André Lallemand

astronomo francese

André Lallemand (Cirey-lès-Pontailler, 29 settembre 1904Parigi, 24 marzo 1978) è stato un astronomo francese.

Era figlio di Louis Lallemand, docente di francese inviato in Alsazia alla fine della I guerra mondiale e di Lucie Lépée. Negli anni dei suoi studi universitari conobbe la sua futura moglie, Suzanne Ancel, figlia di un professore di medicina dell’Università di Strasburgo. Studiò in questa Università presso la Facoltà di Scienze. Divenne nel 1925 assistente tecnico dell’osservatorio di Strasburgo e successivamente assistente astronomo (Aide-Astronome) e vice astronomo (Astronome-Adjoint) nel 1938, acquisendo una approfondita formazione su tematiche astronomiche e contribuendo alla realizzazione di strumenti di osservazione di alta precisione.

Prese attivamente parte alla preparazione della spedizione per l’osservazione dell’eclissi solare a Poulo Condore ove ottenne le prime fotografie a infrarossi della corona solare confermando con le sue misure microfotometriche l’esistenza della corona in luce bianca successivamente descritta come plasma. Sin dal 1933 propose una strumentazione di osservazione basata sull’effetto fotoelettrico per la riduzione dei tempi di osservazione di sorgenti di debole intensità introducendo per la prima volta una macchina fotografica elettronica che sarebbe poi stata chiamata fotocamera Lallemand[1] . Questi studi, interrotti dallo scoppio della II guerra mondiale, furono ripresi alla fine della stessa fino a raggiungere risultati soddisfacenti nei primi anni ’50. Nel 1943 divenne assistente astronomo presso l’Osservatorio di Parigi divenendone dal 1953 astronomo titolare. Nel 1961 assunse la cattedra di Metodi fisici in astronomia presso il Collège de France. Successivamente divenne Direttore dell’Institut d'Astrophysique de Paris.

Onorificenze modifica

Ad André Lallemand la UAI ha intitolato il cratere lunare Lallemand[2]

Note modifica

  1. ^ Copia archiviata, su obspm.fr. URL consultato il 26 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).
  2. ^ (EN) Cratere Lallemand, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, United States Geological Survey.
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