Peccato (film)

film del 1949 diretto da King Vidor
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Peccato (Beyond the Forest) è un film del 1949 diretto da King Vidor e tratto dall'omonimo romanzo di Stuart Engstrand (1948). Si tratta dell'ultima pellicola della Warner Bros. con protagonista Bette Davis dopo essere stata licenziata dalla casa di produzione.

Peccato
Bette Davis in una scena del film
Titolo originaleBeyond the Forest
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1949
Durata97 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generenoir
RegiaKing Vidor
Soggettodal romanzo di Stuart David Engstrand
SceneggiaturaLenore J. Coffee
ProduttoreHenry Blanke
Produttore esecutivoJack L. Warner
Casa di produzioneWarner Bros.
FotografiaRobert Burks
MontaggioRudi Fehr
MusicheMax Steiner
ScenografiaRobert M. Haas
CostumiEdith Head
TruccoPerc Westmore
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Rosa Moline è un'avvenente casalinga sposata con Louis, medico condotto rispettato e benvoluto per il suo altruismo e la sua generosità da tutti gli abitanti di una cittadina del Wisconsin. La donna è però insoddisfatta della sua modesta vita di provincia ed è desiderosa di denaro e lusso. In seguito a un incidente nella foresta viene soccorsa da Neil Latimer, un ricco uomo d'affari di Chicago, proprietario di una villa sul lago non molto distante, e fra i due inizia una relazione sentimentale.

All'insaputa del marito, Rosa estorce denaro ai suoi pazienti per fuggire a Chicago dall'amante ma l'uomo le dice di essere in procinto di sposarsi con una donna ricca e più giovane e lei delusa e furiosa torna a casa da Louis che nonostante tutto l'ama e la riprende con sé. Poco dopo la donna rimane incinta con viva gioia del medico. Rosa però è sempre più insofferente e continua a sognare un futuro più agiato non curandosi affatto della sua gravidanza.

Successivamente la coppia partecipa a una festa a cui viene invitato anche Neil che balla con Rosa e le confida di non essersi più sposato, dichiarandole che solo lei è la vera donna della sua vita e le propone di fuggire insieme per sposarla. Lei è raggiante ma naturalmente non rivela all'amante di essere incinta per paura che lui cambi idea.

Il colloquio viene però ascoltato da Sorren, un vecchio amico di Louis, il quale avverte Rosa di non fare ciò che si è preposta, altrimenti metterà al corrente Neil della sua gravidanza.

Il mattino dopo, in una battuta di caccia nella foresta a cui partecipano tutti gli invitati della sera prima, Rosa, che è un'abile tiratrice, uccide con un colpo di fucile Sorren. Al processo che segue la donna viene però assolta poiché la giuria, nel verdetto, giudica l'accaduto come un incidente di caccia.

Ma Rosa vuole a tutti i costi fuggire con Neil e così, al suo ritorno a casa, in preda all'ira, confessa al marito che Neil è il suo amante da tempo e che lei ha ucciso volontariamente Sorren perché voleva rivelargli il suo stato. Louis, sconvolto e amareggiato, vuole però almeno suo figlio e intende obbligarla a portare a termine la gravidanza.

Rosa sembra assecondarlo ma durante una gita in macchina si getta dall'auto e poi giù lungo una scarpata, perdendo il bambino. Le ferite riportate poi si aggravano e sfociano in una peritonite. Louis cerca in tutti i modi di curarla ma la donna, durante una sua breve assenza per impegni lavorativi, pur delirante si trascina fino alla stazione ferroviaria.

Quando il medico arriva è troppo tardi: Rosa si accascia a terra, ormai senza vita, proprio davanti al treno che parte per Chicago.

Premi e riconoscimenti modifica

Citazioni letterarie modifica

Nel suo riconosciuto capolavoro, il dramma teatrale Chi ha paura di Virginia Woolf?, il drammaturgo statunitense Edward Albee, inserisce proprio la battuta del film "Che postaccio!" ("What a dump" in lingua originale), nelle prime pagine del I atto (Giochi e divertimento) dello stesso dramma, facendola più volte pronunciare dalla protagonista Martha, la quale cita anche sia Bette Davis sia Joseph Cotten. Inoltre il film viene accennato, senza che ne venga ricordato il titolo, attraverso i dialoghi iniziali dei protagonisti, di cui la stessa Martha ne ricorda vicende e finale.

Note modifica

  1. ^ (EN) American Film Institute, AFI's 100 YEARS...100 MOVIE QUOTES, su afi.com. URL consultato il 20 dicembre 2019.

Bibliografia modifica

  • (EN) Gene Ringgold, The Films of Bette Davis, The Citadel Press - Secaucus, New Jersey, 1966, ISBN 0-8065-0000-X.
  • Sergio Toffetti e Andrea Morini (a cura di), La grande parata - Il cinema di King Vidor, Lindau, 1994, ISBN 88-7180-106-7.

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