Battaglia del Simeto

La battaglia del Simeto (Operazione Fustian) è stato un evento bellico della seconda guerra mondiale dopo lo sbarco in Sicilia, e avvenuto tra il 14 e il 22 luglio 1943, tra il fiume Simeto, il villaggio di Sferro, a sud di Paternò, e la piana di Catania, che vide contrapposte le forze militari terrestri dell'Asse e quelle del British Army.

Battaglia del Simeto
parte dello sbarco in Sicilia della seconda guerra mondiale
Data13 - 21 luglio 1943
Luogotra il fiume Simeto e la piana di Catania, Sicilia
Esito• Limitati successi tattici dell'Asse
• Vittoria strategica britannica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Bandiera del Regno Unito Regno Unito:
• 2 Divisioni di Fanteria
• 1 Brigata Corazzata
Bandiera del Canada Canada:
• 1 Brigata
Bandiera della Germania Germania
• 2 Divisioni Paracadutisti
Bandiera dell'Italia Italia
• 1 Divisione Costiera
•1 Reggimento Arditi
Perdite
oltre 900 uomini
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Storia modifica

 
Artiglieria britannica in azione dalla postazione di Primosole
 
il ponte di Primosole dopo la conquista

La notte del 13 luglio 1943 le truppe della 1ª Divisione Aerotrasportata Britannica tentarono di occupare il "ponte Primosole" sul fiume Simeto, via principale per l'accesso a Catania. Gli scontri durarono dal 14 fino al 16, quando le truppe delle Potenze dell'Asse si ritirarono[1]. La 213ª Divisione costiera dovette sostenere il primo attacco nei pressi di Agnone, portato da paracadutisti britannici e da uno sbarco di uomini del 3º Commando. Dopo un iniziale successo degli inglesi, che sopraffecero il 372º Battaglione Costiero Autonomo, i rinforzi chiamati da quest'ultimo, costituiti dal Gruppo Tattico "Carmito", ricacciarono temporaneamente il nemico a sud, verso Lentini. Tuttavia, le perdite subite negli scontri, alle quali era impossibile ovviare, porteranno allo scioglimento della divisione il giorno stesso[2].

Prima però che la 50ª Divisione riuscisse a indirizzarsi verso Catania arrivarono le truppe tedesche della Divisione "Hermann Goering" e del 3º Reggimento della 1ª Divisione Paracadutisti che impegnarono per alcuni giorni 5 Divisioni Alleate[3].

Le Forze Armate Canadesi della 231ª Brigata, inquadrate nell'Esercito Britannico, fallirono il tentativo di conquistare le città di Enna, Leonforte e Adrano per arrivare a Catania: tra il 13 e il 22 luglio, rimasero bloccati dalle forze italo-tedesche tra Assoro e Leonforte, nell'Ennese.

I Britannici si diressero quindi in direzione di Paternò, con gli Scozzesi della 51ª Divisione Highlander comandati dal generale Douglas Wimberley, ma per raggiungere la città etnea dovettero affrontare una battaglia campale contro i tedeschi della già citata Divisione Hermann Göring, comandata dal colonnello Paul Conrath, prima alla Base aerea di Gerbini e poi a Sferro, frazioni di Paternò.

Il generale Wimberley elaborò un piano d'attacco che prevedeva l'impiego della 154ª Brigata di fanteria, di una task force di carri armati e della fanteria della 23ª Brigata corazzata del generale Denis Richards, denominata Arrow Force. Wimberley tenne in riserva la 152ª e la 153ª Brigata, che avrebbe utilizzato in caso di necessità.

Il 19 luglio gli Scozzesi avanzarono ed ottennero due teste di ponte nel fiume Dittaino. Con la 153ª Brigata si diressero verso Paternò e con la 154ª Brigata verso la Stazione di Motta Sant'Anastasia ad Est dell'Aeroporto di Gerbini. La 153° venne quindi inviata ad attaccare Sferro. L'operazione fallì poiché l'offensiva venne bloccata dai tedeschi della suddetta "Divisione Hermann Göring". Lo stesso giorno la manovra sulla sinistra venne bloccata a 2 km da Gerbini e la 154ª Brigata e i soldati della "Arrow Force" non riuscirono ad avanzare. Il giorno successivo Wimberley ordinò di attaccare l'Aeroporto di Gerbini con il 7º Reggimento Argyll, ma quest'ultimo fu respinto più a Sud da un potente contrattacco degli avversari[4].

