S'aranzada o S'arantzada (l'aranciata) è un dolce sardo tradizionale preparato con scorza d'arancio candita nel miele e con mandorle. Diffuso soprattutto nella Barbagia di Nuoro e nelle Baronie, veniva confezionato in ambito familiare e si usava offrirlo nelle occasioni importanti, soprattutto nei ricevimenti di nozze.[1] In epoca moderna, prodotto in tutta l'isola da pasticcerie e industrie dolciarie, viene commercializzato per essere venduto in tutto il mondo.[2] La scheda della Regione Sardegna identificativa del dolce,[3] prevede che la scorza dell'arancia venga tagliata in grossi spicchi e che si aggiungano nel composto, durante la fase di canditura con miele o sciroppo di zucchero e miele, mandorle intere, pelate e tostate; infine, a cottura ultimata, il composto viene rovesciato su un piano di legno e steso in uno strato di circa un centimetro di spessore per essere tagliato, una volta raffreddato, a piccoli pezzi romboidali[4] quasi fosse una sorta di torrone[1] di consistenza gommosa.[5]

Aranzada
Arantzada
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneSardegna
Diffusionenazionale
Creato daBattista Guiso
Dettagli
Categoriadolce
Ingredienti principaliscorza d'arancio, miele, mandorle

Diversa l'originale ricetta dell'aranciata nuorese. Questa prevede un composto di sottili strisce di buccia d'arancia e miele puro, in proporzione di 1 a 1,[2] cotto a lungo con aggiunta finale di mandorle pelate e leggermente tostate, tagliate a bastoncino che, una volta freddo, viene posto in pirottini di carta senza essere compresso.[6] La ricetta fu messa a punto alla fine dell'Ottocento da Battista Guiso, pasticcere nuorese titolare dal 1886 dell'omonima ditta, il quale rese il dolciume famoso in Italia e all'estero.[7] Presentandolo in eleganti scatole,[8] intorno al 1900 ottenne ambiti riconoscimenti in importanti esposizioni internazionali (medaglia d'oro con diploma d'onore a Parigi, Cannes e Marsiglia)[9] e poté annoverare fra i suoi clienti la regina Margherita.[7] Guiso fu infatti autorizzato a far stampare sulle confezioni del suo dolce il titolo di "Fornitore di S.M. la Regina Madre" e lo stemma della regina.[10]

Note modifica

  1. ^ a b Aranzada | Sardegna Turismo, su www-archivio.sardegnaturismo.it. URL consultato il 21 marzo 2018.
  2. ^ a b (EN) Aranzada | Kara Sardegna®. Artigianato di Sardegna, su www.karasardegna.it. URL consultato il 18 marzo 2018.
  3. ^ Regione Autonoma della Sardegna - Ersat, Aranzada (PDF), in sardegnaagricoltura.it. URL consultato il 22 marzo 2018.
  4. ^ Scheda identificativa (PDF), su regione.sardegna.it, Elenco prodotti agro alimentari tradizionali. URL consultato il 18 marzo 2018.
  5. ^ Amparo Machado e Chiara Prete, 1001 specialità della cucina italiana da provare almeno una volta nella vita, Newton Compton Editori, 24 settembre 2015, ISBN 978-88-541-8648-4. URL consultato il 22 marzo 2018.
  6. ^ S'Aranzada (Aranciata Nuorese) (JPG), su aranzada.it.
  7. ^ a b Michele Pintore, S'aranzada ha un secolo: testimonial fu la regina - La Nuova Sardegna, in Archivio - La Nuova Sardegna, 30 gennaio 2001. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2018).
  8. ^ Scatola con lo stemma della Regina (JPG), su aranzada.it.
  9. ^ Medagliere della ditta Guiso (JPG), su aranzada.it.
  10. ^ Concessione reale (JPG), su cuordisardegna.com.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

Sito ufficiale Antica Fabbrica del Dolce Nuorese, su arantzada.com.