Battaglia di Tolone (1744)

battaglia navale svoltasi nel 1744

La battaglia di Tolone del 1744 (bataille de Cap Sicié per i francesi, batalla de Tolón per gli spagnoli) fu una battaglia navale svoltasi al largo di Tolone nei giorni 11 e 12 febbraio 1744[1] nell'ambito della guerra di successione austriaca e vide lo scontro fra la flotta spagnola e francese, da una parte, e quella inglese, dall'altra. La battaglia terminò con la vittoria delle flotte alleate, spagnola e francese, ed il ritiro della flotta inglese a Minorca.

Battaglia di Tolone
parte Guerra di successione austriaca
Incisione illustrante la battaglia di Tolone del 1744 – Museo navale di Madrid
Data11 - 12 febbraio 1744[1]
LuogoMar Mediterraneo, al largo di Tolone
EsitoVittoria franco-spagnola
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
27 vascelli di linea
3 fregate
3 altre
(1.806 cannoni)
30 vascelli di linea
3 fregate
6 altre
(2.280 cannoni)
Perdite
149 morti
467 feriti
1 vascello di linea autoaffondato
142 morti
196 feriti
10 navi danneggiate
1 cannoniera affondata
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Antefatto modifica

Lo scoppio della guerra contro la Spagna e l'incombente minaccia dell'entrata in guerra a suo fianco della Francia durante i primi stadi della guerra di successione austriaca, fecero sì che Thomas Mathews rientrasse in servizio attivo dopo sette anni di effettiva quiescenza. Il rientro avvenne con il grado di viceammiraglio il 13 marzo 1741. [2] Gli venne affidato il comando della flotta del Mediterraneo e la carica di ministro plenipotenziario presso Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, e presso altre corti. Il suo vice comandante era il contrammiraglio Richard Lestock, che egli aveva conosciuto in passato e con il quale non andava d'accordo, tanto che ne chiese la sostituzione, ma l'ammiragliato inglese gliela negò.[2]

Nel 1742 Mathews mandò un piccolo squadrone a Napoli per convincere Carlo I di Napoli e Sicilia, che diverrà poi re di Spagna, a rimanere neutrale. Lo squadrone era comandato da William Martin, che non volle impegnarsi in negoziati con il re di Napoli e Sicilia, schierando le sue navi di fronte al porto di Napoli a tiro di cannone e dando al re mezz'ora per una risposta: i napoletani furono così costretti ad accettare la proposta inglese di neutralità.[3]

Nel 1742 uno squadrone di galee spagnole, che si era rifugiato nella baia di Saint-Tropez, fu distrutto dalle navi della flotta di Mathews, mentre un altro squadrone spagnolo si era rifugiato nel porto di Tolone, avvistato dalla flotta inglese da Hyères.

Il 10 febbraio[4] 1744 gli spagnoli presero il mare insieme ad una flotta francese.[2] Mathews seguì e lo scontro ebbe luogo tra l'11 e il 12 febbraio.[2]

La battaglia modifica

 
La HMS Namur, a sinistra, durante la battaglia di Tolone

Le flotte erano state sparpagliate dal vento leggere quando si avvistarono e, appena iniziarono ad assumere le loro formazioni di combattimento, Mathews inviò ai suoi i segnali per formare la linea di battaglia.[5] La linea non era ancora stata completata quando scese la notte, per cui Mathews issò i segnali ordinando alla flotta di fermarsi, intendendo che le sue navi avrebbero terminato per prime l'allineamento in formazione.[5] Gli squadroni del centro e le navi dell'avanguardia operarono di conseguenza, ma Lestock, che comandava la retroguardia, si fermò senza disporsi in formazione. Al sorgere del giorno successivo, la retroguardia britannica si trovava ad una considerevole distanza dal centro.[5] Mathews inviò segnali a Lestock, affinché aumentasse la sua velatura, riluttante ad impegnarsi in combattimento con le sue navi così disorganizzate, ma la lentezza di Lestock nel rispondere, provocò il disimpegno della flotta franco-spagnola, che si diresse verso sud.[5] Temendo che il nemico intendesse sfuggirgli per passare lo stretto di Gibilterra e unirsi alle forze navali francesi raccoltesi a Brest per una progettata invasione dell'Inghilterra, Mathews ritenne suo dovere attaccare ed issò il segnale di attacco sulla sua nave ammiraglia, la HMS Namur e all'una lasciò la linea di formazione per attaccare la retroguardia spagnola, seguito dalla Marlborough, al comando del capitano di vascello James Cornewall.[5] Così operando, il segnale di formare la linea di battaglia rimase issato ed i due segnali contemporaneamente insieme crearono confusione, benché un certo numero di comandanti britannici, tra i quali il capitano di vascello Edward Hawke, seguissero l'esempio di Mathews.[5] In forte inferiorità numerica e privi di sostegno, con gli altri comandanti o troppo incerti o, nel caso di Lestock, probabilmente lieti di vedere Mathews in difficoltà e non volendo aiutarlo, le Namur e Marlborough, riuscirono ad ingaggiare battaglia con le navi nemiche che avevano di fronte, ma subirono considerevoli danni.[5] Nella retroguardia cinque navi spagnole seguirono a qualche distanza a causa della bassa velocità delle due avanti: le Brillante, San Fernando, Halcon, Soberbio e Santa Isabel.

Ci furono alcuni scambi di cannonate fra queste e le prime navi della retroguardia britannica. Gran parte delle navi della retroguardia di Lestock rimasero inattive durante la battaglia. Il grosso del combattimento avvenne intorno alla Real Felipe, la nave ammiraglia di Navarro. La Marlborough attraversò volutamente la linea delle navi spagnole, ma subì gravi danni, al punto che si ritenne fosse sul punto di affondare. La Hercules, dietro la Real Felipe, respinse vigorosamente tre navi britanniche, mentre la Constante, che precedeva immediatamente la nave ammiraglia, respinse l'attacco di una nave britannica in linea, che venne tosto rimpiazzata da altre due, con le quali la nave spagnola continuò a combattere per quasi tre ore. Verso le ore 5 le navi francesi giunsero in aiuto di quelle spagnole, manovra che da alcuni comandanti britannici fu interpretata come un tentativo di aggiramento della linea di combattimento britannica.[5]

Senza ordini da parte di Mathews e priva di ordini chiari e di una struttura di comando, la linea britannica si ruppe ed iniziò la fuga verso nord-ovest.[5] Gli spagnoli, ancora sulla difensiva, erano riluttanti a catturare la Marlborough, ormai priva di difese, sebbene essi avessero recuperato la Poder, che in precedenza si era arresa agli inglesi.[5] La flotta franco spagnola riprese quindi la sua rotta verso sud ovest, e solo il 12 febbraio che la flotta britannica riuscì a raggrupparsi ed a riprendere l'inseguimento. Essa impegnò nuovamente la flotta nemica, che era rallentata dalle navi danneggiate, e la non più manovrabile Poder fu abbandonata e affondata dai francesi.[6] Ora la flotta britannica era nuovamente a poche miglia dal nemico, ma Mathews segnalò ancora alla sua flotta di fermarsi. Il giorno seguente la flotta franco spagnola era già quasi fuori dalla vista e Mathews tornò ad Hyères, per poi di lì far vela per port Mahon, sull'isola di Minorca, ove giunse verso la fine del mese.[5]

 
Battaglia di Tolone

Inchiesta e dimissioni modifica

Il fallimento della flotta britannica nell'intraprendere un'azione decisiva contro un nemico così inferiore di numero ebbe conseguenze significative. La flotta nemica fu in grado di sbarcare truppe e rifornimenti all'esercito spagnolo che combatteva in Italia, spostando l'andamento della guerra a loro favore.[5] Il fatto fu ampiamente dibattuto in Gran Bretagna e la Camera dei Comuni di Gran Bretagna chiese al re Giorgio II di aprire una pubblica inchiesta: una dozzina di comandanti furono processati da una corte marziale e degradati.[5] Lestock fu processato, ma riuscì a dar la colpa a Mathews e con l'appoggio di potenti sostenitori nel governo, venne assolto e gli fu affidato un ulteriore incarico.[5] Mathews fu processato dalla corte marziale nel 1746, con l'accusa di aver condotto la flotta in combattimento in modo disorganizzato e di aver inseguito il nemico senza attaccarlo, pur in condizioni a lui favorevoli.[5] In sua difesa fu mostrato che la sua condotta in combattimento era stata encomiabile, ma nel giugno del 1747 la corte dichiarò che le accuse erano state provate e Mathews fu licenziato dal servizio.[5]

La corte marziale era stata ostacolata da interferenze da parte di politici e civili, così che nel 1749 il Parlamento emendò la legge marziale del 1661 per rafforzare l'autonomia della corte navale.

Questi avvenimenti furono seguiti dalla dichiarazione di guerra della Francia contro la Gran Bretagna e contro l'Elettorato di Hannover; in maggio la Francia dichiarò guerra anche al Sacro Romano Impero di Maria Teresa d'Austria ed invase i Paesi Bassi.[7]

L'ammiraglio spagnolo Juan José Navarro fu creato "Marchese della Vittoria" per il suo comportamento in battaglia.[8][9]

Ordine di combattimento modifica

L'ordine di combattimento, oltre a 4 fregate[10] e a 4 cannoniere,[10] era composto da:

Flotta Franco-Spagnola
Nave Classe[11] Cannoni Comandante Note
Avanguardia
Boreé Terza classe 64 Comandante Marqueu
Toulouse Quarta classe 60 Comandante Dárton
Tigre Quarta classe 50 Comandante Saurin
Eole Terza classe 64 Comandante D'Alver
Alcyon Quarta classe 56 Comandante Lancel
Duc D'Orléans Terza classe 68 Comandante Dornés
Espoir Terza classe 74 Comandante D'Hericourt (Insegna di Gavaret)
Centro
Trident Terza classe 64 Comandante Caylus
Heureux Quarta classe 60 Comandante Gramier
Achileon Quarta classe 60 Comandante Vaudevil
Solide Terza classe 64 Comandante Chateauneuf
Diamant Quarta classe 50 Comandante Manak
Ferme Terza classe 70 Comandante Gorgues
Terrible Terza classe 74 Vice-ammiraglio De Court
Comandante Jonquiere
Sancti Espiritus Terza classe 68 Comandante Poison
Serieux Terza classe 64 Comandante Cahyla
Retroguardia
Oriente Quarta classe 60 Comandante Joaquín Villena
América Quarta classe 60 Comandante Aníbal Petrucci
Neptuno Quarta classe 60 Comandante Enrique Olivares †
Poder Quarta classe 60 Comandante Rodrigo de Urrutia.[12] Catturata dagli inglesi
Ricuperata ed affondata dai francesi
Constante Terza classe 70 Comandante Agustín Iturriaga †
Real Felipe Prima classe 110 Ammiraglio Juan José Navarro
Comandante Nicolas Geraldino †
Hércules Terza classe 64 Comandante Cosme Álvarez
Brillante Quarta classe 60 Comandante don Blas de la Barreda
Alcón Quarta classe 60 Comandante José Rentería
San Fernando Terza classe 64 Count of Vegaflorida
Soberbio Quarta classe 50 Comandante Juan Valdés
Santa Isabel Terza classe 80 Comandante Ignacio Dautevil
Flotta Britannica
Nave Classe[11] Cannoni Comandante Note
Avanguardia
HMS Chatham Quarta classe 50 Comandante Richard Hughes
HMS Nassau Terza classe 70 Comandante James Lloyd
HMS Chichester Terza classe 80 Comandante William Dilkes
HMS Boyne Terza classe 80 Comandante Rowland Frogmore
HMS Barfleur Seconda classe 90 Contrammiraglio William Rowley (rosso)
Comandante Meyrick de L'Angle
HMS Ranelagh Terza classe 80 Comandante Henry Osborn
HMS Berwick Terza classe 70 Comandante Edward Hawke
HMS Stirling Castle Terza classe 70 Comandante Thomas Cooper
HMS Bedford Terza classe 70 Comandante Hon. George Townshend
HMS Feversham Quinta classe 40
HMS Winchelsea Sesta classe 20
Centro
HMS Dragon Quarta classe 60 Comandante Charles Watson
HMS Royal Oak Terza classe 70 Comandante Edmund Williams
HMS Princess Terza classe 70 Comandante Robert Pett
HMS Somerset Terza classe 80 Comandante George Slater
HMS Norfolk Terza classe 80 Comandante Hon. John Forbes
HMSSt Michael Seconda classe 90 Comandante James Cornwall †
HMS Dorsetshire Terza classe 80 Comandante George Burrish
HMS Essex Terza classe 70 Comandante Richard Norris
HMS Rupert Terza classe 60 Comandante John Ambrose
HMS Namur (nave ammiraglia) Seconda classe 90 Ammiraglio Thomas Mathews (blu)
Comandante John Russell †
HMS Dursley Castle Sesta classe 20
HMS Anne Galley[13] Cannoniera 8 Comandante Mackay † Esplosa a causa di una bordata della Hércules
Sutherland Nave ospedale 18
Retroguardia
HMS Salisbury Quarta classe 50 Comandante Peter Osborne
HMS Romney Quarta classe 50 Comandante Henry Godsalve
HMS Dunkirk Terza classe 60 Comandante Charles Wager Purvis
HMSS wiftsure Terza classe 70 Comandante George Berkeley
HMS Cambridge Terza classe 80 Comandante Charles Drummond
HMS Neptune Seconda classe 90 Vice-Ammiraglio Richard Lestock (bianco)
Comandante George Stepney
HMS Torbay Terza classe 80 Comandante John Gascoigne
HMS Russell Terza classe 80 Comandante Robert Long
HMS Buckingham Terza classe 70 Comandante John Towry
HMS Elizabeth Terza classe 70 Comandante Joshua Lingen
HMS Kingston Terza classe 60 Comandante John Lovatt
HMS Oxford Quarta classe 50 Comandante Harry Powlett
HMS Warwick Terza classe 60 Comandante Temple West
HMS Mercury Cannoniera 8
Le informazioni di questa tabella sono tratte da (EN) Battles of the British Navy di Joseph Allen, Vol. I, p. 150. E da (EN) Schomberg, I., Naval Chronology, App. 36, London, 1802
 
La HMS Marlborough, da 90 cannoni, pesantemente danneggiata dopo la battaglia

Note modifica

  1. ^ a b Date secondo il Calendario Gregoriano
  2. ^ a b c d (EN) Dictionary of National Biography, voce Mathews, Thomas (1676-1751) , vol 37, p. 44
  3. ^ (EN) Dictionary of National Biography, voce Mathews, Thomas (1676-1751) , vol 37, p. 300
  4. ^ Data secondo il Calendario Gregoriano, che allora non era ancora stato adottato in Gran Bretagna, la quale seguiva allora il Calendario giuliano. Secondo quest'ultimo la data era il 21 febbraio. La gran Bretagna adotterà il Calendario gregoriano pochi anni dopo, nel 1752
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) Dictionary of National Biography, voce: Mathews, Thomas (1676-1751), volume 37, p. 45
  6. ^ (EN) Charles Duke Yonge, The history of the British navy: from the earliest period to the Present Time... p.207 [1]
  7. ^ (EN) Lindsay, p 430
  8. ^ (ES) O'Donnell Duque de Estrada y Conde de Lucena, Hugo: El primer Marqués de La Victoria, personaje silenciado en la reforma dieciochesca de la Armada. Real Academia de la Historia, 2004, p. 63. ISBN 84-96849-08-2
  9. ^ (ES) Vaca de Osma, José: Carlos III. Ediciones Rialp, 1997, p. 63. ISBN 84-321-3141-5
  10. ^ a b (EN) Schomberg, I., Naval Chronology, App. 36, London, 1802
  11. ^ a b Classificazione inglese delle navi da guerra in base al numero di cannoni
  12. ^ Prigioniero di guerra
  13. ^ (EN) Ships of the Royal Navy:The Complete Record of All Fighting Ships of the Royal Navy J. Colledge, Ben Warlow p.17

Bibliografia modifica

(in lingua inglese, salvo diverso avviso)

  • Chisholm, Hugh, ed. (1911). Encyclopædia Britannica (11th ed.). Cambridge University Press
  • Wilson, Alastair / F. Callo Joseph. Who's Who in Naval History, From 1550 to the present (Kindle Edition). Taylor & Francis Publishing (2004). ISBN 978-0-415-30828-1
  • R. Dull Jonathan. The Age of the Ship of the Line: The British and French Navies, 1650–1815 (Studies in War, Society, and the Military). University of Nebraska Press 2009. ISBN 0-8032-1930-X
  • Black, Jeremy. Britain as a military power 1688–1815. UCL Press, 1998. ISBN 978-0-203-17355-8
  • J. O. Lindsay. The New Cambridge Modern History, Vol VII. "The Old Regime 1713-63". ISBN 0-521-04545-2
  • Hattendorf, John: Naval policy and strategy in the Mediterranean: past, present, and future. Taylor & Francis, 2000, ISBN 0-7146-8054-0
  • Clowes, W. Laird. The Royal Navy : a history from the earliest times to the present, Vol III. London: S. Low, Marston and Company (1897).
  • Browning, Reed. The War of the Austrian Succession. Alan Sutton, 1994.
  • Rodger N.A.M. Command of the Ocean: A Naval History of Britain, 1649-1815. Penguin Books, 2006.
  • Roskill, Stephen Wentworth: H. M. S. Warspite: the story of a famous battleship. Collins, 1957.
  • Waldegrave Head, Frederick: The fallen Stuarts. Issue 12 of Cambridge historical essays. Prince consort prize essays. Cambridge University Press, 1901.
  • Laughton, J. K. (1894). Mathews, Thomas (1676-1751). Oxford Dictionary of National Biography. 37. Oxford University Press.
  • White, Henry: History of Great Britain and Ireland. Oxford University, 1868.
  • Williams Damer Power, John: Bristol privateers and ships of war. J. W. Arrowsmith Ltd., 1930.
  • Garner Thomas, Peter: Politics in eighteenth-century Wales. University of Wales Press, 1998. ISBN 0-7083-1444-9
  • Crofts, Cecil H.: Britain on and Beyond the Sea - Being a Handbook to the Navy League Map of the World. Read Books, 2008. ISBN 1-4437-6614-3
  • Willis, Sam: Fighting at sea in the eighteenth century: the art of sailing warfare. Boydell Press, 2008. ISBN 1-84383-367-0

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