Angelina Milazzo (Aidone, 18 aprile 1922Garbagnate Milanese, 21 gennaio 1945) è stata una militare italiana, decorata dalla Repubblica Sociale Italiana con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la seconda guerra mondiale.

Angelina Milazzo
NascitaAidone, 18 aprile 1922
MorteGarbagnate, 21 gennaio 1945
Cause della mortecaduta in combattimento
Luogo di sepolturacimitero di Milano-Musocco
Dati militari
Paese servitoBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataEsercito Nazionale Repubblicano
ArmaGuardia Nazionale Repubblicana
SpecialitàServizio Ausiliario Femminile
Unità619⁰ Comando provinciale di Vicenza
Anni di servizio1943-1944
GradoAusiliaria
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna d'Italia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di Liberazione in Italia[1]
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Biografia modifica

Nacque ad Aidone, provincia di Enna, il 18 aprile 1922, figlia di Filippo Lucio[N 1] e Nerina Bruno. Frequentò l’istituto magistrale per divenire insegnante di scuola elementare, andando subito dopo ad insegnare a Bengasi, in Africa Settentrionale Italiana.[2] Dopo l’entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, con il precipitare della situazione bellica ritornò in Patria su uno degli ultimi voli disponibili.[2] Mentre partiva per la Sicilia cedette il suo posto ad una madre con bambino, scendendo dal velivolo, e fu solo dietro ordine del federale Francesco Maria Barracu che poté risalire a bordo.[2] Ripresi gli studi, nel febbraio 1941 si iscrisse alla facoltà di economia e commercio dell'università di Catania, entrando nel contempo nella GUF.[2] Nel corso del 1942 si trasferì a Milano, iniziando a frequentare la stessa facoltà, presso l'università Bocconi.[2] Il 25 luglio 1943, con la firma dell’ordine del giorno Grandi, avvenne la caduta del fascismo, e dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, e la successiva costituzione della Repubblica Sociale Italiana, nel 1944 abbandonò gli studi per arruolarsi come ausiliaria nel neocostituito Servizio Ausiliario Femminile[1] dell'Esercito Nazionale Repubblicano. Dopo aver partecipato al 3º Corso Nazionale fu assegnata alla Guardia Nazionale Repubblicana, in forza al 619º Comando Provinciale di Vicenza.[2]

Il 21 gennaio 1945, mentre effettuava un viaggio di servizio a bordo di un treno, nei pressi di Garbagnate, pochi chilometri da Milano, i cacciabombardieri alleati[1] avvistarono il convoglio lanciandosi all’attacco. Il treno fu immediatamente fermato, e i passeggeri abbandonarono le vetture per cercare riparo. Visto che una viaggiatrice, in stato di gravidanza, era caduta a terra, ella si lanciò in suo soccorso facendo scudo con la propria persona alla donna. Colpita a morte da una raffica di mitragliatrice, il suo gesto valse la vita alla viaggiatrice e al bambino che portava in grembo. Su proposta del generale di brigata comandante il Servizio Ausiliario Femminile,[2] Piera Gatteschi Fondelli, il governo della Repubblica Sociale Italiana le conferì la Medaglia d'oro al valore militare alla memoria,[1] consegnata durante una cerimonia a Padova.[3] Il suo gesto venne immortalato in una copertina[N 2] della Domenica del Corriere l'11 febbraio 1945.[1] Il suo corpo è sepolto presso il Campo X, chiamato Campo dell’Onore, nel loculo 1117, del cimitero di Milano-Musocco.[3]

Onorificenze modifica

«Abbandonava gli studi per arruolarsi nel SAF. Durante l’addestramento era d’esempio alle compagne per fede e disciplina. Assegnata al Comando SAF di Vicenza si meritava una citazione all’ordine del giorno per la capacità e lo spirito di iniziativa dimostrati nel portare a termine una difficile impresa. In viaggio di servizio, durante un mitragliamento aereo, sacrificava coscientemente la propria vita per salvare una gestante già ferita. Suggellava con l’offerta suprema la fulgida vita di volontaria. Garbagnate (Milano), 21 gennaio 1945

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Mutilato di guerra e decorato con Medaglia al valore militare, gestiva insieme alla moglie un negozio di stoffe nel centro del paese.
  2. ^ Recitava così la didascalia del disegno di copertina: Abnegazione eroica: durante il mitragliamento di un treno compiuto da cacciabombardieri nemici la giovane ausiliaria dell'Esercito Repubblicano Angelina Milazzo, anziché cercare scampo, sprezzante del pericolo, si lancia in soccorso di due donne ferite e con la sua persona fa scudo a una di esse in stato interessante. Colpita da una scarica, cade salvando col suo sacrificio la vita di una madre.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e Roggero 2006, p. 555.
  2. ^ a b c d e f g Calì 2003, p. 12.
  3. ^ a b Calì 2003, p. 13.

Bibliografia modifica

  • Giampaolo Pansa, I gendarmi della memoria, Milano, Sperling & Kupfer, 2010, ISBN 8-87339-311-X.
  • Giorgio Pisanò, Gli ultimi in grigioverde. Storia delle Forze armate della Repubblica Sociale Italiana (4 volumi), Milano, FPE, 1967.
  • Roberto Roggero, Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di Liberazione in Italia, Milano, Greco & Greco, 2006.
Periodici
  • Salvatore Calì, Aidonesi esaltano in Sicilia Angelina Milazzo eroina, in Acta, n. 50, Terranova Bracciolini, Associazione culturale Istituto Storico della RSI, gennaio-marzo 2003, pp. 12-13.

Voci correlate modifica