Armando Diaz (incrociatore)
L'Armando Diaz fu un incrociatore leggero della Regia Marina italiana, appartenente alla classe Luigi Cadorna, la seconda del tipo Condottieri.
Armando Diaz | |
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Descrizione generale | |
Tipo | incrociatore leggero |
Classe | Luigi Cadorna tipo Condottieri |
Proprietà | ![]() |
Costruttori | OTO |
Cantiere | Cantiere navale del Muggiano, La Spezia |
Impostazione | 1930 |
Varo | 1932 |
Entrata in servizio | 29 aprile 1933 |
Destino finale | affondata il 25 febbraio 1941 dal sommergibile HMS Upright |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | standard: 6.710 t a pieno carico: 7.194 t |
Lunghezza | 169,3 m |
Larghezza | 15,5 m |
Pescaggio | 5,5 m |
Propulsione | 6 caldaie, 2 gruppi turboriduttori, 2 eliche 95.000 CV |
Velocità | 36,5 nodi (67,6 km/h) |
Autonomia | 3.088 mn a 16 nodi (5.719 km a 29,6 km/h) 1.230 t di nafta |
Equipaggio | 507 |
Armamento | |
Artiglieria |
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Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 533 mm in due complessi binati brandeggiabili |
Corazzatura | 20 mm (orizzontale) 24 mm (verticale) 23 mm (artiglierie) 40 mm (torrione) |
Mezzi aerei | 2 × IMAM Ro.43 catapulte situate a centro nave |
Note | |
Motto | Con fede incrollabile e tenace valore |
dati tratti da[1] | |
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Venne così battezzata in onore del generale della prima guerra mondiale Armando Diaz. Il motto della nave era estratto dal testo del Bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918: Con fede incrollabile e tenace valore.[2]
Inquadrato nella IV Divisione incrociatori, non disponendo di una protezione sufficiente ad operare in azioni di squadra, durante la seconda guerra mondiale venne impiegato perlopiù in ruoli di scorta e di protezione ai convogli italiani e tedeschi ed era dotato degli idrovolanti IMAM Ro.43.
L'unica battaglia a cui poteva prendere parte fu quella di Punta Stilo del 9 luglio 1940, scontro cui tuttavia non poté partecipare attivamente perché costretto a rientrare a causa di problemi alle macchine[3].
Alle 3:43 del 25 febbraio 1941[4], mentre scortava un convoglio per la Libia assieme al gemello Giovanni delle Bande Nere e ai caccia Ascari e Corazziere, fu silurato dal sommergibile della Royal Navy HMS Upright e affondò di prua in soli sei minuti[4], trascinando con sé 464 uomini su un totale di 611 che componevano l'equipaggio[5] (secondo altre fonti[6] i morti furono 500 su 633 uomini a bordo).
La perdita del Diaz è esemplare di come le prime due classi della serie Condottieri (Di Giussano e Cadorna) avessero una protezione troppo scarsa: andarono infatti perdute (tutte per siluramento, anche se questo non ebbe un ruolo primario nella perdita del Da Barbiano e del Colleoni) cinque delle sei unità che le componevano, mentre solo una delle sei unità delle tre serie successive ("Montecuccoli", "Duca d'Aosta" e "Duca degli Abruzzi") fu affondata, e molte di queste unità sopravvissero a siluramenti (ad esempio il Garibaldi, il Duca degli Abruzzi o l'Attendolo).
Comandanti nel periodo bellico modifica
- Capitano di vascello Francesco Mazzola (+) dal 21 novembre 1939 al 25 febbraio 1941;
Relitto modifica
Il relitto dell'Armando Diaz è stato localizzato nel 2004 da un pescatore di Lampedusa al largo dell'isola di Kerkennah, posizione 34°33'N, 11°43'E. La nave giace sul lato di babordo spezzata in due a meno di 50 metri di profondità con la prua alzata. Le sue torrette di poppa sono ancora al loro posto, ma i loro cannoni sono sepolti nel fondale.[7]
Note modifica
- ^ Armando Diaz - Incrociatore leggero, su marina.difesa.it. URL consultato il 27 giugno 2014.
- ^ I motti delle navi italiane, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1962, pp.36.
- ^ Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina fra vittoria e sconfitta 1940-1943, p. 172-180
- ^ a b Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p.98
- ^ Luca Valente - Ritrovato Il Relitto Dell'Incrociatore Diaz Archiviato il 5 gennaio 2014 in Internet Archive.
- ^ Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina fra vittoria e sconfitta 1940-1943, e Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale
- ^ http://www.vittoriasacca.it/2017/02/13/un-tropeano-tra-i-464-uomini-dellequipaggio-disperso-nellaffondamento-dellarmando-diaz/
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