Altispinax dunkeri

genere di animali della famiglia Spinosauridae

Altispinax (il cui nome significa "dalle alte spine") è un dubbio genere estinto di dinosauro teropode vissuto nel Cretaceo inferiore, circa 140–133 milioni di anni fa (Valanginiano), in quella che oggi è la Formazione Wadhurst nell'East Sussex, Inghilterra. Il genere contiene una singola specie, ossia A. dunkeri.

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Altispinax
Olotipo (NHMUK R1828), illustrazione c. 1850
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine Theropoda
Infraordine †Carnosauria
Genere Altispinax
von Huene, 1923
Nomenclatura binomiale
† Altispinax dunkeri
von Huene, 1923
Sinonimi

Storia della scoperta modifica

Probabilmente intorno al 1850, il collezionista di fossili Samuel Husbands Beckles scoprì alcuni noduli con ossa di dinosauro in una cava vicino a Battle, East Sussex, che inviò al paleontologo Richard Owen, che li descrisse nel 1856.[1] Owen fece fare una litografia da Joseph Dinkel dell'esemplare principale, una serie di tre vertebre posteriori caratterizzate da spine neurali molto alte. L'immagine apparve anche in un'edizione del 1884 di un volume del 1855 della sua opera standard sui rettili fossili britannici[2], portando all'incomprensione che i fossili fossero stati recuperati intorno al 1884. Owen riferì gli esemplari a Megalosaurus bucklandii e concluse che si trattasse di vertebre provenienti dalla regione delle spalle. Si pensa che Owen fosse già a conoscenza di questo ritrovamento nel 1853 quando ordinò a Benjamin Waterhouse Hawkins di mettere una gobba a livello delle spalle della sua scultura a grandezza naturale di Megalosaurus nel Crystal Palace Park, che ispirò nuovamente altri restauri del XIX secolo.[3][4]

 
Il Megalosaurus con la gobba, al Crystal Palace Park, Londra

L'esemplare fossile, ora catalogato come NHMUK R1828, venne probabilmente rinvenuto in uno strato dell'Hastings Bed Group risalente al tardo Valanginiano, ed è costituito da una serie di tre vertebre dorsali posteriori. Owen riferì anche la presenza nei noduli di due costole destre e di due serie aggiuntive di due centri vertebrali dorsali ciascuna.[1] Olshevskij pensava che l'olotipo rappresentasse l'ottava, la nona e la decima vertebra dorsale; ricercatori successivi, tuttavia, hanno ipotizzato che fossero rappresentassero la decima, l'undicesima e il dodicesima.[5]

Nel 1888, Richard Lydekker confrontò queste vertebre con materiale riferito a Megalosaurus dunkeri, una specie del Cretaceo rappresentata da un singolo dente rinvenuto in Germania.[6] Nel 1923 Friedrich von Huene creò un genere separato per Megalosaurus dunkeri, usando le tre vertebre come base per questo genere, notando che erano diverse da quelle di Megalosaurus, e creò il nome Altispinax (che significa "dalle alte spine") in base al loro aspetto. Molti ricercatori successivi conclusero che Megalosaurus dunkeri avesse quindi ricevuto un nuovo nome di genere come Altispinax dunkeri, una combinazione effettivamente utilizzata per la prima volta nel 1939 da Oskar Kuhn.[7]

 
Ricostruzione di Von Meyer del Megalosaurus dalle lunghe spine neurali

Successivamente, i ricercatori considerarono Altispinax un nomen dubium perché il singolo dente non era diagnostico. Non è stato possibile dimostrare alcuna relazione tra il dente e le vertebre. Alle vertebre fu quindi dato un nuovo nome nel 1988 da Gregory Paul. Paul ipotizzò che le vertebre rappresentassero una possibile nuova specie di Acrocanthosaurus, che nominò Acrocanthosaurus? altispinax. Il nome specifico venne volutamente reso identico al vecchio nome generico, per sottolineare che entrambi si riferivano alle vertebre originali.[8] Come indicato dal punto interrogativo, Paul stesso era incerto su questa classificazione, per questo motivo, nel 1991, un nuovo genere, Becklespinax, venne eretto per le vertebre da George Olshevsky, in onore di chi per primo rinvenne le vertebre, Samuel Husbands Beckles. Il nuovo nome combinato della specie tipo Acrocanthosaurus? altispinax, divenne così Becklespinax altispinax.[9] I nomi delle specie Altispinax altispinax[10][11] e Altispinax lydekkerhueneorum[12] divennero i suoi sinonimi junior.

Nel 2016, Michael Maisch pubblicò un riesame di questa contorta storia della classificazione. Maisch concluse che von Huene, quando nominò Altispinax dunkeri, basò deliberatamente la specie sulle vertebre e non sul dente di Megalosaurus dunkeri. Poiché entrambe le specie erano basate su esemplari tipo diversi, i ricercatori successivi sbagliarono a considerarle la stessa specie. Piuttosto, secondo l'interpretazione di Maisch delle regole dell'ICZN, Altispinax dunkeri (nome basato unicamente sulle vertebre) e Megalosaurus dunkeri (basato unicamente sul dente proveniente dalla Germania) sono due specie distinte che condividono lo stesso nome di specie. Poiché i nomi successivi creati da Paul e Olshevsky erano basati sulle stesse vertebre usate da von Huene per denominare Altispinax dunkeri, tutti questi nomi successivi devono essere considerati sinonimi junior, e Altispinax dunkeri, essendo stato nominato per primo, ha la priorità come nome corretto per questa specie.[13]

Altre specie modifica

 
Artiglio del piede (esemplare BMNH 2482) riferito provvisoriamente ad Altispinax da von Huene nel 1926, al Museo di Storia Naturale, Londra

In seguito alla nomina di del genere Altispinax, altre quattro specie vennero nominate e assegnate al genere. Nel 1923, von Huene ribattezzò Megalosaurus oweni, eretto da Lydekker nel 1889, basato sul metatarso BMNH R2559, come Altispinax oweni.[14] Nel 1991, Olshevskij creò un genere separato, Valdoraptor, per questa specie.[9] Nel 1932, von Huene rinominò Megalosaurus parkeri, eretto da Huene nel 1923, come Altispinax parkeri.[15] Successivamente, nel 1964 questa specie venne assegnata ad un proprio genere separato, Metriacanthosaurus.

Descrizione modifica

 
Ricostruzione artistica di Altispinax basata su Concavenator, basata sul post del blog di Darren Naish

Paul, nel 1988, stimò delle dimensioni provvisorie per Altispinax, stimando un peso di 1 tonnellata e affermò che l'esemplare a cui appartenevano le vertebre era più piccolo dell'esemplare tipo di Acrocanthosaurus atokensis, che misura circa 8 metri di lunghezza.[8]

Le tre vertebre posteriori di A. dunkeri del Sussex hanno spine neurali alte circa trentacinque centimetri, relativamente alte quanto quelle di Ichthyovenator.[16] Le vertebre presentano delle rugosità irregolari nel terzo superiore. Secondo Ralph Molnar le due spine più vicine al cranio sono anchilosate o fuse. L'unica spina dorsale più vicina è alta solo circa due terzi delle altre e sembra che si sia spezzata, mentre la spina dorsale dietro ricopre in parte lo spazio vuoto, interpretato da Molnar come il risultato di un infortunio.[5] Nel 2003, Darren Naish diede un'interpretazione diversa, suggerendo che il divario tra le vertebre fosse naturale. Negò che le due vertebre anteriori fossero anchilosate ma osservò che le spine neuronali dell'undicesima e della dodicesima vertebra erano unite in alto. Le spine sono espanse anche trasversalmente superiormente, con una larghezza di circa cinquantacinque millimetri. Naish ha anche sottolineato che Owen aveva notato le grandi depressioni ai lati dell'arco neurale e le aveva spiegate come risultato della pneumatizzazione, la prima volta che questo fenomeno sarebbe stato osservato esplicitamente in un dinosauro.[17][18] Nel 2006, tuttavia, è stato riferito che già nel 1837 Christian Erich Hermann von Meyer aveva commentato questo fenomeno in Saurischia in generale.[19] La scoperta di una cresta formata da vertebre toraciche che incorporano solo due spine neuronali in Concavenator, nel 2010, fornì la conferma che la breve colonna vertebrale anteriore di Altispinax potrebbe essere completa.[20]

Olshevskij originariamente assegnò Altispinax agli Eustreptospondylidae. Nel 2003, Naish lo considerò un membro degli Allosauroidea.[17] La maggior parte dei ricercatori attribuisce una collocazione meno precisa come Tetanurae incertae sedis.[21][22]

