Amon Göth

militare austriaco (1908-1946)

Amon Leopold Göth (Vienna, 11 dicembre 1908Cracovia, 13 settembre 1946) è stato un criminale di guerra e militare austriaco. Ufficiale nazista, fu SS-Hauptsturmführer (capitano) e comandante del campo di concentramento di Płaszów vicino a Cracovia.

Amon Leopold Göth
Göth in prigione nel 1946
SoprannomeSchlächter von Plaszow ("Il Macellaio di Płaszów")
NascitaVienna, 11 dicembre 1908
MorteCracovia, 13 settembre 1946 (37 anni)
Cause della morteimpiccagione
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Schutzstaffel
UnitàSS-Totenkopfverbände
Anni di servizio1930 - 1945
GradoSS-Hauptsturmführer
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diCampo di concentramento di Kraków-Płaszów
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Biografia modifica

Carriera militare modifica

Nato nel 1908 in una famiglia d'impronta industriale, a 22 anni Amon Göth entrò a fare parte del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori austriaco (matricola n. 510.764) e nello stesso anno si iscrisse alle SS austriache (n. 43.673).

Le sue prime attività sono pressoché sconosciute perché la sezione austriaca delle SS rimase illegale e clandestina fino all'annessione tedesca del 1938. Tra il 1932 e il 1938 fu membro dell'Allgemeine-SS a Vienna e nel 1937 passò al rango di Oberscharführer (sergente maggiore).

La carriera militare fu veloce: il 14 luglio 1941 venne nominato Untersturmführer (equivalente di sottotenente). Göth vantava l'esperienza dei campi di sterminio di Bełżec, Sobibór e Treblinka.

Liquidazione dei ghetti modifica

Nell'agosto 1942 Göth lasciò Vienna e raggiunse lo stato maggiore delle SS a Cracovia. Come ufficiale SS preposto ai campi di concentramento, fu inviato l'11 febbraio 1943 a costruire e dirigere un campo di lavori forzati a Płaszów. I prigionieri lavorarono ad un ritmo forsennato e il campo fu concluso un mese dopo. Il ghetto di Cracovia degli ebrei venne chiuso il 13 marzo 1943 e i sopravvissuti vennero imprigionati nel nuovo campo. Circa duemila persone morirono durante l'evacuazione del ghetto, qualcuno per esecuzione diretta di Göth.

Nel ghetto di Cracovia, Mieczysław Pemper[1] fu testimone di una scena in cui Göth liberò i suoi cani, Ralf e Rolf, sugli ebrei. A settembre 1943, Göth fu incaricato di chiudere il ghetto di Tarnów. Si ignora il numero delle persone che furono uccise durante questa operazione. Il 3 febbraio 1944, Göth evacuò il campo di concentramento di Szebnie, ordinando che i detenuti non uccisi sul posto fossero deportati in altri campi. Questa operazione si concluse con centinaia di morti.

In seguito ad una doppia promozione che gli permise di arrivare al rango di Obersturmführer (tenente), il 20 aprile 1944 passò al rango di Hauptsturmführer (capitano). La sua assegnazione al posto di comandante al campo di lavoro di Płaszów fu posta questa volta sotto l'autorità diretta dei servizi economici e amministrativi delle SS.

Płaszów, apogeo di una carriera modifica

 
La balconata della casa di Amon Göth a Płaszów nel 2008

«Come sopravvissuta posso dirvi che siamo tutte persone traumatizzate. Non avrei mai potuto credere, mai, che un essere umano potesse essere capace di tali orrori, di tali atrocità. Quando lo vedevamo da lontano, tutti si nascondevano, nelle latrine, dovunque fosse possibile nascondersi. Non riesco a spiegare quanto la gente avesse paura di lui.»

