Aponia
La parola aponia deriva dalla lingua greca, da a- come alfa privativo e pònos, "fatica", "pena" quindi assenza di dolore.
L'aponia è un concetto filosofico dell'epicureismo affine a quello di atarassia; se quest'ultimo si riferisce all'assenza di turbamento spirituale, l'aponia rappresenta la condizione di assenza di dolore fisico, altrettanto importante - nella concezione materialista epicurea, secondo cui ogni tipo di piacere e dolore è di origine sensibile - al fine di raggiungere non tanto la piena felicità quanto la serenità perfetta.
Storia filosofica del termineModifica
EpicuroModifica
«Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione.» |
Da qui l'importanza della suddivisione epicurea dei bisogni che se soddisfatti portano all'aponia cioè procurano eudemonia (letteralmente star insieme a un buon demone, serenità):
- Bisogni naturali e necessari, come ad esempio bere acqua per dissetarsi: questi soddisfano interamente poiché essendo limitati possono essere completamente colmati.
- Bisogni naturali ma non necessari: come ad esempio per dissetarsi bere vino, certo non avrò più sete ma desidererò bere vini sempre più raffinati e quindi il bisogno rimarrà in parte insoddisfatto.
- Bisogni né naturali né necessari, come ad esempio il desiderio di gloria e di ricchezze: questi non sono naturali, non hanno limite e quindi non potranno mai essere soddisfatti.
Il piacere epicureoModifica
Da qui nacque l'accusa dei padri della Chiesa cristiani che Epicuro suggerisse uno stile di vita rozzo e materiale indegno dell'uomo. In realtà Epicuro non indica quali debbano essere i bisogni naturali e necessari da soddisfare poiché è demandato alla ragione dell'uomo stabilire quali per lui siano i bisogni essenziali, naturali da soddisfare. Per Cesare può essere ininfluente il bisogno di mangiare e bere mentre per lui è veramente naturale e necessario soddisfare il suo ineliminabile desiderio di gloria.
L'eliminazione del dolore è quindi demandata alla filosofia che offre la medicina, il "quadrifarmaco", (la quadruplice medicina) capace di liberare l'uomo dalle sue quattro paure fondamentali:
Mali | Terapia |
Paura degli dei e della vita dopo la morte | Gli dei si disinteressano degli uomini |
Paura della morte | Quando noi ci siamo ella non c'è, quando lei c'è noi non ci siamo |
Mancanza del piacere | Il piacere si può facilmente raggiungere con la ragione. |
Dolore fisico | Se è acuto è momentaneo, dura poco o morirai e ti libererai definitivamente dal dolore, se è leggero, diverrà cronico e sopportabile.[1] |
NoteModifica
- ^ Epicuro sperimentò sul suo stesso corpo quest'ultimo farmaco soggetto com'era a coliche renali dal dolore acuto ma di breve durata.