Ba' al Zebub

antica divinità dei filistei, poi ritenuta un demone da ebrei e cristiani

Ba' al Zebub o Baʿal zĕbūl (in ebraico: בעל זבוב, Signore delle mosche ) era una divinità di Ekron, città di Filistei[1]. Beelzebub (pron. be-elzebùb, AFI: /beelʣeˈbub/[2][3]), adattato in italiano come Belzebù (/belʣeˈbu/[4]), è il nome che la Vulgata assegna alla divinità filistea.

Statuina di Ba'al trovata ad Ugarit, oggi al museo del Louvre di Parigi.

Nel Secondo libro dei Re, Ba' al Zebub appare come divinità invocata dal re d'Israele Acazia, malato, per sapere se sarebbe guarito, suscitando l'ira e la maledizione del profeta Elia[5]. Di questo demone non è noto nulla, all'infuori di quanto ne scrive la Bibbia.

Carattere

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Due interpretazioni del carattere della divinità — non necessariamente in contrasto — sono presenti nella letteratura biblica. In una prima interpretazione, si tratta di un dio che controlla la Porta verso l'Oltretomba e che quindi deve avere potere sulla vita e sulla morte, ovvero sulla guarigione o la morte di malattia, come attesta il suo carattere filisteo di dio guaritore/portatore di malattie.

Signore delle mosche

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Ba' al Zebub potrebbe essere il vero titolo del dio, in quanto interpretabile come "Signore delle mosche"[6], ossia delle malattie e della salute; un carattere simile al mesopotamico Nintu con le mosche[7]. Karl Arvid Tångberg ipotizzò che il nome Baʿal Zebūb potesse avere il significato di "[Statua] di Ba'al con [ornamenti] di mosche"[8], «alla stessa stregua quindi della creatura mesopotamica "Nintu con le mosche"» chiosava Wolfgang Herrmann, dell'Università di Stoccarda[9]. Friedrich W. A. Baethgen, in Beiträge zur semitischen Religionsgeschichte, ipotizzò che le mosche — che si manifestano nella stagione estiva — fossero simboli del calore solare col quale Baal è in stretta relazione, fossero da ritenere animali sacri[10]. Ciò viene comparato in Dictionary of Deities and Demons in the Bible (DDD) coll'epiteto attribuito dai greci a Zeus (oltre che ad Eracle[11]), in quanto guaritore ossia ὰπόμυιος (àpómuios; Pausania, Graeciae Descriptio V 14,1[12]) «che caccia (ὰπό, àpó allontana da, separa da) le mosche»;[11][13] oltre che la conoscenza in Arcadia ed Elide d'un ἤρως μυιαγρος (heros muiagros; Pausania VIII 26,7: concernente principalmente l'allontanamento delle mosche tramite sacrifici,[14] e Plinio[15][16]), divinità[17] che distruggeva le mosche[11].

Questo carattere di divinità capace di mandare, e quindi sanare, le infermità, spiegherebbe, secondo questa interpretazione, il motivo per cui il re d'Israele Acazia si fosse rivolto a Baal-Zebub anziché a Yahweh.

Nel Secondo libro dei Re 1,2[18] è riportato:

(LA)

«ceciditque Ohozias per cancellos cenaculi sui quod habebat in samaria et aegrotavit misitque nuntios dicens ad eos ite consulite Beelzebub deum Accaron utrum vivere queam de infirmitate mea hac»

(IT)

«Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest'ordine: "Andate e interrogate Baal-Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità"»

Signore della Soglia

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Giovanni Garbini identifica questa divinità, sulla scorta del biblista Thomas Kelly Cheyne, con un Ba' al Zəbûl, Il signore della Soglia (dell'Aldilà), che la Bibbia nomina spesso spregiativamente, con un gioco di parole, come Ba' al Zebub, "Il signore delle mosche". Nella prima cultura ebraica[19][20] le mosche sono viste come qualcosa di fastidioso[13], al posto del nome autentico di Baʿal zĕbūl, bʿl zbl, ossia "Baal il principe" (signore/principe Baal, dall'accadico zbl, "principe"[21]) dio ctonio in grado di aiutare in casi di malattie[13]:

«Nell'ebraico dell'AT compare l'espressione Baʿal zĕbūb ("signore delle mosche"), probabilmente come trasformazione spregiativa di Baʿal zĕbūl ("principe Baal")»

Nella versione greca dell'Antico Testamento, la Septuaginta, il nome ebraico del dio di Ekron, בעל זבוב (Baʿal zĕbūb, "Baal di ciò che vola") è reso come βααλ μυιαν (Baal muian, "Baal delle mosche"), mentre nella versione greca dei vangeli il nome del principe dei demòni è βεελζεβοὺλ (Beelzeboul)[13].