Tra gli italiani, durante gli scontri, si registrò lo scioglimento della 213ª Divisione Costiera[2], mentre si distinse nei combattimenti il 10º Reggimento arditi.

La Stazione di Sferro venne dunque occupata dagli Scozzesi, che però, incapaci di andare oltre, sospesero i combattimenti: il 21 luglio il generale Bernard Law Montgomery, giunto sul fronte dal generale Wimberley, ordinò alla Divisione di mettersi in difesa[5].

Una delle battaglie più sanguinose e combattute modifica

Storici italiani come Tommaso Marcon (1993), Ezio Costanzo in più occasioni e Umberto Lugnan (2015) hanno narrato gli eventi e gli episodi dettagliati dal punto di vista italiano. Altrettanto interessante, alla vigilia del 75º anniversario nel 2018, è la Battaglia del Ponte di Primosole vista da uno studio documentato in lingua inglese a cura di Mark Saliger[6], ex paracadutista britannico, dedicato esclusivamente ad una delle "battaglie più sanguinose e combattute" per le truppe della Regina, nel concitato lungo conflitto mondiale, che avrebbe anticipato le strategie inglesi attuate su scala più ampia nella battaglia di Arnhem (Operazione Market Garden) e nel corso della complessa battaglia di Normandia[7][8], poi descritte al cinema nel film di guerra Quell'ultimo ponte (A Bridge Too Far) del 1977, regia di Richard Attenborough, scritto da William Goldman, e soffermandosi in ben 5 film sullo sbarco (Il giorno più lungo, 1962, di Ken Annakin; Salvate il soldato Ryan, 1998, di Steven Spielberg; Operazione Overlord, 1978, di Stuart Cooper; D-Day - Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c'eravamo, 2009, di Mauro Vittorio Quattrina; L'alba del D-Day, 2004, di Robert Harmon).

Invece, secondo il parere di Saliger, nessun film ha raccontato il conflitto del Ponte di Primosole per onorare il sacrificio di eroi di guerra non celebrati adeguatamente dalle nazioni coinvolte, conseguenza dell'ingresso delle forze armate anglo-canadesi nell'Isola (si pensi all'Operazione Ladbroke), pur avendo fornito il primo palcoscenico per paracadutisti di élite opposte – divenuto in parte oggi Riserva naturale orientata Oasi del Simeto – che si sono lanciati con il paracadute durante la battaglia e poi si sono affrontati direttamente, in una lotta feroce dagli esiti altalenanti che infuriava, sotto il cielo ardente del Mediterraneo. Fu per molti aspetti "una storia di coraggio e determinazione" e "di unità militari leggendarie e dei loro comandanti", sottolinea Saliger nella quarta di copertina della sua ricostruzione. Il coraggio e la determinazione di uomini che hanno permesso poi alle forze di terra di arrivare e catturare il «ponte» l'attimo prima che fosse distrutto. Per la prima volta nella storia dei paracadutisti britannici, la 1ª brigata di paracadutisti del Reggimento Paracadutisti, nota come "Red Devils", aveva combattuto contro i loro temuti avversari paracadutisti tedeschi della Luftwaffe, noti come "Green Devils", in una battaglia di logoramento centrale per l'intero successo degli Alleati, nel primo vero attacco del dominio di Hitler in Europa.

Cimitero Militare del Commonwealth modifica

Uno dei luoghi che testimonia i fatti di Catania è certamente il Cimitero inglese o meglio il «Commonwealth War Cemetery» che custodisce le storie e i dolori di 2.135 soldati (senza contare i 112 militi ignoti) che morirono nelle fasi successive della campagna d'Italia durante la seconda guerra mondiale. Molti di loro caddero nei pesanti combattimenti di Catania e nella battaglia per la testa di ponte del fiume Simeto, come rammenta l'iniziativa principale varata dalla Fondazione «Liberation Route Europe» di Utrecht con "Europe remembers 1944-1945" che comprende una piattaforma e un sito web di coordinamento e di informazione culturale e turistica, lungo i percorsi che hanno segnato la liberazione dell’Europa dal nazifascismo[9][10][11].

