Anello vescovile

anello indossato da un vescovo, da un arcivescovo o da un cardinale

L'anello vescovile, chiamato anche anello pastorale o anello episcopale, è uno delle quattro insegne episcopali[1] dei vescovi cattolici[2]. L'anello episcopale indossato dal papa, invece, è chiamato anello del pescatore.

Anello episcopale di mons. Ivo Muser

Descrizione e breve storia modifica

 
Mons. Stefan Oster, in abito piano, porta l'anello vescovile nell'anulare della mano destra

L'anello episcopale è un cerchio di metallo, portato dal vescovo sempre all'anulare destro.[3][4]

Nell'antica Roma, fin dai tempi della repubblica, i sacerdoti di alto rango o i membri del senato indossavano anelli prima di ferro, poi d'oro, ed era usanza che coloro che si rivolgevano ad essi baciassero gli anelli in segno di rispetto e sottomissione; questa usanza sarebbe poi passata ai monarchi e, successivamente in epoca medievale, agli esponenti del cattolicesimo.[5][6][7] L'uso degli anelli in ambito cristiano, però, si evidenzia già in età paleocristiana, dato che nelle catacombe sono stati rinvenuti anelli decorati con incisioni simboliche.[6]

Con il passare del tempo, gli anelli assunsero maggiore sontuosità: essi infatti erano dorati[8] e recavano sulla sommità pietre preziose, a volte arricchite con brillanti; il tipo di pietra era espressione del grado gerarchico di chi lo portava al dito: lo zaffiro o il rubino decoravano gli anelli dei cardinali,[9] il topazio giallo quelli degli arcivescovi[10] e l'ametista quelli dei vescovi.[6][11]

Oggigiorno l'anello vescovile può anche essere realizzato con materiali più umili,[12] e non sempre è ornato con pietre preziose o brillanti; solitamente è decorato con incisioni e fregi che rappresentano simboli religiosi.[5]

Significato modifica

L'anello è per il vescovo segno di fedeltà e di unione sponsale con la Chiesa universale, oltre che con la propria diocesi, qualora egli non fosse un vescovo titolare;[3][13][14] l'anello è, dunque, la manifestazione dell'obbedienza, della fedeltà e della disponibilità al servizio che il vescovo ha nei riguardi della Chiesa.[15] Inoltre, l'anello è simbolo del potere che il vescovo esercita sui fedeli a lui affidati,[16] che deve guidare e custodire, oltre che sul suo presbiterio.[3] Per questo motivo, fino a poco tempo fa, era consuetudine riverirsi e baciare l'anello del vescovo come segno di saluto, o concludere le lettere indirizzate a lui con l'espressione mi inchino al bacio del sacro anello.[3] Infine, la forma circolare dell'anello rimanda al concetto di eternità, dato che, per la sua geometria, non ha né inizio né fine.[3]

Consegna dell'anello ed eccezioni modifica

Il vescovo porta l'anello in qualsiasi celebrazione liturgica e in ogni momento della giornata[13], tranne nell'azione liturgica della passione del Signore[17]; egli lo riceve per la prima volta durante il rito di ordinazione episcopale.[5][18] Nel corso di tale rito, difatti, il vescovo ordinante principale mette l'anello al dito anulare della mano destra all'ordinato dicendo[19]:

(LA)

«Accipe anulum, fidei signaculum: et sponsam Dei, sanctam Ecclesiam, intemerata fide ornatus, illibate custodi.»

(IT)

«Ricevi l'anello, segno di fedeltà, e nell'integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la santa Chiesa, sposa di Cristo.»

Come è stato riportato precedentemente, l'anello episcopale è indossato anche dai cardinali, i quali, dopo essere stati nominati dal papa, ricevono da lui un anello che esprime maggiore legame con il romano pontefice e la Chiesa, il cosiddetto anello cardinalizio, in occasione del concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Durante tale cerimonia, il papa mette l'anello al dito anulare della mano destra al neocardinale pronunciando queste parole[20]:

(LA)

«Accipe anulum de manu Petri et noveris dilectione Principis Apostolorum dilectionem tuam erga Ecclesiam roborari.»

(IT)

«Ricevi l'anello dalla mano di Pietro e sappi che con l'amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa.»

Nonostante l'anello vescovile sia prerogativa principale di coloro che hanno ricevuto l'ordinazione episcopale, esistono, ancora oggi, alcune eccezioni. Infatti, secondo quanto stabilito da papa Paolo VI nella lettera apostolica in forma di motu proprio Pontificalia insignia del 21 giugno 1968, i legati pontifici, gli abati e i prelati che hanno giurisdizione su un territorio separato da una diocesi, gli amministratori apostolici, gli abati regolari de regimine che hanno ricevuto la benedizione abbaziale, i vicari apostolici e i prefetti apostolici possono indossare le insegne pontificali[21][22][23], e dunque anche l'anello alla maniera episcopale.[24] In particolare l'abate, qualora ne avesse diritto[25], lo riceve con queste parole dal vescovo che lo benedice[26]:

«Ricevi l'anello, segno di fedeltà, e custodisci questa famiglia monastica con instancabile amore nella comunione fraterna.[27]»

