Calvizzano
Calvizzano (Calvizzàne in napoletano[4]) è un comune italiano di 12 391 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Calvizzano comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giacomo Pirozzi (lista civica Calvizzano riparte) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 40°54′N 14°11′E / 40.9°N 14.183333°E |
Altitudine | 135 m s.l.m. |
Superficie | 3,98 km² |
Abitanti | 12 391[1] (31-12-2022) |
Densità | 3 113,32 ab./km² |
Frazioni | San Pietro |
Comuni confinanti | Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80012 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063012 |
Cod. catastale | B452 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 191 GG[3] |
Nome abitanti | calvizzanesi |
Patrono | san Giacomo |
Giorno festivo | 25 luglio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisicaModifica
Calvizzano sorge nella fertile piana di bonifica dei Regi Lagni, nel cuore della pianura campana, in una zona altamente urbanizzata. Il comune è situato nell'agglomerato a nord-ovest di Napoli (l'agro giuglianese) insieme ai comuni di Marano, Mugnano, Villaricca, Qualiano e Giugliano in Campania.
Origini del nomeModifica
Secondo lo storico locale Raffaele Galiero[5] la denominazione deriverebbe da Calvisius (o Calvicius), un proprietario terriero appartenente alla gens Calvisia. Da qui la denominazione che si sarebbe trasformata in Calvisiano, Calbictiano e infine Calvizzano.
Nel Seicento il notaio Marco Antonio Syrleto, primo storico locale aveva formulato un'altra ipotesi etimologica per il toponimo: secondo lui questo sarebbe derivato dal fatto che nell'antichità, in seguito alle tante guerre e pestilenze, in questo luogo si sarebbero trovati molti sepolcri contenenti solamente i teschi, che vennero chiamati calvi; quando le persone sane vennero in questo territorio per abitarvi, dall'unione dei Calvi ai sani, sarebbe nato il nome Calvisano, dal volgo, in seguito, tradotto in Carvizzano e poi in Calvizzano.[5]
StoriaModifica
Non esistono dati certi sulla sua fondazione. Il territorio conserva testimonianze archeologiche di epoca romana, come i resti di antiche ville romane.
Raffaele Galiero, storico locale, in un libro del 1936[6], ritiene che il primo nucleo di Calvizzano si sia formato nei pressi di una deviazione dell'antica via Consolare Campana che arrivava alla città di Napoli.
A causa della sua collocazione nell'agro napoletano, il paese subì in epoca altomedievale il riflesso delle travagliate vicende del Ducato di Napoli. Divenne casale solo nel 1269. Fu feudo dei Caracciolo di Napoli per quasi tutto il Quattrocento.[7] Nel 1495 passò a Francesco D'Allegro, gran siniscalco del Regno di Sicilia. Dal 1497 al 1504 fu governato da Antonio de Raho, uditore e consigliere di Ferrante d'Aragona il quale lo nominò signore a vita di Calvizzano. Il 1° di ottobre del 1669 Francesco Carnero, consigliere collaterale dello stato di guerra e maestro di campo della fanteria, acquistò il casale divenendone barone. Nel 1681 la baronessa Margherita Carnero, quartogenita di don Francesco Carnero, sposò, con dispensa papale, suo cugino il duca Diego di Pescara e portò in dote il casale di Calvizzano, facendo divenire il marito duca di Calvizzano.[8]
Nel 1799 l'ammiragilo Francesco Caracciolo, ammiraglio della Real Marina del Regno di Napoli che combatté contro la flotta reale e la restaurazione del potere dei Borbone a Napoli durante la Rivoluzione napoletana, a seguito della repressione della Repubblica si rifugiò a Calvizzano, un tempo feudo della famiglia; dove però fu scoperto a causa del tradimento da parte di un servo e, il 29 giugno 1799, fu arrestato e condotto sulla nave dell'ammiraglio Nelson, il Foudroyant, per essere sottoposto ad un processo sommario e venire poi condannato a morte per impiccagione.
Nel 1806, il duca Giuseppe Maria Pescara perse il feudo a seguito della riforma amministrativa antifeudale operata sotto il regno napoletano di Giuseppe Bonaparte; l'Universitas Calvizzani, antico retaggio del governo feudale, fu abolita per far spazio alla nascente amministrazione comunale.[9] In seguito Calvizzano seguirà le sorti dapprima del Regno delle Due Sicilie e poi dell'Italia.
StemmaModifica
Lo stemma comunale è ritenuto anteriore al 1596, poiché lo stemma è scolpito nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cui costruzione fu iniziata nel 1580.
Lo stemma del comune di Calvizzano, come da decreto del capo del governo del 9 maggio 1930 trascritto nei registri della Consulta araldica del 10 maggio 1930, ha le seguenti caratteristiche:
Di colore verde ed uno scudetto barocco d'argento, caricati di una testa calva, rivolta di profilo al naturale.[10]
Monumenti e luoghi d'interesseModifica
Architetture religioseModifica
Chiesa di Santa Maria delle GrazieModifica
La chiesa, cinquecentesca, sorse nello stesso luogo dove sorgeva l'antica chiesetta di Santa Maria Annunziata al centro del paese. Essendo questo edificio più antico abbastanza piccolo e non rispondendo più alle esigenze dei fedeli, nel 1550 l'arcivescovo di Napoli Mario Carafa autorizzò l'Universitas Calvizzani ad abbatterla e a costruire nello stesso luogo una nuova chiesa, intitolata a Santa Maria delle Grazie.
La costruzione della nuova chiesa fu iniziata nel 1580; l'edificio fu benedetto nel 1596 e terminato nel 1608 (anche se per il completamento della sagrestia fu necessario aspettare fino al 1746). Fu una chiesa laicale in quanto venivano eletti 25 governatori laici che si interessavano dello stabile, del culto e di tutto ciò che occorreva (l'amministrazione laicale fu abolita nel 1972). Gli oneri venivano soddisfatti grazie alle elemosine.
La chiesa presenta una pianta a croce latina a navata unica, lungo la quale si sviluppano un totale di sei cappelle divise per i due lati. Possiede una maestosa cupola, probabilmente disegnata e costruita dall'architetto e scultore napoletano Domenico Antonio Vaccaro, al quale certamente è da attribuire la decorazione a stucco.
Nella chiesa si conservano inoltre i dipinti e le tele di Nicola Vaccaro[11][12] e quelle del Domenichino.
Il soffitto ligneo dorato presenta al suo centro una rappresentazione dell'Assunzione di Maria, opera eseguita nel 1676 dall'artista Andrea Malinconico[13], Negli angoli del soffitto vi è la rappresentazione dello stemma dei Visconti, consistente in una vipera tortuosa che ingoia un bambino. Le due entrate laterali, con ballatoi e parapetti in piperno furono creati nel 1605.
Dal 1809 è sede della parrocchia di San Giacomo Apostolo Maggiore, trasferitasi qui definitivamente in seguito all'abbandono e alla rovina della chiesa di San Giacomo.[14]
Il 15 febbraio 2015 è stato inaugurato, all'interno di uno storico locale della chiesa, il museo parrocchiale (intitolato a Cristofaro Agliata noto politico e storico locale) con la benedizione del vescovo ausiliare di Napoli Salvatore Angerami: esso custodisce ed espone ex voto, calici ed ostensori in argento e oro, datati a partire dal Cinquecento, abiti liturgici ricamati in oro) e l'archivio storico.[15]
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Foto d'epoca: esterno antecedente il 1934
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Foto d'epoca: esterno in una foto del 1934
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Foto d'epoca: celebrazione sacra di Mons. Fabozzi, 1931
Chiesa di San Giacomo Apostolo maggioreModifica
La chiesa, già citata in un documento del 911, era sorta presso una monumentale tomba di epoca romana, relativa ad abitato forse situato poco lontano dall'attuale centro del paese. Fu la prima chiesa a Napoli e nel napoletano, dedicata al santo, scelto come patrono. L'"ecclesia Sancti Jacobi fu elevata nel 1337 dall'arcivescovo di Napoli Giovanni III Orsini ad arcipretura, con giurisdizione su dieci parrocchie dei casali vicini (da Piscinola a Panicocoli (odierna Villaricca);[16] il suo clero, inoltre, interveniva incoronato di rose alla messa pontificale della prima domenica di maggio in onore di san Gennaro.
