribù Amygdaleae
Genere Prunus
Specie P. armeniaca
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Genere Prunus
Specie P. armeniaca
Nomenclatura binomiale
Prunus armeniaca
L.
Sinonimi

Armeniaca vulgaris
Lam.
Amygdalus armeniaca
(L.) Dumort.

Nomi comuni

albicocco

Albero da frutto, noto anche come armellino nei dialetti veneti, in seguito agli scambi con l'Oriente, fu creduto da Linneo originario dell'Armenia[3] - da qui deriva l'epiteto specifico "armeniaca" - ma la pianta era originaria della Cina[senza fonte]. Venne importato in Europa dal romano Lucullo[senza fonte].

Descrizione modifica

 
Fiori di albicocco

È una pianta latifoglia e caducifoglia di media grandezza, alta dai 5 ai 7 metri, con alcune eccezioni di 8,5 metri.[senza fonte]

Le foglie sono cuoriformi con il margine doppiamente seghettato. Il fusto presenta ramificazioni divergenti e i rami più giovani hanno la corteccia rossastra.[4]

I fiori sono dotati di calice e corolla a simmetria pentamera, sono bianco-rosei, unici o appaiati. La fioritura avviene, come in tutti i Prunus, prima della fogliazione.

I frutti sono delle drupe vellutate di colore giallo scuro-arancioni, con tendenza al rosso sbiadito nei frutti più maturi. Come per tutte le piante da frutto, questi ultimi sono verdi, duri e difficili da staccare dall'albero in condizioni di scarsa o nulla maturazione della drupa.

Avversità modifica

Tra i funghi patogeni che colpiscono l'albicocco rivestono la maggiore importanza il corineo, la moniliosi, l'oidio (Podosphaera oxyacanthae), il mal del piombo parassitario, il fusicocco e i marciumi radicali da Armillaria mellea e Rosellinia necatrix.[senza fonte]

Tra gli insetti, i più importanti sono la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), la tignola orientale (Cydia molesta), l'anarsia (Anarsia liniatella), il rodilegno rosso (Cossus cossus), la cocciniglia bianca (Diaspis pentagona) e l'aspidioto (Quadraspidiotus perniciosus).[senza fonte]

Tra i batteri ricordiamo il tumore batterico (Agrobacterium tumefaciens, polifago), la scabbia (Pseudomonas syringae pv. Syringae) ed il cancro batterico delle drupacee (Xantomonas campestris).[senza fonte]

Danni ingenti alle coltivazioni di albicocchi sono provocati dal virus della Sharka (Plum Pox Virus).[senza fonte]

Produzione modifica

I maggiori produttori di albicocco nel 2018[5]
Paese Produzione (tonnellate)
  Turchia 750.000
  Uzbekistan 493.842
  Iran 342.479
  Algeria 242.243
  Italia 229.020
  Spagna 176.289
  Pakistan 128.382
  Francia 114.785
  Giappone 112.400
  Ucraina 111.670
 
Fiore di albicocco

Note modifica

  1. ^ (EN) Prunus armeniaca, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Prunus armeniaca, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16/11/2022.
  3. ^ In realtà già Dioscoride (I, 160) chiamava ἀρμενιακός il frutto dell'albicocco
  4. ^ Barbara Bacchini, LA GRANDE ENCICLOPEDIA DELLE ERBE, 2017, p. 8.
  5. ^ (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOSTAT, su fao.org. URL consultato il 7 agosto 2020.

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