Alvise III Mocenigo
Alvise III Sebastiano Mocenigo (Venezia, 29 agosto 1662 – Venezia, 21 maggio 1732) è stato un militare italiano fu il 112º doge della Repubblica di Venezia dal 24 agosto 1722 fino alla sua morte.
Alvise III Mocenigo | |
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Doge di Venezia | |
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In carica | 24 agosto 1722 – 21 maggio 1732 |
Predecessore | Giovanni II Corner |
Successore | Carlo Ruzzini |
Nome completo | Alvise III Sebastiano Mocenigo |
Nascita | Venezia, 29 agosto 1662 |
Morte | Venezia, 21 maggio 1732 (69 anni) |
Sepoltura | Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia |
Dinastia | Mocenigo |
Padre | Alvise Mocenigo |
Madre | Cecilia Michiel |
Religione | Cattolicesimo |
Abile ufficiale di marina, si distinse più volte per il valore dimostrato in battaglia.
Biografia
modificaGiovinezza
modificaNacque a Venezia il 29 agosto 1662, da Alvise dei Mocenigo di S. Samuele e da Cecilia di Sebastiano Michiel, terzo di questo nome nella sua famiglia e personalizzato coll’aggiunta di Bastian o Sebastiano: apparteneva ad una famiglia prestigiosa, di discreta ricchezza e numerosa, avendo ben cinque fratelli e sette sorelle. Figlio cadetto, fu destinato alla vita militare nella Marina [1]
Carriera militare
modificaIl 19 aprile 1688 fu eletto governatore di galea grossa, due anni dopo partecipò alla conquista di Cannina e della Vallona sotto il comando del Capitano generale da Mar Gerolamo Corner. In veste di capitano in Golfo partecipò al fallito assedio di Canea nel luglio-agosto del 1692, l'anno seguente ottenne il comando di una torre a Egina ed il 13 dicembre 1693 fu promosso a capitano delle galeazze[1].
Tra il settembre 1694 ed il febbraio 1695 partecipò alla temporanea conquista di Chio, distinguendosi con la cattura di un vascello ottomano e del bey e comandò, infine, la retroguardia nella battaglia di Tino, combattuta il 22 agosto 1696[1].
Ottenuto il comando di provveditore generale in Dalmazia e Albania, tra il novembre 1696 e l'ottobre 1702 riuscì a vanificare un'offensiva turca guidata dal Pascià di Bosnia ma, paralizzato dalla mancanza di rinforzi e dal ritardo nel pagamento delle retribuzioni ai soldati, non poté passare alla controffensiva e dovette limitarsi ad azioni di guerriglia e di disturbo[1].
A seguito della pace di Carlowitz Mocenigo tentò inutilmente di prevenire la conquista, per mano austriaca, del castello di Zvonigrad ma non ottenne l'autorizzazione del Senato: supervisionò la ridefinizione dei confini secondo la nuova Linea Grimani, promosse l'assegnazione di terreni e fondi ai morlacchi disposti a trasferirsi nella Serenissima e cercò di rilanciare le attività commerciali della città di Spalato in modo da fronteggiare la concorrenza della Repubblica di Ragusa[1].
Il 22 settembre 1707 fu eletto alla carica di Provveditore Generale da Mar e tra l'aprile del 1708 ed il luglio 1711 si dedicò alla cura e alle ispezioni delle piazzeforti veneziane di Corfù, Zante, Nauplia, Santa Maura, Patrasso, Cefalonia, Corinto, Malvasia e Modone oltre alla flotta da guerra di stanza a Corfù[1].
Logorato dagli impegni, il 22 febbraio 1710 chiese ed ottenne di rientrare a Venezia ed il comando di Padova, ove si dedicò alla gestione dell'ordine pubblico e alla riorganizzazione del Monte di Pietà[1].
A seguito dello scoppio della Seconda guerra di Morea Mocenigo fu riassegnato al Provveditorato generale in Dalmazia e Albania ove, grazie all'appoggio delle agguerrite milizie locali, ottenne un rilevante successo conquistando l'importante fortezza turca di Imoschi nel luglio 1717[1].
L'offensiva viene, tuttavia, bloccata dalla stipulazione della Pace di Passarowitz nel luglio 1718 basata sul principio dell'uti possidetis: il 10 giugno 1721, dopo lunghi negoziati tra Mocenigo stesso, il rappresentante ottomano Memet Reis Effendi ed il plenipotenziario austriaco Teuffenbach, i confini dei domini dalmati di Venezia vengono ridelineati dalla nuova linea Mocenigo[1].
Dogato
modificaRientrato a Venezia, il 24 agosto 1722, superando la concorrenza di Carlo Ruzzini e Alvise Pisani, fu eletto doge con 40 voti su 41.
Il suo dogato fu pacifico: patrocinò l'illuminazione pubblica della città di Venezia, la pavimentazione di Piazza San Marco nel 1722 e l'apertura della Società letteraria universale avvenuta il 22 luglio 1724; nel 1729 curò la riedizione degli statuti veneti ed avviò il processo di canonizzazione del doge Pietro Orseolo I che si sarebbe concluso all'inizio del 1733 nel corso del dogato di Carlo Ruzzini[1].
Il 17 aprile 1729, dopo lunghi dibattiti, fu definitivamente approvata la riforma dell'esercito veneziano avanzata dal maresciallo Johann Matthias von der Schulenburg: l'organico in periodo di pace fu fissato in 20.467 uomini, suddiviso in dieci compagnie, da aumentarsi a 27.300 soldati in caso di conflitto, venne istituita una consulta composta da due tenenti generali e da quattro sergenti generali e fu disposto l'arruolamento di un nucleo di ingegneri con funzioni di logistica[2]. Non furono accolte, invece, le istanze avanzate dal Maresciallo di razionalizzare il numero di piazzeforti e di congedare gli ufficiali riformati, privi di incarico e destinati ad altre cariche pubbliche[3].
Morte
modificaMorì il 21 maggio 1732 lasciando in eredità alla Repubblica i due leoncini in marmo rosso che adesso adornano la piazzetta a fianco della basilica di San Marco[4].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j Gino Benzoni, Alvise III Mocenigo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 75, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ Tamburrini, pp. 80-88.
- ^ Tamburrini, p. 90.
- ^ Federigo Stefani e Federico Odorici, Tavola XIV, in Pompeo Litta (a cura di), Famiglie celebri d’Italia. Mocenigo di Venezia, Ed. Luciano Basadonna, 1868 - 1872.
Bibliografia
modifica- Gino Benzoni, MOCENIGO, Alvise, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 75, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- Pierluigi Tamburrini, L'Organizzazione militare veneziana nella prima metà del settecento (PDF), in Le armi di San Marco, Verona, Storia Italiana di Storia Militare, 2005.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alvise III Mocenigo
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Alvise III Sebastiano, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 179621930 · CERL cnp01299518 · GND (DE) 1014489202 |
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