Barbie

bambola statunitense
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Barbie è una linea di bambole tutte simili che hanno lavori diversi (nota come fashion doll) commercializzata da Mattel a partire dal 9 marzo 1959 e incentrata su una giovane donna statunitense.[1] Il nome esteso di Barbie è Barbara Millicent Roberts, nata a Willows nel Wisconsin. È la bambola più venduta al mondo ed elemento di punta della sua casa di produzione. Il prodotto della linea più venduto è stata la Totally Hair Barbie, con capelli acconciabili lunghi fino ai piedi della bambola, distribuita nel 1992. Barbie è stato anche il primo giocattolo ad avere una strategia di mercato basata massicciamente sulla pubblicità televisiva, strategia successivamente ripresa da altri; gli spot per molti anni sono stati caratterizzati dalla melodia di Georgy Girl, hit del gruppo musicale The Seekers. Si stima che oltre un miliardo di Barbie siano state vendute in almeno 150 nazioni, e la Mattel ha dichiarato che vengono vendute tre Barbie al secondo.[2]

Logo di Barbie dal 1959 al 1975, riutilizzato a partire dal 2009
Barbie in versione cuoca, con una delle sue sorelline

Storia modifica

 
La prima versione in assoluto della bambola Barbie. Venne introdotta sul mercato sia bionda che bruna nel marzo 1959
 
Terzo logo (1990-1999)
 
Sesto logo (2005-2009)

Mentre Ruth Handler (1916-2002) guardava sua figlia Barbara giocare con bambole di carta, si rese conto che spesso le piaceva dare alle bambole ruoli da adulti. All'epoca la maggior parte delle bambole rappresentava neonati. Intuendo che poteva trattarsi di una ottima scelta di mercato, Ruth suggerì l'idea di una linea di bambole dall'aspetto adulto a suo marito Elliot, cofondatore della casa di giocattoli Mattel. Inizialmente l'idea non sembrò entusiasmarlo molto ma, dopo che seppe di una bambola simile commercializzata in Germania (la Bild Lilli[3]), si disse d'accordo. Ruth, aiutata dall'ingegnere Jack Ryan, creò la prima Barbie, a cui fu dato il nome della figlia, Barbara. La bambola esordì nei negozi il 9 marzo 1959, con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda; successivamente però sarebbe apparsa quasi sempre bionda. Costruita in Giappone, nel primo anno ne furono venduti 350 000 esemplari. L'8 marzo 1974 venne prodotta per la prima volta a San Francisco una Barbie snodabile.

Mentre Barbie si rivelava uno dei giocattoli più venduti al mondo, Mattel ne accresceva il mito con una vera e propria biografia, assegnandole un nome completo, Barbara Millicent Roberts, oltre a una famiglia, un fidanzato (il connazionale Ken) e un gruppo di amici provenienti da vari Paesi, che costituivano un nuovo sistema di personaggi e relativi accessori da vendere a bambini e collezionisti.

Famiglia

Amici

  • Ken (nome ottenuto dall'elisione del nome Kenneth, altro figlio degli Handler), per molti anni il fidanzato di Barbie col quale lei non si è però mai sposata. Il loro amore sarebbe nato nel 1961 su un set televisivo. Il 13 febbraio 2004, dopo 43 anni di fidanzamento, Barbie e Ken hanno deciso di separarsi. Secondo la biografia scritta in questi lunghi anni dalla Mattel, Barbie è stata poi single per un periodo, nonostante un breve flirt con il giovanissimo surfista australiano Blaine. Nel febbraio 2011, la coppia è tornata insieme.[4][5]

La migliore amica di Barbie è Midge, un personaggio scomparso per molti anni e recuperato da Mattel solo nel terzo millennio. Midge è sposata con Alan, dal quale ha avuto tre figli. Tra le persone frequentate da Barbie ci sono i membri della Heart Family (nota in Italia come "Famiglia Cuore"), formata inizialmente da Todd - omonimo del fratello di Barbie - e sua moglie Tracy: i due, per qualche tempo vicini di casa di Barbie, hanno generato diversi figli, tra cui una coppia di gemelli (la Mattel ha poi finito per trasformarli in protagonisti di una linea ludica autonoma, lanciando anche le figure dei nonni e tutta una serie di accessori). Barbie ha molti amici di etnie differenti, i più importanti dei quali sono la chicana Teresa e la coppia di fidanzati afroamericani Christie e Steven. Non si può poi non far parola di Summer, la sorella di Blaine, ovvero colei che ha presentato il surfista a Barbie. L'elenco degli amici di Barbie comprende inoltre Julia (la prima bambola afroamericana della serie), Jamie, Casey, Stacey, Ginger (compagna di scuola di Skipper), Kelley, Cara, Marie Osmond (personaggio ispirato all'omonima cantante), PJ, Nikky, Nia, Whitney, Laura, Tara Lynn, Marina, Shani, Maoni, Lea, Kayla, Chelsie, Becky (una ragazza disabile), Tori, Nichelle. Ed è sua amica anche Raquelle, nonostante le due siano in competizione: Raquelle infatti è innamorata di Ken e vorrebbe soffiarlo a Barbie.

Altre informazioni

Barbie ha frequentato la Willows High School nella sua cittadina natale, Willows (Wisconsin), e la Manhattan International High School a New York (ispirata alla reale Stuyvesant High School). Parla 50 lingue ma non ha mai conseguito una laurea. Ha traslocato più volte e svolto le professioni più disparate. Barbie ha avuto 38 animali: gatti, cani, cavalli, un panda, un cucciolo di leone e persino una zebra e un'orca. Ha guidato decappottabili rosa, camper e molti altri veicoli. Possiede un brevetto di volo per aerei commerciali, sui quali ha lavorato anche come hostess.

Il 12 agosto 2004 Barbie ha annunciato la sua campagna elettorale per diventare presidente degli Stati Uniti, rappresentando il Partito delle Ragazze, con un vero e proprio programma messo per iscritto da Mattel.

Non è mancata una Barbie astronauta, uscita negli anni 80 con ottimi riscontri di vendite; nel 2021 la Mattel ne ha prodotto una nuova versione, avente stavolta il volto di una donna reale, Samantha Cristoforetti, la prima italiana inserita negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea.[6] Nello stesso anno la Mattel ha lanciato una Barbie con le fattezze della biologa britannica Sarah Gilbert, divenuta nota per aver messo a punto uno dei vaccini contro il COVID-19.[7]

Collezionismo modifica

  • Mattel ha stimato che esistono oltre 100.000 collezionisti di Barbie. Il 90% è donna, di un'età media di circa 40 anni, che acquista una ventina di nuove Barbie ogni anno. Il 45% di esse spende oltre 1000 dollari ogni anno per ampliare la collezione.[8]
  • Le prime Barbie sono quelle che hanno assunto il più alto valore commerciale, e mentre una Barbie nel 1959 veniva venduta per 3 dollari, la stessa Barbie è stata aggiudicata per 3552,50 dollari su eBay nell'ottobre 2004.[9]
  • La Mattel ha lanciato una particolare gamma di Barbie, prodotte specificatamente per i collezionisti, alcune delle quali in porcellana, ed altre ispirate a famose serie televisive come Star Trek[10][11], La famiglia Addams o I mostri.
  • La Mattel ha da lungo tempo intessuto uno stretto legame con il visore stereoscopico View-Master, incrociando così il collezionismo per lo stereoscopio con quello per la bambola. Per questo sistema sono stati realizzati, a partire dalla metà degli anni sessanta del XX secolo svariati set di dischetti, il primo e più celebre dei quali è Barbie around the World Trip, uscito per la Sawyer's, prima, e per la GAF, poi, con numero di catalogo B500, e distribuito anche in italiano con il titolo Barbie in giro per il mondo. A questo hanno fatto seguito svariati altri set, prodotti dalle case di giocattoli che hanno successivamente acquisito il marchio View-Master. Sono inoltre stati commercializzati altri gadget legati ai due storici marchi, specialmente una volta che la Mattel ha acquisito il View-Master in seguito all'incorporazione della Tyco Toys. Tra questi uno speciale visore View-Master Model L rosa, con il marchio Barbie in bianco, e una Barbie "Retro" View-Master, riedizione di una delle primissime Barbie, dotata di un mini visore View-Master Model G nero.

