Bob Beamon

lunghista statunitense

Robert Beamon, detto Bob (New York, 29 agosto 1946), è un ex lunghista statunitense, campione olimpico a Città del Messico 1968 e detentore del record mondiale della specialità dal 1968 al 1991 con la misura di 8,90 m.

Bob Beamon
Bob Beamon nel 1992
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Altezza 191 cm
Peso 70 kg
Atletica leggera
Specialità Salto in lungo
Record
Lungo 8,90 m Record olimpico (1968)
Lungo 8,30 m (indoor - 1968)
Carriera
Società
UTEP Miners
Houston Striders
Nazionale
1967-1968Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 1 0 0
Giochi panamericani 0 1 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Biografia modifica

Da bambino, Beamon vide la madre morire di tubercolosi. Da adolescente faceva a coltellate per la strada, di notte[senza fonte]; di giorno, però, gli accadeva di prendere la strada dello stadio per correre, saltare o giocare a pallacanestro. In quel luogo il suo talento naturale non avrebbe tardato a manifestarsi, aprendogli presto, per mezzo di una borsa di studio, le porte dell'Università di El Paso, nel Texas, dove divenne presto un atleta di primo piano.[1]

Per avere boicottato una riunione di atletica cui partecipavano dei mormoni, il cui comportamento razzista era notorio, Beamon perse la borsa di studio corrispostagli dall'università poco prima della sua partenza per Città del Messico.

 
Bob Beamon nel 1968

Fu dunque un atleta in affanno, con la testa annebbiata e alquanto insonnolito, quello che si presentò nello stadio il 18 ottobre 1968. Mentre si avvicinava un temporale, le prove ebbero inizio su una pedana frustata dai colpi di vento. Unitamente ai disturbi provocati dall'altitudine, il vento fece fallire il primo salto del giapponese Yamada, del giamaicano Brooks e del tedesco occidentale Baschert. Beamon era il quarto della lista di partenza. Una rincorsa veloce e accelerata, uno stacco al millimetro, un'ascensione e un lungo volo, un prodigioso colpo di reni e due piccoli salti da canguro all'atterraggio: si vide immediatamente che l'americano aveva compiuto una grande impresa. Il giudice incaricato delle misurazioni fece scivolare l'apparecchio ottico sulla barra di scorrimento. Incredulo, cercò di spingere: troppo corta!

Gli incaricati dovettero quindi utilizzare il decametro a nastro della dotazione di emergenza, cosa che richiese interminabili secondi. Finalmente, sul tabellone luminoso si accesero questi numeri incredibili: 8,90 m. Un lungo grido si alzò dalle tribune. Beamon, da parte sua, non aveva ancora capito. Fu necessario che Ralph Boston gli spiegasse che aveva superato qualcosa come 29 piedi americani (29 piedi e 2 pollici) perché se ne rendesse conto. Cominciò allora a ballare come un invasato, cadde nelle braccia del suo vecchio amico e poi sì inginocchiò e baciò il terreno. Immediatamente cominciò a piovere a dirotto e a far freddo.

Il suo record del mondo resistette per quasi ventitré anni e venne nominato dalla rivista Sports Illustrated come uno dei cinque più grandi momenti sportivi del XX secolo. Prima del salto di Beamon, il record mondiale era stato migliorato 13 volte dal 1901, con un incremento medio di 6 cm e con il maggior incremento di 15 cm. Il salto con cui Beamon ottenne la medaglia d'oro migliorò il record esistente di 55 cm. Il campione olimpico uscente, il britannico Lynn Davies, disse a Beamon "Tu hai distrutto questa specialità" e, nel gergo dell'atletica leggera, un nuovo aggettivo, "Beamonesco", entrò in uso per indicare un'impresa spettacolare.

Rientrato dal Messico ritornò all'università e riprese a giocare a basket. Pensò persino di passare al professionismo, in quanto aveva effettive qualità per questo sport, ma per ragioni fisiche dovute all'altezza e al peso non interessò a nessuno.

Si rese allora conto che saltando 8,90 m nel salto in lungo, aveva raggiunto una specie di Everest e fu preso dall'angoscia al pensiero del vuoto che lo circondava. Per superarla, si comprò sette televisori, trentadue paia di scarpe, un armadio per abiti e una Cadillac rosa, spendendo il denaro che aveva incominciato a piovergli addosso. Rimasto al verde, cominciò ad allenarsi seriamente in previsione dei Giochi olimpici del 1972. Ma qualcosa non funzionava più nei suoi salti: incapace di usare il suo piede destro, quello che gli aveva permesso di prendere il volo nel 1968, riusciva a battere solo con il piede sinistro. Avendo mancato la qualificazione olimpica ai trials, la squadra americana partì per Monaco senza di lui. Per alcuni anni continuò a gareggiare, ma non riuscì più nemmeno a fare 8 metri (il suo miglior salto fu di 7,90 m).

Molto tempo dopo, fu rintracciato a New York dove si occupava di ragazzi disadattati. Nel 1979 fu rivisto a Città del Messico in occasione dei Giochi Universitari Mondiali mentre cercava di raggranellare un po' di denaro sui luoghi del suo favoloso trionfo, raccontandone i particolari alla stampa.

Il record di Beamon venne infranto il 30 agosto 1991, quando Mike Powell saltò la misura di 8,95 m ai campionati mondiali di Tokyo. Più di cinquanta anni dopo quell'impresa, il salto di Beamon è ancora record olimpico in carica e seconda miglior prestazione mondiale di ogni tempo.

Palmarès modifica

 
La pedana del salto in lungo dove Bob Beamon stabilì il record mondiale di 8,90 m
Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1967 Giochi panamericani   Winnipeg Salto in lungo   Argento 8,07 m
1968 Giochi olimpici   Città del Messico Salto in lungo   Oro 8,90 m    

Note modifica

  1. ^ (EN) Robert Beamon's Biography, su The HistoryMakers. URL consultato il 18 luglio 2023.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN14107457 · ISNI (EN0000 0000 3749 8552 · LCCN (ENn99277372 · GND (DE1061816990 · WorldCat Identities (ENlccn-n99277372