Annunciazione (Pontormo)

Fresco di Pontormo in Capella Capponi, Santa Felicita, Firenze

L'Annunciazione è un dipinto a fresco di Jacopo Carucci, noto come Pontormo, databile al 1527-1528 circa e conservato nella Cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze.

Annunciazione
AutorePontormo
Data1527-1528 circa
Tecnicafresco
UbicazioneChiesa di Santa Felicita, Firenze
Dettaglio dell'Angelo

Storia modifica

Nel 1525 Ludovico Capponi affidò a Pontormo la decorazione della cappella appena acquistata in Santa Felicita, situata in Oltrarno a poca distanza dal suo palazzo e destinata ad essere convertita in cappella funebre per sé e la sua famiglia. Nella cupoletta di architettura brunelleschiana affrescò un Dio Padre perduto, del quale ci dà nota Vasari, sull'altare la notissima Deposizione e sulla parete ovest l'Annunciazione. I lavori, tenuti in gran segreto dall'artista che si fece coprire appositamente da una protezione lignea, vennero completati nel 1528. Come riporta Vasari, l'opera venne quindi scoperta "con meraviglia di tutta Firenze"[1].

Nel tempo subì vari restauri e mediocri ridipinture, come testimoniò anche Guido Carocci nel 1892 che parlò di "resti ampiamente ridipinti".

L'Annunciazione venne staccata dalla parete per motivi di restauro e conservazione dopo l'alluvione di Firenze del 1966. In seguito venne ricollocata in loco su un supporto nuovo ed oggi si presenta scevra dalle ridipinture successive.

Descrizione e stile modifica

L'Annunciazione si trova sulla controfacciata della chiesa, nel punto dove doveva trovarsi una scena simile trecentesca o del primo Quattrocento, legata all'esempio delle celebre immagini della basilica della Santissima Annunziata. Anticamente la cappella era infatti intitolata all'Annunciazione e solo col passaggio ai Capponi, nel 1528, venne ridedicata alla Pietà, un tema più consono alla nuova destinazione funebre dello spazio.

L'Angelo a sinistra e Maria a destra sono separati dalla vetrata e, dal Seicento, da un reliquiario in pietre dure di san Carlo Borromeo. Come nella Deposizione il momento rappresentato è leggermente sfasato rispetto all'iconografia tradizionale: Pontormo non rappresentò infatti l'annuncio dell'Angelo, ma l'attimo immediatamente successivo in cui Maria ha già accettato e l'angelo di rivolge, con una complessa torsione, alla luce divina che proviene dalla finestra.

L'ambientazione riprende sinteticamente l'architettura brunelleschiana della cappella, con tanto di peducci dipinti, e con Maria che si volge salendo un gradino in pietra serena verso un ripiano, che assomiglia a un altare, su cui si trova un candelabro con eleganti volute.

L'angelo è sospeso da terra avvolto da una veste rosa con effetti cangianti, una fascia come cinta bianca e da un vaporoso mantello color arancio, gonfiato da un'impercettibile massa ariosa. Esso si posa, in maniera priva di coerenza (voluta?) sulla schiena dell'Angelo trapassando le ali, che si scorgono a sinistra. Anche la figura di Maria è caratterizzata da ricercatezze nel volume e nella colorazione, con altrettanti effetti cangianti (ad esempio nel velo), derivati dall'esempio michelangiolesco delle lunette della Cappella Sistina. Essa tiene il manto azzurro con una presa salda della mano e vigorosamente solleva la gamba per salire il gradino, anche in questo caso ispirandosi a opere del Buonarroti, trasfigurate però in qualcosa di nuovo e più che mai irreale. Il suo sguardo è rivolto alla vetrata del 1526 di Guillaume de Marcillat, in cui è mostrato il corpo morto di Cristo trasportato al sepolcro dopo la crocifissione, comprendendo quindi già il destino tragico del suo nascituro: ma nel suo sguardo non c'è tristezza, poiché essa è anche consapevole, come testimoniano gli Evangelisti nei pennacchi, della resurrezione che attende le anime, promessa cristiana ribadita quindi nella decorazione complessiva della cappella.

Note modifica

  1. ^ Vasari, le Vite, cit. in Cianchi, p. 120.

Bibliografia modifica

  • Marco Cianchi, La Cappella Capponi a Santa Felicita, in AA.VV., Cappelle del Rinascimento a Firenze, Editrice Giusti, Firenze 1998. ISBN 88-8200-017-6
  • Elisabetta Marchetti Letta, Pontormo, Rosso Fiorentino, Scala, Firenze 1994. ISBN 88-8117-028-0

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