Nel 1809 la chiesa di San Giacomo fu abbandonata e andò in rovina, così la cura parrocchiale fu definitivamente trasferita nella chiesa di Santa Maria delle Grazie.[17]
Chiesa di San PietroModifica
La chiesa sorge a poco più di 1 km dal centro di Calvizzano e fu eretta prima del 1336, come ci testimonia un documento custodito nella Biblioteca apostolica vaticana. L'attuale chiesa, risale al 1656, anno della peste che colpì anche Calvizzano. I fedeli avevano infatti lasciato l'abitato e si erano spostati in aperta campagna, dove chiesero al santo protezione dal morbo. Scampato il pericolo, con le loro offerte, i devoti ampliarono e abbellirono la vecchia chiesetta incorporandovi l'originaria abside.[18]
Istituto del Sacro Cuore di GesùModifica
Tra le opere architettoniche religiose presenti nel territorio, vi è anche un edificio ex-IPAB in zona Rione Case Cavallo (oggi Via Ritiro), nato il 5 Ottobre 1788 come Orfanotrofio grazie all'interesse del duca Giovanni Battista Pescara e del reverendo don Paolo Sambuca di Atella. A partire dal XIX Secolo l'Orfanotrofio prese il nome di Ritiro (da cui poi ha preso nome la toponomastica successivamente). Tra il 1818 e il 1826 fu costruita, di fianco all'edificio, la chiesa dell’Addolorata e di San Francesco Saverio.[19][20]
Dal 1922 al 2017, l'Istituto è stato gestito dalle benemerite suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, la cui Casa Generalizia è a Casoria.
Dal 2020, l'edificio è in ristrutturazione. L'attuale destinazione d'uso è oggetto di dibattito nella politica locale: abolito l'Istituto religioso, l'amministrazione straordinaria (e quella comunale successiva) ha adibito l'edificio a sede per la Caserma dell'Arma dei Carabinieri locale, presente dal 2006 sul territorio in un locale provvisorio; ma fronti politici locali spingono per destinare l'edificio, per sue dimensioni e per la sua posizione, all'apertura di un Centro culturale.[21]
Monumento ai cadutiModifica
Il monumento venne inaugurato il 6 giugno 1934 alla presenza di molte personalità[22]. Il monumento fu progettato dall'artista locale Michele Ciccarelli.
Si tratta di una monumentale edicola in tufo, composta da quattro pilastri, collegati tra loro da archetti, decorati con fastigi in piperno. Al centro del prospetto principale si trova la lapide marmorea con l'iscrizione commemorativa:
Calvizzano consacrando la gloria immortale dei suoi figli migliori perennemente in questa preda bellica ne testimonia l'eroico ardire e la virtù romana.
L'iscrizione è sormontata da una stella in bronzo, simbolo dell'Italia[23]. Sugli altri lati sono poste le lapidi recanti i nomi dei caduti calvizzanesi della prima guerra mondiale e successivamente aggiunti quelli della seconda.
All'interno dell'edicola è collocato un cannone sottratto agli austriaci durante la loro ritirata nel novembre 1918 e donato dal maresciallo d'Italia Armando Diaz, quando era ministro della guerra, al podestà, il conte Domenico Mirabelli, suo parente da parte della moglie, Sarah De Rosa Mirabelli.[24][25]
Palazzo DucaleModifica
Il Palazzo Ducale di Calvizzano fu fatto erigere nel 1681 dal Duca di Calvizzano, Diego Pescara, duca di Saracena e di Calvizzano[26]. Oggigiorno il Palazzo Ducale è di proprietà di vari privati, e non è tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali[26]. È erroneamente considerato il palazzo in cui fu catturato l'ammiraglio Francesco Caracciolo (la sua cattura avvenne in un palazzo di Via Case Nuove, oggi Via Carlo Levi)[27].
Siti archeologiciModifica
Nel 1934 furono rinvenuti i resti di una necropoli risalenti al II-III Secolo d.C., che furono recuperati e conservati dallo storico locale Raffaele Galiero. Negli anni 90' del XX Secolo, la Soprintendenza lì prese in custodia e li conservò nel Castello di Baia.[28][29]
Nel 1983, nell'area sottostante l'ex Chiesa di San Giacomo Apostolo maggiore, andata in rovina e demolita, furono ritrovati resti archeologici di una villa romana, risalente al I Secolo d.C. Tuttavia, per mancanza di fondi, la Soprintendenza ai Beni Archeologici si vide costretta a ricoprire il tutto. La nascita di un'area di interesse archeologico è oggetto di discussione politica da anni, con interesse anche da parte della Diocesi, che detiene la proprietà del terreno in cui sono stati trovati i resti (essendo l'area su cui insisteva la Chiesa, di origine protocristiana).[30][31]
Fino agli anni 80' del XX secolo, era presente in via Roma una seilce, ovvero un blocco di piperno di 1.30 metri di larghezza e 0.50 metri di altezza e profondità, usato come panchina dagli abitanti del posto. Il blocco sparì a seguito della ripavimentazione della via.
Nella stessa via, è presente un blocco uguale, murato, delle stesse dimensioni e con una incisione.
Questa incisione, tradotta dallo storico locale Raffaele Galiero, recità così:
…Augustale Dupliciario. A se, ai suoi, e ai posteri, questi luoghi che costruì a sue spese. Se da alcuno in qualunque modo sarà alienato qualche cosa, questi sia condannato. Per colui che compra ci sia la stessa pena.
Secondo Galiero l’epigrafe sarebbe stata fatta fare da un certo militare che si chiamava Augustale Dupliciario. Secondo un altro storico locale, Peppe Barleri, invece il nome doveva trovarsi nel rigo sovrastante (ormai perduto) e Augustalis Dupliciarus sarebbero le qualifiche del soldato soggetto dell'incisione. Il termine Dulpiciarius, infatti, indica un soldato a cui spetta una doppia razione di cibo; mentre Augustalis indicherebbe un membro delle milizie di Augusto.[32][33]
Nel 2011, nella frazione di San Pietro, sono stati ritrovati, a seguito degli scavi fognari, reperti archeologici di origine romana e anche un tracciato di origine romana, prova della deviazione della via antica Consolare Campana, deviazione che da Quarto di Marano (oggi Quarto Flegreo) si diramava per la collina di San Rocco di Marano e, passando per la frazione di San Pietro e l'attuale sede della via principale di Calvizzano, giungeva fino a Napoli (seguendo il percorso dell'attuale Via Santa Maria a Cubito). Questi reperti, tuttavia, non sono stati riportati alla luce.[34]
Nella frazione di San Pietro, nell'area sottostante la collina di San Rocco di Marano (che costeggia) e dell'Alveo dei Camaldoli[35], è presente una masseria di origine romana (oggi in rovina) e resti del tracciato viario romano nell'alveo; nonché un ponte di origine borbonica.[36]
SocietàModifica
Evoluzione demograficaModifica
Abitanti censiti[37]

Etnie e minoranze straniereModifica
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Calvizzano erano 304, corrispondenti al 2,4% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[38]
Tradizioni e folcloreModifica
Il culto del "apostolo Jacovo" a Cavizzano risale a prima dell'anno 1000: già nel 911 in alcuni documenti si fa riferimento ad un pezzo di terra di Sancti Jacovi in Calbictianum.[39]
Il 25 luglio ricorre la festa del santo: anticamente era detta la "Festa del tomolo di sancti Jacovo", in quanto i contadini del luogo per ringraziare il santo per il raccolto, erano soliti donare un tomolo di grano ai poveri, che si recavano a piedi da Napoli in pellegrinaggio presso l'antica chiesa di Calvizzano.
Oggi la festa di san Giacomo si celebra con la processione della statua del santo (risalente al 1740 circa) per le vie della cittadina e termina con un simulacro dell'incendio del campanile.[40]
CulturaModifica
IstruzioneModifica
La biblioteca comunale è situata in largo Caracciolo[41], al piano terra del Municipio.
Nel territorio comunale sono presenti una scuola elementare, nominata ad Armando Diaz (situata nella via omonima), e una scuola media, nominata a Marco Polo.
Nel 2021 l'amministrazione comunale ha iniziato l'iter burocratico per la costruzione e l'apertura di un asilo nido comunale[42], già presente sul territorio in un'area provvisoria della Scuola media locale.
Sul territorio comunale insistono anche alcune scuole materne e asili nido paritari. Fino al 2017, le Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù gestivano, nell'istituto ex-IPAB, una scuola primaria e dell'infanzia paritaria, chiamata "Madonna del Buon Consiglio", e dedicata a Santa Suor Giulia Salzano.[43]
Infrastrutture e trasportiModifica
La vicinanza a Napoli, e quindi ai relativi servizi, ha fatto sì che il comune non sentisse l'esigenza di avere infrastrutture di grande rilievo sul proprio territorio.
La viabilità interna si basa principalmente su strade comunali, mentre quella a lunga percorrenza come autostrade e superstrade è raggiungibile tramite la Circumvallazione Esterna di Napoli, accessibile nel limitrofo comune di Villaricca. Il comune è attraversato dalla storica Via Santa Maria a Cubito, il cui tratto a Calvizzano è ridenominato viale della Resistenza.
La costruzione ex novo del parcheggio di via Galiero e il rifacimento di quello di via Ritiro ha risolto in parte i problemi che affliggono il corso principale (via Conte Mirabelli) in seguito al restyling del 2007, in primis le aree di sosta e il traffico.
Nell'ottica del sistema integrato dei trasporti, il trasporto pubblico urbano è affidato alla compagnia ANM e ad EAV (ex CTP) che attraverso varie linee conducono alla Linea 1 della Metropolitana di Napoli.
A Calvizzano transitava la linea tranviaria Napoli-Giugliano, facente parte delle cosiddette tranvie di Capodimonte, inaugurata nel 1900, incorporata nella rete urbana di Napoli e soppressa nel 1960; inoltre era vicina alla stazione di Mugnano-Calvizzano[44] della ferrovia Alifana Bassa in servizio fino al 1976.
Era in via di realizzazione nel corso degli anni 2000 una metropolitana leggera, denominata MicroMetrò, il cui percorso si sarebbe dovuto sviluppare da Villaricca, passando per Mugnano, Calvizzano, Marano e terminando alla fermata di Piscinola della Linea 1 della metropolitana di Napoli. Tuttavia, terminata la progettazione, i fondi già stanziati per il MicroMetrò furono spostati per terminare il prolungamento della Linea 1 fino alla stazione di Toledo e alla stazione di Garibaldi, attuale capolinea.