Note modifica

  1. ^ a b Owen, R., 1856, Monograph on the fossil Reptilia of the Wealden Formation. Part IV. Palaeontographical Society Monographs 10, 26 pp
  2. ^ Owen, R., 1855, Monograph on the fossil Reptilia of the Wealden and Purbeck formations. Part II. Dinosauria (Iguanodon). (Wealden). Palaeontographical Society Monographs 8. 54 pp
  3. ^ Re: _Becklespinax_, in Archives of the DINOSAUR Mailing List, The Cleveland Museum of Natural History, 18 febbraio 1997. URL consultato il 25 maggio 2016.
  4. ^ Naish, D. 2010. "Pneumaticity, the early years: Wealden Supergroup dinosaurs and the hypothesis of saurischian pneumaticity". In: Moody, R. T. J., Buffetaut, E., Naish, D. & Martill, D. M. (eds) Dinosaurs and Other Extinct Saurians: A Historical Perspective. Geological Society, London, Special Publications 343, pp. 229-236
  5. ^ a b Molnar, R. E., 2001, Theropod paleopathology: a literature survey: In: Mesozoic Vertebrate Life, edited by Tanke, D. H., and Carpenter, K., Indiana University Press, p. 337-363.
  6. ^ Lydekker, R. 1888. Catalogue of the Fossil Reptilia and Amphibia in the British Museum (Natural History), Cromwell Road, S.W., Part 1. Containing the Orders Ornithosauria, Crocodilia, Dinosauria, Squamata, Rhynchocephalia, and Proterosauria. British Museum of Natural History, London, 309 pp
  7. ^ Kuhn, O., 1939, Saurischia — Fossilium catalogus I, Animalia, Pars 87. 's-Gravenhage, W. Junk, 1939, 124 pp
  8. ^ a b Paul, G.S., 1988, Predatory Dinosaurs of the World. Simon & Schuster, New York 464 pp
  9. ^ a b Olshevsky, G., 1991, A revision of the parainfraclass Archosauria Cope, 1869, excluding the advanced Crocodylia. Mesozoic Meanderings 2, 196 pp
  10. ^ Rauhut, O.W.M., 2000, The interrelationships and evolution of basal theropods (Dinosauria, Saurischia). Ph.D. dissertation, University of Bristol, 440 pp
  11. ^ Rauhut, O.W.M., 2003, The Interrelationships and Evolution of Basal Theropod Dinosaurs. Special Papers in Palaeontology no. 69, London, The Palaeontological Association 213 pp
  12. ^ Pickering, S., 1995, Jurassic Park: Unauthorized Jewish Fractals in Philopatry, A Fractal Scaling in Dinosaurology Project, 2nd revised printing, Capitola, California, 478 pp
  13. ^ Maisch, M.W. (2016). The nomenclatural status of the carnivorous dinosaur genus Altispinax v. Huene, 1923 (Saurischia, Theropoda) from the Lower Cretaceous of England. Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie - Abhandlungen, 280(2): 215-219. DOI10.1127/njgpa/2016/0576
  14. ^ Huene, F. von (1923). "Carnivorous Saurischia in Europe since the Triassic". Bulletin of the Geological Society of America, 34: 449-458.
  15. ^ Huene, F. von (1932). Die fossile Reptil-Ordnung Saurischia, ihre Entwicklung und Geschichte. Monographien zur Geologie und Palaeontologie, Series 1, vol. 4(1-2), 361 pages
  16. ^ Allain, R., Xaisanavong, T., Richir, P. & Khentavong, B. 2012. "The first definitive Asian spinosaurid (Dinosauria: Theropoda) from the Early Cretaceous of Laos". Naturwissenschaften 99(5): 369-377
  17. ^ a b Naish, D., 2003, "A definitive allosauroid (Dinosauria; Theropoda) from the Lower Cretaceous of East Sussex", Proceedings of the Geologists’ Association 114: 319-326
  18. ^ Darren Naish e David M. Martill, Dinosaurs of Great Britain and the role of the Geological Society of London in their discovery: basal Dinosauria and Saurischia, in Journal of the Geological Society, vol. 164, n. 3, 2007, pp. 493–510.
  19. ^ O’Connor, P.M. 2006. "Postcranial pneumaticity: an evaluation of soft-tissue influences on the postcranial skeleton and the reconstruction of pulmonary anatomy in archosaurs". Journal of Morphology, 267: 1199–1226
  20. ^ Concavenator: An incredible allosauroid with a weird sail (Or hump)… and proto-feathers? – Tetrapod Zoology, su scienceblogs.com. URL consultato il 15 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2016).
  21. ^ T. R. Holtz, R. E. Molnar e P. J. Currie, The Dinosauria, a cura di D. B. Weishampel, P. Dodson e H. Osmolska, 2nd., Berkeley, University of California Press, 2004, pp. 71–110.
  22. ^ M. T. Carrano, R. B. J. Benson, and S. D. Sampson, 2012, "The phylogeny of Tetanurae (Dinosauria: Theropoda)", Journal of Systematic Palaeontology 10(2): 211-300

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica