Camillo Nasca

ufficiale italiano

Camillo Nasca (Palermo, 23 marzo 1911[2] – ...) è stato un militare italiano del Regio Esercito. Distaccato a Coo nella Seconda Guerra Mondiale, dopo la conquista tedesca dell'isola ottobre 1943 diventa collaborazionista delle forze germaniche.

Camillo Nasca
NascitaPalermo, 23 marzo 1911
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Germania Germania nazista
SpecialitàArtiglieria[1]
Unità50ª Divisione Fanteria "Regina"
Reparto10º Reggimento Fanteria "Regina"
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia

Campagna del Dodecaneso

BattaglieBattaglia di Coo
Comandante dibatteria (22° presso aeroporto Antimachia, Isola di Coo)
NoteLa resa, la bandiera nazista sventolata e il supporto dato ai tedeschi durante e dopo la Battaglia di Coo ne fanno più un collaborazionista che un militare aderente alle Forze Armate della Repubblica di Salò. Poche le fonti sulla sua sorte: nel dopoguerra sarebbe stato internato ad Algeri e degradato. Ignoti luogo e causa del decesso.
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Biografia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Coo.

Nato a Palermo nel marzo 1911, è noto soprattutto per aver collaborato con le forze germaniche dopo l'occupazione dell'isola di Coo/Kos nell'ottobre 1943, evento al quale seguì l'eccidio di Coo. A seguito dell'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, che sanciva la cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani, poco meno di 2 000 soldati britannici sbarcarono sull'isola per aiutare i circa 4 000 soldati italiani a difendere il territorio da una possibile invasione tedesca.[3]

Battaglia di Coo modifica

Il 3 ottobre la 22ª divisione aviotrasportata tedesca, guidata dal generale Friedrich-Wilhelm Müller, mise in atto l'operazione Eisbär (orso polare) sbarcando, dal mare e dall'aria, in tre punti diversi dell'isola. Durante lo scontro, causa il mancato coordinamento tra italiani e britannici, la RAF non riuscì a fornire copertura aerea e la scarsa attività contraerea permise alla Luftwaffe di agire incontrastata.[4]

Passaggio ai tedeschi modifica

Il capitano Nasca era comandante della 62ª batteria di artiglieria, nei pressi dell'aeroporto di Antimachia quando, di fronte all'avanzare dei reparti avversari, rifiutò di aprire il fuoco e sventolò la bandiera del Terzo Reich. Passato di fatto ai tedeschi, Nasca dapprima ordinò ai suoi uomini di sparare sui connazionali poi, davanti al netto rifiuto dei sottoposti e con l'aiuto del sottotenente Pierraymond, rivolse il cannone contro gli italiani.[4][5]. I combattimenti del 3 e 4 ottobre inflissero pesanti perdite agli inglesi e agli italiani; il 4 ottobre l'isola poté dirsi in mano tedesca. Numerosi i prigionieri: 1 388 britannici e 3 145 italiani. Il 5 ottobre, 103 ufficiali del 10º Reggimento fanteria "Regina", sotto il comando del colonnello Felice Leggio, furono sottoposti ad un veloce processo sommario e successivamente fucilati dai militari della Wehrmacht.

Dopoguerra modifica

Scarse le informazioni su Camillo Nasca nell'immediato dopoguerra. Nel suo Manuale sentimentale dell'isola di Kos: (ovvero come trovare il paradiso) l'Autore, Diego Zandel, parla di una degradazione mentre un'altra fonte indica presunta prigionia ad Algeri e ritorno in Italia, nel maggio 1946. Ignoti anno e causa di morte.

Note modifica

  1. ^ Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale, Dispensa 36°, 1937 - Anno XV, Onorificenze e Ricompense
  2. ^ Annuario ufficiale delle forze armate del Regno d'Italia, anno 1938 - XVI, I. Regio esercito, vol. II, parte 2°, Ufficiali di Complemento, Ministero della Guerra
  3. ^ Italiani Archiviato il 9 marzo 2009 in Internet Archive.
  4. ^ a b Resistenza a Kos ottobre 1943, su dodecaneso.org. URL consultato il 28 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2018).
  5. ^ Regione Toscana - Progetto Memoria

Bibliografia modifica

  • Isabella Insolvibile, Kos 1943-1948: la strage, la storia, Edizioni scientifiche italiane 2010
  • Franco Giustolisi, L'Armadio della Vergogna, Nutrimenti 2004
  • Giovanni Pietro Liuzzi, Lieta Zanatta, Operazione Lisia. Alla ricerca degli ufficiali italiani caduti a Kos, 6 ottobre 1943, YoucanPrint 2016