Nel dicembre 2022 è stato approvato dalla Città Metropolitana di Napoli il nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che prevede la costruzione, entro il 2031, di una tramvia a sede riservata, detta Gronda Ovest, che dalla stazione di Chiaiano della Linea 1 passerà per i comuni di Mugnano di Napoli, Marano di Napoli, Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Giugliano in Campania, fino alla stazione di Licola della Circumflegrea. Nello stesso PUMS è presente una ulteriore opera, detta Gronda Est, che dovrebbe collegare la fermata di Giugliano della Linea Arcobaleno con l'Agro nolano; contestualmente a quest'opera è in progetto anche un "baffo di collegamento" tra Gronda Ovest e Gronda Est che parte proprio nel territorio del comune di Calvizzano.[45]
AmministrazioneModifica
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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18 luglio 1988 | 23 novembre 1990 | Antonio Ruggiero | PSI | Sindaco | Sfiduciato dal consiglio comunale con apposita mozione |
23 novembre 1990 | 8 aprile 1991 | Antonio Migliaccio | PCI | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Dimissionario |
15 aprile 1991 | 2 maggio 1992 | Luigi Ricciardiello | PSI | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Dimissionario |
1º luglio 1992 | 7 giugno 1993 | Giuseppe Salatiello | DC | Sindaco | Porta avanti la consiliatura apertasi il 18/07/88. Scadenza naturale del mandato |
7 giugno 1993 | 28 aprile 1997 | Giuseppe Salatiello | DC | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Giuseppe Salatiello | Indipendente | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
14 maggio 2001 | 24 febbraio 2003 | Mario Morra | Centro | Sindaco | Scioglimento del consiglio comunale |
24 febbraio 2003 | 27 maggio 2004 | Maria Elena Stasi | - | Commissario str. | - |
27 maggio 2003 | 15 aprile 2008 | Giacomo Pirozzi | Lista Civica | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
15 aprile 2008 | 30 ottobre 2012 | Giuseppe Granata | Lista Civica | Sindaco | Dimissioni della metà più uno del consiglio comunale |
30 ottobre 2012 | 23 novembre 2012 | Ornella Vosa | - | Commissario pref. | - |
23 novembre 2012 | 28 maggio 2013 | Ornella Vosa | - | Commissario str. | - |
28 maggio 2013 | 26 luglio 2017 | Giuseppe Salatiello | Lista Civica | Sindaco | Deceduto[46] |
26 luglio 2017 | 17 aprile 2018 | Lorenzo Grasso | Lista Civica | Sindaco facente funzioni | Scioglimento del consiglio comunale[47][48] |
17 aprile 2018 | 21 settembre 2020 | Luca Rotondi (presidente), Gerardo Quaranta, Francesco Prencipe | - | Commissari str. | - |
21 settembre 2020 | in carica | Giacomo Pirozzi | Lista civica | Sindaco | - |
SportModifica
Con la costruzione del Palaraffaella a Calvizzano, inaugurato nel 2016 e dedicato alla pattinatrice locale Raffaella Paolone[49], hanno ripreso vita le attività sportive, di pallacanestro e pallavolo in particolare.
La squadra di basket locale, la A.S.D.Audax Gaudianum Calvizzano, milita nel campionato di Promozione.[50] C'è anche una squadra di volley, la A.S. Calvizzano Volley.[51]
È presente sin dagli anni 60' un campo sportivo, il Campo Italia; nel 2022 una delle squadre di calcio locali, la A.S.D. Atletico Calvizzano, ha avviato una campagna di crowdfunding per finanziarne la ristrutturazione.[52]
Oltre all'A.S.D. Atletico Calvizzano, è presente anche la A.S. Calvizzano 1965, che ha militato negli anni 70' nella categoria Eccellenza.[52]
Nel 2005 sono stati costruiti dei campi da tennis comunali, chiamati Spazio Tennis, di fronte alla Scuola media locale; e aperti nel 2015.[53] Nel 2022 le condizioni dello Spazio Tennis risultano mediocri.[54]
NoteModifica
- ^ a b Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 119, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ a b Cecere Carmine, Storie delle Storia a Nord di Napoli, Roma, ilmiolibro.it, 2014, p. 14.
