Antonio Balletto

religioso italiano (1930-2008)

Antonio Balletto (Genova, 1º gennaio 1930Genova, 1º marzo 2008) è stato un religioso italiano.

Divenne sacerdote dopo aver studiato teologia a Torino. Legato al mondo dell'editoria e del sociale, è stato anche opinionista de La Repubblica e docente a Genova e Piacenza.

Biografia modifica

Antonio Balletto nasce nel 1930 a Genova, nel quartiere di Portoria, in una famiglia composta da due fratelli (Antonio e Giuseppe) e tre sorelle. Frequenta le scuole medie in un piccolo paese della Fontanabuona, Lumarzo, dove la famiglia è costretta a trasferirsi dopo lo scoppio della guerra. A Lumarzo, zona chiave per la resistenza, Don Balletto viene a contatto con alcune brigate partigiane, con le quali militava il fratello Giuseppe. Terminate le scuole medie, si iscrive presso il liceo genovese Doria. Nel 1948 si trasferisce a Torino, dove per cinque anni studia teologia. È un periodo molto fecondo per il giovane Balletto, durante il quale viene a contatto con giovani studiosi. La sua formazione continua poi a Roma, presso l’“Angelicum - Pontificia Università San Tommaso”, legata all’ordine dei Domenicani. Nel 1953 Don Balletto ritorna a Genova. L’anno dopo, nel dicembre 1954, viene ordinato sacerdote a Torino, nella cappella privata del cardinale Maurilio Fossati. Entra a far parte della Congregazione della missione, conosciuti come Vincenziani, e nel 1957 inizia ad insegnare presso il Collegio teologico internazionale Brignole Sale- Negroni di Fassolo, un istituto affiliato all’Pontificia università urbaniana di Roma, diventandone direttore qualche anno dopo, nel 1964.

Nel decennio che intercorre fra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta, attorno alla figura di Don Antonio Balletto si muovono le coscienze più critiche e propositive del mondo cattolico, soprattutto genovese, grazie anche all’arrivo delle traduzioni italiane delle opere di alcuni teologi francesi e tedeschi riformatori, che saranno i protagonisti del Concilio: Jean Daniélou, Henry de Lubac, Yves Marie Congar, Dominique Chenu e Karl Rahner. Nel 1966, a seguito di contrasti con il cardinale genovese Giuseppe Siri, esce dall’Ordine dei Vincenziani e si trasferisce ad Albenga, grazie anche al vescovo ingauno monsignor Baroni. Don Balletto viene incardinato nella diocesi di Albenga il 1º ottobre 1966, dove l’anno prima viene nominato vescovo Monsignor Alessandro Piazza. Balletto viene inviato come parroco a Salea d’Albenga, e viene nominato Cappellano del Capitolo della Cattedrale, nomina che manterrà fino al 1976. Nel frattempo continua la sua esperienza di insegnante di teologia fondamentale presso il seminario ingauno. Il periodo albenganese è di fondamentale importanza per Don Balletto. Intorno a lui comincia a costituirsi una sorta di cenacolo intellettuale costituito soprattutto dai giovani, ai quali Don Balletto propone un’educazione che aveva come origine e scopo primario la riscoperta del Bello in tutte le sue sfaccettature, riservando all’elemento estetico un valore fondamentale. A inizio anni ‘70 viene chiamato ad insegnare al “Collegio Alberoni” di Piacenza, pur tuttavia non andando mai ad abitare a Piacenza, ma continuando a spostarsi fra Albenga e Genova. Intorno al 1965 Don Balletto inizia a partecipare alle Settimane teologiche promosse dal Movimento dei Laureati Cattolici, che si svolgono non solo a Camaldoli, ma anche in altri luoghi. Il periodo che va da dicembre 1977 a maggio 1978 vede Don Balletto impegnato in una serie di lezioni tenute a Fassolo, dove era tornato ad insegnare. D’ora in poi il percorso della biblioteca, che (dopo lo spostamento ad Albenga) viene riportata a Genova nel 1985, coincide sotto molti aspetti con quello della casa editrice Marietti, per cui si amplia con volumi legati all’ebraismo e all’islamismo. Risalgono infatti alla fine degli anni ‘70 i primi contatti con la casa editrice Marietti e la prima collaborazione di Don Balletto, grazie all’invito di Don Luciano Pacomio, che già lavorava presso la Marietti. Nel 1980 Don Balletto ne diviene il direttore editoriale, con il supporto di una struttura editoriale ben organizzata che progressivamente dà vita ad un gruppo fortemente riconoscibile. Nel 1986 viene ricevuto dal Presidente dalla Repubblica Francesco Cossiga[1] Nel 1986 la sede viene trasferita da Casale Monferrato a Genova, in via Palestro. Terminata intorno l’esperienza Marietti, l’impegno di Balletto si sposta più sul piano politico, inteso non come contributo ad un preciso schieramento partitico, ma come impegno all’interno della società per far fronte alle necessità delle fasce più deboli. Nel 1995 viene nominato Presidente della Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro (FRSL), una società di volontariato nata intorno al 1986, con lo scopo di affrontare il problema dell’emarginazione e di promuovere una cultura legata alla solidarietà fra gli uomini. Nel 1996 prende vita a Genova il “Centro Mounier”, su iniziativa di Balletto e Salvatore Vento, che sfocia poi nella pubblicazione del volume intitolato Mounier e l’attualità del personalismo comunitario. Nel 1997 è Presidente del Forum Terzo Settore di Genova e della Liguria, poi della Federazione Solidarietà e Lavoro, e, fino al 2004, è membro del consiglio di indirizzo della Fondazione Carige. Si schierò agli inizi del terzo millennio contro gli interventi militari italiani in Iraq e in Afghanistan[2]. Ultima tappa pastorale di Antonio Balletto è la parrocchia di San Siro, accanto a Don Luigi Traverso. Il 13 aprile 2005 viene conferito a Don Balletto il Grifo d'Oro[2], onorificenza che il Comune di Genova assegna alle personalità che hanno contribuito a diffondere il nome del capoluogo ligure nel mondo, è stato amico di don Andrea Gallo, con il quale ha condiviso battaglie progressiste di eguaglianza sociale.[3]

Gli ultimi manoscritti rinvenuti fra i libri della biblioteca è datato luglio 2006, e riporta alcuni appunti per l’omelia di una messa domenicale. L’ultimo impegno lo vede occuparsi tra il 2007 e il 2008 di una rubrica apparsa sulle pagine locali della «Repubblica», intitolata Tra i tempi, i cui articoli verranno raccolti ed editi in un volume, intitolato appunto Tra i tempi e curato da Gerardo Cunico. Don Balletto muore il 2 marzo 2008, presso la clinica Montallegro, dove era ricoverato, «disponendo dei beni di sua proprietà costituiti da libri e riviste, ovunque situati, a favore dell’Associazione Agorà che ha modificato la sua denominazione in Centro Studi Antonio Balletto[4].

Nel marzo 2009, il fondo librario di don Balletto viene donato alla Biblioteca Comunale “Simonetta Comanedi” di Albenga.[5]

Ha collaborato con la casa editrice Marietti (una fra le più antiche d'Italia, essendo stata fondata a Torino da Giacinto Marietti[6] nel 1820), fino a diventarne presidente. Sotto la sua direzione, la casa editrice ha ampliato il proprio settore editoriale oltre l'ambito classico storico e filosofico, rivolgendo la propria produzione alle religioni monoteiste quali quella ebraica e quella islamica.

Il fondo modifica

Alla morte del sacerdote, questi aveva un fondo di oltre 26'000 volumi accumulati nella sua vita, la maggior parte di carattere filosofico e religioso, ma anche relativi alla letteratura, alla storia, all'arte. Una biblioteca personale che venne lasciata in eredità all'Associazione Agorà che ha modificato la sua denominazione in Centro Studi Antonio Balletto. Dopo vari traslochi che hanno seguito la vita del canonico, questo fondo ha trovato spazio nella Biblioteca Comunale Simonetta Comanedi di Albenga, dove dal 2009 è in corso la catalogazione di tutti i testi, che è terminata nel 2020. A questo fondo fanno capo importanti libri, molte prime edizioni e molte nella lingua originale.

Note modifica

  1. ^ Il presidente della Repubblica riceve Don Antonio Balletto, su archivio.quirinale.it. URL consultato il 16/11/2020.
  2. ^ a b Oscar alla carriera a Don Balletto Archiviato il 26 aprile 2005 in Internet Archive., articolo del sito mentelocale.it, relativo alla consegna del Grifo D'oro
  3. ^ Antonio Balletto [collegamento interrotto], su centrostudiantonioballetto.it. URL consultato il 16/11/2020.
  4. ^ Isoleri Martina, Don Antonio Balletto e la sua biblioteca, Edizioni del Delfino Moro, 2018, ISBN 9788888397498.
  5. ^ A. BALLETTO, Mounier e l’attualità del personalismo comunitario, Diabasis, Reggio Emilia 2000
  6. ^ casa editrice Marietti, su mariettieditore.it. URL consultato il 3 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2007).

Bibliografia modifica

  • Carlo Maria Martini, Antonio Balletto, Bruno Musso, Nel cuore della Chiesa e del mondo: dialogo con Antonio Balletto e Bruno Musso, Genova, Marietti, 1991 ISBN 8821168859
  • Vincenzo Gueglio, Enrico Rovegno, Tempo di esistere: storie di una resistenza, Gammarò editori
  • Maria Corti, Dialogo in pubblico. Intervista di Cristina Nesi, Rizzoli ISBN 8817844381
  • Sindacato nazionale critici cinematografici italiani Cinecritica: periodico di cultura cinematografica a cura del SNCCI, 2000
  • Enrico Baiardo, L'identità nascosta: Genova nella cultura del secondo Novecento, Erga Edizioni, ISBN 8881631342
  • Isoleri Martina, Don Antonio Balletto e la sua biblioteca, Edizioni del Delfino Moro, 2018, ISBN 9788888397498.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN234869885 · ISNI (EN0000 0003 8577 8809 · SBN RAVV023868 · LCCN (ENn96078706 · GND (DE1236211472 · BNF (FRcb162633751 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n96078706
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