Angelo Zaccaria

aviatore italiano

Angelo Zaccaria (Ravenna, 12 aprile 1917Pescincanna, 18 marzo 1944) è stato un militare e aviatore italiano, che come pilota di grande esperienza della Regia Aeronautica partecipò alla seconda guerra mondiale venendo decorato più volte per il valore dimostrato in combattimento.

Angelo Zaccaria
NascitaRavenna, 12 aprile 1917
MortePescincanna, 18 marzo 1944
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturacimitero di Ravenna
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Nazionale Repubblicana
SpecialitàBombardamento
Caccia
Reparto6ª Squadriglia, XLIV Gruppo, 14º Stormo B.T.
2ª Squadriglia, 1º Gruppo caccia "Asso di bastoni"
Anni di servizio1938-1944
GradoSergente maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Rivive il Veltro del Sg.m. Zaccaria[1]
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Biografia modifica

Nacque a Ravenna il 12 aprile 1917[1] figlio di Goffredo. Il 24 gennaio 1938 acquisì, su Fiat AS.1, il brevetto di primo grado civile frequentando la scuola di volo della sua città natale. Il 9 giugno dello stesso anno si arruolò nella Regia Aeronautica, venendo promosso sergente il 22 dello stesso mese.[1] Subito dopo fu mandato a frequentare la Scuola di pilotaggio di 1° periodo di Pescara, transitando poi in quella di Orvieto, ed infine alla Scuola Caccia di Foligno.[1] Il 4 luglio 1939 entrò in servizio presso la 6ª Squadriglia[1] del 14º Stormo Bombardamento Terrestre basata all'aeroporto di Benina, in Libia.[N 1] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, partecipò alla fasi iniziali delle operazioni. A quella data la 6ª Squadriglia[N 2] faceva parte del 44º Gruppo[N 3] del 14º Stormo B. T.[N 4] ed era basata sull'aeroporto di Tobruch-El-Adem. Il 5 gennaio 1941[1] il reparto, stremato dal ciclo operativo in Africa Settentrionale Italiana rientrò in Italia, portandosi il 13 marzo sull'aeroporto di Reggio Emilia[1] in attesa di essere riequipaggiato.

Il 20 aprile[1] egli fu trasferito presso la 174ª Squadriglia Ricognizione Strategica,[1] basata sull'aeroporto di Ciampino sud. In seno a tale reparto ritornò ad operare in Africa Settentrionale rimanendo fino all'11 gennaio 1942 quando ritornò in patria. Trasferito momentaneamente al Gruppo C del 46º Stormo di Pisa,[1] il 7 maggio raggiunse Lonate Pozzolo assegnato al Nucleo Addestramento Tuffatori. Al termine dell'addestramento entrò a far parte della 208ª Squadriglia Bombardamento a Tuffo[N 5] operante dalla base libica di Castel Benito.[1] Promosso sergente maggiore ritornò a Lonate Pozzolo,[1] e su tale aeroporto si trovava l'8 settembre 1943, quando a Cassibile fu firmato l'armistizio con gli angloamericani.

In risposta all'appello lanciato dal tenente colonnello Ernesto Botto decise di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, entrando nella neocostituita Aeronautica Nazionale Repubblicana. Fu assegnato alla 2ª Squadriglia del 1º Gruppo caccia "Asso di bastoni" dotata dei caccia Aermacchi C.205 Veltro. Tale reparto fu dapprima basato sull'aeroporto di Torino-Mirafiori, trasferendosi nel gennaio del 1944 su quello di aeroporto di Udine-Campoformido.

Nel tentativo di contrastare un'incursione[N 6] dell'United States Army Air Forces portata da 350 bombardieri, con la scorta di 126 caccia,[2] il 18 marzo 30 Macchi C.205 Veltro[2] decollarono dall'aeroporto di Udine-Campoformido. Due caccia Lockheed P-38 Lightning[N 7] intercettarono il suo velivolo[3] sul cielo di Fiume Veneto.[2] L'aereo fu colpito e il pilota,[3] mentre si stava lanciando con il paracadute,[N 8] fu mortalmente ferito[3] dai proiettili sparati dagli aerei americani.[2] Il corpo del pilota, con il paracadute semiaperto, toccò terra a Pescincanna,[3] per essere successivamente seppellito nel cimitero di Ravenna.[2]

Nel corso del 2013 il Gruppo Ricerche Storiche Aeronautiche di Udine,[3] coordinato da Roberto Bassi,[3] durante un apposito scavo ha ritrovato il relitto del caccia Macchi C.205V appartenente al sergente maggiore Zaccaria.[3]

Onorificenze modifica

«Sottufficiale pilota audace e sicuro partecipava ad una importante e rischiosa missione di guerra su lontana e munita base aeronavale nemica. Attaccato il proprio velivolo da cinque caccia avversari, sebbene ferito, coadiuvava validamente nelle manovre il proprio capo equipaggio contribuendo all'abbattimento di due aerei nemici. Con mirabile calma si prodigava nel condurre a termine la missione confermando così le proprie elevati doti di combattente e dimostrando sereno sprezzo del pericolo. Cielo di Bengasi, 7 gennaio 1942
— Regio Decreto 7 agosto 1942[4]
«Partecipava, in qualità di secondo pilota di apparecchio da R.S.T. a numerose missioni di guerra, coadiuvando con perizia e alto senso del dovere il capo equipaggio. Cielo del Mediterraneo e dell'Africa Settentrionale Italiana, luglio-dicembre 1941
— Regio Decreto 23 novembre 1942[5]

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Equipaggiata con i bombardieri Savoia-Marchetti S.M.81 Pipistrello.
  2. ^ Equipaggiata con 8 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.
  3. ^ Al comando del tenente colonnello pilota Enrico Maramalo della Minerva.
  4. ^ Al comando del colonnello pilota Giovanni Coppi.
  5. ^ In questa unità pilotò i cacciabombardieri Fiat C.R.42AS Falco e Fiat G.50bis A Saetta.
  6. ^ Tale incursione aveva come obiettivo gli aeroporti di Campoformido, Maniago, Lavariano e Villorba.
  7. ^ Si trattava di velivoli appartenenti all'82nd Fighter Group.
  8. ^ Secondo alcune fonti sembra che il pilota si fosse già lanciato quando fu mitragliato a distanza ravvicinata dal caccia Lockheed P-38 pilotato dal Lt. Philipps dell'82nd Fighter Group.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Bassi 2013, p. 31.
  2. ^ a b c d e Pighin 13 ottobre 2013, Messaggero Veneto.
  3. ^ a b c d e f g JP4 Mensile di Aeronautica e Spazio 2013, p. 84.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 19, pagina 908 registrato alla Corte dei Conti addì 2 ottobre 1942, registro n.8 Aeronautica, foglio n.146.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 50, registrato alla Corte dei Conti addì 11 gennaio 1943, registro n.14 Aeronautica, foglio n.115.

Bibliografia modifica

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica-Italian Air Force 1940-43, Oxford, Oxford University Press, 1988.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
Periodici
  • Daniele Lembo, A.N.R. - Un'aviazione da caccia, in Aerei nella storia, supplemento ad Aerei nella Storia nº 75, dicembre 2010-gennaio 2011, ISSN 1591-1071 (WC · ACNP).
  • Roberto Bassi e Gruppo Ricerche Storiche Aeronautiche, Rivive il Veltro del Sg.m. Zaccaria, in Aerei nella Storia, n. 93, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2013, p. 31, ISSN 1591-1071 (WC · ACNP).
  • Veterani e musei, in JP4 Mensile di Aeronautica e Spazio, n. 479, Firenze, Edi service, dicembre 2013, pp. 68-69.

Collegamenti esterni modifica