Argileto

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L'Argileto (Argiletum in latino) era un'antica strada di Roma, che percorreva il quartiere popolare della Suburra fino al Foro romano, corrispondente alle attuali via Leonina e via della Madonna dei Monti.

Argileto
Argiletum
L'inizio dell'Argileto prima della costruzione dei Fori Imperiali
CiviltàRomana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma Capitale
Mappa di localizzazione
Map

Dal lato orientale, verso l’Esquilino, si biforcava nel vicus Patricius (attuale via Urbana), che proseguiva verso la porta Viminale, e nel clivus Suburanus (attuale via in Selci), che saliva alla porta Esquilina. Dal lato occidentale, verso il Foro, terminava tra la Basilica Emilia e la Curia, ma in età imperiale il primo tratto di strada fu sostituito dal Foro di Nerva, il quale mantenne la funzione di passaggio e assunse per questo anche il nome di Foro Transitorio.

L'Argileto era una famosa strada dei librai e si trova citato da molti autori antichi, come per esempio Orazio, Marziale e Seneca, che hanno tramandato anche i nomi dei loro fornitori di fiducia.

Il nome potrebbe derivare dall'argilla proveniente dalla confluenza delle acque che scendevano dai colli circostanti, convogliati poi nella Cloaca Massima. Tuttavia, Varrone sostiene che l'etimologia del termine sia associata al mito di Evandro e Argo[1][2].

Storia modifica

L'Argileto attraversava in origine il Comizio e la Basilica Emilia, e fu pertanto interessata dai lavori di realizzazione dei Fori Imperiali fin dai tempi di Giulio Cesare. Per questo motivo, la strada subì ripetute modifiche del suo percorso.

Secondo Tito Livio, il Tempio di Giano si trovava ad infimum Argiletum (Liv. 1.19.1)[3]. Un altro degli elementi salienti rinvenuti nell'area era un tetrapilo ubicato alla convergenza tra il Foro Romano, l'Argileto e il Foro di Cesare; si suppone che un secondo arco oppure un tempio sia stato realizzato in un altro punto dell'Argileto, probabilmente vicino al Tempio di Giano[4].

Nell'Argileto confluivano le strade che si trovavano nell'Alta Semita e nelle domus sui colli Oppio e Celio, facendone un nodo di primaria importanza dello spazio pubblico soprattutto in epoca flavia[5].

Alla fine del I secolo, l'Argileto era diventata una zona degradata, caratterizzata da taverne e bordelli[6]. Questa reputazione potrebbe tuttavia non rispecchiare l'effettivo status dei residenti, dal momento che la popolazione era costituita da una mescolanza di classi sociali diverse che convivevano fianco a fianco[7].

Mito modifica

Il mito vuole che all'Argileto fosse eretta la tomba di un certo Argo[8]. Evandro, figlio del dio Mercurio e della ninfa Carmenta, era venuto a stabilirsi in Italia con un gruppo di Arcadi provenienti dalla città di Argo[9][10]. Venne però alla sua corte un tale Argo, il quale tramava di togliere la vita a Evandro e di impadronirsi del suo regno. I seguaci di Evandro se ne avvidero e, senza che il loro signore lo sapesse, uccisero Argo. Evandro però, per il rispetto dovuto agli inviolabili diritti dell'ospitalità, onorò Argo con grandiosi funerali e gli eresse una tomba in un luogo che fu poi detto Argileto, ossia "morte d'Argo"[11].

Note modifica

  1. ^ Varrone, De Lingua Latina 5.157.8 http://latin.packhum.org/loc/684/1/17/7101-7110
  2. ^ Storia, su urbana.roma.it. URL consultato l'11 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2021).
  3. ^ Thomas Keightley, Ovid's Fasti; with introduction, notes, and excursus. By T. Keightley. Second edition ... considerably improved, Whittaker and Company, 1848, pp. 226–.
  4. ^ Mark Bradley, Rome, Pollution and Propriety: Dirt, Disease and Hygiene in the Eternal City from Antiquity to Modernity, Cambridge, Cambridge University Press, 2012, pp. 94-95, ISBN 9781107014435.
  5. ^ (EN) Martin-McAuliffe, Samantha L. e Daniel M. Millette, Ancient Urban Planning in the Mediterranean: New Research Directions, Routledge, 6 dicembre 2017, ISBN 9781317181323.
  6. ^ Marziale 1.2.7-8; 1.3.1; 1.117.9-12; 2.17
  7. ^ Lisa Mignone, The Republican Aventine and Rome's Social Order, Ann Arbor, Michigan, University of Michigan Press, 2016, p. 110, ISBN 9780472119882.
  8. ^ F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, pp. 42-43.
  9. ^ Livio (Ab Urbe condita libri, I, 7)
  10. ^ Ovidio (I Fasti, I, 470 e sgg.)
  11. ^ Virgilio, Eneide, libro VIII.

Collegamenti esterni modifica

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