Bias cognitivo

deviazione dalla norma o dalla razionalità nei processi mentali di giudizio
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Il bias cognitivo (pronuncia inglese [ˈbaɪəs]) o distorsione cognitiva[1][2][3][4][5] è un pattern sistematico di deviazione dalla norma o dalla razionalità nei processi mentali di giudizio[6]. In psicologia indica una tendenza a creare la propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente all'evidenza, sviluppata sulla base dell'interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio.[7]

relazione tra convenzioni, bias cognitivi e abitudini.

I bias cognitivi sono forme di comportamento mentale evoluto: alcuni rappresentano forme di adattamento, in quanto portano ad azioni più efficaci in determinati contesti, o permettono di prendere decisioni più velocemente quando maggiormente necessario;[8] altri invece derivano dalla mancanza di meccanismi mentali adeguati, o dalla errata applicazione di un meccanismo altrimenti positivo in altre circostanze.[9] Questo fenomeno viene studiato dalla scienza cognitiva e dalla psicologia sociale.

L'etimologia del termine bias è incerta: in italiano arriva dall'inglese, col significato di "inclinazione"[10], ma a sua volta discende dall'antico francese biais e ancora prima dal provenzale, col significato di "obliquo" o "inclinato".[11][12]

Aspetti cognitiviModifica

Il bias è una forma di distorsione della valutazione causata dal pregiudizio. La mappa mentale di una persona presenta bias laddove è condizionata da concetti preesistenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi.

Il bias, contribuendo alla formazione del giudizio, può quindi influenzare un'ideologia, un'opinione e un comportamento. È probabilmente generato in prevalenza dalle componenti più ancestrali e istintive del cervello.

Dato il funzionamento della cognizione umana, il bias non è eliminabile, ma si può tenerne conto "a posteriori" (per esempio in statistica e nell'analisi sperimentale) o correggendo la percezione per diminuirne gli effetti distorsivi.

Un'applicazione alla sociologia è il modello di propaganda, che vuole spiegare le distorsioni (dette media bias) delle notizie nei mezzi d'informazione.

Cause e condizioniModifica

In ogni momento della vita l'individuo deve utilizzare le proprie facoltà cognitive per decidere cosa fare o per valutare la situazione che ha di fronte. Questo processo è influenzato direttamente dai seguenti fattori:

Se da una parte questi fattori consentono di prendere una decisione in tempi piuttosto brevi, dall'altra ne possono minare la validità.

La correttezza può dipendere da ulteriori fattori, tra cui, ad esempio, il tempo disponibile per acquisire informazioni o per prendere una decisione.

Esperienza individualeModifica

Ogni persona cerca di valutare la situazione presente in funzione delle esperienze passate, omettendo le differenze ove possibile, al fine di poter riutilizzare gli stessi criteri adottati in una situazione passata simile. Omettere tali differenze può essere determinante nell'invalidazione della valutazione finale.

Contesto culturale, credenze e giudizio altruiModifica

L'individuo tende a omettere certi parametri se nella sua cultura di appartenenza tali aspetti sono visti come tabù, mentre tenderà ad esaltare il ruolo di quelli che sono ritenuti valori positivi.

Schemi mentaliModifica

Il cervello agisce sulla base di mappe o schemi mentali validi per affrontare larga parte delle situazioni. Esiste, però, un certo numero di situazioni che possono essere affrontate correttamente solo uscendo dalle mappe mentali consolidate. L'individuo che si limita a utilizzare tali mappe cade in errore quando affronta nuovi scenari.

Paura di prendere la decisione errataModifica

La paura di prendere la decisione errata può portare a prendere la decisione errata, per il famoso paradosso della profezia che si autoavvera.

Tipi di bias cognitiviModifica

Il bias di ancoraggioModifica

L'ancoraggio è un metodo euristico psicologico che descrive la propensione a prendere decisioni basandosi sulle prime informazioni trovate.[13][14] Secondo questo metodo, gli individui cominciano da un punto di riferimento implicito (l'ancora) e vi fanno aggiustamenti per raggiungere la propria valutazione. Per esempio, il primo prezzo offerto per un'automobile di seconda mano imposta lo standard per il resto della negoziazione, nel senso che un prezzo inferiore sembra ragionevole anche se è comunque superiore al valore dell'automobile.[15][16] Oppure una caratteristica da considerare diventa talmente dominante in un tutto più ampio tale da informare tutte le sue parti: ad esempio una persona non viene considerata per la sua interezza ma in quanto donna, uomo, nero, bianco, criminale, poliziotto, prima di qualsiasi altra cosa si possa pensare di questa.

L'ancoraggio influisce sul processo decisionale nelle negoziazioni, nelle diagnosi mediche e nelle sentenze giudiziarie.[17]

ApofeniaModifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Apofenia.

L'apofenia, nota anche come patternicity,[18][19] o agenticity,[20] è la tendenza umana a percepire pattern significativi tra dati casuali. L'apofenia è ben documentata come razionalizzazione per il gioco d'azzardo. I giocatori d'azzardo immaginano di vedere pattern nei numeri che compaiono in lotterie, giochi di carte o roulette.[21] Una delle manifestazioni di questo fenomeno si chiama gambler's fallacy.

La pareidolia è la forma visiva o uditiva dell'apofenia. Si è ipotizzato che la pareidolia combinata con la ierofania fosse d'aiuto nelle società antiche a organizzare il caos e limitare l'entropia al fine di rendere intelligibile il mondo.[22][23]

Il bias di confermaModifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bias di conferma.

Il bias di conferma è un fenomeno cognitivo al quale l'essere umano è soggetto. È un processo mentale che consiste nel selezionare le informazioni possedute in modo da porre maggiore attenzione, e quindi maggiore credibilità, su quelle che confermano le proprie convinzioni e, viceversa, ignorare o sminuire quelle che le contraddicono.

Questo processo, se abilmente sfruttato, è uno strumento di potere sociale, in quanto può portare un individuo o un gruppo a negare o corroborare una tesi voluta, anche quando falsa. A tal proposito può farsi riferimento al concetto di argomento fantoccio.

Lo hindsight bias o bias del senno di poiModifica

Un altro tipo di bias cognitivo è lo hindsight bias (Bias del senno di poi), che consiste nell'errore del giudizio retrospettivo. Lo hindsight bias è la tendenza delle persone a credere, erroneamente, di aver saputo prevedere un evento correttamente, una volta che l'evento è ormai noto. Il processo si può sintetizzare nell'espressione: "Ve l'avevo detto io!". Nella cultura popolare questo processo ha preso forma, nel tempo, con il proverbio "Del senno di poi son piene le fosse".

Outcome bias o bias di risultatoModifica

Con "bias di risultato" s'intende la tendenza a rileggere il passato sulla base di conoscenze acquisite in momenti successivi che modificano la qualità della visione di quello stesso passato.[24]

Bias dei dettagli seduttiviModifica

Se un argomento è supportato da dettagli con informazioni vere e magari importanti, ma non pertinenti o legate all'argomento, questo viene valutato più convincente. Si tende cioè a considerare implicitamente una qualche forma di correlazione con le informazioni vere aggiuntive anche quando, a pensarci bene, non c'è.[25]

Bias di memoriaModifica

Esistono molti tipi di bias di memoria, tra cui:

  • Bias di supporto della scelta: il ricordo di scelte effettuate in passato è migliore del ricordo di possibilità di scelta scartate (Mother, Shafir, Johnson, 2000)
  • Bias del cambiamento: dopo uno sforzo atto a produrre un cambiamento, il ricordo della propria azione è più difficile di quanto lo era al momento
  • Amnesia infantile: presenza di pochi ricordi relativi al periodo di vita precedente ai quattro anni (l'età è puramente indicativa)
  • Bias della coerenza: tendenza a ricordare in modo errato di propri comportamenti, atteggiamenti o opinioni passati, in modo da farli assomigliare a propri comportamenti, atteggiamenti, opinioni presenti
  • Effetto del contesto: attività passate vengono ricordate più velocemente e/o più accuratamente se, al momento del recupero, ci si trova nello stesso contesto dell'attività in questione (ad esempio, ricordi collegati al proprio lavoro, vengono ricordati peggio se si è a casa)
  • Effetto del gruppo etnico: tendenza a riconoscere in modo migliore le persone del proprio gruppo etnico, rispetto a quelle degli altri gruppi etnici
  • Bias dell'egocentrismo: ricordare un evento in modo che soddisfi dei criteri di autostima
  • Bias della dissolvenza dell'affetto: lo stato affettivo collegato a ricordi spiacevoli si attenua più rapidamente di un affetto relativo ad un ricordo piacevole
  • Hindsight bias: impressione, ad uno sguardo retrospettivo, di aver predetto un evento, quando in realtà non lo si era predetto, almeno in modo sicuro. Sintetizzabile nell'espressione "Ve l'avevo detto!"
  • Effetto dell'umorismo: gli eventi a contenuto divertente vengono ricordati meglio di eventi neutri da questo punto di vista. Questo effetto può essere spiegato con l'incremento dei processi cognitivi (sia a livello temporale che come profondità dell'elaborazione) atti a comprendere il messaggio umoristico o con attivazione emozionale causata dall'evento divertente
  • Effetto dell'auto-produzione: informazioni (ricordi, affermazioni) auto-prodotte sono ricordate meglio di informazioni prodotte da altri e di cui si è venuti a conoscenza
  • Effetto dell'illusione di verità: il grado di familiarità di un'informazione (ovvero il fatto di possedere in memoria una certa informazione precedentemente acquisita, anche se in modo inconsapevole), porta la persona a crederla come vera, in un compito di riconoscimento, a prescindere dal reale stato di verità dell'informazione.
  • Effetto del ritardo
  • Livellamento e affinatura: per livellamento si intende una perdita di dettagli, durante il tempo, dell'evento ricordato. Spesso il livellamento è accompagnato dall'affinatura, ovvero la selezione di certi dettagli in modo tale che i dettagli ricordati assumono un'importanza esagerata rispetto ai dettagli non rievocati. Entrambi i bias possono rinforzarsi vicendevolmente lungo ripetute rievocazioni e narrazioni.
  • Effetto del livello di elaborazione: differenti modalità di codifica delle informazioni hanno un differente grado di efficacia nella capacità di rievocazione delle informazioni stesse
  • Effetto della lunghezza della lista: più la lista è lunga, maggiore è il numero assoluto di elementi ricordati
  • Attribuzione erronea o amnesia della fonte: mancato richiamo della fonte di un'informazione, ovvero il contesto spazio-temporale dell'evento ricordato[26]. L'attribuzione erronea è stata divisa in:
    • confusione della fonte: è una forma di attribuzione erronea (o amnesia della fonte) in cui il contesto spazio-temporale di un'esperienza viene scambiato con un altro contesto. Per esempio, credere di aver assistito ad un evento per strada, mentre invece lo si è visto al televisore
    • criptomnesia
    • falso richiamo/riconoscimento
  • Effetto della modalità: il richiamo di una lista di argomenti è migliore se la lista è stata presentata in forma orale invece che in forma scritta
  • Bias della congruenza dell'umore: le informazioni congruenti con l'umore al momento del ricordo, vengono richiamate più facilmente
  • Effetto del prossimo a turno: in una discussione a turno in un gruppo, i ricordi di ciò che è stato detto dalla persona immediatamente precedente e quella successiva a sé sono ricordati peggio
  • Effetto Osborn: L'intossicazione con sostanze psicoattive diminuisce la capacità di richiamo di pattern di movimento dai gangli della base
  • Effetto di indizio parte-lista
  • Effetto dell'informazione errata: un'informazione errata data al soggetto prima del richiamo di un evento, porta a delle modifiche nel ricordo che tendono ad essere coerenti con l'informazione errata[27]
  • Effetto picco-fine: di un'esperienza, vengono ricordati meglio i momenti emotivamente intensi e il come si è conclusa
  • Persistenza di un ricordo: ricordo consapevole involontario e indesiderato di ricordi, spesso traumatici. La presenza di questo processo è uno dei criteri diagnostici del disturbo post-traumatico da stress[28]
  • Effetto della superiorità dell'immagine visiva: uno stesso elemento è più facilmente richiamabile alla memoria se è stato presentato in forma visiva rispetto che in forma scritta
  • Effetto della positività: le persone anziane richiamano più facilmente i ricordi piacevoli che quelli negativi
  • Effetto primacy ed effetto recency: di una lista di item, vengono ricordati più facilmente gli elementi finali e quelli iniziali, seppur in misura minore. Gli elementi centrali sono quelli ricordati peggio
  • Effetto della difficoltà di elaborazione
  • Balzo della reminiscenza: gli eventi autobiografici relativi alla propria adolescenza e alla prima età adulta vengono ricordati meglio rispetto agli eventi di altri periodi della propria vita[26]
  • Retrospettiva rosea: quando il passato viene ricordato in modo più positivo di quello che è stato in realtà
  • Effetto della rilevanza per il Sé: le informazioni che sono collegate alla propria persona sono ricordate meglio di informazioni simili ma riferentesi ad altre persone
  • Effetto dell'intervallo: più l'arco di tempo di esposizione a un'esperienza è lungo, migliore sarà il successivo richiamo
  • Bias dovuto allo stereotipo: si ha quando vengono aggiunti o distorti elementi di un ricordo, in modo tale che questi elementi siano coerenti con uno stereotipo (ad esempio, di genere o di razza)
  • Effetto del suffisso: indebolimento dell'effetto di recency allorquando viene aggiunto, in fondo alla lista, un item che non è richiesto di rievocare (Morton, Crowder & Prussin, 1971)
  • Suggestionabilità: forma di attribuzione erronea con la quale idee suggerite da un interlocutore sono scambiate come ricordi propri
  • Effetto telescopio: tendenza a posizionare cronologicamente gli eventi in memoria, in modo che gli eventi recenti risultino più lontani nel tempo rispetto a ciò che erano veramente, e quelli più remoti più vicini
  • Effetto della verifica: materiale da ricordare sottoposto frequentemente a verifica viene ricordato meglio
  • Fenomeno "sulla punta della lingua": si ha quando viene rievocato parte dell'item o informazioni correlate allo stesso ma non si riesce a rievocare l'intero item. È caratterizzato da un senso di frustrazione. Si pensa sia una forma di blocco mentale dovuta all'interferenza prodotta dalla rievocazione simultanea di elementi con caratteristiche simili
  • Effetto "parola per parola": il senso generale di un discorso, viene ricordato meglio delle parole precise dette (Poppenk, Walia, Joanisse, Danckert & Köhler, 2006).
  • Effetto von Restorff: un item che si distingue dagli altri per qualche caratteristica è ricordato meglio (von Restorff, 1933).
  • Effetto Zeigarnik: azioni o compiti non completati o interrotti vengono ricordati meglio rispetto a quelli portati a termine
  • Survivorship bias: è un errore logico che consiste nel concentrarsi su persone o cose che in passato hanno superato dei processi di selezione ed ignorare completamente coloro che non li hanno superati solo perché poco conosciuti. È un bias che può comportare errori di valutazione estremamente gravi soprattutto in ambito finanziario, economico ed ingegneristico (ad esempio si può credere che gli edifici vecchi fossero fatti meglio perché più "resistenti", quando invece al giorno d'oggi noi vediamo solo una piccolissima parte degli edifici antichi poiché la maggior parte sono crollati o comunque ritenuti inagibili nel corso dei decenni)

ApplicazioniModifica

Nel metodo scientificoModifica

Nella scienza sperimentale e applicata, i bias costituiscono dei fattori psicologici che intervengono nella verifica delle ipotesi, influenzando ad esempio la registrazione dei risultati. Possono essere d'origine culturale, cognitiva, percettiva, e tendono in particolare a confermare una certa previsione al di là di quella che può essere l'evidenza.

Il bias può essere considerato come un errore sistematico. Nelle pubblicazioni scientifiche si cerca di escludere queste distorsioni tramite la revisione specialistica (detta peer review).

Nelle scienze socialiModifica

Molte ricerche scientifiche, soprattutto nel campo delle scienze sociali, sono viziate dal fatto che i risultati dei test rappresentano solo una piccola fetta di popolazione mondiale, chiamata con l'acronimo WEIRD (Western, Educated, Industrializated, Rich, Democratic), ovvero persone occidentali, istruite, ricche e democratiche. Tale distorsione prende il nome di WEIRD bias [29].

Nel marketingModifica

Il meccanismo del bias può essere utilizzato al fine di ottenere un vantaggio nella negoziazione e/o nella vendita. Il settore della pubblicità si basa largamente sull'uso di bias piuttosto che sulle reali capacità dei prodotti offerti.[30]

Il negoziatore o il venditore possono far cadere il cliente in una trappola cognitiva utilizzando tecniche che fanno leva sui fattori di bias. Al fine di indurre il cliente a cadere in trappola, il venditore può accorciare i tempi, fare leva sul contesto culturale e sulle credenze del compratore e fornire informazioni addizionali, non sempre veritiere, che hanno lo scopo di oscurare le informazioni già a disposizione del compratore.

Anche le truffe ai danni delle persone anziane si basano sull'innesco di trappole cognitive. Gli anziani tendono infatti a essere più soggetti a cadere nel bias, a causa della minore adattabilità dei processi cognitivi.

NoteModifica

  1. ^ https://www.andreasaletti.com/blog-neuromarketing-psicologia-digitale/appunti/mappa-bias-cognitivi/
  2. ^ https://www.milano-psicologa.it/distorsioni-cognitive/
  3. ^ http://www.psicologo-parma-reggioemilia.com/distorsioni_cognitive_errori_cognitivi.html
  4. ^ https://www.psicoapplicata.org/le-distorsioni-cognitive-8.html?cookieAccept
  5. ^ http://bolognapsicologo.net/blog/cosa-sono-distorsioni-cognitive-come-provare-gestirle/
  6. ^ (EN) Haselton, M. G., Nettle, D. e Andrews, P. W., The evolution of cognitive bias (PDF), in D. M. Buss (a cura di), The Handbook of Evolutionary Psychology, Hoboken, New Jersey, John Wiley & Sons, 2005, pp. 724–746.
  7. ^ Wayback Machine (PDF), su web.archive.org. URL consultato il 3 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2019).
  8. ^ (EN) 12 Common Biases That Affect How We Make Everyday Decisions | Psychology Today, su www.psychologytoday.com. URL consultato il 3 giugno 2022.
  9. ^ Rainer Greifeneder, Herbert Bless e Klaus Fiedler, Social Cognition, 14 settembre 2017, DOI:10.4324/9781315648156. URL consultato il 3 giugno 2022.
  10. ^ Self-serving bias, in Internazionale, n. 730, 8 febbraio 2008, p. 13.
  11. ^ bias, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  12. ^ bias_1 noun - Definition, pictures, pronunciation and usage notes, su Oxford Advanced Learner's Dictionary at OxfordLearnersDictionaries.com. URL consultato il 17 febbraio 2021.
    «mid 16th cent. (in the sense ‘oblique line’; also as an adjective meaning ‘oblique’): from French biais, from Provençal, perhaps based on Greek epikarsios ‘oblique’.»
  13. ^ Anchoring bias in decision-making, Science Daily. URL consultato il 29 settembre 2015.
  14. ^ Anchoring Definition, Investopedia. URL consultato il 29 settembre 2015.
  15. ^ A. Tversky e D. Kahneman, Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases (PDF), in Science, vol. 185, n. 4157, 1974, pp. 1124–1131, DOI:10.1126/science.185.4157.1124, PMID 17835457.
  16. ^ Edward Teach, "Avoiding Decision Traps Archiviato il 14 giugno 2013 in Internet Archive.", CFO (1 June 2004). Accesso 29 maggio 2007.
  17. ^ Isaac Cho, Ryan Wesslen e Alireza Karduni, The Anchoring Effect in Decision-Making with Visual Analytics, in 2017 IEEE Conference on Visual Analytics Science and Technology (VAST), 2017-10, pp. 116–126, DOI:10.1109/VAST.2017.8585665. URL consultato il 3 giugno 2022.
  18. ^ Michael Shermer, Patternicity: Finding Meaningful Patterns in Meaningless Noise, su scientificamerican.com. URL consultato il 29 giugno 2011.
  19. ^ GrrlScientist, Michael Shermer: The pattern behind self-deception, London, Guardian, 29 settembre 2010. URL consultato il 29 giugno 2011.
  20. ^ Why Do We Need a Belief in God with Michael Shermer, su youtube.com, 19 agosto 2011.
  21. ^ Apophenia & Illusory Correlation « Paul Xavier Waterstone, su waterstone.wordpress.com, 24 maggio 2007. URL consultato il 29 giugno 2011.
  22. ^ Patricio Bustamante, Fay Yao e Daniela Bustamante, The worship to the mountains: a study of the creation myths of the chinese culture, su rupestreweb.info, 2010.
  23. ^ Patricio Bustamante, Fay Yao e Daniela Bustamante, Search for meanings: from pleistocene art to the worship of the mountains in early China. Methodological tools for Mimesis, su rupestreweb.info, 2010.
  24. ^ A.Forza, G.Menegon, R.Ruminati, Il giudice emotivo, la decisione tra ragione ed emozione, Il Mulino, 2017, p 162, ISBN 978-88-15-26747-4
  25. ^ Fernandez-Duque, D., Evans, J., Christian, C., e Hodges, S., Le informazioni superflue sulle neuroscienze rendono più interessanti le spiegazioni dei fenomeni psicologici, Journal of Cognitive Neuroscience, 27 (5), 2015, pp. 926-944.
  26. ^ a b Schacter D. L. (2007), Alla ricerca della memoria. Il cervello, la mente e il passato, Torino: Einaudi
  27. ^ Loftus, E. F., Palmer J. C. (1974), "Reconstruction of Automobile Destruction: An Example of the Interaction Between Language and Memory, Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior 13: 585–9.doi:10.1016/S0022-5371(74) 80011-3.
  28. ^ APA (2001), DSM-IV-TR, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 4ª edizione, Milano: Masson
  29. ^ https://www.wired.it/scienza/lab/2018/12/08/psicologia-problema-weird/
  30. ^ Jones J. P. Over-Promise and Under-Delivery, in How Advertising Works, Esomar, Amsterdam, 1991.

Voci correlateModifica

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