La commemorazione annuale modifica

Il 16 luglio di ogni anno si svolge la commemorazione con una cerimonia – presenti la sezione ANPdI Catania (Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia), il gruppo ANMI Catania (Associazione Nazionale Marinai d'Italia) assieme ad altri rappresentanti di associazioni combattentistiche – a ricordo dei caduti nella cruenta battaglia di Primosole, presso il monumento dei caduti italiani realizzato, nel 1985, da parte dela Federazione Provinciale e il Comitato Dame dell'Istituto del Nastro Azzurro al Ponte Primosole[12], dedicato « Ai Caduti di tutte le Nazionalità / Nella battaglia della Piana di Catania / Luglio-Agosto 1943 », dove viene dato inizio alla cerimonia con l'alzabandiera in modo sistematico dal 2013[13].

Note modifica

  1. ^ Catania, commemorazione a 70 anni della battaglia del Simeto, su siciliatoday.net. URL consultato il 16 luglio 2016.
  2. ^ a b Regio Esercito - 213ª Divisione Costiera, su regioesercito.it. URL consultato il 9 luglio 2022.
  3. ^ Roberto Roggero, Oneri e onori, Milano, Greco editori, 2006. URL consultato il 16 luglio 2016.
  4. ^ Agira nella storia della Sicilia durante la seconda guerra mondiale (PDF), su agyrion.it. URL consultato il 6 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  5. ^ Cfr. E. Costanzo, L'estate del '43 - I giorni di guerra a Paternò, 2001, p. 56.
  6. ^ Cfr. M. Saliger, The First Bridge Too Far. The Battle of Primosole Bridge 1943, 2018, p. I e s.(Introduction).
  7. ^ (EN) The first 'Bridge Too Far' battle that time forgot: Veteran tells the true story of epic World War Two fight for 'vital' Sicilian crossing that happened a year before the legendary Arnhem episode, su dailymail.co.uk, 4 settembre 2018. URL consultato il 17 luglio 2022.
  8. ^ (EN) The First Bridge Too Far – Book Review, su warhistoryonline.com, 8 settembre 2018. URL consultato il 17 luglio 2022.
  9. ^ (EN) Europe remembers 1944-1945: Catania War Cemetery, su https://europeremembers.com. URL consultato il 17 luglio 2022.
  10. ^ (EN) Catania War Cemetery, Sicily, su https://www.cwgc.org. URL consultato il 17 luglio 2022.
  11. ^ Il Cimitero di guerra - Catania British Cemetery 1939 - 1945, su abcsicilia.com. URL consultato il 17 luglio 2022.
  12. ^ 216274 - Monumento in memoria dei Caduti nella battaglia del ponte di Primosole – Catania, su pietredellamemoria.it, 2 luglio 2022. URL consultato il 17 luglio 2022.
  13. ^ Catania, commemorazione a 70 anni della battaglia del Simeto, su siciliatoday.net, 16 luglio 2013. URL consultato il 17 luglio 2022.

Bibliografia modifica

  • Tommaso Marcon, Assalto a Tre Ponti, Da Cassibile al Simeto nel Luglio 1943, Siracusa, Ediprint, 1993.
  • Ezio Costanzo, L'estate del '43. I giorni di guerra a Paternò, Catania, Le nove muse, 2001, ISBN 88-87820-12-0.
  • Ezio Costanzo, La guerra in Sicilia (1943). Storia fotografica, Catania, Le nove muse, 2009, ISBN 978-88-87820-43-0.
  • Umberto Lugnan, Primosole. Quel Ponte sul Fiume Simeto. La Battaglia per Catania 13 Luglio-13 Agosto 1943, Viagrande (Catania), Algra Editore, 2015. ISBN 978-88-98760-52-7
  • (EN) Mark Saliger, The First Bridge Too Far. The Battle of Primosole Bridge 1943, Oxford-Philadelphia, Casemate, 2018, ISBN 9781612006895.

Voci correlate modifica

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