Bartolomeo Coriolano

incisore italiano

Bartolomeo Coriolano (Bologna, 1590 o 1599[1][2]1676) è stato un incisore italiano del barocco.

Chiaroscuro in legno della Vergine e il Bambino di Bartolomeo Coriolano, (1630-1655) restaurato digitalmente.

Suo padre Cristoforo Coriolano e suo fratello Giovanni Battista Coriolano furono anch'essi incisori di legno, anche se c'è qualche dubbio sulla parentela tra Cristofaro e Bartolomeo Coriolano. Bartolomeo ebbe una figlia, Teresa Maria Coriolano, che divenne poi pittrice e incisore.

Coriolano fu allievo del pittore Guido Reni e modellò molte delle sue xilografie sulle opere del suo maestro, come era comune all'epoca. Coriolano fu uno stampatore tradizionale di xilografie che seguì lo stile tedesco di stampa. Fu popolare e di successo, anche se non fu un innovatore nella tecnica della stampa xilografica. Per i suoi meriti papa Urbano VII lo insignì dell'insegna di cavaliere dell'Ordine dello Speron d'Oro e gli assicurò una pensione. Le opere di Bartolomeo Coriolano sono tra le più celebri di quelle prodotte dalla famiglia Coriolano.

Biografia modifica

Coriolano nacque a Bologna nel 1590[1] o nel 1599,[2] da Cristoforo Coriolano. Egli, come il fratello Giambattista (nato nel 1595[1] o nel 1589[2]) divenne incisore di legno come suo padre. Originario di Norimberga, il loro padre si era trasferito a Venezia e cambiato il cognome in Lederer[1] morendo a Venezia nel 1600. Data la distanza del primo lavoro di Coriolano, 1627, e la morte del padre, la parentela di padre e figlio è stata messa in discussione. A questo si aggiunga la carriera di suo padre con Giorgio Vasari nel 1568, facendo di suo padre un uomo molto anziano quando sarebbe nato Bartolomeo.[3]

Fu allievo del padre all'Accademia degli Incamminati a Bologna.[2] Divenne poi allievo di Reni, nella cui bottega imparò l'arte dell'incisione del legno.[4] Dopo la morte dell'incisore Andrea Andreani, Coriolano prese il suo posto.[5] Lavorò a Bologna dal 1630 al 1647, e sviluppo le sue opere su disegni di Reni e Guercino.[4]

Il suo successo nell'imitazione di Reni lo pose all'attenzione di papa Urbano VIII.[5] Egli dedicò una serie di incisioni da Carracci, Reni ed altri pittori ad Urbano VIII,[4] stampando per il papa una Madonna; il papa gli garantì un vitalizio e lo nominò cavaliere di Loreto[3][5]. Da quel momento si auto nominò Romanus Eques, "cavaliere romano",[6] riferendosi al suo cavalierato.[3] Coriolano ebbe una figlia, Teresa Maria Coriolano, che si dedicò anche lei alla pittura e all'incisione.[3]

Opere modifica

Le sue opere sono le più pregiate di quelle degli altri membri della famiglia Coriolano e vanno dal 1627 al 1647.[3] Egli, così come il fratello, fu un chiaroscurista che usò due blocchi per la stampa alla maniera tedesca.[7] Il suo stile era vicino all'uso tedesco del nero per i contorni e del marrone per le tinte.[8] Egli normalmente fece uso di due blocchi per le sue incisioni; su uno incideva il contorno e le ombre scure, come i tratteggi di una penna, e sull'altrole mezze-tinte, o "mezzitoni".[4] Le incisioni di Coriolano ottennero grandi riconoscimenti, anche se la tecnica da lui utilizzata non apportò alcuna innovazione.[8]

Molti artisti dell'epoca di Coriolano si ispirarono ad aspetti delle opere di Reni, al suo stile e ai suoi disegni, nel produrre le proprie opere. Coriolano, in particolare, basò molti dei suoi disegni di incisioni su legno sulle opere di Reni. Un esempio di questo è il suo Salomè con la testa del Battista (1631).[9] Fra le sue opere più note si ricordano San Gerolamo in meditazione prima della crocefissione, Erodiade con la testa del Battista e La Vergine con il Bambino dormiente.[2] Altre suo opere importanti sono La caduta dei Giganti (1638), quattro tavole 77x55 cm.,[3] Le quattro Sibille, Pace e abbondanza (1642) e Le sette età.[4]

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d Thomas 1915 p. 716
  2. ^ a b c d e McClintock and Strong 1969 p. 113
  3. ^ a b c d e f SDUK 1851 p. 419
  4. ^ a b c d e Bryan 1886 p. 308
  5. ^ a b c Griffith 1779 p. 368
  6. ^ Chatto and Jackson 1969 p. 440
  7. ^ Kainen 2008 p. 13
  8. ^ a b Eaton and Ruzicka 1915 p. xiv
  9. ^ Spear 1997 p. 244

Bibliografia modifica

  • Chiara Garzya Romano, CORIOLANO, Bartolomeo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 29, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1983. URL consultato il 12 dicembre 2015.  
  • Bryan, Michael. Dictionary of Painters and Engravers, Biographical and Critical Volume I: A–K. YLondon: George Bell and Sons, 1886.
  • William Andrew Chatto e John Jackson, A Treatise on Wood Engraving. Detroit: Gale Research, 1969.
  • Eaton, Walter and Ruzicka, Rudolph. New York: A Series of Wood Engravings in Colour. New York: The Grolier Club, 1915.
  • Giffiths, Ralph (ed.) "Rogers's Collections of Prints. The Monthly Review. Volume LX, 1779.
  • Kainen, Jacob. John Baptist Jackson: 18th-Century Master of the Color Woodcut. Echo Library, 2008.
  • McClintock, John and Strong, James. Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature. New York, Arno Press, 1969.
  • Society for the Diffusion of Useful Knowledge (SDUK). Penny Cyclopaedia of the Society for the Diffusion of Useful Knowledge. London: Charles Knight, 1851.
  • Spear, Richard. The "Divine" Guido. New Haven: Yale University Press, 1997.
  • Thomas, Joseph. Universal Pronouncing Dictionary of Biography and Mythology Vol I. Philadelphia: J. B. Lippincott, 1915.

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