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ L'insegna è un oggetto, un paramento o un distintivo che costituisce l'emblema, il simbolo, l'attributo caratteristico di una dignità, di un'autorità, dell'ufficio esercitato da una persona (cfr. inségna, in Treccani e insegna, in Dizionario di italiano del Corriere della Sera); le insegne episcopali, dunque, caratterizzano il vescovo ed egli le insossa perchè gli sono proprie. Inoltre esse delineano la sua autorità e dignità in quanto successore degli apostoli e aiutano a comprendere il suo ruolo di pastore e guida. Nel caso specifico le quattro insegne episcopali della Chiesa cattolica sono, oltre l'anello episcopale, la croce pettorale, la mitra e il pastorale (cfr. Cerimoniale Episcoporum, n. 57).
  2. ^ Per "vescovi cattolici" si intendono tutti coloro che hanno ricevuto la consacrazione episcopale, siano essi vescovi, arcivescovi o cardinali.
  3. ^ a b c d e Le quattro insegne proprie del vescovo: croce, anello, mitria, pastorale, su Insieme Ragusa, 16 giugno 2021. URL consultato il 25 novembre 2023.
  4. ^ Il IV Concilio di Toledo decretò che al momento dell'ordinazione episcopale il vescovo avrebbe ricevuto, oltre alla stola e al pastorale, anche l'anello, emblema della dignità di pastore, che avrebbe portato sempre all'anulare destro. Tale decisione rimane vigente ancor oggi.
  5. ^ a b c Redazione, Il valore simbolico dell'anello vescovile, su Holyblog, 16 settembre 2016. URL consultato il 25 novembre 2023.
  6. ^ a b c Redazione, Anello episcopale con ametista: qual è il suo significato, su Holyblog, 14 giugno 2023. URL consultato il 25 novembre 2023.
  7. ^ Anello - Treccani, su Treccani. URL consultato il 26 novembre 2023.
  8. ^ La Scienze e la fede, pag. 76; volumi 37-38, Manfredi, anno 1859
  9. ^ Lo zaffiro e il rubino negli anelli cardinalizi simboleggiano divinità, dignità, alleanza con la Chiesa, e virtù come amore, gioia, forza, e protezione spirituale.
  10. ^ Il topazio negli anelli arcivescovili simboleggia sacralità biblica, rappresentando le tribù d'Israele, gli angeli custodi e la porta del Paradiso nell'antica tradizione.
  11. ^ L'ametista nell'anello dei vescovi rappresenta la purezza spirituale, simbolizza la penitenza e la Passione di Cristo.
  12. ^ Annali Aretini, XI, pag. 183; Fraternita dei laici di Arezzo, ed. All'Insegna del Giglio, anno 2004
  13. ^ a b Cerimoniale Episcoporum, n. 58
  14. ^ Storia ecclesiastica ad uso della gioventù utile ad ogni grado di persone, pagina 466; Giovanni Bosco, tip. dell'oratorio di S. Franc. di Sales, anno 1872
  15. ^ Pontificale romano "Ordinazione del vescovo, dei presbiteri, dei diaconi", p. 35
  16. ^ Christus dominus, su www.vatican.va. URL consultato il 25 novembre 2023.
  17. ^ Cerimoniale Episcoporum, n. 315
  18. ^ Pontificale romano "Ordinazione del vescovo, dei presbiteri, dei diaconi", p. 50
  19. ^ cfr. Pontificale romano "Ordinazione del vescovo, dei presbiteri, dei diaconi", p. 50
  20. ^ Concistoro ordinario pubblico presieduto dal Santo Padre Francesco per la creazione di nuovi cardinali, l'imposizione della berreta, la consegna dell'anello e l'assegnazione del titolo o della diaconia (30 settembre 2023) (PDF), su vatican.va.
  21. ^ Per insegne pontificali si intendono, oltre l'anello episcopale, la croce pettorale, la mitra, il pastorale, la cattedra, la tunicella e la dalmatica, oltre che le chiroteche, le calze e i sandali episcopali, ormai caduti in disuso (cfr. (EN) Catholic Encyclopedia, Pontificalia, su newadvent.org.)
  22. ^ Gli amministratori apostolici costituiti provvisoriamente, i vicari apostolici e i prefetti apostolici senza dignità episcopale possono usare le insegne pontificali, tranne il pastorale e la cattedra (cfr. Pontificalia insignia, n. 2)
  23. ^ Anche il custode di Terra Santa, l'ordinario dell'ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham, alcuni prevosti mitrati e altri chierici godono dell'uso delle insegne pontificali per concessione della Santa Sede, nonostante non siano inseriti nel documento Pontificalia insignia; da quest'ultimo, però, sono comunque inclusi in maniera implicita (cfr. Pontificalia insignia, n. 7)
  24. ^ Pontificalia Insignia - Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio sull'uso delle Insegne Pontificali (21 giugno 1968) | Paolo VI, su www.vatican.va. URL consultato il 27 novembre 2023.
  25. ^ cfr. Istituzione dei ministri, consacrazione delle vergini, benedizione abbaziale, pag. 117 n. 13)
  26. ^ O da un abate (cfr. Istituzione dei ministri, consacrazione delle vergini, benedizione abbaziale, pag. 116 n. 3)
  27. ^ cfr. Istituzione dei ministri, consacrazione delle vergini, benedizione abbaziale, pag. 128 n. 31

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