- ^ Galiero Raffaele, Il mio paese: cenni storici, Napoli, Laurenziana, 1972.
- ^ Fu Giosuè Caracciolo, nobile cavaliere, signore di Montecalvo, di Buonalbergo e di altre terre, il primo della famiglia ad entrare in possesso del feudo calvizzanese.
- ^ Cecere Carmine, Storie della Storia a Nord di Napoli, Roma, ilmiolibro.it, 2014, pp. 34-35.
- ^ "Leggi eversive della feudalità" 1806-1808
- ^ Così come riportato nello Statuto comunale (29 gennaio 2001) titolo I, articolo 2, comma 1
- ^ Izzo Mariaclaudia, Nicola Vaccaro (1640 - 1709):un artista a Napoli tra Barocco e Arcadia, Todi, Tau, 2009, pp. 21, 196-197, ISBN 978-88-6244-082-0.
- ^ A tutt'oggi la chiesa conserva il documento originale del contratto, stipulato il 9 gennaio 1689 dal notaio Paolo Guarrelli, tra il pittore ed i governatori della chiesa
- ^ Izzo Mariaclaudia, Un'Assunta di Andrea Malinconico a Calvizzano, in Napoli Nobilissima: rivista di tipografia e arte napoletana, volume 4, n. 5, Arte tipografica, 2003, pp. 21-26.
- ^ Circa la chiesa di Santa Maria delle Grazie, su digilander.libero.it.
- ^ Calvizzanoweb.blogspot.it, Inaugurazione museo parrocchiale, su calvizzanoweb.blogspot.it.
- ^ Illibato Antonio, Il "Liber Visitationis" di Francesco Carafa nella diocesi di Napoli (1542-1543), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1983, p. 36.
- ^ Circa la chiesa di San Giacomo Apostolo, su digilander.libero.it.
- ^ Russo Carla, Chiesa e comunità nella diocesi di Napoli tra Cinque e Settecento, Napoli, Guida, 1984, p. 286.
- ^ Luigi Di Maro, Calvizzano ieri e oggi, sprazzi di storia, a cura di Comune di Calvizzano, 1988, pp. 45.
- ^ Calvizzano, l’Istituto suore via Ritiro risale al 1788, su Calvizzano, l’Istituto suore via Ritiro risale al 1788. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Appello da Calvizzano, non cambiare destinazione uso ex Ipab - Campania, su Agenzia ANSA, 6 luglio 2022. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Erano presenti all'inaugurazione il conte Domenico Mirabelli, podestà di Calvizzano, il cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli, Umberto di Savoia, allora principe di Piemonte, il parroco don Antonio Di Sabato e l'avvocato Stalj, presidente dei Combattenti di Napoli, che pronunziò il discorso ufficiale
- ^ Originariamente vi era un fascio littorio bronzeo, successivamente sostituito con l'avvento della Repubblica
- ^ Nappi Maria Rosaria, La Campania e la Grande Guerra: i monumenti ai Caduti di Napoli e provincia, Roma, Gangemi, 2011, p. 121.
- ^ Riguardo al monumento ai caduti, su digilander.libero.it.
- ^ a b Calvizzano. Va in pezzi il Palazzo Ducale, un bene storico abbandonato a se stesso, su Calvizzano. Va in pezzi il Palazzo Ducale, un bene storico abbandonato a se stesso. URL consultato il 30 dicembre 2022.
- ^ L’ammiraglio Francesco Caracciolo non fu catturato nel Palazzo Ducale, su L’ammiraglio Francesco Caracciolo non fu catturato nel Palazzo Ducale. URL consultato il 30 dicembre 2022.
- ^ Peppe Barleri, Parrocchia di San Giacomo e Testimonianze Archeologiche Romane a Calvizzano, 2002.
