Bardahl Manufacturing Corporation

azienda statunitense operativa nel settore degli additivi chimici per motori e dei lubrificanti
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Bardahl è un'azienda statunitense operativa nel settore degli additivi chimici per motori e dei lubrificanti, fondata da Ole Bardahl nel 1939 a Seattle[1].

Bardahl Manufacturing Corporation
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1939 a Seattle
Fondata daOle Bardahl
Sede principaleSeattle
Persone chiave
  • Evelyn Bardahl McNeil, Presidente del CdA
  • Hugh McNeil, Presidente e CEO
  • Eric Bardahl Nicolaysen, Capo Ufficio delle Operazioni
SettoreChimico
ProdottiAdditivi per motori, lubrificanti
Sito webwww.bardahl.com

Storia modifica

Il primo prodotto messo sul mercato dalla Bardahl nel 1939 fu la Formula Polar Plus[2], un additivo al sistema di lubrificazione con lo scopo di ridurre l'attrito tra due metalli, al fine di migliorare il funzionamento dei motori anche in assenza di lubrificante. Tale prodotto venne posto sotto segreto militare dal governo degli Stati Uniti, poiché venne impiegato nei caccia, i quali, se colpiti da una raffica di proiettili alla coppa dell'olio, avrebbero comunque avuto la possibilità di effettuare l'atterraggio di emergenza. Nonostante una collaborazione di questo calibro, nei primi anni di vita Bardahl non guadagnò molto: nel primo anno i guadagni ammontarono a 188 $[3].

Finita la seconda guerra mondiale cessò l'esclusiva militare USA della Formula Polar Plus (il segreto militare permane ancora oggi) ed è da qui che ha inizio l'era d'oro della ditta: il prodotto fu introdotto all'interno di competizioni di interesse internazionale come Formula 1, Indycar, Unlimited Hydroplanes, World Rally Championship, Indianapolis 500 e Parigi-Dakar. A dimostrazione di questa ascesa, nel 1947, il fatturato dell'azienda si aggirò sui 200000 $, e soli 5 anni dopo, nel 1952, Bardahl si classificò come la terza azienda mondiale nel proprio settore. Negli anni seguenti, riuscì a diventare la marca di additivi e lubrificanti principale in America, grazie anche a degli spot televisivi che vinsero il premio per l'originalità e persino quello di miglior spot in campo commerciale, secondo la rivista Billboard nel 1953[4].

Nel 1957 vi fu la creazione di Miss Bardahl, un idroplano da competizione con numero U-4 (dal 1958 sostituito con U-40), che secondo Ole sarebbe stata un'ottima occasione per pubblicizzare la sua azienda[5]. Miss Bardahl fu protagonista di 27 vittorie, con 5 Gold Cup e 6 campionati nazionali; nel 1965 fu il primo idroplano a toccare le 116 miglia orarie (186 km/h), prima del ritiro nel 1969.

L'azienda rimane a conduzione familiare poiché alla scomparsa del fondatore nel 1989, Bardahl passò in mano alla figlia Evelyn Bardahl McNeill [6].

Attività sportiva modifica

500 Miglia di Indianapolis modifica

Nel 1955 la Bardahl collaborò con la Scuderia Ferrari per la realizzazione di una monoposto per gareggiare alla 500 Miglia di Indianapolis, denominata Ferrari Bardahl Special. Comprò un telaio Kurtis Kraft nel quale, a Maranello, vennero installati un motore Ferrari e il resto della componentistica; la vettura venne poi sviluppata e completata dalla OSCA. Come Bardahl Ferrari partecipò con due vetture alla 500 Miglia di Indianapolis 1956: oltre alla Ferrari Bardahl Special per l'italiano Nino Farina (numero di gara 9), venne iscritta la Ferrari 375 Indy, usata nel 1952 da Alberto Ascari, per lo statunitense Johnny Baldwin (numero di gara 91). Nino Farina partecipò alle prove ma non fece il suo tentativo di qualificarsi a causa di un temporale che allagò la pista, costringendo gli organizzatori a sospendere e poi annullare la qualifiche della giornata, non facendole più recuperare. Johnny Baldwin non si qualificò.[7][8] Al Herman si ritirò in gara con una Kurtis Kraf motorizzata Offenhauser iscritta come Bardahl Clancy.

Note modifica

  1. ^ (EN) The History of Bardahl (PDF), su bardahl.com, aprile 2016. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2017).
  2. ^ Il futuro di un grande passato, su bardahl.it. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2017).
  3. ^ (EN) Ole Bardahl, su elvibardahl.com. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2017).
  4. ^ (EN) Sarra, Aleksandar and Bardahl Tops an adds, su books.google.it, Billboard, 30 gennaio 1954. URL consultato il 12 settembre 2017.
  5. ^ (EN) Ole Bardahl to Motorsports Hall of Fame, su h1unlimited.com, 25 gennaio 2014. URL consultato il 12 settembre 2017.
  6. ^ (EN) Inga Bardahl, helped shape Ballard business, su community.seattletimes.nwsource.com, 27 maggio 2001.
  7. ^ (EN) Ferrari at Indy, Part 2, su velocetoday.com. URL consultato il 7 gennaio 2018.
  8. ^ (EN) Ferrari at Indianapolis: mutual love unanswered 1956: A 'hybrid' against one of Indy's most persistent jinxes [collegamento interrotto], su 8w.forix.com. URL consultato il 7 gennaio 2018.

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