Alfiero Nena

scultore e insegnante italiano (1933-2020)

Alfiero Nena (Treviso, 7 ottobre 1933Roma, 25 ottobre 2020[1]) è stato uno scultore italiano.

Alfiero Nena presso il suo studio a Roma

Biografia modifica

Alfiero Nena nacque nel 1933,[2] secondo di 5 figli, da madre sarta e padre maestro artigiano.

Dopo la morte del padre (1958), a 26 anni abbandonò Treviso e si spostò a Roma per coltivare e affinare la sua esperienza nell'arte della scultura vincendo poi, nel 1964, il Concorso Internazionale bandito dall’Ente ENPAIA con l’opera in ferro La grande quercia; l'opera viene poi collocata nella sede di Viale Beethoven all’EUR, a Roma.[3][2]

Sempre in quegli anni la conoscenza con l'artista Anthony Quinn gli permise di elaborare nove sculture in ferro. Nel 1969 venne collocata nella Cappella Lituana, nelle grotte Vaticane, la sua opera Cancello con decorazioni scultoree.[3][2]

Nell’ottobre del 1971 si iscrisse all’Accademia di belle arti di Roma alla cattedra di Emilio Greco da cui si diplomerà con il massimo dei voti (1975).[2] Sempre nel 1975 si avviò all'insegnamento al liceo artistico di Latina per poi passare carriera al II liceo artistico di Roma.

Nel 1979 Papa Giovanni Paolo II benedisse in Piazza San Pietro la sua statua in bronzo della Madonna del Soccorso che venne poi collocata sulla cima del Monte Tiberio a Capri tra i ruderi romani della Villa Jovis.[3] La scultura, pesante 11 quintali, alta 5 metri, richiese un impegnativo trasporto, affidato ad un elicottero americano della United States Navy; l’evento fu narrato dai media nazionali e internazionali.

Nena lavorò alla statua di S. Francesco che sarà inaugurata nel 1994 a Sorrento nella piazza omonima.[2][4] Proseguì nel filone dell’arte sacra culminante con il Cristo bronzeo "Lux mundi"[2] per l’altare della Basilica di Santa Maria del Popolo[3] che venne inaugurato il 25 maggio 1995 alla presenza dell’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti, il quale sottolineò il fatto che erano più di 200 anni che un'opera non veniva collocata in quella chiesa.[5] Nel 1991 Papa Giovanni Paolo II benedisse la sua statua in terracotta della Beata Vergine dell’Accoglienza nella Sala Nervi in Vaticano destinata alla chiesa parrocchiale di S. Bernadette a Colli Aniene[2]; viene intronizzata con una cerimonia presieduta dal cardinale Camillo Ruini.

Parallelamente alla sua carriera artistica insegnò nei licei artistici e negli istituti d'arte della capitale[2] fino al 1995, quando fondò l'Associazione culturale Fidia,[2] sulle rovine di una vecchia scuola abbandonata e destinata alla demolizione in via del Frantoio, concessa allo scultore dal Comune di Roma per meriti artistici, che divenne il suo studio e la sede per l’esposizione permanente delle sue opere (Museo Nena).[6]

Sempre nel 1995 partecipò alla Biennale di Venezia con due sculture in ferro esponendo a Villa Pisani di Strà. Due anni dopo, nel 1997, diventò presidente onorario dell'Associazione nazionale scultori d'Italia (Ansi).[2]

Dal 1998 al 2012 gli venne affidata dal Campidoglio la creazione delle medaglie consegnate ad ogni atleta che percorre i 42 km della maratona di Roma.[7]

Al Museo del tesoro di San Pietro in Vaticano si trovano altre sue opere d'arte[2] come il bassorilievo della Cena in Emmaus (1997) sistemata nella Cappella di Donatello e la Beata Vergine dell'Accoglienza, la Maternità custodita nel Museo dei Canonici sempre in Vaticano.[3]

Artista apprezzato dalla Santa Sede, scolpì la porta in bronzo esposta nel corridoio del Museo del Tesoro di S. Pietro in Vaticano (una porta a quadro unico, senza formelle) dedicata a Papa Giovanni Paolo II, benedetta poi da Papa Benedetto XVI il 20 dicembre 2006.

Nel 2005 ricevette il Premio “Foyer des artistes” presso il Teatro dell'opera di Roma e nel 2018 il Premio Beato Angelico nella Sala capitolare del Palazzo dei Domenicani di S. Maria.

Nel 2018 donò al comune di Amatrice il Monumento della mucca con il vitellino, dedicato in particolare agli agricoltori e agli allevatori del centro distrutto dal terremoto dell'agosto 2016 da basamento simbolicamente realizzato con le pietre degli edifici crollati.[2]

Tecnica artistica modifica

Prese a modelli Francesco Messina e Giacomo Manzù. La sua tecnica spazia dal gesso alla cera dalla forma a cera persa fino alla fusione in bronzo, prediligendo il ferro[2][3] che impara a lavorare nella bottega del padre, forgiandolo nella sua fucina su carboni ardenti fino a renderlo incandescente, poi sbozzandolo sull'incudine a colpi di martello e infine plasmandolo sotto il marchio di un potente maglio elettromeccanico fino ad ottenere la forma desiderata.

Opere modifica

Note modifica

  1. ^ Alfiero Nena «è volato in cielo» "abitarearoma.it", "25 ottobre 2020"
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Addio allo scultore Nena, la grazia nel bronzo e nel ferro, su ansa.it.
  3. ^ a b c d e f Ad Alfiero Nena il premio di arte sacra "Beato Angelico", su famigliacristiana.it.
  4. ^ Inaugurazione S. Francesco - con papa Giovanni Paolo II, su YouTube.
  5. ^ Inaugurazione "Lux Mundi" a Santa Maria del Popolo - Roma, su YouTube.
  6. ^ Centro Culturale Fidia, la storia, su abitarearoma.it.
  7. ^ Maratona di Roma: come sarà la medaglia, su runnersworld.it. URL consultato il 27 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2020).

Bibliografia modifica

  • Luigina Bortolatto, Alfiero Nena. L'ombra e la grazia
  • Alfiero Nena, Eurocrom editore
  • Il complesso conventuale di San Francesco e una statua di Alfiero Nena a Sorrento, Eidos Longobardi editore

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN89780500 · ISNI (EN0000 0000 7821 9732 · SBN CFIV080856 · BAV 495/313754 · GND (DE123509475 · WorldCat Identities (ENviaf-89780500