Angelo Rizzoli (1889-1970)

imprenditore, editore e produttore cinematografico italiano

Angelo Rizzoli (Milano, 31 ottobre 1889Milano, 24 settembre 1970) è stato un imprenditore, editore e produttore cinematografico italiano.

Angelo Rizzoli, Milano 15 novembre 1932 (foto di Emilio Sommariva).
David di Donatello David di Donatello per il miglior produttore 1956

Iniziò come tipografo e stampatore, poi divenne editore in proprio di periodici nel 1927 e di libri nel 1929. Fondatore della Rizzoli Editore, costruì il suo impero economico attraverso una serie di attività produttive differenziate (editoria, cinema, immobiliare).

In vita, in riconoscimento dei suoi meriti imprenditoriali, ottenne il titolo di Cavaliere del lavoro e, il 6 aprile 1967, il titolo di Conte dall'ex re d'Italia Umberto di Savoia[1], in esilio a Cascais.

Biografia modifica

Cresciuto nell'orfanotrofio dei Martinitt, figlio di un ciabattino analfabeta che morì prima che lui nascesse, conobbe l'angoscia della povertà e della miseria. Imparò il mestiere di tipografo proprio in orfanotrofio. A vent'anni decise di mettersi in proprio: insieme a un altro operaio aprì una tipografia a Milano in via Cerva. La ditta, registrata nel 1911, prese il nome di «A. Rizzoli & C.». La prima occasione di crescita vera per l’azienda arrivò nell’ottobre del 1911, grazie all’intuizione di Rizzoli di stampare cartoline commemorative della guerra di Libia.[2]

 
Angelo Rizzoli, primo a destra, in compagnia del figlio Andrea e il nipote Angelo Rizzoli Jr.

Presso uno dei suoi primi clienti, la tipografia Marzorati, Rizzoli conobbe Anita (detta Anna, 1890-1976), la figlia del titolare, con la quale si sposò nel 1912[3]. Dal 1915 al 1917 fu sotto le armi a causa dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale. Congedato dall'esercito nel 1917, tornò a Milano. Qui Rizzoli conobbe l'editore Calogero Tumminelli: l'incontro cambiò il suo destino[4]. Tumminelli, titolare della casa editrice d'arte «Bestetti e Tumminelli», lo introdusse nell'editoria, suggerendogli di rilevare alcuni periodici della Mondadori dai bilanci in rosso. Si trattava di cinque riviste: Il Secolo Illustrato, settimanale illustrato del quotidiano Il Secolo, Il Secolo XX, La Donna, Comoedia e Novella. Alcune di esse erano "nobili decadute", cioè riviste di un certo prestigio (Novella, ad esempio, pubblicava racconti di D'Annunzio e Luigi Pirandello) su cui però l'editore non puntava più. Tumminelli, che ricopriva anche la carica di direttore editoriale dell'Istituto Giovanni Treccani, fece da mediatore nella trattativa tra Rizzoli e Mondadori. Riuscì a convincere Rizzoli, che non era sicuro di fare un buon acquisto, assicurandogli la stampa dell'Enciclopedia Italiana[5]. Nel luglio 1927 Rizzoli acquistò le quattro testate per 40.000 lire[6][7].

Tumminelli mantenne la promessa: il giovane editore ebbe l'incarico di stampare l'Enciclopedia Italiana, al ritmo di tre volumi all'anno. Cercò subito finanziamenti per aprire una nuova tipografia. Li trovò in tre senatori: lo stesso Giovanni Treccani, Ettore Bocconi e Senatore Borletti (che avrebbe ricevuto il laticlavio di lì a poco). Ciascuno dei tre versò mezzo milione di lire per il nuovo stabilimento. In cambio i tre ottennero un posto nel consiglio d'amministrazione della Rizzoli & C. Rizzoli scelse personalmente il luogo dove sarebbe sorta la nuova sede: piazza Carlo Erba (aveva già abitato in quella zona di Milano)[5]. Il nuovo stabilimento venne inaugurato agli inizi del 1929 (rimarrà la sede centrale fino al 1960). L'azienda venne trasformata in società di capitali con la denominazione «Rizzoli & C. anonima per l'arte della stampa»; in marzo uscì il primo volume dell'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti[5].

Non aveva dimenticato le riviste. Nel 1930 Novella rilanciò come periodico femminile; il settimanale raggiunse la tiratura di 130 000 copie. A Novella seguirono Cinema Illustrazione (1930)[8], Lei (1933), Bertoldo (1936), Omnibus (1937), Oggi (1939), Candido (1945) e L'Europeo (1945).

Nel 1929 uscì il primo libro con il marchio Rizzoli, la Storia del Risorgimento di C. Spellanzon. Diverse le collane editoriali: I classici Rizzoli (dal 1934), Il sofà delle muse (ideata con Longanesi), La Scala e altre. In collaborazione con Larousse pubblicò l'Enciclopedia Universale in 15 volumi. Grande successo ebbero i libri della "Biblioteca Universale Rizzoli" (BUR), che pubblicava i classici a prezzi popolari.[9]. Nel 1933 Rizzoli riscattò le quote azionarie in mano ai suoi tre finanziatori. Da quel momento in avanti l'azienda rimase sempre nelle sue mani[5].

