Basileo di Amasea

vescovo romano e santo

Basileo di Amasea (... – Nicomedia, 322 circa) è stato un vescovo romano.

San Basileo di Amasea

Martire

 
MorteNicomedia, ca. 322
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza26 aprile
Basileo
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Amasea
 
DecedutoNicomedia, ca. 322
 

Biografia modifica

Nei primi decenni del IV secolo fu vescovo di Amasea nella storica regione del Ponto. Nel 314, prese parte al concilio di Ancira e a quello di Neocesarea[1].

La morte di Basileo si colloca intorno all'anno 322, nel contesto degli scontri avvenuti fra gli imperatori Costantino e Licinio, avvenuti tra il 314 e il 325. Questi scontri avevano comportato la distruzione di chiese, la deportazione di cristiani e l'uccisione di diversi vescovi (fra i quali si ricorda san Biagio)[2]. Licino si rese responsabile di persecuzioni di cristiani in Armenia, Cappadocia e Ponto[3].

Agiografia modifica

Stando alla leggenda, Basileo avrebbe dato rifugio a Glafira, una giovane cristiana schiava dalla moglie dell'imperatore Licinio, il quale la desiderava. L'Imperatore, saputo dell'intromissione di Basileo, lo fece condurre a Nicomedia dove venne decapitato. Il suo corpo e la sua testa vennero gettati in mare separatamente, ma furono recuperati per caso da alcuni pescatori presso Sinope e riportati ad Amasea[1].

Secondo altre fonti Galfira sarebbe stata la sorella di Costantino, alla quale Basileo avrebbe dato ospitalità ad Amasea[3].

Culto modifica

La reliquia del teschio del santo è custodita in un reliquiario, situato nel cappellone del Santissimo sacramento, nella chiesa di Maria Santissima Annunziata, a Modugno, nella città metropolitana di Bari.

Il santo è ricordato il 26 aprile[3].

Note modifica

  1. ^ a b Fabio Arduino, Basileo di Amasea, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.
  2. ^ Cristina Volontè, San Biagio, protettore della gola – 3 febbraio, su GerenzanoForum.it, Gerenzano. URL consultato il 13 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2007).
  3. ^ a b c Moroni.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica