Anāgāmi è un concetto buddista. La sua origine è sanscrita. È composto da "an" per negare ed āgāmin; in devanagari गच्छति { गम् } gacchati, āgāmin è già coniugato in sanscrito ibrido buddista agāmi è in Pāli. Gacchati significa "ritornare"[1]. Nel Buddismo si usa per parlare di persone che sono mezzo-bodhi[2], persone che già hanno rotto le prime cinque "saṃyojana"; "catene che fanno che le mente comune soffra". Anāgāmi è qualcuno che, dopo la sua vita attuale "non ritorna nel mondo degli umani". Dopo la morte, rinasce nei mondi Śuddhāvāsa, un paradiso dove solamente anāgāmin vivono e raggiungono un vero bodhi.

I concetti in Pāli per tutte le saṃyojana (dal Pāli: catene) da cui un anāgāmin è libero sono:

  1. Sakkāya-diṭṭhi - credere in ātman (Sanscrito: आत्मन्, in Pāli: atta); non capire anatta
  2. Sīlabbata-parāmāsa - attaccamento a riti e rituali come una strada per essere liberi di dukkha
  3. Vicikicchā - scetticismo e dubbi (nella strada scelta)
  4. Kāma-rāga - anelo dei sensi
  5. Byāpāda - odio e rabbia

Le catene (Pāli: saṃyojana) da cui un anāgāmin non è libero sono:

  1. Rūpa-rāga - brama di una ottima vita materiale (le prime 4 dhyāna)
  2. Arūpa-rāga - brama di una vita immateriale (le ultime 4 dhyāna)
  3. Māna - presunzione
  4. Uddhacca - ansia, insoddisfazione
  5. Avijjā - ignoranza

"Anāgāmin" è il terzo di quattro stadi del Nirvana. "Anagami" si colloca a livello intermedio fra Sakadagami e Arahant.

Note modifica

  1. ^ dizionario sanscrito parlato Archiviato il 17 agosto 2017 in Internet Archive. con la parola "आगामिन्" (aagaamin)
  2. ^ in inglese: Rhys Davids & Stede (1921-25), pp. 31, 95, entries for "Anāgāmin" (retrieved 26 Sep 2007 at http://dsal.uchicago.edu/cgi-bin/philologic/getobject.pl?c.0:1:735.pali Archiviato il 25 aprile 2008 in Internet Archive.) and "Āgāmin" (at http://dsal.uchicago.edu/cgi-bin/philologic/getobject.pl?c.0:1:2587.pali Archiviato il 25 aprile 2008 in Internet Archive.).

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica