Ave, Caesar, morituri te salutant

locuzione latina
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Disambiguazione – "Morituri te salutant" rimanda qui. Se stai cercando il romanzo di Danila Comastri Montanari, vedi Morituri te salutant (romanzo).
Disambiguazione – Se stai cercando il quadro di Jean-Léon Gérôme, vedi Ave Caesar, morituri te salutant.

Ave, Caesar, morituri te salutant (pronuncia classica o restituta: [ˈaweː ˈkae̯sar moriˈtuːriː teː saˈluːtant], lett. "Ave, Cesare, quelli che stanno per morire ti salutano") è, per tradizione, considerata la frase latina che i gladiatori indirizzavano all'imperatore prima dell'inizio dei giochi gladiatòri.

L'Ave Caesar, morituri te salutant indirizzato dai gladiatori a Vitellio, nella visione artistica di Jean-Léon Gérôme (1859)

Equivoci modifica

Una tale tradizione non ha attestazioni letterarie se non in Svetonio, De Vita Caesarum, 5 (Divus Claudius), 21, 6.

L'originale svetoniano è tuttavia leggermente diverso dalla forma tramandata: "Ave imperator, morituri te salutant!"[1]. L'invocazione è rivolta all'imperatore Claudio ed è pronunciata non da gladiatori ma dai condannati a morte che in un'occasione unica e molto particolare, l'inaugurazione dei cunicoli di Claudio per prosciugare nel 52 il lago Fucino, si apprestavano a partecipare alla naumachia appositamente indetta dall'imperatore romano[2].

L'interpretazione tradizionale è quindi da considerarsi molto probabilmente errata o modificata, in assenza di ulteriori attestazioni a supporto.

Note modifica

  1. ^ Testo latino e traduzione inglese su LacusCurtius
  2. ^ Domenico Carro, Morituri Te Salutant, su romaeterna.org, Romaeterna. URL consultato il 24 gennaio 2019.

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