Aulo Aternio Varo Fontinale
Aulo Aternio Varo Fontinale (fl. V secolo a.C.) è stato un politico romano del V secolo a.C.
Aulo Aternio Varo Fontinale | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Aulus Aternius Varus Fontinalis |
Gens | Aternia |
Consolato | 454 a.C. |
Consolato
modificaAulo Aternio Varo fu eletto console nel 454 a.C. insieme al collega Spurio Tarpeio Montano Capitolino.[1]
Durante quell'anno non si registrarono scontri con le bellicose popolazione vicine.
Sul fronte interno i consoli dell'anno precedente, Gaio Veturio Cicurino e Tito Romilio Roco Vaticano, furono condannati a pagare un'ingente pena pecuniaria, perché avevano versato l'intero bottino ricavato nella battaglia contro gli Equi all'erario, senza che i soldati avessero la loro parte.
Nonostante questo fatto, che i patrizi vissero come un oltraggio alla loro classe, a Roma si instaurò un nuovo clima di collaborazione, per il quale i tribuni della plebe decisero di non riproporre la Lex Terentilia, che venne così definitivamente accantonata.
La contesa tra plebei e patrizi si spostò allora sul terreno di chi potesse proporre le leggi, iniziativa fino ad allora esercitata solo dai patrizi. Vista la distanza tra le due posizioni, con i patrizi che volevano negare ai plebei questa prerogativa, si decise di inviare Spurio Postumio Albo, Aulo Manlio e Sulpicio Camerino ad Atene per trascrivere le leggi di Solone, per poter studiare a Roma le leggi e istituzioni greche.[2]
Note
modificaBibliografia
modificaFonti primarie
modifica- Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro III.
- Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro X.
Voci correlate
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