Disambiguazione – Se stai cercando il salume tipico della Provincia di Parma simile al Culatello, vedi Culatta (salume).

La culatta è quella parte delle armi da fuoco destinata a chiudere geometricamente la camera di scoppio dell'arma al momento dello sparo e a contribuire alla tenuta dei gas sviluppati dalla carica di lancio.

Schema di una culatta durante uno sparo

Storia modifica

Nelle artiglierie primitive e a retrocarica la culatta era staccata dalla bocca da fuoco, ovvero si caricava e poi si fissava contro l'anima del pezzo.

Avendo il sistema a retrocarica dato cattivi risultati per la grossolana costruzione delle parti e per la scarsa genialità nelle costruzioni meccaniche, si ritornò all'artiglieria ad avancarica che resistette fino alla metà del XIX secolo.

Caratteristiche e funzioni modifica

Nelle artiglierie ad avancarica ed in quelle a retrocarica la culatta, quando chiusa, è geometricamente solidale con la canna ed è dimensionata opportunamente per resistere alle pressioni sviluppate dalla carica di lancio, pressioni che sono massime quando il proietto, nel suo avanzare lungo la canna, è ancora vicino alla culatta.

La culatta delle armi da fuoco, in genere, è costruita separatamente dalla canna, solo successivamente le due parti vengono unite meccanicamente con varie metodologie. I più comuni sistemi di chiusura della culatta sono: ad otturatore cilindrico oppure tronco conico oppure a cuneo trasversale. Tutti i tipi di culatta contengono i congegni di sparo, siano essi elettrici o meccanici.

Svolgendo la funzione di chiusura della camera di cartuccia dove le pressioni sono più alte, ha i maggiori spessori resistenti di tutta l'arma, cosa che determina uno spostamento significativo verso di essa del baricentro della canna. Alla culatta è collegata la mensola di caricamento del proietto e delle cariche di lancio che possono essere tenuti insieme da un bossolo (cartuccia completa), oppure essere separate.

Tipologie modifica

La culatta può essere:

  • Fissa, nelle armi da fuoco primitive ed antiche la culatta faceva corpo con la canna che era in quel punto più grossa/spessa.
  • Mobile, in seguito, specie con l'adozione della capsula fulminante, le armi da fuoco portatili ebbero la culatta chiusa a mezzo del vitone, il quale conteneva il luminello e costituiva il fondo di culatta e lo si poteva in certo qual modo considerare come una culatta mobile . Nelle armi da fuoco moderne è universalmente adottata la culatta mobile che , oltre a garantire la tenuta ai gas di combustione , porta il sistema di caricamento , di otturazione e di sparo.
    Nelle pistole a rotazione la culatta è costituita dal " castello " dell'arma , che può essere di tipo apribile o chiuso , il cilindro - tamburo reca gli alloggiamenti per le cartucce . Al momento dello sparo , le pressioni sviluppate dalla combustione della carica di lancio sono supportate in egual misura dalle pareti del cilindro - tamburo e dal castello dell'arma , su cui poggia il fondello della cartuccia esplosa.

Bibliografia modifica

  • Ministero della Guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore. Nozioni sulle armi portatili, sugli esplosivi, sulle artiglierie e sul tiro per le Scuole Allievi Ufficiali di Complemento. Volume: I-II-III. Roma, 1930;
  • Sacchi Emilio – Pepino Anrico. Balistica interna e costruzione delle artiglierie. Schioppo, Torino, 1933.
  • Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito: Cavaciocchi Alberto Come e quando furono introdotti i cannelli fulminanti per innescare le artiglierie. In: Memorie Storiche Militari 1909. Roma, 1910, pp. 89;
  • Manganosi Carlo. Armi da fuoco portatili e materiali d'artiglieria. Nozioni generali. Parte I: Le armi da fuoco in genere. Parte II: Le armi da fuoco portatili. Enrico Schioppo, Torino, 1927.

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