Barbara Rosenkranz

politica austriaca

Barbara Rosenkranz, nata Schörghofer (Salisburgo, 20 luglio 1958), è una politica austriaca, esponente del Partito della Libertà Austriaco.

Barbara Rosenkranz

Biografia modifica

È il Ministro provinciale dell'Edilizia e della Protezione degli Animali della Bassa Austria. È stata candidata presidente per il suo partito nelle elezioni presidenziali del 2010, dove ha ottenuto il 16% dei voti[1] contro il 78% di Heinz Fischer, presidente uscente.

Posizioni politiche modifica

Si autodescrive come conservatrice nazionalista. È una figura controversa della destra radicale in Austria. È stata una delle voci più critiche dell'Unione Europea, dell'immigrazione e delle leggi antinaziste austriache.[2][3][4] È conosciuta per le sue opinioni conservatrici sulla politica familiare e sociale.[5]

Politica sociale modifica

Rosenkranz sostiene opinioni conservatrici sull'immigrazione, la politica sociale e la famiglia. Osteggia il femminismo.[6] Nel suo libro MenschInnen, sostiene che il gender mainstreaming (l'emancipazione femminile nella vita pubblica) sia un tentativo di creare esseri umani senza genere. Allo stesso tempo, sostiene la parità di diritti tra uomini e donne.[7]

Rifiuta il matrimonio egualitario e sostiene che debbano potersi sposare solo uomini e donne tra loro.[8] Ha anche espresso affermazioni cospirative sul genere. Sostenendo l'esistenza di una cospirazione totalitaria di attivisti di genere che presumibilmente mirano a creare un nuovo tipo di essere umano - "una persona senza genere".[9] Ha sostenuto che tali piani sono perseguiti segretamente da un'élite accecata dall'ideologia, ignorante delle leggi della natura e della tradizione.[9]

Opinioni sull'Unione europea modifica

Barbara Rosenkranz è critica nei confronti dell'Unione Europea. Sostiene l'idea di un'Europa decentralizzata e stati nazionali.[10] Propone la reintroduzione dei controlli alle frontiere.[11]

Opinioni sul nazionalsocialismo modifica

Il marito di Rosenkranz, Horst Rosenkranz, pubblicò materiale di estrema destra e fu membro del Partito Nazionaldemocratico (Nationaldemokratische Partei) (NDP), un partito di estrema destra, sciolto e bandito dalla legislazione antinazista austriaca. Fu al centro di dibattito pubblico se lei condividesse le convinzioni di suo marito in relazione alle prese di posizione neonaziste. Alcuni media austriaci la soprannominarono "Madre del Reich".[3]

Nel 1995 denunciò per diffamazione il giornalista Hans-Henning Scharsach per essersi riferito a lei come un esempio di "Kellernazi", cioè una simpatizzante velata di credenze nazionalsocialiste. Ne seguì un processo che portò a una sanzione pecuniaria nei confronti di News, il giornale che pubblicò gli articoli di Scharsach. La decisione fu censurata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo come una violazione della libertà di parola,[12] ritenendola una questione di opinione e libertà di critica, evidenziando come l'atteggiamento di Rosenkranz nei confronti del passato nazista fosse del tutto ambiguo. I punti chiave della sentenza della Corte EDU sottolineò come Barbara Rosenkranz non si fosse mai allontanata dalle attività politiche di estrema destra del marito e che in passato avesse pubblicamente contestato la legge del Verbotsgesetz del 1947, che vieta la negazione dell'Olocausto.[13] Sia Scharsach che News ricevettero un risarcimento dei danni.[14]

Durante un'intervista con la radio austriaca (ORF) le fu chiesto se credesse nell'esistenza di camere a gas nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale, e lei rispose che aveva le conoscenza di un austriaco "andato a scuola in Austria tra il 1964 e 1976 - perciò questa è la mia conoscenza della storia e non ho alcun piano per cambiarla".[15] Questa risposta fu ritenuta "evasiva" e, in una successiva intervista a Die Presse, dichiarò che non vi fosse dubbio che durante il regime nazista furono commessi crimini terribili.[16]

Vita privata modifica

E' madre di dieci figli, quattro maschi e sei femmine.[17] Ha studiato storia e filosofia all'Università di Vienna senza ottenere la laurea.

Note modifica

  1. ^ Austria al voto, netta vittoria di Fischer: il presidente uscente al 78% dei voti.
  2. ^ Austria spooked by Nazi past in election, in BBC News, 23 aprile 2010.
  3. ^ a b Reich mother on the march in Hitler's homeland, in The Independent, London, 24 aprile 2010.
  4. ^ Phil Cain, 'Reich Mother' Barbara Rosenkranz revitalises far right in Austrian election, in The Guardian, London, 25 aprile 2010.
  5. ^ Copia archiviata, su salzburg.com. URL consultato il 24 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2011).
  6. ^ Die Presse: Barbara Rosenkranz: „Der Feminismus ist ein Irrweg“, 2 marzo 2010.
  7. ^ Barbara Rosenkranz: MenschInnen. Gender Mainstreaming – Auf dem Weg zum geschlechtslosen Menschen. Ares-Verlag, Graz 2008
  8. ^ (DE) Fragen an Barbara Rosenkranz, su meinparlament.at, 27 agosto 2008.
  9. ^ a b (EN) Aleksandra Cichocka, Marta Marchlewska, How a gender conspiracy theory is spreading across the world, su The Conversation. URL consultato il 24 marzo 2020.
  10. ^ meinparlament.at: Fragen an Barbara Rosenkranz (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2008)., 26. September 2008
  11. ^ FPÖ-NÖ: LR Rosenkranz: Grenzkontrollen sofort wiedereinführen (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2011)., 26 November 2009
  12. ^ Archived copy, su menschenrechte.ac.at. URL consultato il 28 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  13. ^ Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes: Rechtsextreme Funktionäre, Aktivisten und Ideologen. (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2010). Rechtsextremismus in Österreich. Accessed 2 March 2010.
  14. ^ Chamber judgment in the case of Scharsach and News Verlagsgesellschaft mbH v. Austria (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012)., Pressemitteilung des EGMR, 13 November 2003
  15. ^ Archived copy, su austrianindependent.com. URL consultato il 30 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2010).
  16. ^ Die Presse.com: [1], 7 März 2010
  17. ^ Roger Boyes, Rosenkranz rallies far Right on eve of Austria poll, in The Times, London, 24 aprile 2010.

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