Anarcocapitalismo
L'anarcocapitalismo (neologismo composto dal confisso anarco- e dal sostantivo capitalismo)[5] è una teoria politico-economica che costituisce l'ala radicale del libertarismo di destra[6]. Promossa dall'economista della scuola austriaca Murray N. Rothbard (1926–1995), l'anarcocapitalismo si articola in una forma estrema di capitalismo laissez-faire[7] propugnante una società controllata dai proprietari di beni immobili, che operano sotto la protezione di agenzie di sicurezza private.[8][9] L'anarcocapitalismo viene solitamente descritto dai suoi proponenti come il progetto per realizzare una società "senza Stato"[10] e priva di qualunque forma di tassazione[N 1] e correlatamente di spesa pubblica.


I pensieri più controversi dei teorici dell'anarcocapitalismo sono stati al centro di dibattito. Le idee più estreme che hanno suscitato critiche comprendono il sostegno per la vendita di bambini su ciò che viene descritto come un "libero mercato"[11], in luogo delle adozioni gestite dai servizi pubblici; il lavoro infantile[12][13]; i contratti di schiavitù[14][15] su base volontaria; il diritto dei proprietari di immobili di stabilire comunità private contrattuali timocratiche, nelle quali sia possibile "rimuovere fisicamente" soggetti non graditi alla comunità formatasi (dissidenti politici o religiosi rispetto agli orientamenti della comunità, omosessuali o eterosessuali a seconda dell'orientamento della comunità, ecc.) e attuare la segregazione (anche tramite clausole restrittive negli atti di proprietà)[16][17][18][19].
I critici dell'anarcocapitalismo sostengono che la società propugnata sarebbe irrealizzabile in quanto la forma di organizzazione statuale è inevitabile. Secondo lo scrittore britannico Paul Birch, le corti private dell'anarcocapitalismo sono degli Stati minimi in quanto un tribunale con un monopolio naturale della giustizia su un territorio costituirebbe uno Stato de facto. La struttura politica di questi microstati, afferma Birch, dipende dalle "disposizioni interne dei tribunali in questione", alcuni, ad esempio potrebbero svilupparsi nella forma di monarchie: l'anarcocapitalismo darebbe così la vita ad una società di "città-Stato", eliminando lo "Stato-nazione".[20] Simili posizioni sono sostenute anche da autori come Robert Nozick[21], Robert Ellickson[22], Bob Black[23], Randall G. Holcombe[24] e Albert Meltzer[25] che vedono nell'anarcocapitalismo un sistema contraddittorio e/o irrealizzabile.
È descritto dallo storico James Stout – un collaboratore del Poynter Institute – come parte dell'estrema destra negli Stati Uniti, dai ricercatori del Southern Poverty Law Center (SPLC) come parte dell'alt-right e dal politologo Andrew Vincent come parte della New Right.[26][27][28] Leah Nelson, ricercatore presso il SPLC, ha asserito che la retorica degli anarcocapitalisti[N 2] sia utilizzata all'interno del "patriot movement", nella maggior parte dei casi in favore dell'evasione fiscale e del rifiuto della legittimità del potere statale.[29]
I sostenitori dell'anarcocapitalismo sono comunemente conosciuti con l'appellativo di ancap, che è il portmanteau di anarco e capitalista.[30]
OnomaturgiaModifica
Il termine "anarcocapitalismo" (in lingua inglese: anarchocapitalism o anarcho-capitalism) è stato coniato da Karl Hess, ex attivista degli Students for a Democratic Society poi convertitosi al libertarismo di destra.[31] È apparso per la prima volta nel suo manifesto The Death of Politics, pubblicato sulla rivista Playboy nel marzo 1969.[32] La parola "anarcocapitalismo" ha ottenuto un ulteriore riconoscimento quando Jarret B. Wollstein la ha utilizzata nella sua opera Society Without Coercion, pubblicata nell'agosto 1969. Wollstein, autore randiano, intendeva usare il termine per descrivere la sua idea di "società di consistente libertà razionale".[33][34] Murray N. Rothbard adottò in seguito il termine per descrivere le sue idee, guadagnandosi così il titolo erroneo di "padre dell'anarcocapitalismo".[35]
StoriaModifica
La nascita del movimento e il lobbismoModifica
Negli anni '60, il movimento anarcocapitalista è emerso con l'obiettivo primario di promuovere antipatia verso i programmi e le istituzioni governative.[36] Le iniziative politiche anarcocapitaliste sono state prevalentemente associate a Charles Koch, miliardario ed erede della fortuna di Fred C. Koch nonché proprietario delle Koch Industries e il principale benefattore delle organizzazioni anarcocapitaliste. Secondo le ricerche di Clayton A. Coppin sulle attività politiche di Charles Koch, Charles preferiva gli anarcocapitalisti alla Mont Pelerin Society.[37] Charles Koch ha generosamente finanziato la Freedom School di Robert LeFevre[38], ha co-fondato il Cato Institute (fondato con il nome di Charles Koch Foundation) insieme a Murray N. Rothbard[39] e, tra il 2005 e il 2016, ha erogato, per conto della Charles Koch Foundation, ben 12,5 milioni di dollari di finanziamenti ad accademici affiliati al Ludwig von Mises Institute.[40][41][42][43][44] Diversi giornalisti hanno accusato Charles e suo fratello David di appoggiare il negazionismo climatico e le politiche che sostengono la privatizzazione del demanio pubblico.[45][46][45][47] The Guardian ha denunciato l'anarcocapitalismo promosso dai fratelli Koch, definendolo un "cancro" nelle università statunitensi e un "culto" paragonabile alle reti di vassalli e all'assolutismo monarchico.[48] Anche il conservatore William F. Buckley, Jr. ha criticato le idee di Charles Koch, etichettandole come "anarco-totalitarismo".[49][50][51]
Nel manifesto anarco-capitalista intitolato "Per una nuova libertà. Il manifesto libertario", Rothbard elogiò la gestione privata delle foreste, sostenendo che solo un bene privato possa essere protetto e supervisionato dal suo proprietario, citando la Georgia-Pacific, una sussidiaria delle Koch Industries, come esempio di eccellente gestione ambientale.[52] Tuttavia, secondo l'ONG ambientalista Greenpeace, la Koch Industries ha ripetutamente rilasciato materiali tossici nell'ambiente, causando danni alle proprietà altrui, come la dispersione di coke petrolifero in abitazioni private e di altri materiali tossici in laghi, fiumi, falde acquifere e litorali.[53][47] La Georgia-Pacific ha dovuto affrontare migliaia di cause legali, con i dirigenti accusati di aver nascosto le conoscenze sui pericoli dell'amianto nei prodotti per l'edilizia. Nel 2017, Georgia-Pacific ha dichiarato bancarotta ed è stata ricostituita come New Georgia-Pacific.[54]
I progetti anarcocapitalistiModifica
Il miliardario Peter Thiel, autodefinitosi anarcocapitalista, è uno dei principali sostenitori del movimento “seasteading”. L'obiettivo prefissato è la costruzione di città-Stato autonome galleggianti nelle acque internazionali.[55] Thiel è stato criticato per la sua partecipazione alle conferenze della Property and Freedom Society (PFS), alle quali hanno partecipato personalità identitarie, come il famoso nazionalista bianco statunitense Jared Taylor.[56] La PFS promuove "la proprietà privata giustamente acquisita, la libertà di contratto, la libertà di associazione, che implica logicamente il diritto di non associarsi o di discriminare chiunque nei propri rapporti personali e d'affari", alla guida dell'organizzazione l'accademico Hans-Hermann Hoppe che ha espresso il desiderio che le città e i villaggi possano "affiggere cartelli con i requisiti per l'ingresso in città e, una volta in città, per l'ingresso in determinate proprietà (niente mendicanti o barboni o senzatetto, ma anche niente musulmani, induisti, ebrei, cattolici, ecc.); cacciare coloro che non soddisfano questi requisiti come intrusi".[57]
FilosofiaModifica
ProprietàModifica
Proprietà privata dei fondi e del capitaleModifica
Gli anarcocapitalisti credono nel principio di appropriazione originale (homestead principle o homesteading) come modo di acquisto della proprietà della terra (vedi proprietà fondiaria), seguendo la regola del "primo ad usare primo a possedere".[58][59] I teorici ancap si rifanno all'argomento del diritto naturale di proprietà del filosofo John Locke, rigettando però la condizione lockiana di sufficienza e le norme da essa derivate, ignorando quindi quanti beni economici rimangono per gli altri individui.[59] L'anarcocapitalismo è di conseguenza contrario anche alla tassazione degli individui in condizione di privilegio, che possiedono risorse naturali, differentemente da altre filosofie politiche come ad es., il georgismo, il liberalismo classico, ecc. che giustificano la tassazione in questi casi.[60][61]
Gli anarcocapitalisti sostengono la proprietà privata dei mezzi di produzione e l'allocazione del prodotto del lavoro creato dai lavoratori nell'ambito del lavoro salariato e del libero mercato, ossia attraverso decisioni prese dai proprietari della proprietà fondiaria o del capitale, indipendentemente da ciò di cui un individuo ha bisogno o meno.[62] L'appropriazione originaria consente a un individuo di rivendicare qualsiasi risorsa mai utilizzata prima, compresa la terra e, migliorandola o utilizzandola in altro modo, di possederla con lo stesso "diritto assoluto" del proprio corpo, mantenendo tali diritti per sempre, indipendentemente dal fatto che la risorsa venga utilizzata o meno. Secondo Rothbard, la proprietà può nascere solo attraverso il lavoro, quindi l'appropriazione originaria della terra non è legittima semplicemente rivendicandola o costruendo un recinto intorno ad essa: è solo utilizzando la terra e "mescolando" il proprio lavoro con essa che l'appropriazione originaria viene legittimata: «Ogni tentativo di rivendicare una nuova risorsa che qualcuno non usa dovrebbe essere considerato invasivo del diritto di proprietà di chiunque risulti essere il primo utilizzatore». Rothbard sosteneva che non è necessario che la risorsa continui a essere utilizzata perché sia di proprietà della persona, in quanto «una volta che il suo lavoro si è mescolato con la risorsa naturale, questa rimane la sua terra di proprietà. Il suo lavoro è stato irrimediabilmente mescolato con la terra, e la terra è quindi sua o dei suoi aventi diritto in eternità».[63] Va comunque notato che il concetto di "mescolare il lavoro" è stato criticato per fallacia logica dal giurista e filosofo Jeremy Waldron, in quanto solo gli oggetti possono essere mescolati con altri oggetti e il lavoro non è un oggetto, bensì è un'attività[64]. Le forme di miglioramento del fondo sono tuttavia previste e regolate in molti ordinamenti giuridici (ad esempio la enfiteusi nel Codice civile italiano).
Proprietà intellettualeModifica
I teorici anarcocapitalisti sono divisi sul tema della proprietà intellettuale. Tra gli oppositori anarcocapitalisti dei diritti di proprietà intellettuale (ossia, dei marchi registrati, dei brevetti e del copyright) figurano Wendy McElroy,[65] Jeffrey Tucker[66], Stephan Kinsella[67] e Hans-Hermann Hoppe[68][69]. Il principale oppositore, Kinsella, sostiene che i diritti di proprietà possono essere applicati solo a risorse che sono scarse, cosa che la proprietà intellettuale non è. Kinsella sostiene inoltre che l'unico modo in cui i diritti di proprietà intellettuale possono essere implementati è quello di limitare i diritti di proprietà fisica degli altri.[70] Kinsella è il consulente legale di LBRY, Inc.[71], una società di Jeremy Kauffman, un politico del Partito Libertario (Libertarian Party) e attivista del Free State Project (FSP). Dal 2015 aiuta LBRY nelle cause concernenti la proprietà intellettuale.[72]
Murray Rothbard, il più noto esponente dell'anarcocapitalismo, sosteneva la necessità di consentire termini infiniti di copyright derivanti dal contratto ed era sfavorevole al ruolo statale nella protezione della proprietà intellettuale. Si opponeva ai brevetti ma parteggiava per un sistema di contratto a favore del diritto d'autore, che poteva comunque essere infranto da un terzo – qualsiasi parte esclusa dal contratto.[73][74]
La fazione a favore della proprietà intellettuale è composta invece da Morris e Linda Tannehill e Jarret B. Wollstein. Morris e Linda propongono che le idee sotto forma di invenzioni possano essere registrate in una "banca dati" di proprietà privata.[75] Jarret propone delle agenzie di giustizia che includono gli uffici per i brevetti e i diritti d'autore, l'applicazione dei contratti e la prevenzione delle frodi.[76]
David D. Friedman afferma "che ci sono buoni argomenti su entrambi i lati della questione", rimanendo neutrale sul tema.[77]
J.W. Eskow definisce i libertarian come degli "ipocriti", ha espresso questa opinione su un articolo del The Salon: secondo Eskow i libertarian (come Peter Thiel) usano prima la proprietà intellettuale (garantita dai governi) per arricchirsi e una volta arricchitisi usano la loro ricchezza per sostenere l'eliminazione del governo.[78]
Beni demanialiModifica
Nell'anarcocapitalismo non esistono i beni demaniali, che sono quei beni che solitamente sono proprietà pubblica, cioè la proprietà destinata per l'uso pubblico; gli anarcocapitalisti promuovono la privatizzazione totale di tutte le risorse naturali della Terra (inclusi fiumi e sezioni degli oceani).[79][80][81][82] Tutte le proprietà pubbliche verrebbero privatizzate, quindi spetterebbe ai singoli proprietari decidere chi potrà attraversare i loro terreni, strade e corsi d'acqua, stabilendo rapporti contrattuali con i terzi, al fine di attirare i detti alla frequentazione ovvero scoraggiare all'accesso, in base alla destinazione economica che il proprietario imprime al proprio bene (es: vietare l'ingresso a tutti in un cortile della propria abitazione privata oppure incoraggiare tutti all'accedere ove l'immobile sia destinato ad attività commerciale).
Principio di non aggressioneModifica
Il principio di non aggressione (Non-aggression principle, N.A.P.; anche detto assioma di non aggressione) è un principio dell'etica e del diritto anarcocapitalista in cui l'aggressione è definita come «l'iniziazione della minaccia o l'uso della forza fisica contro un individuo o una proprietà», l'aggressione è anche sinonimo di "invasione". La violazione della proprietà, anche in stato di necessità è considerata illecita, il proprietario può dunque impedire all'altro individuo di appropriarsi del bene in ogni circostanza[83], in contrasto sia con la tradizione giusnaturalista (si veda John Locke e Tommaso d'Aquino per esempio) sia con l'utilitarismo liberale di John Stuart Mill (si veda il principio del danno) che riconoscono lo stato di necessità .
InquinamentoModifica
Rothbard afferma che le esternalità sono punibili una volta trovata la prova del danno[84], tuttavia, per Rothbard l'inquinamento atmosferico non viola necessariamente il principio di non aggressione:[85]
«L'eccessivo rumore può essere considerato una forma di aggressione, ma in questo caso l'aeroporto ha già fatto da padrone con X decibel di rumore. Con la sua precedente rivendicazione, l'aeroporto ora "possiede il diritto" di emettere X decibel di rumore nell'area circostante. In termini giuridici, possiamo dire che l'aeroporto, attraverso l'acquisizione di una proprietà, si è guadagnato il diritto di eccezione nel creare X decibel di rumore. Questa eccezione di proprietà è un esempio dell'antico concetto giuridico di "prescrizione", secondo il quale una certa attività fa guadagnare un diritto di proprietà prescrittivo alla persona che compie l'azione [...] Dovrebbe essere chiaro che la stessa teoria dovrebbe essere applicata all'inquinamento atmosferico dell'aria. Se A sta causando l'inquinamento dell'aria di B, e questo può essere dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, allora si tratta di un'aggressione che deve essere e i danni dovrebbero essere pagati in base alla responsabilità oggettiva, a meno che A sia stato presente per primo e abbia già inquinato l'aria prima che B fosse stata sviluppata. Ad esempio, se una fabbrica di proprietà di A ha inquinato una proprietà originariamente non utilizzata, fino a una certa quantità di inquinante X, si può dire che A abbia acquisito un diritto di inquinamento di un certo grado e tipo.» |
Diritti degli animaliModifica
Walter Block ha articolato la sua posizione in un dibattito del 2017 sui diritti degli animali. Block ritiene che il principio di non aggressione non si applichi agli animali e che il diritto dei loro proprietari umani di uccidere, torturare o abusare in altro modo degli animali di loro proprietà possa essere un corollario inevitabile delle premesse libertarie[86][87]. Ciò in quanto sarebbe controproducente per il proprietario incidere negativamente su una propria proprietà. A differenza di quanto avviene nel caso nel quale gli animali non sono di proprietà di alcuno e di conseguenza alcuno ha interesse ad esercitarne protezione.
Molestie sessuali sul posto di lavoroModifica
Nella sua pubblicazione On the Women's Liberation, or the Male Chauvinist Pig As Hero, Block afferma che neppure le molestie sessuali «che avvengono tra la segretaria e il suo capo non sono un'azione coercitiva». Sostiene che «se i pizzicotti e le molestie sessuali sono vietati nei luoghi privati, si violano i diritti di coloro che desiderano volontariamente intraprendere tali pratiche». Block sostiene che la prova della natura "volontaria" di tale atto in un luogo privato è che "la persona messa in pericolo" (la donna vittima) «non ha alcun diritto sul luogo privato in questione».[88][89]
Schiavitù contrattualeModifica
La schiavitù contrattuale (chiamata anche «schiavitù volontaria») è un concetto discusso fra i teorici anarcocapitalisti, un suo principale sostenitore è Walter Block che, sempre al fine di estremizzare i concetti dell'anarcocapitalismo, si oppone alla inalienabilità della persona e ritiene insussistente la differenza di forza contrattuale (anche in stato di necessità)[90][91]
John Reader, nel suo "Africa - Biografia di un continente" (ISBN 978-88-04-67805-2) nota che in molte società africane fino all'inizio del XX secolo esisteva l'istituto della "schiavitù volontaria": in caso di eventi climatici, guerre o carestie era in uso che singoli, famiglie o addirittura piccole comunità si offrissero in schiavitù al fine di essere mantenuti dando in corrispettivo la propria forza lavoro (capitolo 5 - "Influenze esterne" - paragrafo XXXV "Niente altro da vendere" - pag. 362 di 797)
Comunità privateModifica
Nonostante alcuni anarcocapitalisti si autodefiniscono "anarchici", le organizzazioni territoriali che esercitano il potere nell'anarcocapitalismo, per far rispettare il loro ordinamento giuridico, costituiscono come notato da Paul Birch, degli Stati – precisamente delle "città-Stato" o dei "microstati" (per via delle dimensioni).[20]
Il teorico anarcocapitalista Hans-Hermann Hoppe autore di Élites naturali, intellettuali e Stato si è espresso più volte a favore della nobiltà e della monarchia, perché, secondo lui «grazie ad accoppiamenti selettivi, matrimoni e alle leggi dell’eredità sia patrimoniale che genetica, è probabile che le posizioni di autorità naturale vengano tramandate all’interno di poche famiglie nobili».[92][93] Hoppe ha anche descritto il Principato del Liechtenstein come il suo modello ideale, affermando che il suo sogno «è un'Europa composta da 1.000 Liechtenstein».[94][95]
Nel seguente diagramma il funzionamento di un governo anarcocapitalista come descritto in Democrazia. Il dio che ha fallito:
Élite di investitori elegge | |||||
Il proprietor | |||||
regola il commercio: stabilisce i prodotti leciti e i prodotti illeciti | gestisce e controlla le strade, le piazze e i parchi: si assicura che i fruitori paghino per l'uso | espelle gli indesiderati e regola i flussi migratori all'interno del suo territorio | |||
Diritti e libertà civiliModifica
Gli anarcocapitalisti credono che le libertà civili, come la libertà di parola, sono a discrezione del proprietario del territorio. Hoppe a proposito ha dichiarato che «non esiste un diritto alla libertà di parola sulla proprietà altrui».[96][97] Una proposizione già sostenuta da Rothbard nella sua critica ai diritti umani: «La libertà di parola dovrebbe significare il diritto di ognuno di dire ciò che vuole. Ma la domanda trascurata è: dove? Dove un uomo ha questo diritto? Di certo non ce l'ha nella proprietà in cui sta sconfinando. [...] Infatti, non esiste un "diritto alla libertà di parola" separato; esiste solo il diritto di proprietà dell'uomo: il diritto di fare ciò che vuole con la propria proprietà o di fare accordi volontari con altri proprietari».[98]
Intolleranza socialeModifica
Nel movimento anarcocapitalista l'intolleranza è giustificata come esercizio del diritto di proprietà. Alcuni anarcocapitalisti hanno sul piano personale manifestato visioni razziste e razzialiste, come ad esempio l'opinione di Murray N. Rothbard secondo il quale le persone di colore erano intellettualmente inferiori.[99][100]
Murray Rothbard, nonostante fosse ebreo, fu vicino al 5ª Gran Maestro del Ku Klux Klan David Duke (di cui sostenne la candidatura al Senato) e per questo è stato descritto da Business Insider come «un razzista che credeva nella separazione "volontaria" delle razze» e nello stesso articolo viene anche affermato che «il razzismo è in realtà abbastanza compatibile[N 3] con l'economia libertaria».[101]
Per Rothbard il separatista Malcolm X era un "grande leader nero" mentre l'integrazionista Martin Luther King Jr. un favorito dei bianchi, perché secondo lui «era la principale forza di contenimento della rivoluzione negra in via di sviluppo».[102] Rothbard definì Martin Luther King come un «integrazionista coercitivo» e Abraham Lincoln «uno dei principali despoti della storia americana». Descrisse gli afroamericani come un «fardello parassitario» che necessitava di «un flusso infinito di benefici». Sostenne la campagna presidenziale del segregazionista Strom Thurmond nel 1948 e le campagne dell'ex leader del KKK David Duke per la carica di governatore e di senatore all'inizio degli anni Novanta. Rothbard non solo ha elogiato Duke, ma lo ha citato come modello per uno sforzo di portare i "bifolchi" nel movimento libertario. Rothbard affermò che: «Il richiamo dell'uguaglianza è un canto di sirena che può significare solo la distruzione di tutto ciò che ci sta a cuore come esseri umani».[103][104]
L'erede intellettuale di Rothbard, l'economista Hans-Hermann Hoppe, è a favore della segregazione come prerogativa dei proprietari[105] e ha affermato che nell'anarcocapitalismo «alcuni quartieri sarebbero etnicamente o economicamente diversi, mentre altri sarebbero etnicamente o economicamente omogenei»[18], inoltre che:[96]
«In un ordine sociale libertario non ci può essere tolleranza verso i democratici e i comunisti. Dovranno essere fisicamente separati ed espulsi dalla società. [...] I sostenitori di stili di vita alternativi, non incentrati sulla famiglia e sulla parentela, come ad esempio l'edonismo individuale, il parassitismo, il culto della natura e dell'ambiente, l'omosessualità o il comunismo, dovranno essere anch'essi fisicamente allontanati dalla società, se si vuole mantenere un ordine libertario.» |
Hoppe, come Rothbard, ha avuto vere e proprie affiliazioni con razzisti e razzialisti dichiarati (ad esempio, Richard Spencer).[106] Riguardo la razza, Hoppe ha affermato nel suo articolo On Theory and History:[107]
(EN)
«[...] since Caucasians have, on the average, a significantly lower degree of time difference than Negroids, any comparison would amount to a systemic distortion of the evidence.» |
(IT)
«[...] dato che i caucasici hanno, in media, un indice di sviluppo temporale significativamente inferiore a quello dei negroidi, qualsiasi confronto equivarrebbe a una distorsione sistematica delle prove.» |
(Hoppe (1997). "On Theory and History. Reply to Benegas-Lynch, Jr.". Published in Gerard Radnitzky, ed., Values and the Social Order, Vol. 3 (Aldershot: Avebury, 1997).) |
Hoppe ha anche dichiarato in una conferenza del Mises Institut Deutschland che le popolazioni africane hanno un basso quoziente intellettivo generale per via della selezione naturale[108], anche se tale posizione nulla ha a che fare con l'anarcocapitalismo.
