Atrani

comune italiano

Atrani è un comune italiano di 789 abitanti[2] della provincia di Salerno in Campania.

Atrani
comune
Atrani – Stemma
Atrani – Veduta
Atrani – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoLuciano De Rosa Laderchi (lista civica "Atrani Futura") dal 25-5-2014 (2º mandato dal 26-5-2019)
Territorio
Coordinate40°38′12.84″N 14°36′27.14″E / 40.6369°N 14.60754°E40.6369; 14.60754 (Atrani)
Altitudine21 m s.l.m.
Superficie0,12[1] km²
Abitanti789[2] (31-10-2023)
Densità6 575 ab./km²
Comuni confinantiAmalfi, Ravello, Scala
Altre informazioni
Cod. postale84010
Prefisso089
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065011
Cod. catastaleA487
TargaSA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona C, 973 GG[4]
Nome abitantiatranesi
Patronosanta Maria Maddalena
Giorno festivo24 febbraio, 22 luglio, domenica più vicina al 22 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Atrani
Atrani
Atrani – Mappa
Atrani – Mappa
Posizione del comune di Atrani all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Densità modifica

Con i suoi 0,1206 km² di superficie Atrani è il più piccolo comune italiano.[5] Il comune ha la più alta densità della provincia di Salerno.

Territorio modifica

Stretta tra il monte Civita ad est ed il monte Aureo ad ovest, Atrani si estende lungo la valle del fiume Dragone. I due colli formano, con la loro incombenza sulla vallata, un "antro" da cui deriva il nome di Atrani [6]. Il nome del fiume invece è di derivazione greca, e indicava la purezza delle sue acque[non chiaro].[6]

Il territorio urbano esaurisce quasi tutto il territorio del comune.

A sud, le case erano protette dal mare dal viadotto borbonico; avanti ad esso, ora, giace la spiaggia formatasi grazie alla costruzione di una scogliera artificiale. Il tessuto urbano sale arrampicandosi tra le ripide pendici dei due monti, ad est fino alla Chiesa della Maddalena che svetta imponente contro il mare e ad ovest fino alla galleria che conduce nel territorio di Amalfi. Le case formano un dedalo di scalinate e di slarghi, interrotti solo dalla piazzetta, con la Chiesa di San Salvatore de Birecto e con la fontana in stile moresco, e dal corso che copre il letto del fiume; questo labirinto urbano sale nella vallata fino a perdersi in terrazze coltivate a limoni, che sono tuttavia già territorio della città di Ravello.[6]

Clima modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Amalfi.

Il clima è di tipo mediterraneo, con inverni miti e piovosi ed estati moderatamente calde, assolate e quasi mai afose.

In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,8 °C.

Storia modifica

Le origini di Atrani sono ancora oggi sconosciute. Ricerche archeologiche hanno stabilito che nel I secolo d.C. lungo la Costa d'Amalfi esistevano delle ville romane, le quali furono, però, coperte dal materiale che, eruttato dal Vesuvio nel 79 d.C., si era depositato sui monti circostanti e da lì, in seguito, era franato a valle. Nel V secolo d.C., a seguito delle invasioni barbariche, numerosi romani fuggiti dalle città si rifugiarono prima sui Monti Lattari e successivamente, lungo le coste, ove crearono insediamenti stabili. La prima prova documentale dell'esistenza di Atrani è rappresentata da una lettera del papa Gregorio Magno al vescovo Pimenio datata 596.

Il Ducato di Amalfi si estendeva da Cetara a Positano comprendendo anche Agerola, Pimonte, Lettere, Capri e l'arcipelago delle Sirenuse (Li Galli). All'interno di questo territorio Atrani era un borgo che si fregiava del titolo di città, città gemellata di Amalfi e sede dell'aristocrazia. Ivi risiedevano: i Pantaleoni (la famiglia più ricca e potente di Amalfi); gli Alagno; i Comite Mauro; i Comite Iane; gli Augustariccio; i Viarecta. I suoi abitanti conservavano identità di Atranesi, a differenza di tutti gli altri abitanti del Ducato che erano denominati Amalfitani.

Solo agli amalfitani e agli atranesi era riservato il diritto di eleggere o deporre i capi del Ducato. Amalfi fu governata dapprima da conti, poi da prefetti, quindi da giudici ed infine da duchi (e non da dogi come erroneamente si dice). Il duca concentrava nella sua persona sia il potere civile che quello militare. Simbolo della sua potestà era un copricapo, il "Birecto", di cui i duchi venivano insigniti nella cappella palatina del San Salvatore de Birecto di Atrani.

Il borgo di Atrani era più esteso di quello attuale e protetto sui confini da imponenti fortificazioni. Si estendeva fino a Castiglione (oggi frazione del comune di Ravello), così chiamata da castellio, un grande castello situato sul promontorio ove sorge la collegiata di Santa Maria Maddalena Penitente. In località Civita era invece situato il Castello di Supramonte, distrutto dagli attacchi dei pisani tra il 1135 e il 1137. Vi era poi la torre costiera del "Tumulo" o di "San Francesco", costruita nel '500 ad opera di don Pedro Afán de Ribera per difendersi dai Turchi che, dopo la sconfitta della flotta cristiana a Gerba presso Tunisi, infestavano il litorale.

Gli atranesi collaborarono allo sviluppo economico-sociale del ducato. Rilevanti erano i pastifici e le fabbriche di tessuti che producevano sajette e drappi preziosi, per i quali gli atranesi detennero il vanto tra i centri della costiera. Essi furono particolarmente attivi nella zona orientale extra-ducato: a Paestum, a Cava de' Tirreni e a Vietri sul Mare.

Nel 987 Amalfi fu promossa a rango di arcidiocesi da papa Giovanni XV. Il primo arcivescovo fu l'atranese Leone di Sergio di Urso Comite.

Ad Atrani era fiorente la vita religiosa: circa trecento erano le chiese e le cappelle private. Il Monte Maggiore (oggi Monte Aureo) ospitava sei cenobi, i più antichi del Ducato.

Nella seconda metà del 1100, Manfredi, per punire gli atranesi di essersi schierati a favore del papa nella lotta tra papato e impero, inviò contro di loro 1000 marinai alessandrini. Gli atranesi fuggirono ad Amalfi e i mercenari si stabilirono nel borgo, che abbandonarono soltanto molti anni dopo (evento attribuito all'intercessione di Santa Maria Maddalena a cui gli atranesi si erano votati). Dell'occupazione rimangono tracce, ancora oggi, nella cadenza e in alcune parole del dialetto locale.

Il maremoto del 25 novembre 1343 (di cui ha lasciato un'efficace descrizione il Petrarca in una nota epistola delle Epistole Familiari) sommerse buona parte del litorale e pose fine allo splendore di Amalfi e di Atrani, già provate dalle continue incursioni dei pisani del XII secolo. Negli anni che seguirono, le sorti di Atrani furono legate a quelle di Amalfi, il cui ducato, oramai decaduto, venne inglobato nel principato di Salerno.

Nel 1643 la Grande Peste mieté numerose vittime anche ad Atrani.

Nel 1647, braccato dai soldati del viceré di Napoli, fece ritorno ad Atrani Masaniello, per nascondersi in quella che da allora viene chiamata "Grotta di Masaniello", una cavità poco distante dalla casa materna dell'eroe. Negli anni che seguirono non si registrarono nel borgo eventi particolari fino al 22 giugno 1807, data in cui Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, si recò in visita ufficiale in Costiera Amalfitana. Colpito dalle bellezze del luogo e da Amalfi e Atrani in particolare, promise di far costruire una strada che rendesse più facile l'accesso al Regno dei paesi della Costiera. Tale strada fu realizzata però per iniziativa di Gioacchino Murat a partire dal 1816, ma terminata solo nel 1854.

Alluvione del 2010 modifica

 
La spiaggia di Atrani dopo l'alluvione del 2010

Il 9 settembre 2010, in seguito ad una violentissima alluvione, il fiume Dragone ruppe gli argini ed esondò, invadendo la stradina principale della città. Colmo di fango, travolse tutto ciò che lo ostacolava, compresa la giovane Francesca Mansi, il cui cadavere fu ritrovato in mare solo il 2 ottobre 2010 nei pressi delle isole Eolie.[7] Altra vittima fu l'anziano Francesco Corvino, deceduto alcuni giorni dopo a causa delle conseguenze dell'alluvione.

Simboli modifica

Lo stemma del comune è uno scudo d'azzurro, attraversato dalla fascia d'argento, nella parte superiore è rappresentata la effigie della santa patrona Maria Maddalena d'oro, con le lettere S.M.M.P.[8] Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
La chiesa di San Salvatore de' Birecto
 
La cupola e il campanile della Collegiata di Santa Maria Maddalena

Chiesa di San Salvatore de' Birecto modifica

Costruita nel X secolo, la chiesa ha pianta quadrata con pronao antistante ed è suddivisa in tre navate con volte a botte. In origine era orientata ad ovest (con ingresso in Via Arte della Lana). In epoca barocca venne realizzata l'attuale facciata con l'orologio, la scalinata e l'atrio. Al tempo della Repubblica di Amalfi la chiesa era la cappella palatina dove venivano incoronati i duchi e dove si depositavano le loro ceneri.

Le testimonianze più antiche sono: una pietra tombale del XIV secolo raffigurante la nobil dama atranese Filippa Napolitano; una lastra marmorea del XII secolo raffigurante due pavoni. Il pavone, sacro a Giunone, era venerato da molti popoli orientali: in quanto simbolo della vanità e dell'orgoglio, ben rappresentava le qualità preponderanti nei nobili di Amalfi; era però anche simbolo di resurrezione; le porte di bronzo, realizzate nel 1087, donate alla chiesa dal nobile atranese Pantaleone Viarecta. Suddivise in formelle di pregevole valore artistico, contengono l'effigie di Cristo, quella della Madonna e di alcuni Santi. Attualmente sono custodite presso la chiesa di Santa Maria Maddalena.[9]

Chiesa dell'Immacolata modifica

Attigua alla chiesa di San Salvatore de Birecto, essa è costituita da un'unica navata con volta a botte. Curiosamente l'altare principale, in marmi policromi, è rivolto ad ovest, contrariamente al modello medievale. Incastonata nel muro vi è un'urna cineraria romana adibita a serbatoio d'acqua. Originariamente le porte di bronzo della chiesa di San Salvatore de' Birecto erano destinate ad essa.

Collegiata di Santa Maria Maddalena Penitente modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Collegiata di Santa Maria Maddalena Penitente.

Chiesa di San Michele Arcangelo ("Camposantino") modifica

Detta San Michele Fuori le Mura, perché situata all'esterno dell'antica cinta muraria della città, in prossimità della Porta Nord, al confine con Ravello. Fu costruita tra l'XI e il XII secolo (Salazaro), ricavandola da una cavità dal monte Civita. Vi si accede tramite una rampa di scale alla cui sommità è posto il campanile, sotto cui passa la via pedonale. L'interno della chiesa, di forma trapezoidale, mostra le pareti inclinate della roccia, occupate in lunghezza da tombe. La chiesa infatti era adibita a cimitero (fino al 1927) e fu una vera e propria fossa comune in occasione della pestilenza del 1656. Sull'altare, di stile barocco, è collocato un dipinto del Cretella datato 1930, raffigurante il Santo Guerriero. Alla sinistra dell'altare, una scala conduce ad una piccola cappella, molto simile alla III cappella dell'abbazia di Santa Maria de Olearia a Maiori.

Torre dello Ziro modifica

 
Torre dello Ziro, in alto a sinistra

La fortezza situata sul Monte Aureo, sovrasta le città di Amalfi e di Atrani e sorge sul territorio di Scala. Non si conosce la data certa di costruzione, ma l'impronta aragonese fa pensare al XV secolo. La torre risulta priva di entrate e si suppone che per accedervi si usassero delle scale levatoie. La struttura, fiancheggiata da bastioni e torrette, era in comunicazione con un altro castello posto a settentrione, nei pressi di Pontone. I ruderi di detto castello ancora oggi si possono vedere. Il nome Ziro deriverebbe: da Siri, cioè dei serbatoi scavati nel terreno e chiusi ermeticamente, di cui era dotata la torre; da San Salvatore de Ciro, che era un insediamento eremitico rupestre ubicato sotto la torre.

La fama della costruzione è legata alla vicenda di Giovanna la Pazza: Giovanna d'Aragona era figlia illegittima di Enrico, figlio a sua volta illegittimo di Ferdinando I d'Aragona. A dodici anni, nel 1490, si sposò con Alfonso Piccolomini, duca di Amalfi, che, ne 1498, la lasciò vedova e madre di due figli alla guida del ducato, che in quel tempo versava in cattive condizioni finanziarie. La giovane donna rimise in sesto il ducato e contro la volontà dei fratelli sposò Antonio Bologna, suo maggiordomo, con il quale visse una travolgente storia d'amore sulla cui intensità abbondano le cronache del tempo. I fratelli s'impegnarono a reprimere lo scandalo e, dopo alterne vicende e rocambolesche fughe, imprigionarono Giovanna (oramai soprannominata la Pazza) ed i suoi bambini nella Torre dello Ziro. Qui furono lasciati morire di fame o, secondo cronache più accreditate, sgozzati mentre il Bologna fu fatto pugnalare per mano di sicari. Tali eventi ispirarono a Matteo Bandello la XXIV delle sue novelle dalla quale poi furono tratte due tragedie: The duchess of Amalfi di John Webster e El Mayordomo de la Duquesa de Amalfi di Lope de Vega.

Chiesa della Madonna del Carmine modifica

Costruita nel 1601 su iniziativa di Scipione Cretella e Giambattista Vollaro, la chiesa presenta una facciata alquanto semplice; pregevole risulta invece il campanile realizzato in stile moresco. L'interno, decorato in stile Barocco, è costituito da un'unica navata con volte a botte. Sull'altare è collocato un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna, che la tradizione vuole derivante da un'edicola che sorgeva al posto della chiesa. L'edificio custodisce un presepe settecentesco, allestito durante le festività natalizie, i cui personaggi sono fedeli riproduzioni di uomini e donne atranesi dell'epoca. La collocazione e la grandezza delle statuine sono direttamente proporzionali al censo del rappresentato: erano infatti gli stessi cittadini a commissionare e pagare i personaggi. Vi erano poi i popolani che, anche se nullatenenti, occupavano un posto preminente nella rappresentazione: Catolla, Puparuolo, etc…., erano i loro nomi.

Grotta e casa di Masaniello modifica

In questa grotta la tradizione vuole che vi sia rifugiato per qualche tempo Masaniello, braccato dai soldati del viceré di Napoli. Storicamente accertato, invece, che la casa poco distante apparteneva alla famiglia materna di Masaniello, che quindi era per metà atranese.

Chiesa di Santa Maria del Bando modifica

Edificata nel X secolo in cima al monte Aureo. In seguito a restauri, eseguiti tra il XII ed il XIII secolo, presenta motivi decorativi tipici di quell'epoca. La chiesa è ad aula unica con una piccola sagrestia. Il pavimento messo in opera nel XIX secolo, è in maioliche quadrate a motivi geometrici, proveniente dalla collegiata di Santa Maria Maddalena. La chiesa è chiamata così perché la leggenda tramanda che la Vergine concesse la grazia ad un uomo, bandito ingiustamente e condannato all'impiccagione. L'episodio è ritratto nell'affresco quattrocentesco che sormonta l'altare, dove sono raffigurati la Madonna col Bambino e, sul lato sinistro, un uomo in procinto di essere impiccato. Secondo un'altra versione, il nome deriva dal fatto che da quell'alta rupe, grazie ad un'acustica particolare, venivano banditi al popolo i nomi degli eletti al ducato.

All'interno dell'edificio è conservata un'urna cineraria di marmo bianco, risalente agli anni della dinastia Giulio-Claudia, appartenuta ad un liberto di Claudio o di Nerone. L'epigrafe dell'urna testimonia l'affrancamento che un liberto imperiale concedeva ad una donna che, di conseguenza, assumeva il gentilizio della casa regnante divenendo, spesso, moglie del suo padrone (usanza particolarmente frequente nel periodo tra Augusto e Marco Aurelio).

Grotta dei Santi modifica

Al di sotto e poco distante dalla Torre dello Ziro troviamo la Grotta dei Santi. Una piccola cavità naturale, che si apre su un terrazzamento coltivato a limoni, dal perimetro di un quadrilatero irregolare e dalle pareti decorate da affreschi in stile bizantino, risalenti al XII secolo e raffiguranti i Quattro Evangelisti. Tale grotta è quello che rimane del monastero benedettino maschile dei Santi Quirico e Giulitta, fondato nel 986 dall'arcivescovo Leone I.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[10]

Etnie e minoranze straniere modifica

Al 31 dicembre 2007 ad Atrani risultano residenti 33 cittadini stranieri.[11]

Religione modifica

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana cattolica, appartenente all'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.

Festività atranesi modifica

 
Piazza Umberto I
  • Giovedì Santo: a sera, accompagnata dai 'Battenti', uomini incappucciati vestiti di bianco, la venerata statua del Santissimo Crocifisso viene portata in processione per le vie del paese, illuminato soltanto da torce. La processione raggiunge la vicina Amalfi, per poi tornare nella chiesa collegiata in tarda serata;
  • 13 giugno: per la festa di S. Antonio da Padova, la processione proveniente da Amalfi attraversa Atrani via terra e via mare, accompagnata dalla banda musicale. Con questo rito si apre la stagione estiva;
  • La festa di S. Maria Maddalena, patrona del paese, si tiene tre volte l'anno: il 24 febbraio, festa del miracolo (la caduta di un masso che miracolosamente non provocò vittime), il 22 luglio, festa liturgica, e la penultima domenica di ottobre, festa del patrocinio. Si tiene una processione per le vie del paese accompagnata dalla banda musicale, cui segue uno spettacolo pirotecnico;
  • L'ultima domenica di agosto si tiene invece la festa di S. Maria del Carmine, con una caratteristica processione che attraversa i vicoli della città, accompagnata dalla banda musicale;
  • L'8 settembre si tiene la festa di S. Maria del Bando, sul santuario a lei dedicato sul Monte Aureo, con una breve processione e due spettacoli pirotecnici, uno diurno e l'altro serale;
  • Il 25 dicembre, poco dopo la mezzanotte, contemporaneamente alla deposizione della statuetta di Gesù Bambino nel presepe della chiesa collegiata, si tiene la calata della stella di bengala dal Monte Aureo al centro del paese, accompagnata da uno spettacolo pirotecnico e dal suono delle zampogne e delle ciaramelle.

Cultura modifica

Atrani è iscritto nella lista dei patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO (in quanto parte della Costiera amalfitana) e in quella dei borghi più belli d'Italia.

Per la bellezza dei vicoletti, degli archi, dei cortili, delle piazzette, delle caratteristiche “scalinatelle”, delle abitazioni, poste l'una sull'altra, per l'atmosfera suggestiva della sera, quando le luci sono accese, Atrani è stato più volte adoperato come set cinematografico per film e spot pubblicitari.

Atrani è rappresentata nell'opera Metamorfosi II, xilografia realizzata tra il 1939 e il 1940 da Maurits Cornelis Escher, in cui il paesaggio del borgo è parte di un ciclico processo di trasformazione di elementi naturali e geometrici.[12]

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Le strade statali e provinciali che attraversano il territorio comunale sono:

Mobilità urbana modifica

I trasporti urbani e interurbani di Atrani vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalla società SITA.

Amministrazione modifica

Sindaci modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Eugenio Amodeo centro Sindaco
13 giugno 1999 12 giugno 2004 Eugenio Amodeo centro-sinistra Sindaco
13 giugno 2004 25 maggio 2014 Nicola Carrano lista civica Sindaco
25 maggio 2014 in carica Luciano De Rosa Laderchi lista civica Atrani Futura Sindaco

Altre informazioni amministrative modifica

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.

Note modifica

  1. ^ ISTAT - Superficie dei comuni, province e regioni al Censimento 2011
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 ottobre 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ La superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane
  6. ^ a b c prof. Giuseppe Gargano, La città davanti al mare.
  7. ^ Alluvione Atrani: trovato alle Eolie il corpo di Francesca Mansi, in NapoliToday. URL consultato il 3 agosto 2017.
  8. ^ Lo stemma, su Comune di Atrani. URL consultato il 20 agosto 2022.
  9. ^ chiesa San Salvatore, su chiesasansalvatoredebirecto.it. URL consultato il 17 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2016).
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. ^ Dati Istat, su demo.istat.it. URL consultato il 25 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2011).
  12. ^ Gerardo Russo, Escher e la Costiera Amalfitana: una perpetua metamorfosi tra realtà e fantasia, su storienapoli.it, 23 agosto 2021.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN243222094 · GND (DE7566763-0
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