Nel campo di Płaszów la speranza di vita era in media di 4 settimane; con l'arrivo di Göth come comandante, i prigionieri subirono i trattamenti peggiori, sottomessi e uccisi in modi brutali. Con le sue abitudini sadiche, Göth si "dilettava" quotidianamente a sparare dal balcone della sua villa, situata di fronte al campo di concentramento, con un fucile di precisione su dei prigionieri a caso, oppure lasciava che altri venissero sbranati dai suoi due cani da guardia. Per questo era soprannominato "Schlächter von Płaszów" (il macellaio di Płaszów). Altri testimoni riferiscono che erano note le intenzioni criminali di Göth, a seconda dell'abbigliamento che indossava di volta in volta: se portava un semplice copricapo non vi era al momento alcun pericolo, se indossava invece il suo berretto da ufficiale esisteva un pericolo imminente, ma se portava un cappello tirolese con guanti e scialle bianchi, significava allora che egli era in cerca di vittime da uccidere.[3] Si stima che Göth abbia ucciso di proprio pugno almeno 500 persone durante la sua permanenza a Płaszów.[4]

A Płaszów, Göth intrattenne con l'industriale tedesco Oskar Schindler delle relazioni amichevoli, ma non disinteressate. Schindler si servì di questa relazione cordiale per risparmiare gli ebrei che lavoravano nella sua fabbrica e che, raccolti in un altro campo, erano finiti a Płaszów: il 4 settembre 1944 le autorità naziste chiusero il campo secondario e i detenuti ebrei vennero trasferiti ad Auschwitz. Per mantenere in vita i suoi operai, Schindler li barattò in cambio di argento e di prodotti provenienti dal mercato nero, proprio con il comandante Göth.

Poldek Pfefferberg, uno degli ebrei salvati dall'industriale Oskar Schindler, testimonia con questa espressione: Quando hai visto Göth, hai visto la morte.[5]

Durante il processo di Göth nel 1946, Henryk Bloch descrive le seguenti fasi:

«Göth ordinava che ciascuno ricevesse 100 colpi di frusta, ma tutti ricevevano più di 200/300 colpi. Ciascun prigioniero doveva contare i colpi a voce alta, se faceva un errore allora i colpi ricominciavano da zero. Dopo essere stato tolto dal tavolo, chiunque era ridotto letteralmente ad una massa sanguinante di carne da taglio. Per tutto questo tempo, un uomo gridava terribilmente, Göth gli urlò di calmarsi e di contare, ma l'uomo non si calmò. Göth si avvicinò, prese un mezzo mattone, andò al tavolo dove l'uomo era stato picchiato e gli assestò un colpo tale da aprirgli la testa in due. Coperto di sangue, il cranio spaccato, l'uomo si alzò e si avvicinò a Göth e gli disse di avere ricevuto la sua punizione. Göth gli ordinò di andare ma appena l'uomo si girò, tirò fuori il suo revolver e gli sparò dritto in testa.»

[6]

Ritorno in Germania modifica

 
Foto segnaletica di Amon Göth dopo l'arresto nel 1945.

Il 13 settembre 1944, Göth venne sostituito ed assegnato all'ufficio amministrativo ed economico delle SS.

Poco più tardi, nel novembre 1944, fu accusato di aver sottratto, durante la liquidazione del ghetto, beni di proprietà del Reich (la legislazione nazista aveva infatti stabilito che i beni degli ebrei passassero alla giurisdizione tedesca).

Göth venne arrestato dalla Gestapo; doveva comparire davanti alla polizia SS, ma la sconfitta tedesca e l'avvicinarsi della fine della guerra indussero i suoi superiori ad abbandonare le indagini.

Göth fu ricoverato a Bad Tölz in Germania, dove i dottori delle SS gli diagnosticarono turbe mentali e una forma di diabete. Venne trasferito in un istituto per disturbi mentali dove venne arrestato dall'esercito americano nel maggio 1945.

Il suo dopoguerra modifica

Estradato in Polonia dopo la guerra, Amon Göth fu riconosciuto colpevole dal tribunale nazionale supremo polacco a Cracovia dell'assassinio di migliaia di persone. Il processo si svolse in due tempi: dal 27 al 31 agosto, poi dal 2 al 5 settembre 1946. Fu condannato a morte per i crimini commessi.

Di seguito un estratto del processo (traduzione libera[7]):

  1. L'accusato, mentre comandava il campo di lavoro di Płaszów (Cracovia) dall'11 febbraio 1943 al 13 settembre 1944, provocò la morte di circa 8.000 persone e ordinò lo sterminio di un gran numero di essi.
  2. Mentre era SS-Sturmführer, l'accusato si occupò sotto ordine di SS-Sturmbannführer Willi Haase, della chiusura definitiva del ghetto di Cracovia. Questa liquidazione, che cominciò il 13 marzo 1943, privò la libertà a 10.000 persone che furono internate nel campo di Płaszów e ne provocò la morte di altre 2.000.
  3. Mentre era SS-Hauptsturmführer, l'accusato si occupò della chiusura del ghetto di Tarnów, il 3 settembre 1943. Il risultato di quest'azione fu la morte di un numero sconosciuto di persone, uccisi nel campo di Tarnów; altri morirono per asfissia durante il trasporto in treno o furono sterminati in altri campi, soprattutto a Auschwitz.
  4. Tra settembre 1943 e il 3 febbraio 1944, l'accusato chiuse il campo di lavori forzati a Szebnie, vicino a Jaslo, e ordinò che i prigionieri fossero uccisi sul posto o deportati in altri campi, cosa che provocò la morte di migliaia di persone.
  5. Durante le attività descritte dal punto 1 al punto 4, l'accusato si è appropriato dei beni dei prigionieri, dell'oro e delle liquidità che avevano depositato. Rubò vestiti, mobili e altri beni appartenuti a persone trasferite o internate e le spedì in Germania. Il valore dei beni rubati, in particolare delle liquidità, ammontava a milioni di Złoty polacchi secondo il tasso di cambio in vigore a quell'epoca.

Fu giustiziato per impiccagione il 13 settembre 1946 a Cracovia, vicino al campo di Płaszów. Il boia dovette ripetere l'esecuzione per tre volte in quanto nei primi due tentativi la corda non era stata tesa abbastanza. Il suo corpo fu quindi cremato e le sue ceneri sparse nella Vistola.

Filmografia modifica

Il personaggio di Amon Göth appare nel libro di Thomas Keneally e nel film di Steven Spielberg Schindler's List - La lista di Schindler, in cui venne interpretato dall'attore Ralph Fiennes. Alla fine del film viene ripreso mentre si aggiusta i capelli prima dell'esecuzione dicendo "Heil Hitler". Il film non segue gli avvenimenti reali dell'esecuzione, ma mostra lo sgabello, sul quale stava in piedi il condannato, rompersi solo dopo essere stato preso a calci dai soldati polacchi diverse volte.

Nell'episodio 08x2 "Questioni di fede" de I Griffin è presente una parodia della scena di Schindler's List in cui Peter spara dalla finestra di casa sua proprio come accadeva nella scena del film all'interno del campo di prigionia.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Schindlerjude Mieczyslaw Pemper: Im Dienst von Massenmörder und Lebensretter - SPIEGEL ONLINE - Nachrichten - SPIEGEL TV
  2. ^ Fishman, Aleisha (26 febbraio 2009). Helen Jonas, the Holocaust Survivor. Voices on Antisemitism — A Podcast Series. United States Holocaust Memorial Museum
  3. ^ Johannes Sachslehner: Der Henker. Styria, Wien 2013, ISBN 978-3-222-13416-6 (eine Wiederauflage des Buchs Der Tod ist ein Meister aus Wien, Styria 2008, S. 86).
  4. ^ Jennifer Teege, Nikola Sellmair: Amon – Mein Großvater hätte mich erschossen. Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 2013, ISBN 978-3-498-06493-8, S. 50.
  5. ^ SS Amon Goeth, su oskarschindler.com. URL consultato l'8 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013).
  6. ^ http://www.madrerussia.com/amon-goth-il-vile-comandante-del-campo-di-concentramento-di-plaszow/
  7. ^ Trial of Amon Leopold Goeth. United Nations War Crimes Commission. 1948, su ess.uwe.ac.uk. URL consultato l'8 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2003).
  8. ^ SS service record of Amon Göth, College Park, Maryland: National Archives and Records Administration.

Bibliografia modifica

  • Thomas Keneally, Schindler's List, 1994, 392 p., 24 cm, ISBN, 2-221-07794-6
  • Nel 2002, fu pubblicato in Germania un libro che raggruppa interviste alla figlia di Göth, Monika, con il titolo Ich muss doch meinen Vater lieben, oder? -Io devo amare mio padre, o no?, ISBN 3-8218-3914-7

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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