Arsaber

nobile e funzionario bizantino di origine armena

Arsaber o Arsavir (in greco: Ἀρσαβήρ [ɐrsɐˈvir], in armeno: Արշաւիր [ɑɹʃɑˈviɹ]; ... – post 821/824) è stato un nobile e funzionario bizantino di origine armena, protagonista di un tentativo di usurpazione del trono imperiale ai danni di Niceforo I il Logoteta nell'808.

Biografia modifica

Arsaber proveniva con ogni probabilità dalla famiglia Kamsarakan, un prominente casato armeno che traeva le sue origini dalla dinastia degli Arsacidi.[1] Uomo importante nella corte imperiale bizantina, era insignito del rango di patrikios e ricopriva l'alta carica di quaestor dell'imperatore Niceforo I.[2][3][4] Sua figlia Teodosia era sposata con il futuro imperatore Leone V, allora un generale dell'esercito imperiale.[5]

Nel febbraio 808, si mise a capo di una congiura insieme a un gruppo di ufficiali secolari ed ecclesiastici, scontenti delle politiche di Niceforo, mirata a spodestare l'imperatore per prenderne il posto.[2][3][4] La cospirazione venne tuttavia scoperta prima che potesse essere messa in atto; Niceforo fece arrestare i congiurati, che vennero fustigati, esiliati e le loro proprietà confiscate. Arsaber, nello specifico, fu tonsurato, costretto a farsi monaco ed esiliato in un monastero in Bitinia.[2][3] Persino Leone, che aveva goduto del favore dell'imperatore fino a quel momento, fu temporaneamente esiliato in virtù della propria parentela con l'usurpatore.[5]

L'ultima menzione di Arsaber si trova in una lettera scritta a Teodosia tra l'821 e l'824 da Teodoro Studita, nella quale l'armeno viene definito un "uomo pio".[3]

Note modifica

  1. ^ (EN) Cyrille Toumanoff, Kamsarakan, in Ehsan Yarshater (a cura di), Encyclopædia Iranica, vol. 15, Encyclopædia Iranica Foundation, pp. 453-455.
  2. ^ a b c Každan, p. 186.
  3. ^ a b c d (DE) Ralph-Johannes Lilie, Friedhelm Winkelmann, Claudia Ludwig, Thomas Pratsch, Ilse Rochow, Arsaber (#600), in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, vol. 1, Berlino e New York, Walter de Gruyter, 1999, p. 193, ISBN 978-3-11-015179-4.
  4. ^ a b (EN) Leslie Brubaker e John Haldon, Byzantium in the Iconoclast Era c. 680-850: A History, Cambridge, Cambridge University Press, 2011, p. 361, ISBN 978-0-521-43093-7.
  5. ^ a b Každan, p. 1209.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica