Balad (partito politico)
Balad, acronimo di Brit Le'umit Demokratit (in arabo التجمع الوطني الديمقراطي?, al-Tajammuʿ al-Waṭanī al-Dīmūqraṭī; in ebraico ברית לאומית דמוקרטית?, Assemblea Nazionale Democratica), è un partito politico israeliano.
Balad | |
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(AR) التجمع الوطني الديمقراطي (HE) ברית לאומית דמוקרטית | |
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Leader | Sami Abu Shehadeh |
Stato | ![]() |
Sede | Nazareth |
Fondazione | 1995 |
Ideologia | Nazionalismo arabo[1] Secolarismo[2] Nazionalismo di sinistra Antisionismo Socialdemocrazia[3] |
Collocazione | Sinistra |
Coalizione | Lista Comune (2015-2022) |
Seggi Knesset | 0 / 120
|
Sito web | www.altajamoa.org |
Ideologia Modifica
Balad rivendica una piattaforma politica tesa a trasformare Israele in una democrazia per tutti i cittadini, a prescindere dalla loro identità nazionale o etnica[4]. Si oppone all'idea di uno Stato unicamente ebraico e sostiene la natura binazionale di Israele.
Si batte quindi per affinché i palestinesi ottengano lo status di minoranza nazionale e abbiano pieno riconoscimento dei diritti all'autonomia culturale, educativa e comunicativa[4].
Supporta la definizione di due Stati sulla base dei confini definiti prima della Guerra dei sei giorni, con la costituzione di un unico Stato di Palestina (composto da Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est) e l'attuazione della Risoluzione 194 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi[4].
A differenza di Hadash, Balad si oppone alla cooperazione con qualsiasi partito sionista, compresi quelli di sinistra e pacifisti come Meretz.[3][5]
Balad annovera tra i propri membri arabi di tutte le religioni e numerosi ebrei.[3]
Storia Modifica
Il Balad venne fondato nel 1995 da un gruppo di giovani intellettuali arabo-israeliani guidato da Azmi Bishara[6]. Alle Elezioni parlamentari in Israele del 1999 forma un ticket con il partito Ta'al di Ahmad Tibi e ottenne due seggi.
Prima delle elezioni del 2003 il Comitato Elettorale Centrale decide a maggioranza, con lo scarto di un voto, di vietare al partito di concorrere, accusandolo di supportare il terrorismo.[7] Bishara risponde riaffermando la propria convinzione circa il diritto delle persone che subiscono l'occupazione a combatterla, precisando di non aver mai invocato la lotta armata contro Israele e di non supportare la violenza. L'interdizione venne rimossa dalla Corte suprema[7] e il partito ottiene nuovamente 3 seggi.
Alle elezioni del 2006 Balad conferma nuovamente i suoi 3 seggi.
Nel gennaio 2009 il Comitato Elettorale Centrale vota nuovamente a maggioranza (questa volta con 26 voti contro 3) di impedire al Balad la partecipazione alle elezioni del 2009 con l'accusa di non riconoscere lo Stato di Israele e di fomentare il terrorismo. Il partito risponde denunciando la strumentalizzazione del clima di guerra scaturito dall'Operazione Piombo fuso e la Corte suprema sconfessa la decisione del Comitato Elettorale[8]. Il Balad partecipa così alle consultazioni e ancora una volta ottiene 3 seggi.
Alle elezioni del gennaio 2013 il partito ottiene per l'ennesima volta 3 seggi.
In occasione delle elezioni del 2015, quando la soglia di sbarramento viene alzata dal 2% al 3.25%, Balad stringe un'alleanza con Hadash, Ta'al e Lista Araba Unita per formare la Lista Comune[9], che ottiene 13 seggi alla Knesset, diventando il terzo partito e permettendo a Balad di confermare i suoi 3 seggi.
Alle elezioni dell'aprile 2019 Balad si presenta insieme alla Lista Araba Unita ed ottiene 2 seggi. Nelle successive tornate elettorali viene riconfermata l'alleanza dei 4 partiti arabi per presentarsi come Lista Comune[3], raggiungendo nel 2020 15 seggi.
Leader Modifica
- Azmi Bishara (1995–2007)
- Jamal Zahalka (2007–2019)
- Mtanes Shehadeh (2019–2021)
- Sami Abu Shehadeh (2021-)
Risultati elettorali Modifica
Elezioni | Voti | % | Seggi | +/- |
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1996 | Con Hadash | 1 / 120
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- | |
1999 | 66.103 | 1.9 | 2 / 120
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1 |
2003 | 71.299 | 2.26 | 3 / 120
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1 |
2006 | 72.066 | 2.30 | 3 / 120
|
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2009 | 83.739 | 2.48 | 3 / 120
|
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2013 | 97.030 | 2.56 | 3 / 120
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2015 | Nella Lista Comune | 3 / 120
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Aprile 2019 | Con Lista Araba Unita | 2 / 120
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1 | |
Settembre 2019 | Nella Lista Comune | 3 / 120
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1 | |
2020 | Nella Lista Comune | 3 / 120
|
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2021 | Nella Lista Comune | 1 / 120
|
2 | |
2022 | 138.093 | 2.90 | 0 / 120
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1 |
Note Modifica
- ^ [Ilan Peleg & Dov Waxman, Israel's Palestinians: The Conflict Within, Cambridge University Press, 2011, p. 62]
- ^ Amal Jamal, Arab Minority Nationalism in Israel, Routledge, 2011, p. 143
- ^ a b c d Aviad Houminer-Rosenblum, Joint List — 4 Arab parties on 1 slate — is poles apart but strong together, Times of Israel, 14 marzo 2020. URL consultato il 14 marzo 2020.
- ^ a b c http://www.balad.org/?id=138 Archiviato il 26 gennaio 2013 in Internet Archive. balad.org
- ^ Jack Khoury, The left is not doing Israeli Arabs any favors, in Haaretz, 8 marzo 2015. URL consultato il 14 giugno 2015.
- ^ Balad: A country of all its citizens, cultural autonomy for Arabs Haaretz Archiviato il 14 febbraio 2009 in Internet Archive.
- ^ a b Poll ban on Arab Israelis lifted BBC News, 9 gennaio 2003
- ^ Aviad Glickman, Arab parties win disqualification appeal, in Ynetnews, 21 gennaio 2009. URL consultato il 21 gennaio 2009.
- ^ Lazar Berman, Arab parties finalize unity deal, in The Times of Israel, 22 gennaio 2015. URL consultato il 14 giugno 2015.
Collegamenti esterni Modifica
- (AR) Sito ufficiale, su altajamoa.org.
- (EN) Sito ufficiale, su altajamoa.org.
- (HE) Sito ufficiale, su altajamoa.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 168340300 · LCCN (EN) n98951591 · J9U (EN, HE) 987007311144405171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n98951591 |
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