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Alfa Romeo Mille
Descrizione generale
Costruttore bandiera  Alfa Romeo
Tipo Autocarro
Produzione dal 1958 al 1965
Sostituisce Alfa Romeo 950
Altre caratteristiche
Dimensioni e pesi
Massa a vuoto 8-11 t

L’Alfa Romeo Mille è stato un autocarro prodotto dall'Alfa Romeo dal 1958 al 1965.

Storia modifica

Presentato al Salone di Torino 1957 e commercializzato dall'anno successivo, segnava una svolta rispetto al 950, ultima evoluzione di un progetto nato a fine anni Trenta con l'800[1]. La versione base è l'autocarro a due assi; su richiesta era disponibile una versione trattore e allestimenti a tre o quattro assi[2]. Del Mille vennero anche realizzate delle versioni speciali per il trasporto dei motori aeronautici[3] e delle autovetture dell'Alfa Romeo[4].

A causa della concorrenza, della crisi economica e del disinteresse dell'Alfa per il settore[2], la produzione del modello cessò nel 1965, dopo 2518 esemplari costruiti[5]. Le cabine di guida erano realizzate dall'Aerfer, i telai dalla Oto Melara, mentre la meccanica e il montaggio erano realizzate negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco[6]. Dal 1957 la brasiliana FNM impiegò i motori del Mille per il suo camion D-11000[7], prodotto sino al 1972, anno in cui fu sostituito dalla serie 180/210, prodotta fino al 1979 e che del Mille adottava la cabina di guida[8].

L'Alfa Romeo Mille fu l'ultimo mezzo commerciale pesante prodotto dalla Casa del biscione. Per l'epoca, l'Alfa Romeo Mille è stato tra gli autocarri più innovativi.

Caratteristiche tecniche modifica

Il modello aveva montato da un motore Diesel a iniezione diretta a 6 cilindri da 11.050 cm3 di cilindrata, che erogava una potenza di 163 CV a 2000 giri/min. Il cambio era uno ZF con riduttore a comando elettropneumatico, e poteva raggiungere una velocità massima di 60 km/h; la portata utile era di 80 quintali[9]. Nel 1960 fu omologata la versione Mille A (dove la "A" stava per "Aggiornato"[10]), con motore potenziato a 174 CV[11]. La dotazione di serie comprendeva servosterzo e freno motore[10].

Note modifica

  1. ^ Salvetti, op. cit., p. 256
  2. ^ a b Salvetti, op. cit., p. 258
  3. ^ Salvetti, op. cit., p. 268
  4. ^ Salvetti, op. cit., pp. 264 e 272
  5. ^ Salvetti, op. cit., p. 411
  6. ^ Salvetti, op. cit., pp. 256-258
  7. ^ Salvetti, op. cit., p. 293
  8. ^ Salvetti, op. cit., pp. 294-295
  9. ^ Salvetti, op. cit., p. 362
  10. ^ a b Salvetti, op. cit., p. 260
  11. ^ Salvetti, op. cit., p. 363

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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