Secondo un report del 2000 del Southern Poverty Law Center (SPLC), l'anarcocapitalista Jeffrey Tucker ha scritto per le pubblicazioni della League of the South, un gruppo neoconfederato e nazionalista bianco. Il SPLC afferma che Tucker era indicato come membro fondatore sul sito web di League of the South, ma che J. Tucker negava di esserne membro.[109]
Attualmente esistono vari promotori della segregazione razziale che si identificano o si sono identificati come "anarcocapitalisti", tra questi Christopher Cantwell[110] e Stefan Molyneux[111].
Immigrazione e segregazioneModifica
Come già detto nei precedenti paragrafi, le località (e le rispettive strade) sono controllate da proprietari indipendenti. Hoppe ha proposto la creazione di "confini privati" per regolamentare l'immigrazione. Le idee di Hoppe sono da molti considerate consistenti con il Principio di Non-Aggressione, visto che la proprietà fondiaria è del proprietario.[113][114] Tuttavia Block afferma che, nel codice giuridico libertario, solo i proprietari sono giustificati ad escludere dall'ingresso; nessuno può vietare ad un proprietario di un immobile locale di invitare una persona nella sua casa o nel suo negozio.[115][19]
Nel saggio Democrazia. Il dio che ha fallito, Hoppe ricorda che nell'anarcocapitalismo o "anarchia ordinata" tutti i terreni sono di proprietà privata, comprese le strade, i fiumi, gli aeroporti e i porti. Il titolo di proprietà può essere illimitato; in altre parole, al proprietario è consentito fare tutto ciò che desidera con la sua proprietà, purché non commetta atti emulativi, cioè non danneggiare la proprietà altrui. Rispetto ad altri terreni, il titolo di proprietà può essere più o meno limitato. Il proprietario può essere vincolato da limitazioni contrattuali su ciò che può fare proprietà (patti restrittivi, zonizzazione, ecc.), che potrebbero includere l'uso residenziale piuttosto che quello commerciale, nessun edificio di più di quattro piani, divieto di vendita o affitto a specifiche categorie, per esempio. Per Hoppe è chiaro che nell'anarcocapitalismo «non esiste la libertà d'immigrazione o il diritto di circolazione degli immigrati». I proprietari possono ammettere o escludere altre persone dalla loro proprietà in base ai loro titoli di proprietà limitati o non limitati. A parole di Hoppe: «l'ammissione ad alcuni territori può essere facile, mentre per altri può essere quasi impossibile». L'ammissione alla proprietà di una parte non implica la libertà di movimento, a meno che gli altri proprietari non abbiano acconsentito a tali movimenti. «Ci sarà immigrazione o non immigrazione, inclusività o esclusività, desegregazione o segregazione, non discriminazione o discriminazione razziale, etnica, linguistica, religiosa, culturale o di qualsiasi altra natura, che i singoli proprietari o le associazioni di singoli proprietari desiderano», afferma Hoppe.[105]
La stesse posizioni erano già sostenute da Rothbard, che affermava che il proprietario dovesse «avere il diritto assoluto di vendere, noleggiare o affittare il proprio denaro o altre proprietà a chiunque desideri, il che significa che ha il diritto assoluto diritto di discriminare a piacimento» proseguendo «Ciò che si deve fare è ripudiare totalmente i "diritti civili" e le leggi antidiscriminatorie e nel frattempo, su un binario separato ma parallelo, cercare di privatizzare il più possibile e completamente i servizi pubblici».[116]
Pratiche simili erano utilizzate negli Stati Uniti, come strumento per far rispettare la segregazione razziale nella maggior parte delle città, diffondendosi negli anni '20 e proliferando fino a quando non sono state dichiarate inapplicabili nel 1948[117] nella causa Shelley v. Kraemer della Corte Suprema. I patti restrittivi (exclusionary convenants o racial convenants) vietavano all'acquirente di una proprietà immobiliare di consentire l'uso o l'occupazione da parte di membri di una determinata razza, origine etnica e/o religione, come specificato nell'atto di proprietà. Essi sono stati utilizzati da molti promotori immobiliari per "proteggere" intere suddivisioni, con l'intento primario di mantenere "bianchi" i quartieri. Il 90% dei progetti abitativi costruiti negli anni successivi alla seconda guerra mondiale erano soggetti a restrizioni razziali.[118]
La pratica della segregazione privata si diffuse anche nell'istruzione: le accademie segregate erano scuole private nel Sud degli Stati Uniti fondate a metà del XX secolo da genitori bianchi per evitare che i loro figli frequentassero scuole pubbliche desegregate. Furono fondate tra il 1954, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì che le scuole pubbliche segregate erano incostituzionali,[120][121] e nel 1976, la Corte si pronunciò in modo analogo sulle scuole private. Dopo la sentenza Runyon v. McCrary (1976), tutte queste scuole private sono state costrette ad accettare studenti afroamericani[122].
