Alessandro Gregorio Capponi

archeologo e collezionista italiano (1683-1746)

Alessandro Gregorio Capponi (Roma, 12 marzo 1683Roma, 21 settembre 1746) è stato un museologo, nobile e collezionista italiano.

Monumento di Alessandro Gregorio Capponi in San Giovanni dei Fiorentini a Roma, di Ferdinando Fuga con sculture di Michelangelo Slodtz

Biografia modifica

Ultimo rappresentante del ramo romano della famiglia, era figlio del marchese Francesco Ferdinando e di Ottavia Giustiniani. Abitava nel palazzo di famiglia, in via di Ripetta, dove raccolse una straordinaria biblioteca di letteratura italiana e un museo privato di antichità. Legato a Lorenzo Corsini, poi papa Clemente XII, il 28 ottobre 1730 fu nominato Foriere maggiore (carica che mantenne anche con Benedetto XIV) e Cameriere segreto del pontefice.

La biblioteca modifica

A vent'anni, nel 1703, a Firenze acquistò i primi volumi, come scrisse sul diario oggi conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana.[1] Acquisì in un primo tempo testi di autori italiani - escludendo quindi i classici greci e latini e opere storiche, filosofiche e politiche. Amava collezionare testi della tradizione fiorentina.[2] A partire dal 1710 acquistò anche manoscritti e rare edizioni di grandi classici italiani del Trecento: nel 1711 una editio princeps di Francesco Petrarca, nel 1715 l'edizione giuntina del 1527 di Giovanni Boccaccio, e nel 1717 una copia antica del manoscritto laurenziano del Decameròn.[3]

 
Scudo della famiglia Caponi

Strinse rapporti con letterati fiorentini del tempo, tra cui il filologo Antonio Maria Biscioni e il grecista Anton Maria Salvini, che gli procuravano codici rari e iniziò un carteggio con il poeta Apostolo Zeno. Nel 1734 la sua libreria, situata al secondo piano del suo palazzo e impreziosita da una raccolta di vasi etruschi, fu danneggiata da un incendio, Nel 1734 Capponi compì un viaggio per acquisire opere manoscritte e a stampa, a Viterbo, a Perugia, a Siena e a Firenze.

Oggetti di scavo, incisioni, dipinti modifica

Si interessò (dal 1717 al 1725) anche ad oggetti di scavo e ad opere d'arte dell'antichità. Nel suo Diario di acquisti di quadri, oggetti, iscrizioni, dal 26 settembre 1717 al settembre 1746 [4] ricorda di aver acquistato stampe di Albrecht Dürer e di Luca da Leida, quadri di artisti olandesi, ma anche opere di pittori rinascimentali e di manieristi italiani, e dipinti di contemporanei, come Carlo Maratta, Giovanni Paolo Pannini e Gaspar van Wittel. Nel suo museo privato entrarono perfino oggetti curiosi, come un prototipo di penna stilografica trovato dall'Inghilterra nel 1725 e armi da fuoco e da taglio.

Nel 1726, in un colombario dell'Appia antica trovò un affresco romano, raffigurante un architetto (o un agrimensore) e chiese a Pier Leone Ghezzi di disegnarlo e a G. Orazi di inciderlo. L'interesse per gli oggetti di scavo prevalse quindi su tutti gli altri. Fu aiutato da Francesco Ficoroni (1664-1747), studioso e mercante, e dall'arcivescovo storico e bibliofilo Giusto Fontanini, che nel 1725 redasse un primo indice alfabetico, per autore, della biblioteca capponiana.

Fece disegnare ed incidere da G. Piccini i singoli pezzi della sua collezione di piccoli oggetti di scavo, con l'idea di pubblicarla, cosa che non gli riuscì.[5] A Roma Capponi promosse scavi e ricognizioni per proprio conto: ad aprile 1732 visitò la catacombe dei Santi Marcellino e Pietro; nel 1734 condusse scavi presso San Sisto vecchio e fra il 1743 e il 1745 scavò in una sua vigna, situata fuori Porta del Popolo e nel cortile del suo palazzo murò le iscrizioni trovate. Fra il 1736 ed il 1744 acquistò quadri e monete, ma vendette le statue moderne.

 
Palazzo dei Conservatori, stemma e lapide di Clemente XII Corsini

Incarichi modifica

Entrò nel 1722 in relazione con Ludovico Antonio Muratori e nel 1726-27 fece rivivere in Roma l'Accademia dei Quiriti, di cui fu primo Edile e per cui, nel 1730, curò l'edizione di una raccolta di carmi dedicata a Clemente XII. Fu membro della parigina Académie des inscriptions et belles-lettres. Nel 1731 le autorità capitoline affidarono a lui ed al marchese Girolamo Theodoli il compito di presiedere al restauro dell'arco di Costantino. I lavori furono affidati all'architetto F. Barigioni e allo scultore P. Bracci, che utilizzarono frammenti architettonici di scavo.

Il Museo Capitolino modifica

Il 15 dicembre 1733 Capponi presentò al pontefice l'atto di acquisto della collezione scultorea del cardinale Alessandro Albani e quindi ottenne l'incarico di sistemarla nei Musei Capitolini. Il materiale scultoreo (408 pezzi) e quello epigrafico furono collocati nel 1734 e Capponi fu nominato Custode e poi Presidente Antiquario, a vita, del Museo.

Ultimi anni modifica

All'inizio del 1741 un colpo apoplettico ne minò la salute. Nel 1744 il bolognese Ignazio Lucchesini incise in rame il suo medagliere e pose un ex libris su tutti i volumi della sua biblioteca. A giugno del 1742 Capponi commissionò a Ferdinando Fuga ed allo scultore francese Michel-Ange Slodtz (1705–1764) il suo monumento funebre, nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, a via Giulia. Il 16 settembre 1746 scrisse la sua ultima annotazione, sul diario della sua libreria. Lasciò le sue antichità ai Gesuiti, invece libri e manoscritti alla Biblioteca Apostolica Vaticana.

Note modifica

  1. ^ Biblioteca Apostolica Vaticana. Fondo Capponi, ms. 313.
  2. ^ Il manoscritto Capponi 37, alla Biblioteca Apostolica Vaticana, contiene un'antologia di composizioni poetiche e una silloge di frasi esemplari e curiose e di proverbi, da lui compilate nel 1708.
  3. ^ Il manoscritto è oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Fondo Capponi, ms. 143.
  4. ^ Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Capponi, ms. 293. In Capponi2005 è stato pubblicato il suo diario, dal 1733 al 1746.
  5. ^ Biblioteca Apostolica vaticana, Fondo Capponi, ms. 293.

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