Antieroe

archetipo protagonista di opere letterarie e di altri media

L'antieroe[1] è un personaggio protagonista in una storia che può mancare di qualità eroiche convenzionali,[2][3] come l'idealismo,[4] il coraggio[4] e la moralità.[5][6] Oppure dimostra qualità opposte,[7] mancando di nobiltà[8] e bontà.[9] Sebbene gli antieroi a volte possano compiere azioni che la maggior parte del pubblico considera moralmente corrette, le loro ragioni per farlo potrebbero non essere in linea con la moralità del pubblico. Un antieroe mostra tipicamente uno dei tratti della personalità della "triade oscura", che includono narcisismo, psicopatia e machiavellismo.

I film western revisionisti presentano comunemente antieroi come personaggi principali le cui azioni sono moralmente ambigue. Clint Eastwood, qui raffigurato in Per un pugno di dollari (1964), ha interpretato l'archetipo dell'antieroe chiamato "l'uomo senza nome" nella Trilogia del dollaro dei western all'italiana.

Mentre il classico eroe mostra qualità superiori a quelle comuni, gli antieroi appaiono inferiori al lettore medio come intelligenza, dinamismo o motivazione sociale:[10] tanto che Robbe-Grillet parla di "questi eroi senza naturalezza e senza identità".[11]

Il termine è talvolta usato in senso più ampio per comprendere l'eroe imperfetto o parzialmente cattivo, nella tradizione letteraria dell'eroe byroniano.[12][13][14]

L'antieroe è perlopiù inteso dall'autore come oggetto della simpatia e dell'immedesimazione del pubblico, poiché, nonostante sia solitamente portatore di tratti negativi e quindi possa assumere il ruolo di personaggio cattivo, non è mai realmente o completamente malvagio, ma si è opposto al bene per altre ragioni, mascherando una personalità originariamente positiva. Dunque l'antieroe, anche quando riveste il ruolo di antagonista, si distingue dal cattivo che si oppone al protagonista nella vicenda per scopi puramente malvagi. Può anche ricoprire un ruolo meno importante e quindi secondario, ad esempio nelle figure di Tersite e Dolone nell'Iliade.

Storia modifica

Precursori modifica

 
Lo stereotipo dell'antieroe: Don Chisciotte.

L'archetipo antieroico è rintracciabile almeno fino ai tempi del Tersite di Omero;[15] ed è stato identificato nel teatro greco classico, come pure nella satira latina e nella letteratura rinascimentale,[16] come nel Don Chisciotte[17] o la canaglia picaresca.[18]

Queste figure sono tuttavia servite principalmente da antagonisti per l'eroe - o per il genere eroico - e solo poco a poco l'antieroe è giunto alla ribalta a pieno diritto, seguendo il processo che Northrop Frye chiama il centro immaginario "di gravità" che lentamente discende dall'aristocratico feudale al democratico urbano, spostando di conseguenza la letteratura dal poema epico all'ironico.[10]

Nell'accezione contemporanea il termine "antieroe" è databile al 1714;[19] e la fine del XVIII secolo ha visto un fine esempio del tipo ne Il nipote di Rameau,[20] un dialogo satirico di Diderot, anche se qui il protagonista resta ancora posizionato in dialogo con un rappresentante normativo della posizione autoriale.

Il romanticismo ottocentesco, con la sua critica sociale, ha visto l'antieroe diventare ancora più importante, spesso nella forma del doppio gotico, fino a quando il personaggio principale di Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij ha portato la figura alla fioritura e all'indipendenza.[21]

Apogeo modifica

Basandosi su Dostoevskij, la prima metà del XX secolo ha visto l'apogeo dell'antieroe, prima in figure come K, il protagonista di vari romanzi di Kafka, quindi negli scritti degli esistenzialisti francesi,[22] come in Lo straniero di Camus (1942) o La nausea di Sartre (1938) con i personaggi centrali senza radici e indecisi alla deriva attraverso le loro vite.[23]. Tra i personaggi antieroi nell'Ottocento ci sono quelli delle opere di Giovanni Verga (Ciclo dei Vinti) nonché poi quelli dei romanzi dei primi decenni del Novecento, cioè i romanzi della crisi e il romanzo psicologico. Oltre al già citato Kafka, si ricordano anche i personaggi delle opere di Italo Svevo (Una vita, Senilità, La coscienza di Zeno), Luigi Pirandello (nella narrativa e nel teatro), Proust (Alla ricerca del tempo perduto), James Joyce, Virginia Woolf, Robert Musil (L'uomo senza qualità), Thomas Mann (I Buddenbrook).

Un decennio più tardi, l'antieroe raggiunse la letteratura americana, per dominarla fino a metà degli anni sessanta come una figura solitaria alienata, incapace di comunicare[24] - seppure più proattivo in genere del suo omologo francese - nelle opere di Jack Kerouac e Norman Mailer e di molti altri.[25] L'equivalente britannico apparve nelle opere dei cosiddetti "Giovani arrabbiati" (Angry young men) degli anni settanta.[26]

Le proteste collettive della controcultura degli anni sessanta (Il Sessantotto) videro gradualmente eclissarsi dal risalto nella narrativa l'antieroe solitario,[27] benché non senza successive riprese in forma letteraria o cinematografica.

Nel contesto videoludico modifica

A causa del ricco numero di trame nell'ambito videoludico venutosi a costituire nel corso del tempo, vi è un numero di antieroi piuttosto elevato appartenenti a diversi videogiochi. Alcuni sono diventati delle vere e proprie icone nel contesto videoludico: tra questi Kratos di God of War, Max Payne dell'omonima serie, l'Agente 47 di Hitman, Shadow the Hedgehog di Sonic, Cole MacGrath di Infamous e i diversi protagonisti di intere serie come Grand Theft Auto e Saints Row.[28]

Nel lessico sportivo modifica

L'antieroe nello sport non è tipicamente un giocatore di squadra; sfida la burocrazia, imposta il suo profitto finanziario oltre la fedeltà al club, eppure acquisisce ancora un grande seguito di fan,[29] per mezzo della sua attualizzazione dell'archetipo del ribelle.[30] Due esempi di antieroi sportivi molto conosciuti sono Zlatan Ibrahimović e Mario Balotelli.

Nel wrestling modifica

Nel wrestling l'anti-eroe viene detto tweener (dall'inglese 'tween, ovvero "tra"), infatti agisce per se stesso mettendosi spesso sia contro i face (ovvero i buoni), sia contro gli heel (i cattivi). L'esempio più noto è quello di The Undertaker.

Note modifica

  1. ^ Antiheonedro - Definition and More from the Free Merriam-Webster Dictionary, su merriam-webster.com, 31 agosto 2012. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  2. ^ anti-hero: definition of anti-hero in Oxford dictionary (British & World English), su oxforddictionaries.com. URL consultato il 3 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
  3. ^ Gioia, Dana (editor), Definition of antihero | Collins American English Dictionary, su collinsdictionary.com. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  4. ^ a b American Heritage Dictionary Entry: antihero, su ahdictionary.com, 9 gennaio 2013. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  5. ^ Gale - Free Resources - Glossary - Home, su gale.cengage.com. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  6. ^ (EN) Anti-hero, su Oxford University Press.
  7. ^ Antieroe nel vocabolario Treccani online, URL consultato il 23 gennaio 2014.
  8. ^ Antihero | Define Antihero at Dictionary.com, su dictionary.reference.com. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  9. ^ anti-hero - definition of anti-hero by Macmillan Dictionary, su macmillandictionary.com. URL consultato il 4 ottobre 2013.
  10. ^ a b Northrop Frye, Anatomy of Criticism (1971) p. 34
  11. ^ "These heroes without naturalness as without identity", citato in E. D. Ermath, Sequel to History (1992) p. 71.
  12. ^ Childe Harold's Pilgrimage (1812-1818)
  13. ^ The Giaour (1813)
  14. ^ Literary Terms and Definitions B, su web.cn.edu. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  15. ^ George Steiner, Tolstoy or Dostoevsky (1967) p. 197
  16. ^ George Steiner, Tolstoy or Dostoevsky (1967) p. 197-8
  17. ^ Literary Terms and Definitions A, su web.cn.edu. URL consultato il 3 ottobre 2013.
  18. ^ M. Halliwell, American Culture on the 1950s (2007) p. 60
  19. ^ Antihero - Definition and More from the Free Merriam-Webster Dictionary
  20. ^ George Steiner, Tolstoy or Dostoevsky (1967) p. 199-200
  21. ^ George Steiner, Tolstoy or Dostoevsky (1967) p. 201-7
  22. ^ J. E. Barnhart ed., Dostoevsky's Polyphonic Talent (2005) p. 181
  23. ^ G. Brereton, A Short History of French Literature (1954) p. 254-5
  24. ^ M/ Hardt/K. Weeks eds., The Jameson Reader (2000) p. 294-5
  25. ^ A. Edelson, Everybody is Sitting on the Curb (1996) p. 18
  26. ^ I. Ousby ed., The Cambridge Guide to Literature in English (1995) p. 27
  27. ^ A. Edelson, Everybody is Sitting on the Curb (1996) p. 1
  28. ^ IGN - Gaming's Most Notorious Anti-Heroes
  29. ^ T. Delaney/T. Madigan, The Sociology of Sports (2009) p. 72 and p. 284
  30. ^ R. Skynner/J. Cleese, Families and how to survive them (1994) p. 202-3

Bibliografia modifica

Approfondimenti

Voci correlate modifica

Opere

Collegamenti esterni modifica

Nella cultura di massa
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