Nel 1954 portò a compimento l'acquisto della Cartiera di Lama di Reno, presso Marzabotto, destinata a diventare la fornitrice di carta per tutto l'impero editoriale. Nel 1960 l'editore si trasferì in un grande complesso in via Civitavecchia, poi divenuta l'odierna via Angelo Rizzoli. Nel 1962 avviò il progetto di un nuovo quotidiano nazionale a grande tiratura. Avrebbe dovuto chiamarsi Oggi con il sottotitolo Il quotidiano di domani. Dopo oltre tre anni di lavoro e di prove, però, Rizzoli rinunciò poiché il rapporto tra costi e benefici non era favorevole[10]. Rizzoli aveva un modo tutto suo di tenere a mente i conti del gruppo: sul retro bianco della scatola di sigarette (le Turmac) annotava tre cifre: Debiti, Crediti, Liquidità[11].

"Il cumenda", così veniva chiamato Angelo Rizzoli, iniziò anche, con la Cineriz, l'attività cinematografica: con tale casa di produzione furono girati i film di Don Camillo nonché La dolce vita e di Federico Fellini. L'impegno nel mondo del cinema contribuì ad allargare l'impero editoriale ed economico della casa editrice.

Angelo Rizzoli morì nel 1970, non ancora ottantunenne. Il Corriere della Sera pubblicò due pagine di necrologi, fatto mai accaduto prima. Il fondatore lasciò in eredità un patrimonio di circa 100 miliardi di lire, non gravato da debiti[12].

Vita privata modifica

Rizzoli sposò Anna Marzorati (1890-1976), dalla quale ebbe tre figli: Andrea (1914-1983) - che l'ha reso nonno del nipote omonimo Angelo detto Angelone (1943-2013), di Alberto (1945-2019) e Anna Grazia, detta Annina (1956) - Giuseppina, detta Pinuccia, (1916-2005) - che l'ha reso nonno del nipote Nicola Carraro - e Giuditta, detta Rinella (1918-1930)[13]. Alla moglie Anna venne intitolato l'ospedale di Ischia, fatto costruire a sue spese.[14]

Editoria modifica

Collane principali modifica

Fonte: Angelo Rizzoli

Filmografia modifica

Produttore modifica

Onorificenze modifica

— 14 maggio 1936[16]

Archivio modifica

La documentazione prodotta da Angelo Rizzoli nel corso della propria attività imprenditoriale è conservata: nel fondo Rizzoli Corriere della Sera - RCS Libri spa (1960 - [inizio sec. XXI]), presso RCS e Rizzoli Corriere della Sera - RCS Libri spa[17]; nel fondo Rizzoli Corriere della Sera - RCS Media Group spa (fine sec. XX), presso la Fondazione Rizzoli Corriere della Sera[18] e nel fondo Rizzoli (1949 - [inizio sec. XXI]), presso Rizzoli (Milano, MI)[19].

Note modifica

  1. ^ Umberto di Savoia, su CNIG (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2013).
  2. ^ Angelo Rizzoli, su SAN - Archivi d'impresa. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  3. ^ Rizzoli, Angelo, in Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003-2004.
  4. ^ Angelo Rizzoli, in Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003-2004. URL consultato il 2 novembre 2015.
  5. ^ a b c d Oreste Del Buono, 1994, pp. 171-205.
  6. ^ Franco Bechis e Sergio Rizzo, 1991, p. 33.
  7. ^ Università di Milano, Il nuovo periodico. Rotocalchi tra fotogiornalismo, cronaca e costume
  8. ^ Cinema Illustrazione, su Fondazione CSC. URL consultato il 27 agosto 2019.
  9. ^ Angelo Rizzoli, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  10. ^ Il progetto gli costò 7 miliardi di lire.
  11. ^ Gian Carlo Ferretti, 2004, p. 262.
  12. ^ Gian Carlo Ferretti, 2004, pp. 256-257.
  13. ^ Nicola Carraro e Alberto Rizzoli, 2015, p. 11.
  14. ^ L’ospedale Anna Rizzoli: il più grande atto d’amore di Angelo Rizzoli per Ischia - Il Dispari Quotidiano, su ildispariquotidiano.it, 9 marzo 2019. URL consultato il 27 novembre 2022.
  15. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  16. ^ Sito Federazione nazionale Cavalieri del lavoro: dettaglio decorato.
  17. ^ Rizzoli Corriere della Sera - RCS Libri spa, su LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi.
  18. ^ Rizzoli Corriere della Sera - RCS Media Group spa, su LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi.
  19. ^ Rizzoli, su LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi.

Bibliografia modifica

  • Giorgio Balestriere, Angelo Rizzoli. Zio d'America d'Ischia, Imagaenaria, 2005.
  • Franco Bechis e Sergio Rizzo, In nome della rosa. La storia gloriosa e tormentata, quasi una dynasty all'italiana, della casa editrice fondata da Arnoldo Mondadori, Roma, Newton Compton, 1991.
  • Nicola Carraro e Alberto Rizzoli, Rizzoli. La vera storia di una grande famiglia italiana, Mondadori, 2015.
  • Oreste Del Buono, Amici. Amici degli amici. Maestri..., Milano, Baldini&Castoldi, 1994.
  • Gian Carlo Ferretti, Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Torino, Einaudi, 2004.
  • Alberto Mazzuca, La erre verde. Ascesa e declino dell'impero Rizzoli, Longanesi, 1991.
  • Daniele Morgera, Il Commenda. Angelo Rizzoli, l'uomo che «inventò» un'isola, La Città del Sole, 2002.

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Collegamenti esterni modifica

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