Rothbard ha chiesto l'eliminazione "dell'intera struttura dei 'diritti civili'", affermando che essa "calpesta i diritti di proprietà di ogni americano". Si è sempre espresso a favore dell'abrogazione della legge sui diritti civili del 1964, compreso il titolo VII relativo alla discriminazione sul lavoro,[123] e ha chiesto l'annullamento della decisione Brown v. Board of Education, sostenendo che l'integrazione scolastica imposta dallo Stato viola i principi libertari.[124]
David D. Friedman, come Hoppe, propone sistemi di legge che «saranno prodotti a scopo di lucro sul mercato [...] Ci potrebbe essere concorrenza tra le diverse "marche" di leggi, proprio come c'è concorrenza tra le diverse marche di automobili». Friedman afferma che se questo porterebbe a una società libertaria "resta da dimostrare", è possibile che si producano leggi molto poco libertarie, come quelle contro la droga, ma è convinto che ciò sarebbe raro.[125]
Teoria retributiva della giustiziaModifica
Servitù debitoria e pena di morteModifica
Rothbard sostiene una «teoria francamente retributiva della punizione» descritta anche come un sistema «occhio per occhio dente per dente».[126] Rothbard sottolinea che tutte le punizioni devono essere proporzionali, affermando che «il criminale, o l'invasore, perde i suoi diritti nella misura in cui ha privato un altro uomo dei suoi».[127] Applicando la sua teoria retributiva, Rothbard afferma che un ladro «deve pagare il doppio del furto». Rothbard fa l'esempio di un ladro che ha rubato 15.000 dollari e dice che non solo dovrebbe restituire il denaro rubato, ma anche fornire alla vittima altri 15.000 dollari, denaro a cui il ladro ha rinunciato. Il ladro sarebbe «messo in uno stato di schiavitù nei confronti della sua vittima» se non è in grado di pagarla immediatamente, in pratica la servitù debitoria. Rothbard applica la sua teoria anche per giustificare le percosse e le torture ai criminali violenti, anche se le percosse devono essere proporzionali ai crimini per i quali vengono puniti; lo stesso si applica alla pena di morte, limitata alla punizione dell'omicidio.[126]
Stando a Matthew O'Keefee, alcuni anarcocapitalisti ritengono che le carceri o la servitù debitoria sarebbero istituzioni giustificabili per affrontare coloro che violano i rapporti di proprietà anarcocapitalisti, mentre altri ritengono che l'esilio o la restituzione forzata siano sufficienti.[128] Bruce L. Benson sostiene che i codici legali possono imporre danni punitivi per gli illeciti intenzionali nell'interesse di scoraggiare il crimine. Benson fa l'esempio di un ladro che si introduce in una casa forzando la serratura. Anche se viene catturato prima di aver preso qualcosa, Benson sostiene che il ladro sarebbe comunque in debito con la vittima per aver violato la sacralità dei suoi diritti di proprietà. Benson ritiene che, nonostante la mancanza di perdite oggettivamente misurabili in questi casi, «le regole standardizzate che sono generalmente percepite come eque dai membri della comunità sarebbero, con ogni probabilità, stabilite attraverso i precedenti, consentendo alle sentenze di specificare i pagamenti che sono ragionevolmente appropriati per la maggior parte dei reati».[129]
Tortura di sospetti criminaliModifica
Nel capitolo dodici de L'etica della libertà,[130] Rothbard rivolge la sua attenzione ai sospetti arrestati dalla polizia.[131] Egli sostiene che la polizia dovrebbe essere in grado di torturare alcuni tipi di sospetti criminali, compresi gli accusati di omicidio, per ottenere informazioni relative al loro presunto crimine. Scrive Rothbard: «Supponiamo [...] che la polizia picchi e torturi un sospetto omicida per trovare informazioni (non per strappare una confessione, poiché ovviamente una confessione forzata non potrebbe mai essere considerata valida). Se il sospetto si rivela colpevole, allora la polizia dovrebbe essere scagionata, perché in quel caso ha distribuito all'assassino solo una parte di ciò che gli spetta in cambio; i suoi diritti erano già stati incamerati in misura maggiore. Ma se il sospetto non viene condannato, allora significa che la polizia ha picchiato e torturato un uomo innocente, e che a sua volta deve essere messa sul banco degli imputati per aggressione criminale».[130] Gene Callahan esamina questa posizione e conclude che Rothbard rifiuta la convinzione ampiamente diffusa che la tortura sia intrinsecamente sbagliata, indipendentemente dalla vittima. Callahan prosegue affermando che lo schema di Rothbard offre alla polizia un forte motivo per incastrare il sospettato dopo averlo torturato.[131]
Processo agli impiegati stataliModifica
Block ha scritto sull'eventuale punizione di coloro che avessero svolto «attività stataliste, governative o altre attività malavitose», affermando di voler indire un processo agli impiegati statali, sul modello del processo di Norimberga. Block sostiene che ci dovrebbe essere «una presunzione che tutti gli impiegati statali siano colpevoli di un crimine contro l'umanità», salvo certi casi, come il deputato statunitense e membro illustre del Mises Institute Ron Paul. Block esamina questioni come la restituzione di terreni sottratti con l'esproprio e la possibile punizione di politici, impiegati del fisco e altri che hanno collaborato ad attività governative.[132][133]
Diritti dei bambini e obblighi dei genitoriModifica
Vendita di minori, diritto all'aborto e diritto d'abbandonoModifica
In L'etica della libertà, Rothbard esplora le questioni relative ai diritti dei bambini in termini di autoproprietà e di contratto.[134] Queste includono il sostegno al diritto all'aborto della donna, la condanna dei genitori che mostrano aggressività verso i bambini e l'opposizione allo Stato che obbliga i genitori a prendersi cura dei bambini. Sostiene inoltre che i bambini hanno il diritto di fuggire dai genitori e di cercare nuovi tutori non appena sono in grado di scegliere di farlo. Egli sostiene che i genitori hanno il diritto di dare un bambino in adozione o di venderne i diritti in un contratto, in quello che Rothbard suggerisce essere un "fiorente libero mercato di bambini". Egli ritiene che la vendita dei bambini come beni di consumo in accordo con le forze di mercato - sebbene una cosa "superficialmente mostruosa" - porterà benefici a "tutti" i soggetti coinvolti nel mercato: "i genitori naturali, i bambini e i genitori affidatari che acquistano".[135][136]
Secondo Rothbard, "il genitore non dovrebbe avere l'obbligo legale di nutrire, vestire o educare i propri figli, poiché tali obblighi comporterebbero atti positivi imposti al genitore e lo priverebbero dei suoi diritti".[135] Rothbard ha quindi affermato che i genitori dovrebbero avere il diritto legale di lasciar morire di fame qualsiasi neonato e dovrebbero essere liberi di impegnarsi in altre forme di abbandono dei bambini. Tuttavia, secondo Rothbard, "la società puramente libera avrà un fiorente libero mercato dei bambini". In una società completamente libertaria, ha scritto, "l'esistenza di un libero mercato dei bambini ridurrà al minimo questo tipo di "negligenza".[135]
L'economista Gene Callahan dell'Università di Cardiff, già studioso del Mises Institute affiliato a Rothbard, osserva che Rothbard permette "all'eleganza logica della sua teoria legale" di "prevalere su qualsiasi argomentazione basata sulla riprovevolezza morale di un genitore che guarda oziosamente il suo bambino di sei mesi morire lentamente di fame nella culla".[131]
Lavoro infantileModifica
Le posizioni di Rothbard sono sostenute anche dal teorico anarcocapitalista Walter Block, sostenitore della vendita di bambini Block afferma che i genitori adottivi che non sono in grado di pagare i genitori biologici "sono responsabili del trauma e del crepacuore che oggi accompagnano l'adozione negli Stati Uniti".[11] Walter Block si è espresso a favore del lavoro infatile, promuovendo in materia l'abolizione delle leggi sul lavoro.[12]
Critica al liberalismoModifica
I teorici anarcocapitalisti sostengono che il liberalismo sia statalista, per tale motivo la maggior parte dei teorici ancap (ad esempio, Murray N. Rothbard, Hans-Hermann Hoppe e Jesús Huerta de Soto) rigettano la filosofia politica liberale.[137][138] La critica degli anarcocapitalisti si estende anche ai pensatori neoliberali (talvolta definiti in Italia "neoliberisti") come Friedrich Hayek e Milton Friedman. Per Rothbard La società libera (The Constitution of Liberty) di F. A. Hayek non può in alcun modo fornire i criteri o le basi per un sistema libertario come inteso da lui[139]; sempre nel saggio L'etica della libertà Rothbard avanza critiche nei confronti di Isaiah Berlin, Ludwig von Mises e Robert Nozick. Hoppe afferma che Hayek era un oppositore della tradizione austriaca, identificandolo come "empirista britannico".[140] Rothbard descrisse M. Friedman e la Scuola di Chicago come statalista e autoritaria, evidenziandone le politiche monetarie[141], mentre Walter Block descrive M. Friedman come un "socialista"[142].
BitcoinModifica
I bitcoin vennero visti da molti come un mezzo per raggiungere una rivoluzione anarcocapitalista, questo credo fu significativo per lo slancio dei Bitcoin, di cui molti degli acquirenti sono anarcocapitalisti o appartenenti ad altre fazioni del libertarianismo di destra.[143][144][145][146] I bitcoin sono stati accolti positivamente da tutto l'ambiente anarcocapitalista, perché visti come un mezzo per porre fine alle valute fiat e destabilizzare gli Stati sociali.[147][148][149]
Tra i principali promotori anarcocapitalisti della criptovaluta Bitcoin vi è Jeffrey Tucker, che ha iniziato a scrivere dei Bitcoin nel 2013.[150] È stato intervistato sull'argomento da Reason[151] e Fox Business[152]. Il libro di Tucker del 2015 Bit by Bit: How P2P Is Freeing the World è dedicato al progetto Bitcoin e ad altri prodotti della "economia dell'informazione".[153][154] Nel 2018 è diventato un affiliato di ricerca del Blockchain Innovation Hub, un centro di studi del Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT).[155]
L'autrice anarcocapitalista, Wendy McElroy, ha scritto un libro sui bitcoin chiamato The Satoshi Revolution (it: La Rivoluzione di Satoshi), McElroy analizza i bitcoin nell'ottica dell'economia austriaca, dell'ordine spontaneo e dell'individualismo metodologico.[156]
AttivismoModifica
Silk RoadModifica
Vari seguaci della filosofia anarcocapitalista, hanno organizzato manifestazioni a favore del trafficante di armi e droga Ross Ulbricht. Ross Ulbricht è stato descritto dagli utenti anarcocapitalisti dell'ecommerce Silk Road come un "rivoluzionario".[157] Il Libertarian Party ha anche chiesto ufficialmente l'amnistia per Ulbricht.[158]
Proteste anti-lockdown COVID-19Modifica
Durante il periodo di restrizioni per COVID-19, gli anarcocapitalisti e altre fazioni politiche hanno organizzato manifestazioni negli Stati Uniti in segno di opposizione.[159]
TerrorismoModifica
Negli Stati Uniti il denominato movimento Boogaloo è stato più volte al centro di controversie. I boogaloo sono stati descritti come una minaccia terroristica che ha l'obiettivo di abbattere il governo esistente e sostituirlo con un sistema anarcocapitalista non ben definito[163], il movimento Boogaloo è collegato a dei casi di violenza, tra cui: l'omicidio di due agenti di polizia, il tentato rapimento della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer e il tentato rapimento del governatore della Virginia Ralph Northam.[164][165]
Nel giugno 2020, il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti ha twittato, in risposta a un articolo di Politico sul movimento Boogaloo, che un bollettino di intelligence rilasciato dall'agenzia "NON identifica il movimento Boogaloo come di sinistra O di destra" e ha affermato che "si tratta semplicemente di estremisti violenti provenienti da entrambe le estremità dello spettro ideologico".[166] Le posizioni eterogenee all'interno del movimento Boogaloo sono state generalmente definite come "libertarie di destra", "nazionaliste bianche"/"suprematiste" e "anarchiche"; gli aderenti del movimento sono stati accusati di avere obiettivi accelerazionisti.[167]
Mark Pitcavage, ricercatore presso il Center on Extremism dell'Anti-Defamation League (ADL), ha individuato nel disprezzo dei boogaloo per le forze dell'ordine la peculiarità che più lo distingue da altri gruppi di miliziani, che sono tipicamente a favore delle forze dell'ordine.[168] La causa di questo odio è fatta risalire all'uccisione di Duncan Lemp, considerato un martire nel movimento.[169]
Cronologicamente i principali atti di terrorismo domestico collegati al movimento Boogaloo comprendono:
- L'omicidio di un funzionario federale (l'agente FPS Dave Patrick Underwood) nei pressi dell'Edificio Federale di Dellums, Oakland (California) del 29 maggio 2020[170][171];
- La tentata distruzione di una stazione di polizia di Las Vegas (Nevada) tramite bombe molotov, il 1 giugno 2020[172];
- La sparatoria nella contea di Santa Cruz "Attacco di Ben Lomond" del 6 giugno 2020, che ha causato la morte del sergente-sceriffo Damon Gutzwiller.[173][174][175]
La visione statunitenseModifica
Alcuni[Chi?] ritengono che la comparsa dell'anarcocapitalismo abbia rimesso in gioco le tradizionali categorie politiche statunitensi e che, in ragione delle loro idee, gli anarcocapitalisti sfuggano ad una classificazione fondata sull'usuale opposizione destra-sinistra[senza fonte] Maddox e Lilie, adottando l'approccio al tema delle libertà individuali come criterio essenziale per descrivere le differenti posizioni politiche, e distinguendo tra temi economici (fisco, libertà di contratto, ecc.) e civili (libertà sessuali e relativamente agli stili di vita, uso di droghe, ecc.), definiscono conservatives tutti coloro che privilegiano le libertà economiche rispetto a quelle civili, ascrivendo invece tra i liberals quanti difendono le seconde e ritengono che le prime vadano regolamentate. In questo schema, vengono dette populist le ideologie caratterizzate dalla tendenza ad una regolamentazione stretta sia delle libertà civili, sia di quelle economiche, mentre libertarian sarebbe la visione che propugna l'assenza di regolamentazioni sia per le une sia per le altre.
Opponendosi contemporaneamente a ciò che considerano l'autoritarismo dei populisti ed il liberalismo dei conservatori, da loro giudicato incoerente, i libertari propongono un generale ripensamento delle tradizionali categorie di analisi del dibattito politico contemporaneo. Nel contrapporre radicalmente i diritti dell'individuo al potere dello Stato, essi optano per i primi negando la necessità di qualunque intervento regolatore da parte dell'autorità, percepito come aggressione. Il pensiero libertarian sostiene il capitalismo puro sugli interventi dello Stato in campo economico e sociale, ed avversa ogni politica proibizionista. Osteggia inoltre l'imperialismo, così come ogni ipotesi di Stato mondiale, ed appoggia in generale quel diritto alla libertà di azione e di predicazione di sette e piccole comunità che non metta in pericolo il godimento delle stesse libertà per gli altri. L'ordine pubblico, tradizionalmente garantito dallo Stato, secondo il pensiero libertarista va assicurato riconoscendo ai singoli il diritto a portare armi e mediante l'affidamento ad agenzie di protezione private in concorrenza tra loro.
Il libertarianismo alla RothbardModifica
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Il libertario percepisce sé stesso come un liberale coerente, rigoroso, nemico della coercizione, essendo convinto della necessità di affidarsi alla concorrenza per scongiurare l'instaurarsi di una società che operi violenza nei confronti dell'individuo e della sua proprietà.
In estrema sintesi, un libertario quale Murray Rothbard ritiene che la libertà individuale rappresenti il bene politico supremo e che l'unica soluzione ragionevole per assicurarne un'adeguata protezione stia nella scelta di affidarla ad enti in competizione tra di loro; se il fine è la difesa dell'individuo da ogni aggressione, lo strumento per raggiungerlo sarebbe la libertà di mercato. Nella teoria libertaria le tradizionali istituzioni pubbliche lasciano il posto ad ordinamenti legali scelti dalle persone nel quadro di un mercato competitivo. In questo senso, la componente più radicale del libertarismo propone che anche i servizi della difesa, della giustizia e dell'ordine pubblico si trasformino nel prodotto di aziende private, impegnate a contendersi clienti attraverso il soddisfacimento al meglio delle loro esigenze.
Ciò porterebbe tra l'altro all'eliminazione della necessità di un'imposizione fiscale da parte dello Stato, che Rothbard contesta perché esso vivrebbe di tassazione per produrre regolamentazione, agendo illegittimamente ed aggredendo costantemente l'individuo nel suo diritto a disporre dei beni al fine di farne l'uso preferito. Se nel pensiero di Rothbard la regolamentazione equivale ad un'aggressione (o ad una minaccia), l'imposizione fiscale viene assimilata ad un furto, ed ogni entità statuale finisce con l'essere considerata come sostanzialmente illegittima, perché incapace di giustificare gli obblighi che questa fa ricadere sui cittadini.
