Associazione nazionale della Polizia di Stato

L'Associazione Nazionale della Polizia di Stato (ANPS)[1], in passato Associazione Nazionale delle Guardie di Pubblica Sicurezza (ANGPS), è un ente morale italiano (D.P.R. 7 ottobre 1970 n. 820), con sede in Roma. Si trova sotto la vigilanza e la tutela del Ministro dell'interno. Ne è presidente onorario il capo della polizia in carica. L'Associazione fa parte integrante del Consiglio nazionale permanente delle Associazioni d'Arma iscritte all'Albo del Ministero della difesa, ai sensi del D.M. 5 agosto 1982.

Associazione Nazionale Polizia di Stato
AbbreviazioneANPS
TipoProtezione Civile
Fondazione30 settembre 1968
Sede centraleBandiera dell'Italia Roma
PresidenteMichele Paternoster
Sito web

Finalità modifica

È un'associazione apolitica nata con lo scopo di rafforzare l'unione tra il personale in servizio e quello in congedo e fornire assistenza morale e materiale agli iscritti; mantiene anche rapporti di collaborazione con tutte le altre associazioni d'arma.

Attività modifica

Iniziative istituzionali, quali partecipazione a cerimonie in ricordo dei caduti della Polizia di Stato, inaugurazione di monumenti e ogni altra cerimonia commemorativa; raduni nazionali, interregionali e regionali tra i propri soci; tutela e assistenza per i propri iscritti; attività ricreative, culturali e formative per i soci. Competenti e qualificati Gruppi di Volontariato e Protezione Civile, iscritti negli appositi registri nazionali e regionali, svolgono numerose attività di assistenza, vigilanza e soccorso, in collaborazione con enti e istituzioni. L'Associazione comunica con gli iscritti e gli interessati attraverso la rivista trimestrale Fiamme d'Oro e il sito www.assopolizia.it. Ai soci sono riservate particolari convenzioni con soggetti pubblici e privati.

Onorificenze modifica

«I soci dell'A.N.P.S. si sono impegnati, con innumerevoli iniziative di solidarietà e volontariato, nella vigilanza di istituti scolastici e spazi pubblici, nell'organizzazione di corsi di educazione e sicurezza stradale e nella diffusione della cultura della legalità tra i giovani. Con encomiabile dedizione e generoso altruismo, si sono prodigati nell'attività di soccorso delle persone colpite da calamità naturali e nell'assistenza a persone sofferenti e a famiglie socialmente disagiate, meritando l'unanime plauso e l'ammirata riconoscenza del Paese. Roma, 1968-2006»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 2006[2]

Note modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica