Calalzo di Cadore

comune italiano
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Calalzo di Cadore (Cialòuž o Cialàuž in ladino[4][5][6]) è un comune italiano di 1 840 abitanti[1] della provincia di Belluno in Veneto.

Calalzo di Cadore
comune
Calalzo di Cadore – Stemma
Calalzo di Cadore – Bandiera
Calalzo di Cadore – Veduta
Calalzo di Cadore – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Belluno
Amministrazione
SindacoLuca De Carlo (Fratelli d'Italia) dall'8-6-2009 (3º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate46°26′48.17″N 12°22′49.39″E / 46.446715°N 12.380385°E46.446715; 12.380385 (Calalzo di Cadore)
Altitudine806 m s.l.m.
Superficie43,51 km²
Abitanti1 840[1] (30-11-2023)
Densità42,29 ab./km²
FrazioniRizzios
Comuni confinantiAuronzo di Cadore, Borca di Cadore, Domegge di Cadore, Pieve di Cadore, San Vito di Cadore, Vodo di Cadore
Altre informazioni
Cod. postale32042
Prefisso0435
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT025008
Cod. catastaleB375
TargaBL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 899 GG[3]
Nome abitanticalaltini
Patronosan Biagio
Giorno festivo3 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Calalzo di Cadore
Calalzo di Cadore
Calalzo di Cadore – Mappa
Calalzo di Cadore – Mappa
Posizione del comune di Calalzo di Cadore nella provincia di Belluno
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il territorio calaltino è completamente montuoso, collocandosi nel cuore delle Dolomiti Cadorine.

Il capoluogo sorge sulle rive occidentali del lago artificiale di Centro Cadore, alla destra del Molinà, suo tributario. La gran parte del territorio si estende però sulla retrostante val d'Oten, pressoché disabitata che, segnata dal corso del torrente, termina ai piedi del monte Antelao. Quest'ultimo, con i suoi 3264 m s.l.m. rappresenta una delle principali cime dolomitiche, seconda solo alla Marmolada. Altri massicci degni di nota sono le Marmarole (culminanti nel Cimon del Froppa, 2 932 m) e la più modesta croda Mandrin (2 278 m).

Origini del nome modifica

Il toponimo deriverebbe dal latino callis altus "luogo alto". Il coronimo "di Cadore" è stato aggiunto con D.P.R. 30 giugno 1959 n. 627[4][7].

Storia modifica

Calalzo, "Calaucio" in un'antica pergamena, fece parte del Centenaro di Pieve di Cadore, sede della Magnifica Comunità di Cadore. La sua storia e la sua economia sono strettamente legate alle vicissitudini di questo territorio.

Negli atti amministrativi dell'archivio comunale appaiono anche documenti che testimoniano contratti d'uso (attività d'uso in affitto a mezzo di "consorzie") di terreni di proprietà di altri comuni anche lontani dai territori limitrofi. Per esempio, l'acquisto dei boschi e dei pascoli di Ajarnola e Selvapiana nel comune di Comelico Superiore (1). Dal 1420, con l'annessione del Cadore a Venezia, il commercio del legname, tramite la fluitazione, fu l'industria principale dei paesi cadorini. Con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797 e il dominio della Francia prima, dell'Austria poi, anche per la concorrenza di paesi che formavano l'Impero austro-ungarico, tale attività subì un'involuzione che continuò anche dopo l'annessione del Cadore al Regno d'Italia. Nel Cadore cominciò, allora, il fenomeno dell'emigrazione.

Vi fu un fatto, però, che rivoluzionerà nel tempo l'economia di questa terra, quando ebbe inizio a Calalzo nel 1877 l'industria dell'occhiale per opera dei fratelli Angelo e Leone Frescura e Giovanni Lozza, nativi della borgata di Rizzios. Nel 1898 a Calalzo di Cadore nacque lo scrittore Pacifico Fiori.[8]

Nella bella biblioteca comunale "Enrico De Lotto" dotata di ben 20.000 volumi, sono conservate, con altri pregevoli documenti, pergamene contenenti arbitrati, acquisti, transazioni, laudi che risalgono al XIV secolo. Vi hanno trovato ospitalità due preziose donazioni: l'intera biblioteca appartenuta ad Enrico Pappacena, docente di storia delle religioni all'Università di Bari, e numerose opere, manoscritti e documenti di calaltini illustri.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

  • La chiesa parrocchiale di San Biagio: l'altare maggiore è opera della Ditta Zanette di Vittorio Veneto. Fu inaugurato il 19 dicembre 1920 e consacrato nello stesso giorno dal vescovo Giosuè Cattarossi. Nel 1973 è stato adattato dalla Ditta Faena di Belluno alle nuove norme stabilite dal Concilio Vaticano II e consacrato dal vescovo Gioacchino Muccin il 18 febbraio 1973. Le statue in legno di San Biagio e San Floriano sono state eseguite dallo scultore Giuseppe Obletter e benedette l'11 agosto 1929 dal parroco Giovanni Masi. L'organo è Aletti (1891).
  • La chiesetta di San Giovanni Battista, situata sul punto più alto del paese.
  • La chiesetta della Madonna di Caravaggio (fino al 2012 meta di pellegrinaggio mariano) raggiungibile percorrendo a piedi o in automobile la strada per Praciadelan.