Controversie modifica

  • Nel settembre 2003 l'Arabia Saudita ha messo fuori legge la vendita delle bambole Barbie, trovandole non conformi con i principi dell'Islam. Il "Comitato per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione dal vizio" ha affermato che "le bambole ebree Barbie, con i loro abiti succinti e le loro pose peccaminose, sono il simbolo della decadenza del perverso occidente. State in guardia da lei".[12] In Medio Oriente è stata creata una bambola alternativa chiamata Fulla e simile a Barbie, ma disegnata per essere più accettabile nel mercato islamico. Fulla non è prodotta dalla Mattel, e Barbie è comunque disponibile nei negozi di altri paesi islamici, come la Tunisia e l'Egitto.[13] In Iran, Sara e Dara sono le bambole alternative alla Barbie.[14]
  • Nel corso degli anni il termine «Barbie» ha spesso assunto il significato dispregiativo di "ragazza di bell'aspetto ma priva di spessore e sostanzialmente stupida". In questo senso il termine è usato nell'adattamento italiano del film Mean Girls, e nella canzone Barbie Girl del gruppo danese Aqua, contro cui la Mattel ha intentato una causa per violazione del diritto d'autore. Nel luglio 2002, il giudice Alex Kozinski ha deciso che la canzone è protetta come parodia secondo il primo emendamento della costituzione degli Stati Uniti.[15][16]
  • Nel luglio 1992 la Mattel ha messo in commercio una Barbie parlante, programmata con varie frasi. Ogni esemplare in commercio poteva pronunciare solo una frase fra 270 possibili. Una di esse era "La matematica è difficile!". Questa frase ha suscitato il malcontento di un'associazione femminile universitaria, che ha portato la Mattel alcuni mesi dopo a rimuovere la frase incriminata dal prodotto, e ad offrire una sostituzione per i pezzi già venduti.[17]
  •  
    Barbie prima e dopo il 1997
    Una delle critiche più frequenti mosse contro la bambola è quella di promuovere una immagine della donna anatomicamente poco realistica, con il rischio conseguente che le bambine aspirino ad avere quel tipo di corpo, preludio dell'anoressia. Per tale motivo dal 1997, il corpo della Barbie è stato modellato affinché abbia un bacino più ampio.[18]
  • Nel marzo 2000 nei media si sono diffuse voci che dicevano che la plastica utilizzata per la fabbricazione di alcune Barbie contenesse delle sostanze tossiche, potenzialmente pericolose per i bambini che vi giocavano. L'accusa è stata smentita da un esperto.[19][20]
  • Nel dicembre 2005 la dottoressa Agnes Nairn dell'università di Bath in Inghilterra ha pubblicato una ricerca secondo la quale le adolescenti spesso passano per una fase di odio verso le proprie Barbie, arrivando a decapitarle o a metterle nel forno a microonde. La dottoressa Nairn ha affermato che si tratta di un rito di passaggio in cui si rifiuta il proprio passato.[21][22]
  • Nel giugno 2001 la MGA Entertainment lanciò sul mercato una nuova linea di fashion doll chiamate Bratz. Nel giro di pochi anni le Bratz conquistarono una grossa fetta di mercato, facendo di fatto calare la vendita di Barbie.[23] Per correre ai ripari la Mattel lanciò le My Scene, una linea di bambole, non del tutto dissimili dalle Bratz, e che vedevano fra le varie bambole del gruppo anche la stessa Barbie. Nell'aprile 2005, la MGA Entertainment ha intentato causa contro la Mattel, dichiarando che le My Scene sarebbero una copia delle Bratz. Attualmente si è in attesa del verdetto della corte della California.[24]
  • La Mattel invece ha citato in giudizio la MGA Entertainment e Carter Bryant, ex disegnatore di bambole per la Mattel, che avrebbe rivelato alla concorrenza alcuni segreti industriali della ditta.[25] Nel luglio 2008, la corte ha riconosciuto Bryant colpevole, in quanto avrebbe creato la maggior parte dei modelli per le bambole Bratz, mentre era ancora in servizio alla Mattel, nel 1999-2000. La sentenza pertanto ha permesso alla Mattel di ricevere un cospicuo risarcimento, per violazione di copyright da parte della MGA, nonostante tuttora questa compagnia neghi che le Bratz siano state create in base ai disegni di Bryant.[26]

Influenze nella cultura di massa modifica

Mostre modifica

Filmografia su Barbie modifica

Barbara "Barbie" Millicent Roberts
 
Barbie nella sigla di Barbie - Life in the Dreamhouse
UniversoFilm di Barbie
Lingua orig.Inglese
Autori
Studio
Editori
1ª app.
  • 9 marzo 1959 (come bambola)
  • 27 settembre 1987
1ª app. inBarbie Rockstar del 27/09/1987 (prima apparizione animata)
Editori it.
Interpretata daMargot Robbie (Barbie)
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
Alter egoVari
Specie
SessoFemmina
EtniaCaucasica
Luogo di nascitaWillows, Wisconsin
Data di nascita9 marzo 1959
ProfessioneVarie

Nel corso degli anni Barbie è stata protagonista di una prolifica serie di film d'animazione e di serie animate a lei dedicate.

Film d'animazione modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Barbie (serie di film).

Speciali televisivi modifica

Webserie modifica

Guest star modifica

Film live action modifica

Discografia su Barbie modifica

Album modifica

EP modifica

Singoli modifica

Merchandising modifica

Dischetti View-Master (parziale) modifica

Narrativa (parziale) modifica

  • Robert Sauber (illustratore), Barbie e lo Schiaccianoci, Mattel, 2001
  • Barbie Pollicina, Cart Junior

Videogiochi (parziale) modifica

Note modifica

  1. ^ 55 anni di Barbie in 55 foto e 1 video, su VanityFair.it, 31 marzo 2014. URL consultato l'11 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2017).
  2. ^ (EN) Vintage Barbie struts her stuff, su BBC NEWS, 22 settembre 2006. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2023).
  3. ^ In una intervista con M.G.Lord, l'autore di Forever Barbie, Ruth Handler disse di aver visto la bambola a Lucerna, Svizzera. Comunque, il libro puntualizza che in altre interviste la donna ha detto di averla vista a Zurigo o Vienna.
  4. ^ (EN) Passion over for Barbie and Ken, su BBC NEWS, 13 febbraio 2004. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2023).
  5. ^ (EN) CNN.com - Madeover Ken hopes to win back Barbie, 10 febbraio 2006. URL consultato il 9 agosto 2023.
  6. ^ Luciana Perrucci, Mattel: una Barbie astronauta con le fattezze di Samantha Cristoforetti, su tomshw.it, 24 luglio 2019. URL consultato il 9 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2023).
  7. ^ Chiara Pizzimenti, Una Barbie per Sarah Gilbert, madre del vaccino anti Covid, in Vanuty Fair, 5 agosto 2021. URL consultato il 6 agosto 2021.
  8. ^ Mattel lancia l'"Internet delle bambole" per salvare Barbie dalla crisi dei 50 anni, su repubblica.it.
  9. ^ Alcune Barbie nel corso degli anni hanno assunto un valore molto alto sia per la rarità sia per la massiccia richiesta o bellezza: tra queste spiccano la Barbie Hawaiian Superstar del 1978, una bambola mora con gli occhi di un acceso ombretto azzurro ed un costume hawaiiano arancio, uscita soltanto in Europa, la Snöprinsessa Barbie 1982, variante della Barbie Doll of the world Eskimo, uscita solo per il mercato svedese, quindi molto rara e quotata, la Barbie Doll of the world Italian 1979, il cui face mold si ispira al viso di Sophia Loren, Teresa Benetton Shopping 1991, anch'essa rara e ricercata. Scoop - Where the Magic of Collecting Comes Alive! - 1959 Blonde Ponytail Barbie Brings Over $3,000!. URL consultato il 12 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2006).
  10. ^ BarbieCollector.com - Welcome to the official Mattel site for Barbie Collector, su barbiecollector.com. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2012).
  11. ^ BarbieCollector.com - Welcome to the official Mattel site for Barbie Collector, su barbiecollector.com. URL consultato il 12 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2012).
  12. ^ (EN) "Jewish" Barbie Dolls Denounced in Saudi Arabia, su adl.org, 18 settembre 2003. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
  13. ^ Al-Ahram Weekly.
  14. ^ BBC News.
  15. ^ BBC NEWS.
  16. ^ (EN) Aqua Barbie Girl lyrics. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2011).
  17. ^ COMPANY NEWS: Mattel Says It Erred; Teen Talk Barbie Turns Silent on Math - NYTimes.com.
  18. ^ BBC News.
  19. ^ Vintage Barbie Dolls Can Be Dangerous To Your Health!. URL consultato il 12 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
  20. ^ Malibu Barbie, Holiday Barbie ... Toxic Barbie?.
  21. ^ BBC NEWS.
  22. ^ (EN) 'Babyish' Barbie under attack from little girls, study shows, su bath.ac.uk. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
  23. ^ BBC NEWS.
  24. ^ (EN) Bratz Doll Maker Files Lawsuit Against Mattel, su promomagazine.com, 19 aprile 2005. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2006).
  25. ^ (EN) Jacqui Goddard, Barbie takes on the Bratz for $500m (XML), su Telegraph.co.uk. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2008).
  26. ^ NATIONAL BRIEFING - washingtonpost.com.
  27. ^ (EN) Ruth Handler - Barbie's Mom, su goodbyemag.com. URL consultato l'8 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2007).
  28. ^ (EN) Who Made America? - Innovators - Ruth Handler.
  29. ^ Claudia Schiffer diventa una Barbie vestita Versace per Mattel, su vogue.it.
  30. ^ Roberto Brunelli, Intramontabile Barbie, in Stampa Reggiana, giugno-settembre 2016. URL consultato il 7 agosto 2023.
  31. ^ Anche sotto il nome di Barbie Entertainment, Mattel Playground Productions e Mattel Creations
  32. ^ Precedentemente noto come Mainframe Entertainment, Rainmaker Animation, Rainmaker Entertainment e Rainmaker Studios.
  33. ^ Chris Arrant, Technicolor Partners with Mattel for "Barbie: A Perfect Christmas", su cartoonbrew.com, 11 novembre 2011. URL consultato il 1º dicembre 2011.
  34. ^ Georgia Lepore, su Il mondo dei doppiatori.

Bibliografia modifica

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  • (FR) Frédéric Beigbeder, Mémoire de la mode : Barbie, Éditions Assouline, 2000, ISBN 2-84323-083-7.
  • (FR) Frédéric Beigbeder, Barbie, Éditions Assouline, 2007, ISBN 2-84323-784-X.
  • (FR) Billy Boy, Barbie : Sa vie, son époque et le Nouveau Théâtre de la Mode, Édita Lausanne, 1988, ISBN 2-88001-226-0.
  • (FR) Eric Chatillon, Barbie en France, 1963-1969, Les années jouets rationnels, Éditions Dollexpo, 2004, ISBN 2-9517840-1-5.
  • (FR) Jennie D'Amato, Barbie, une poupée mythique, Parigi, Naïve, 2009, ISBN 978-2-3502-1190-9.
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  • (FR) Marie-Françoise Hanquez-Maincent, D'un bord à l'autre de l'Atlantique, la poupée Barbie : de l'objet ludique au symbole idéologique, Paris 8, 1997. (tesi di dottorato)
  • (EN) M. G. Lord, Forever Barbie. The Unauthorized Biography of a Real Doll, Walker & Co, 2004.
  • (FR) Laura Jacobs, Sacrée poupée ! les mille et un visages de Barbie, Parigi, Abbeville Press, 1994, ISBN 2-8794-6050-6.
  • (FR) Dominique Le Dan, Barbie : Midge, Ken et les autres, Parigi, Amateur, 1998, ISBN 2-8591-7262-9.
  • (FR) Yona Zeldis Mcdonough, Barbie, Éditions Assouline, 2010, ISBN 2-7594-0569-9.
  • (FR) Anne Monnier, Barbie et la mode, Les Arts Décoratifs, 2016, ISBN 978-2-916914-60-2.
  • (FR) Laeticia Morey, Les poupées Barbie, Biarritz, Ed. du Pecari, 2005, ISBN 2-9128-4854-7.
  • (EN) Kathy Moreau, Poupées mannequins des années 1960, Éditions Dollexpo, 2002, ISBN 2-9517840-0-7.
  • (FR) Marie-Noëlle Terpend, La Filière du jouet. Document I, le cas Mattel : histoire et voyage de la poupée Barbie, Dossier Faim-développement, 1983.
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  • (FR) Marco Tosa, Barbie, 40 ans de magie, Presses de la Cité, 1999, ISBN 2-258-05046-4.
  • (DE) Dieter Warnecke, Barbie im Wandel der Jahrzehnte, Heyne, 1995, ISBN 3-4530-8738-0.
  • (EN) Kitturah B. Westenhouser, The Story of Barbie, Collector Books, 1994, ISBN 0-89145-595-7.

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