Per gli autori del liberalismo classico, lo Stato ha il solo compito di tutelare la vita, la libertà e la proprietà degli individui, e per evitare che esso abbandoni questa missione è necessario definire alcune regole che limitino il potere dei governanti. Il libertarismo considera però falliti i tentativi del costituzionalismo liberale di garantire i diritti individuali nel quadro di un ordinamento statuale. Le classi politiche infatti, avendo a disposizione il monopolio legale della violenza, avrebbero immancabilmente abusato del potere loro conferito allo scopo di esercitare una mera funzione di tutela. In quest'ottica i libertari avrebbero al contrario la vocazione a "immaginare" e "costruire" forme alternative di convivenza, liberate dalla violenza.
Differenze con l'anarchismoModifica
«Dobbiamo rivolgerci alla storia per chiarezza; qui troviamo che nessuno dei proclamati gruppi anarchici corrisponde alla posizione libertaria, che anche i migliori di loro hanno elementi irrealistici e socialisti nelle loro dottrine. Inoltre, troviamo che tutte le correnti anarchiche sono collettiviste e irrazionali, e quindi ai poli opposti della nostra posizione. Dobbiamo quindi concludere che non siamo anarchici, e che coloro che ci chiamano anarchici non sono su un solido fondamento etimologico, e sono completamente antistorici.[176]» |
(Murray N. Rothbard) |
Nel corso del Novecento (anche se questo movimento vanta pure radici ottocentesche: basti pensare a Gustave de Molinari, che già nel 1849 scriveva un saggio sulla produzione privata e concorrenziale della protezione) all'interno della cultura liberale si è sviluppata una corrente di pensiero detta anarcocapitalismo, che giunge ad esiti quali la negazione della legittimità dello Stato, ma che si basa su una radicale difesa della proprietà privata, della libertà di mercato e del sistema capitalistico. Per autori come Murray Rothbard, Hans-Hermann Hoppe, Thomas Szasz, Anthony de Jasay e Walter Block lo Stato vive di violenza e la tassazione è un furto. Gli unici ordini politici legittimi sono quelli che emergono sulla base di libere scelte individuali e che raccolgono risorse su base volontaria. Questo movimento, che negli Stati Uniti ha dato vita anche al Libertarian Party, è però ancora in una fase pionieristica e ha iniziato a raccogliere consensi solo a partire dagli anni novanta.
Nei confronti dell'anarchismo collettivista, i libertari anarcocapitalisti esprimono critiche assai dure, accusandoli di essere dominati da idee di provenienza marxista. Ad ogni modo, l'anarcocapitalismo si differenzia radicalmente dal mutualismo sostenuto da Proudhon, dall'anarchismo collettivista di Bakunin e dall'anarchismo individualista di Benjamin R. Tucker; molti anarcocapitalisti tuttavia rivendicano la figura di Lysander Spooner come predecessore dell'anarcocapitalismo, questa affermazione però è falsa, visto il sostegno di Spooner per uno sistema di banche di mutuo credito[177] da lui ideato che va in contrasto con la scuola austriaca. Va notato anche che Spooner avesse idee anti-industriali.[178]
Lo stesso autodefinirsi "anarchici" dei principali esponenti dell'anarcocapitalismo è stato spesso contestato a livello italiano dagli altri movimenti anarchici; tuttavia gli anarcocapitalisti si dicono convinti che la via da loro proposta sia la sola attraverso cui è possibile giungere a realizzare concretamente l'ideale di assenza dello Stato cui tendono anche gli anarchici.
In ItaliaModifica
Bruno Leoni sin dall'inizio degli anni sessanta utilizza ampiamente taluni scritti di Murray N. Rothbard (soprattutto Man, Economy, and State, che però non può essere definito un testo anarcocapitalista in senso stretto) e introduce nel dibattito alcune importanti riflessioni dello studioso statunitense (a partire dall'analisi del monopolio: si veda in particolare il saggio "Mito e realtà dei monopoli", del 1965).
Leoni, peraltro, influenza a sua volta Rothbard sul tema della produzione libertaria del diritto. Di tematiche anarcocapitaliste, o anarco-liberiste, si parlerà in Italia solo nel 1979, quando Riccardo La Conca dà inizio alla rivista Claustrofobia, che dura cinque numeri. Nella seconda metà degli anni ottanta, La Conca pubblica il volume Democrazia, mercato e concorrenza, primo testo anarco-liberista italiano, influenzato dall'economia neoclassica e dalla scuola di Public Choice. Con La Conca entra in contatto Fabio Massimo Nicosia, il quale aderisce criticamente alla corrente, fino a staccarsene denunciandone quella che ritiene la sua involuzione conservatrice, inizialmente con Luigi Corvaglia, col quale firma un manifesto per l' "anarchismo analitico"[179] che si pone su posizioni left-libertarian.
In seguito, il libertarianismo italiano si arricchisce di altre figure; dapprima Luigi Marco Bassani, Nicola Iannello, Carlo Lottieri, Guglielmo Piombini, Leonardo Facco, Piero Vernaglione, Paolo Zanotto e altri, accolgono altri influssi e in particolare temi provenienti dalla Scuola austriaca (da Mises a Leoni), dal giusnaturalismo lockiano e dall'oggettivismo ateo di Ayn Rand, dall'elitismo, dalla tradizione cattolica e dal realismo politico. Riviste come Élites e Enclave diffondono in Italia i temi del pensiero anarcocapitalista.
Le ultime tendenzeModifica
Dopo essere stato a lungo un movimento eminentemente statunitense, nel corso degli ultimi decenni l'anarcocapitalismo è diventato un fenomeno globale e soprattutto in Europa sta trovando interpreti di primo livello. Autori come Anthony de Jasay, Hans-Hermann Hoppe (fondatore della Property and Freedom Society), Bertrand Lemennicier, Gerard Radnitzsky, Gérard Bramoullé, Jesús Huerta de Soto e Miguel Anxo Bastos sono oggi autori che esprimono una loro originale rilettura del pensiero libertario, certamente nutrita della lezione della Scuola austriaca, ma egualmente orientata a far crescere tale pensiero in varie direzioni: dalla teoria monetaria al revisionismo storiografico, dalla riscoperta del realismo filosofico classico alla critica del positivismo, dalla valorizzazione del diritto evolutivo alla riaffermazione dei diritti individuali.
Nella cultura popolareModifica
Nel ventunesimo episodio (Tea Peter) della decima stagione della serie televisiva animata I Griffin, Joe, Peter e Quagmire vanno ad una manifestazione libertarian in cui il suocero di Peter e proprietario della Pewterschmidt Industries, Carter, si finge un lavoratore di nome "Joe Workingman" (parodia di Joe the Plunder). Dopo il rally, Peter si ferma all'interno per usare il bagno, dove trova Carter. Dopo essere riuscito a convincere Peter che lui e il personaggio di "Joe Workingman" si sono separati, Carter arruola Peter per farsi aiutare a sbarazzarsi del governo. Nonostante la resistenza della famiglia, Peter fa appelli a Carter per conto del Tea Party (un movimento che nella realtà è finanziato dai fratelli Koch[180]) dedicandosi a campagne vittoriose per far sì che il sindaco West abolisca il governo della città di Quahog.[181][182][183]
CriticaModifica
A proposito dell'anarcocapitalismo, l'intellettuale anarco-sindacalista e anticapitalista Noam Chomsky ha affermato che:[184]
(EN)
«Anarcho-capitalism, in my opinion, is a doctrinal system that, if ever implemented, would lead to forms of tyranny and oppression that have few counterparts in human history. There isn't the slightest possibility that its (in my view, horrendous) ideas would be implemented because they would quickly destroy any society that made this colossal error. The idea of "free contract" between the potentate and his starving subject is a sick joke, perhaps worth some moments in an academic seminar exploring the consequences of (in my view, absurd) ideas, but nowhere else.» |
(IT)
«L'anarcocapitalismo, secondo me, è un sistema dottrinale che, se mai implementato, porterebbe a forme di tirannia e oppressione che hanno pochi eguali nella storia dell'umanità. Non c'è la minima possibilità che le sue idee (a parer mio orrende) possano essere implementate, perché distruggerebbero rapidamente ogni società che avesse fatto questo errore colossale. L'idea di “libero contratto” tra il potente e i suoi soggetti affamati è una triste battuta, forse utile in un seminario accademico per esplorare le conseguenze di idee (per me, assurde), ma non in altri luoghi» |
(Intervista di Z Net, risposte di Chomsky ad otto domande sull'anarchismo, 1996) |
L'economista della Scuola di Chicago Milton Friedman in merito al fondatore della corrente anarcocapitalista commentò che:[185]
(EN)
«Rothbard was a very different character. I had some contact with Murray early on, but very little contact with him overall. That's primarily because I deliberately kept from getting involved in the Libertarian Party affairs; partly because I always thought Murray, like Rand, was a cult builder, and a dogmatist. Partly because whenever he's had the chance he's been nasty to me and my work. I don't mind that but I didn't have to mix with him. And so there is no ideological reason why I kept separate from him, really a personal reason.» |
(IT)
«Rothbard era un personaggio molto diverso. All'inizio ho avuto qualche contatto con Murray, ma in generale molto poco con lui. In primo luogo perché ho deliberatamente evitato di essere coinvolto negli affari del Partito Libertario; in parte perché ho sempre pensato che Murray, come la Rand, fosse un costruttore di culti e un dogmatico. In parte perché ogni volta che ne ha avuto l'occasione è stato sgradevole con me e con il mio lavoro. Non mi dispiace, ma non dovevo mischiarmi con lui. Non c'è quindi una ragione ideologica per cui mi sono separato da lui, ma una ragione personale.» |
(Best of Both Worlds: An Interview with Milton Friedman – Reason) |
OrganizzazioniModifica
Lista delle organizzazioni che promuovono l'anarcocapitalismo o che hanno al loro interno dei promotori:
- Italia: Fondazione Luigi Einaudi ETS (articoli di Nicola Porro)[186], Istituto Bruno Leoni[187], Istituto Liberale[188].
- Stati Uniti: Ludwig von Mises Institute, Center for Libertarian Studies.
- Turchia: Property and Freedom Society.
Partiti politiciModifica
Lista dei partiti politici anarcocapitalisti o con fazioni anarcocapitaliste al loro interno:
- Stati Uniti: Partito Libertario (fazione interna).
- Italia: Movimento Libertario[189].
PersonalitàModifica
In ItaliaModifica
- Nicola Porro, giornalista e conduttore televisivo;[190]
- Carlo Lottieri, saggista e professore di filosofia politica presso l'Università di Verona;[191]
- Leonardo Facco, giornalista e fondatore del Movimento Libertario;[192][193]
- Enrico Colombatto, professore ordinario di politica economica presso l'Università di Torino.[194][195]
NoteModifica
AnnotazioniModifica
- ^ I proprietari dei terreni dove sono stanziate le comunità possono chiedere degli eventuali canoni. cfr., Democrazia: il dio che ha fallito, Hans-Hermann Hoppe.
- ^ "anarcocapitalista" è il termine italiano per indicare un sostenitore dell'anarcocapitalismo. cfr., anarcocapitalista in "altro", su www.treccani.it. URL consultato il 24 dicembre 2022.
- ^ I libertarians (termine comune per indicare i "libertari di destra" negli Stati Uniti) sono contro le leggi anti-discriminatorie: (EN) David Bernstein, Explaining the libertarian position on antidiscrimination laws, su washingtonpost.com, The Washington Post, 2 aprile 2015.
FontiModifica
- ^ Murray N. Rothbard, The Betrayal of the American Right (PDF), Ludwig von Mises Institute, p. 188.
- ^ (EN) Counterterrorism Analysis Section of the FBI Counterterrorism Division, EXTERNAL MVE - Symbols Guide v4 (PDF), Federal Bureau of Investigation (FBI).
- ^ (EN) J. D. Tuccille, American Revolution images might reveal you as a ‘violent extremist,’ says the FBI, su Reason.com, 8 agosto 2022. URL consultato il 6 febbraio 2023.
- ^ PerBylund.com / The Libertatis Æquilibritas, su perbylund.com. URL consultato il 7 febbraio 2023.
- ^ anarcocapitalismo in Vocabolario - Treccani, su treccani.it, Istituto della Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 aprile 2022.
- ^ (EN) Duncan Hall, 4. Conservatism § e. Conservatism Glossary, in A2 Government and Politics: Ideologies and Ideologies in Action, Lulu Press, 2011, p. 73, ISBN 9781447733997.«The most extreme form of this libertarianism is described as “anarcho-capitalism”»
- ^ (EN) A. C. Grayling, Andrew Pyle e Naomi Goulder, Continuum Encyclopedia of British Philosophy, Bloomsbury Academic, 2006, p. 92, DOI:10.1093/acref/9780199754694.001.0001, ISBN 9781843711414.«[...] anarcho-capitalism, which emerged in the USA in the 1970s [...] to argue for an extreme form of laissezfaire capitalism»
- ^ (EN) Peter Marshall, The New Right & Anarcho-Capitalism [La nuova destra e l'anarco-capitalismo], su dwardmac.pitzer.edu. URL consultato il 21 settembre 2022.
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- ^ a b (EN) Walter E. Block, The Natural Rights of Children, International Journal of Health Policy and Management (IJHPM), 9 febbraio 2014, DOI:10.15171/ijhpm.2014.20.
- ^ (EN) Elizabeth Bruenig, Libertarians Have a History of Horrifying Views on Parenting [I libertari hanno una storia di visioni terrificanti sulla genitorialità], in The New Republic, 4 febbraio 2015. URL consultato il 6 gennaio 2023.
- ^ (EN) David Henderson, The Attack on Walter Block [L'attacco a Walter Block], su Econlib, 23 dicembre 2021. URL consultato il 22 settembre 2022.
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- ^ (EN) John Ganz, Perspective | Libertarians have more in common with the alt-right than they want you to think [Prospettiva | I libertari hanno in comune con l'alt-right più di quanto vogliano far credere], in Washington Post. URL consultato il 9 giugno 2022.
- ^ (EN) Christopher Ketcham, What the Far-Right Fascination With Pinochet’s Death Squads Should Tell Us [Cosa dovrebbe dirci il fascino dell'estrema destra per gli squadroni della morte di Pinochet], su The Intercept. URL consultato il 9 giugno 2022.
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BibliografiaModifica
- Barry Norman, Del liberalismo classico e del libertarianismo, ELiDiR, Roma, 1993
- Paolo Zanotto, Il Movimento Libertario americano dagli anni sessanta ad oggi: radici storico-dottrinali e discriminanti ideologico-politiche, Siena, Università degli Studi di Siena - Di. Gips, 2001.
- Carlo Lottieri, Il pensiero libertario contemporaneo, Macerata, Liberilibri, 2002.
- Piero Vernaglione, Il libertarismo. La teoria, gli autori, le politiche, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003; L'anarcocapitalismo, in Rothbardiana, https://www.rothbard.it/teoria/anarcocapitalismo.pdf e http://rothbard.altervista.org/teoria/anarcocapitalismo.pdf e, 31 luglio 2009, agg. 2022.
- Nicola Iannello, Il libertarianism: saggio bibliografico, in Etica & Politica, 2, 2003.
- Ippolita, Nell'acquario di Facebook. La resistibile ascesa dell'anarco-capitalismo, Ledizioni, Milano, 2012
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su anarcocapitalismo
Collegamenti esterniModifica
- (EN) Anarchy: Libertarian Studies, Ludwig von Mises Institute.
- (EN) About Market Anarchism, su praxeology.net.
- (EN) anti-state.com, the "online center for market anarchism"
- (EN) Anarcho-capitalist FAQ.
- (EN) Bryan Caplan's "Anarchism Theory FAQ".