Architetture civili modifica

  • Il Rifugio Dino e Giovanni Chiggiato, raggiungibile con due ore di cammino, offre un panorama che spazia su 360 gradi dal monte Antelao alle Marmarole e agli Spalti di Toro.

Altro modifica

La pista ciclabile è stata realizzata sulla vecchia linea ferroviaria Calalzo-Cortina (costruita nel 1915 per facilitare gli spostamenti durante la prima guerra mondiale, divenuta turistica nel 1930 e soppressa nel 1964) e si estende da Calalzo a Dobbiaco. Nel corso del 2004 è stata asfaltata e migliorata, ed è stata aggiunta l'illuminazione delle gallerie. È in funzione un ostello per ciclisti.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[9]

Geografia antropica modifica

Borgate modifica

Rizzios (Režuos) modifica

Si può raggiungere a piedi la vicina frazione di Rizzios percorrendo la vecchia strada romana chiamata "Giro delle Coste" e al termine arrivare nella borgata di Grea (frazione del comune di Domegge), dove si può ammirare Calalzo dall'alto e il panorama. Nel "percorso vita" si trovano attrezzi ginnici per l'attività fisica e per mantenersi in buona salute.

Altre località del territorio modifica

  • Lagole, dove si possono ammirare le sorgenti e i laghetti di acqua curativa in cui è possibile fare il bagno.
  • Molinà, così chiamata perché agli inizi dell'Ottocento veniva sfruttata attraverso dei "mulini" la corrente del fiume. Qui si trovano le fabbriche della Safilo (ora in disuso) e la Chiesa della Beata Vergine della Molinà.

Infrastrutture e trasporti modifica

La stazione di Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina, servita da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Veneto, è il capolinea settentrionale della ferrovia Calalzo-Padova. Collegamenti con il resto del Cadore sono effettuati con autocorse Dolomitibus in partenza dal piazzale di fronte alla stazione.

La fermata di Sant'Alipio e le stazioni di Calalzo Paese-Marmarole e Calalzo FS sorgevano lungo la ferrovia delle Dolomiti, attiva in questa tratta fra il 1921 e il 1964[10]; queste ultime svolsero, nel tempo, funzione di capolinea meridionale della stessa.

Amministrazione modifica

Sindaci modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Pier Mario Fop lista civica Sindaco
13 giugno 1999 12 giugno 2004 Ernesto Nucci Passuello lista civica Sindaco
13 giugno 2004 6 giugno 2009 Pier Mario Fop lista civica Sindaco
7 giugno 2009 25 maggio 2014 Luca De Carlo lista civica di destra Sindaco
25 maggio 2014 in carica Luca De Carlo lista civica di destra Io Amo Calalzo
Fratelli d'Italia
Sindaco

Altre informazioni amministrative modifica

La denominazione del comune fino al 1959 era Calalzo[11].

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 133.
  5. ^ Dizionario della gente di Lozzo - La parlata ladina di Lozzo di Cadore, su ladinia.org, Comune di Lozzo di Cadore. URL consultato il 7 ottobre 2012.
  6. ^ Tra le attestazioni più antiche del toponimo si trova Calautio (anno 1269) e Calalcium (anno 1361). Le voci popolari cadorine Cialàuž e Cialòuž conservano la regolare evoluzione fonetica di palatizzazione di ca- > ča-, di velarizzazione di -l- > -u- davanti a dentale e di -ts > -ž. Cfr. Maria Teresa Vigolo e Paola Barbierato, Glossario del cadorino antico, Società Filologica Friulana e Fondazione G. Angelini, 2012, ISBN 978-88-7636-156-2.
  7. ^ Dino Dibona, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Dolomiti, Newton Compton, 2000, p. 284, ISBN 978-88-8289-406-1.
  8. ^ Annuario della stampa italiana, vol. 9-10, Casa editrice del libro italiano, 1931, p. 594.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  10. ^ Evaldo Gaspari, La ferrovia delle Dolomiti. Calalzo-Cortina d’Ampezzo-Dobbiaco. 1921-1964, Athesia edizioni, Bolzano 2005. ISBN 88-7014-820-3.
  11. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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