Società delle Camicie Azzurre

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La Società delle Camicie Azzurre (蓝衣社S, Lán yī shèP) è stata una società segreta interna al Kuomintang (KMT).

Storia modifica

La Società delle Camicie Azzurre venne fondata nel 1932 da un gruppo di ufficiali dell'Esercito Rivoluzionario Cinese, allievi di Chiang Kai-Shek all'accademia militare Whampoa e già appartenenti alla Società della Pratica Vigorosa, una fazione del KMT fondata nel 1931 che arrivò a contare fino a mezzo milione di membri.[1] Questo gruppo di ufficiali formò la Società come reazione a quello che percepivano come fallimento della rivoluzione nazionalista e alla corruzione che ai loro occhi impedivano di contrastare la guerra civile col Partito Comunista Cinese e l'espansione giapponese. I membri della Società, impressionati dall'ascesa del fascismo e del nazismo, importarono nella loro ideologia elementi come il culto della personalità, la militarizzazione della società, l'ostilità al liberalismo e all'individualismo.[2]

La Società ottenne posizioni nell'esercito tali da garantire il controllo della formazione politica degli ufficiali, svolse compiti di polizia segreta e fornì personale al Movimento della Nuova Vita fondato dallo stesso Chiang Kai-Shek come sintesi tra le influenze dei fascismi europei e il confucianesimo.[2] Durante la Conferenza Straordinaria del KMT nel 1938, la Società venne sciolta per volere di Chiang Kai-Shek insieme a tutte le altre fazioni del partito.[3]

Posizione politiche modifica

Secondo la Società delle Camicie Azzurre il primo compito del KMT doveva essere l'eliminazione del PCC. Una volta liquidati i comunisti, ci si sarebbe potuti concentrare sull'opposizione agli invasori giapponesi e alla ricostruzione economica a partire dalle campagne che avrebbero dovuto fornire la base materiale per la costruzione dell'esercito. Il lavoro politico della Società era rivolto a rafforzare la posizione di comando assoluto di Chiang Kai-Shek contro la corruzione interna al KMT.[4]

L'effettiva natura fascista del movimento è dibattuta. Maria Hsia Chang sostiene che la Società si limitasse ad usare elementi propri ma non esclusivi della cultura politica del fascismo[5], Wakeman sottolinea come le fonti giornalistiche e di intelligence dell'epoca dipingessero i dirigenti della Società come fascisti.[4]

Voci correlate modifica

Note modifica

  1. ^ Hans J. van de Ven, War and nationalism in China, Routledge, 2003, ISBN 0-203-74844-1.
  2. ^ a b Lloyd E. Eastman, Nationalist China during the Nanking decade, 1927-1937, in The nationalist era in China 1927-1949, Cambridge University Press, 1991, pp. 27-28.
  3. ^ (EN) Blue Shirt Society, su Oxford Reference. URL consultato il 22 settembre 2020.
  4. ^ a b Frederic Wakeman, A Revisionist View of the Nanjing Decade: Confucian Fascism, in The China Quarterly, n. 150, 1997, pp. 395–432. URL consultato il 22 settembre 2020.
  5. ^ Maria Hsia Chang, "Fascism" and Modern China, in The China Quarterly, n. 79, 1979, pp. 553–567. URL consultato il 23 settembre 2020.