- ^ Calvizzano, nel 1934 fu scoperta una necropoli del secondo secolo avanti Cristo, su Calvizzano, nel 1934 fu scoperta una necropoli del secondo secolo avanti Cristo. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Calvizzano, vi mostriamo alcuni reperti archeologici rinvenuti nel 1983 nella zona dell’antica chiesa San Giacomo, su Calvizzano, vi mostriamo alcuni reperti archeologici rinvenuti nel 1983 nella zona dell’antica chiesa San Giacomo. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Calvizzano. Nel nuovo puc prevista la valorizzazione dell’area dell’antica chiesa San Giacomo, un sito archeologico tra i più interessanti dell’hinterland giuglianese, su Calvizzano. Nel nuovo puc prevista la valorizzazione dell’area dell’antica chiesa San Giacomo, un sito archeologico tra i più interessanti dell’hinterland giuglianese. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Peppe Barleri, Parrocchia di S. Giacomo e testimonianze archeologiche romane a Calvizzano, Calvizzano, VI.ESSE.TI, 2002, p. 63.
- ^ Calvizzano, via Roma: blocco di epoca romana inserito nel muro del civico 25 e panchina “scomparsa” sono “cippi” di confine?, su Calvizzano, via Roma. URL consultato il 29 dicembre 2022.
- ^ Calvizzano, la zona periferica di San Pietro è piena di resti di origine Romana: durante i lavori alla rete fognaria emerse anche un tracciato viario di quell'epoca, su Calvizzano, la zona periferica di San Pietro è piena di resti di origine Romana. URL consultato il 26 dicembre 2022.
- ^ Si indica con "Alveo dei Camaldoli" un alveo artificiale nato per convogliare le acque meteoriche dall'area collinare dei Camaldoli, dell'area nord di Napoli e dell'area dell'agro giuglianese fino alla costa giuglianese-puteolana, partendo dalla frazione di Chiaiano e finendo nell'area di Licola-Cuma passando per Marano di Napoli, Calvizzano, Qualiano, Villaricca e Giugliano in Campania. Attualmente, è in corso di rifacimento e potenziamento della portata in varie zone, come nel Comune di Calvizzano; ed il suo percorso è la principale ispirazione del percorso della Gronda Ovest presentata nel PUMS 2023 della Città Metropolitana di Napoli.
- ^ Calvizzano-Marano, “Dal ponte borbonico alla villa di epoca romana, passando per l’antica Masseria del Carmine”: potrebbe diventare un percorso di attrazione turistica, su Calvizzano-Marano, “Dal ponte borbonico alla villa di epoca romana, passando per l’antica Masseria del Carmine”. URL consultato il 26 dicembre 2022.
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BibliografiaModifica
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- Peppe Barleri, Parrocchia di S. Giacomo e testimonianze archeologiche romane a Calvizzano, Calvizzano, VI.ESSE.TI, 2002.
- Peppe Barleri, Antiche famiglie di Calvizzano, Calvizzano, VI.ESSE.TI, 2005.
- Giacomo Di Maria, I Visconti da Milano a Calvizzano, Calvizzano, Russo, 1982.
- Giacomo Di Maria, Calvizzano 1799: la cattura dell'ammiraglio Francesco Caracciolo, Calvizzano, VI.ESSE.TI, 1999.
- Luigi Di Maro, Calvizzano ieri ed oggi: sprazzi di storia, Calvizzano, a cura del Comune, 1988.
- Raffaele Galiero, Calvizzano nelle sue memorie storiche, Napoli, Tipo-litografia Confalone, 1919.
- Raffaele Galiero, Calvizzano: dalle remote origini al IX anno del Littorio, Napoli, Tipografia Rocco, 1931.
- Raffaele Galiero, Il mio paese: cenni storici, Napoli, Laurenziana, 1972 (ristampa).
- Rocco Liberti, Il sequestro dei feudi del Duca di Calvizzano nel 1799, 1990.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calvizzano
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su comune.calvizzano.na.it.
- Calvizzano, su sapere.it, De Agostini.
- Pagina Flickr del Comune di Calvizzano
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