La variante Baalzebul del nome è in effetti ampiamente attestata nella letteratura antica, ivi compreso il testo greco del Vangelo[22], e in Lingua ugaritica è attestato un'espressione zbl b'l col significato di "signore della terra". Viene attribuita al "principe" dei demòni citato nei vangeli[23], ad esempio nel Vangelo secondo Matteo 12,24:

(LA)

«Pharisaei autem audientes dixerunt hic non eicit daemones nisi in Beelzebub principe daemoniorum»

(IT)

«Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: "Costui scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni»

Da Ba' al Zebul a Belzebù

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Un'illustrazione dell'edizione di Henry Altemus del The Pilgrim's Progress di John Bunyan, pubblicato nel 1678

Con il nome biblico Ba' al Zebub è entrato nella cultura cristiano-occidentale ed islamica come entità diabolica suprema: Beelzebub, uno dei "sette prìncipi dell'Inferno", ed è spesso identificato dalla tradizione cristiana con Satana, ovverosia "Avversario" in ebraico[24].

Sviluppo successivo

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Tenendo presente che Beelzebub/Beelzebul inteso come "demonio" è, fin dalle origini, esclusivo della letteratura cristiana, la sua presenza, in questa qualità, la si riscontra anche nella successiva cultura religiosa ebraica aschenazita tardo medievale ma sempre come frutto di una influenza della demonologia cristiana.[25]

Nella cultura di massa

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Nella webserie animata Helluva Boss, Beelzebub è una dei sette peccati capitali, personificazione della gola; è femmina ed è una volpe alata estroversa e amante delle feste. Come gli altri peccati, è tra gli esseri più forti dell'Inferno, nonostante differisca completamente dall'aspetto descritto nel Secondo libro dei Re.

Nel videogame The Binding of Isaac Beelzebub è una delle varie trasformazioni ottenibili da Isaac.

Nella serie di Netflix "Exploding Kittens" Beelzebub è rappresentata come protagonista/antagonista che, come Dio, è stata trasformata in gatto e mandata sulla terra per interagire con gli essere umani come conseguenza del suo pessimo andamento come CEO dell'Inferno. Nella serie, Beelzebub è figlia di Satana e un'umana.

  1. ^ (EN) David Mandel, Who's Who in the Jewish Bible, Jewish Publication Society, 1º gennaio 2010, p. 53, ISBN 978-0-8276-1029-3. URL consultato il 28 agosto 2023.
  2. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Beelzebub", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  3. ^ Luciano Canepari, Beelzebub, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Belzebù", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ 2Re 1-2, su laparola.net.
  6. ^ "Signore/Dio degli insetti" la versione greca detta la Septuaginta dove il nome di Ba'al zĕbūb è reso direttamente come βααλ μυιαν, "Baal delle mosche".
  7. ^ (EN) Karel van der Toorn, Bob Becking e Pieter Willem van der Horst, Dictionary of Deities and Demons in the Bible, Wm. B. Eerdmans Publishing, 1999, p. 154, ISBN 978-0-8028-2491-2. URL consultato il 28 agosto 2023.
  8. ^ (EN) Arvid Tångberg, A Note on Baʿal-Zĕbub in 2 Kgs 1,2,3,6,16, in Scandinavian Journal of the Old Testament, vol. 6, 1992, pp. 293-6, DOI:10.1080/09018329208584997.
  9. ^ (EN) E. J. Brill (a cura di), Baal-Zebub, in Dictionary of Deities and Demons in the Bible, Leida-Nuova York-Colonia, p. 154.
  10. ^ (DE) Friedrich Robarts, Beiträge zur semitischen Religionsgeschichte : der Gott Israel's und die Götter der Heiden, Berlino, H. Reuther's Verlagsbuchhandlung, 1888, p. 25. URL consultato il 31 agosto 2023.
  11. ^ a b c (FR) Pierre Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue grecque (PDF), 2 voll., Parigi, Klincksieck, 1968-80, p. 719.
  12. ^
    (EL)

    «Φασὶ δὲ Ἡρακλεῖ τῷ Ἀλκμήνης θύοντι ἐν Ὀλυμπίᾳ δι' ὄχλου μάλιστα γενέσθαι τὰς μυίας· ἐξευρόντα οὖν αὐτὸν ἢ καὶ ὑπ' ἄλλου διδαχθέντα Ἀπομυίῳ θῦσαι Διί, καὶ οὕτως ἀποτραπῆναι τὰς μυίας πέραν τοῦ Ἀλφειοῦ. Λέγονται δὲ κατὰ ταὐτὰ καὶ Ἠλεῖοι θύειν τῷ Ἀπομυίῳ Διί, ἐξελαύνοντες τῆς (Ἠλείας) Ὀλυμπίας τὰς μυίας.»

    (IT)

    «Si racconta anche che Eracle, figlio d'Alcmena, sacrificando un giorno a Zeus, in Olimpia, fu così incomodato dalle mosche, che sul posto, sia di sua propria iniziativa, sia per il consiglio di qualcuno degli assistenti, immolò una vittima a Zeus Apomyios; e il sacrificio non era ancora terminato, che videro tutte le mosche volare al di la dell'Alfeo»

  13. ^ a b c d (EN) Karel van der Toorn, Bob Becking e Pieter Willem van der Horst, Baal Zebub, in Dictionary of Deities and Demons in the Bible, Wm. B. Eerdmans Publishing, 1999, p. 155, ISBN 978-0-8028-2491-2. URL consultato il 31 agosto 2023.
  14. ^
    (EL)

    «Τῆς δὲ Ἀθηνᾶς τὸ ἄγαλμα πεποίηται χαλκοῦ, Ὑπατοδώρου {τε} ἔργον, θέας ἄξιον μεγέθους τε ἕνεκα καὶ ἐς τὴν τέχνην. Ἄγουσι δὲ καὶ πανήγυριν ὅτῳ δὴ θεῶν, δοκῶ δὲ σφᾶς ἄγειν τῇ Ἀθηνᾷ· ἐν ταύτῃ τῇ πανηγύρει Μυάγρῳ προθύουσιν, ἐπευχόμενοί τε κατὰ τῶν ἱερείων τῷ ἥρωι καὶ ἐπικαλούμενοι τὸν Μύαγρον· καί σφισι ταῦτα δράσασιν οὐδὲν ἔτι ἀνιαρόν εἰσιν αἱ μυῖαι.»

    (IT)

    «La statua di Minerva in bronzo è l'opera d'Hypatodorus, essa merita d'essere vista sia a causa della grandezza che dell'esecuzione. Essi hanno anche una festa in onore di non so quale divinità, credo tuttavia che sia di Minerva; essi sacrificano da principio all'eroe Myiagrus; a cui indirizzano delle preghiere durante il sacrificio, chiamandolo per nome; fatto questo, le mosche non li infastidiscono più.»

  15. ^
    (LA)

    «inuocant et Aegyptii ibis suas contra serpentium aduentum, et Elei Myacoren deum muscarum multitudine pestilentiam adferente, quae protinus intereunt quam litatum est ei deo.»

    (IT)

    «Gli egiziani invocano anche il loro ibis ('ibis religiosa') contro l'incursione dei serpenti, e gli Elleni il dio Myagros (scaccia-mosche) contro le mosche, che per loro moltitudine portano pestilenze, e che muoiono sacrificando a questo dio.»

  16. ^
    (LA)

    «nullum animal minus docile existimatur minorisue intellectus; eo mirabilius est Olympiae sacro certamine nubes earum immolato tauro deo, quem Myioden uocant, extra territorium id abire.»

    (IT)

    «Si pensa che nessun animale non è meno docile e meno intelligente che la mosca, ciò deve farci maggiormente ammirare il prodigio degli sciami di mosche che, nei giochi sacri d'Olimpia, dopo l'immolazione del toro al dio nominato Myiodes, abbandonano tutto il territorio.»

  17. ^ per la significazione religiosa di ἤρως, oltre che eroe/i, come divinita, semio-dio, si veda voce corrispettiva in Dictionnaire étymologique de la langue grecque, Pierre Chantraine, p. 417 (pdf da archive.org p. 431).
  18. ^ Tale divinità filistea compare per sole altre tre volte (I,3,6,16) e sempre nel medesimo racconto riguardante l'infermità di Acazia.
  19. ^ Isa 7:18, su laparola.net.
  20. ^ Qoh 10:1, su laparola.net.
  21. ^ Cfr. anche e ad esempio:

    «The latter title has a biblical echo in the corrupted form Baal-Zebub (II Kings 1:2ff.), from an original Baal-Zebul, which is preserved in this form in the New Testament (Matt. 10:25, 12:24; Mark 3:22; Luke 11:15, 18).»

    Ma anche

    «La derivazione da Baal-Zebub il "signore delle mosche", non è sicura; ed è più probabile che significhi "Baal il principe" (zebul significa principe, il che corrisponde all'idea di Dio fenicia»

  22. ^ Mat 10:25 / 12:24-27, su laparola.net.
  23. ^ Sempre come principe dei demòni Beelzebub compare nella versione latina dei vangeli di Matteo, XII, 24.27; Marco III,22; Luca, XI, 18-19. Beelzebub, inoltre, compare con appellativi analoghi in Matteo, X, 25 ("padrone di casa") e in Luca XI, 15 ("capo dei demoni").
  24. ^

    «Since both Satan in Hebrew (śātān) and devil in Greek (Διάβολος) have the meaning of adversary, accuser, and slanderer, the peculiar Gospel name for the same evil spirit may rightly be surmised to have the same meaning. The form Beelzebub cannot be disconnected from the Aramaic word beʿel-debābā, which has precisely the same meaning as the above-mentioned Hebrew and Greek words (i.e., adversary, accuser, Satan) and is itself a loanword from the Akkadian term bêl dabābi (literally ‘‘master of speech,’’ but in usage, ‘‘litigant, adversary in a lawsuit’’).»

  25. ^

    «The Ma’aseh Bukh (in Yiddish; English translation by M. Gaster, 1934) lists numerous details about this Jewish-Ashkenazi demonology of the later Middle Ages. In addition to current popular beliefs, elements originating in scholarly magic literature as well as the names of demons whose origins were in Christian magic were introduced from Christian demonology. These spread, not later than the 15th century, among the Jews of Germany. Demons such as Astarot, Beelzebub (in many forms), and their like became fixtures in incantations and lists of demons. A detailed kabbalistic system of demonology is found at the time of the expulsion from Spain in the book Ha-Malakh ha-Meshiv.»

Bibliografia

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  • Giovanni Garbini, I filistei: gli antagonisti di Israele; in appendice: I documenti filistei. Milano: Rusconi 1997, ISBN 88-18-88046-2
  • (EN) Gerhard Kittel, Geoffrey William Bromiley, Gerhard Friedrich, Theological dictionary of the New Testament, Wm. B. Eerdmans Publishing, 1971, volume 7, p. 41, nota 42 (sulle attestazione dell'uso di zbl b'l in ugaritico).
  • (EN) E. C. B. MacLaurin, Beelzeboul, "Novum Testamentum", Vol. 20, Fasc. 2 (Apr., 1978), pp. 156-160. Consultabile qui..
  • (EN) Aicha Rahmouni, Divine Epithets in the Ugaritic Alphabetic Texts, Brill, Leiden 2008, pp. 159-161 (sull'uso di zbl b'l ).
  • (EN) K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst, Dictionary of deities and demons in the Bible DDD, Wm. B. Eerdmans Publishing, 1999, pp. 154-156, s.v. : Ba'al Zebub, con ulteriore bibliografia. Visionabile su Google books qui.

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