Campo visivo

Area che rappresenta la parte del mondo esterno visibile quando si fissa un punto.
Disambiguazione – Se stai cercando il concetto geometrico di campo visivo, vedi Campo visivo (geometria descrittiva).
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Il campo visivo in medicina rappresenta l'area campimetrica di ciò che è visibile dall'apparato visivo del soggetto esaminato, quando fissa un punto centrale di riferimento, disposto dal medico. Normalmente, viene misurato su un occhio alla volta, come ampiezza in gradi angolari orizzontali (h) e verticali (v), rispetto al punto centrale di riferimento visivo (fovea), eseguendo la cosiddetta perimetria (oggi computerizzata), tramite strumentazioni oftalmiche. In misura approssimata, il test campometrico consente anche di valutare eventuali limiti retinici o lesioni cerebrali o eventuali danni dell'apparato visivo.[1]

Angoli di visuale

Il campo visivo in ottica è la misura angolare di ciò che quel sistema ottico rende possibile vedere o fotografare (ad esempio). In ambito fotografico, il valore del campo visivo (o angolo di campo) può essere riferito alla ampiezza orizzontale, a quella verticale o a quella diagonale del fotogramma, e dove la diagonale è paragonabile al diametro di un campo circolare, che è più tipico degli obiettivi fotografici.

Caratteristiche modifica

 
Sovrapposizione dei campi visivi monoculari

Il campo visivo dell'essere umano è formato dalla somma dei due campi monoculari di ogni singolo occhio, ovvero è composto dalla cosiddetta visione bi-oculare (tipica di molti animali), la quale risulta molto ampia (130°–135° verticali[2][3] e 200°–220° orizzontali[4][5]). Tuttavia, la parte più importante del campo visivo umano è la visione binoculare (o visione stereoscopica), ovvero la sola parte centrale caratterizzata dal campo visivo osservato con entrambi gli occhi contemporaneamente, e strettamente simile alla visione di molti altri primati e di alcuni mammiferi come felini e canidi (ad esempio), con occhi frontali. Compresi nel campo visivo binoculare, vi sono sia la zona foveale (centrale) che la zona di massima densità dei bastoncelli (zona periferica vicina), ovvero le parti più importanti e più utilizzate dall'apparato visivo. Ma l'ampiezza del campo visivo binoculare, dipende fortemente dalle caratteristiche morfologiche individuali, che andranno a fare ostruzione fisica, come le palpebre, le guance, il naso, i sopracciglia, ecc, e a definire e delimitarne l'ampiezza (anche con grandi differenze); mediamente, si può arrotondare con cifre quali 95° orizzontali (con limiti di 60°-120°) e 80° verticali (lim. 65°-100°), e dunque può essere approssimato come ellittico. Mentre il campo visivo di un singolo occhio, misurato idealmente al di fuori del cranio (in situazione ottimale e senza ostruzioni fisiche), è mediamente di 160°, sia orizzontali che verticali (dunque, circolare).

Parte degli stimoli visivi provenienti dalla metà destra del campo visivo raggiungono l'emisfero sinistro del cervello mentre l'emicampo visivo sinistro è elaborato dall'emisfero destro (nel chiasma ottico le fibre provenienti dalle emiretine nasali decussano e la porzione di campo sinistro elaborata dall'occhio destro o viceversa viene integrata con la porzione di campo corrispondente dell'occhio opposto). Il campo visivo, così come la retina, viene di solito diviso in 4 quadranti: due assi perpendicolari tra loro si intersecano in un punto detto 'di fissazione', che corrisponde alla fovea retinica.

La visione dei due campi separati, è detta disparazione binoculare.

Anatomia e disturbi di campo visivo modifica

Il nervo ottico è costituito da fibre nervose provenienti dalle emiretine nasali e temporali di ciascun occhio (rispettivamente la parte della retina 'interna' e quella verso le tempie); dunque, una lesione del nervo ottico determinerà la perdita totale della vista dell'occhio omolaterale. I nervi ottici si uniscono nel chiasma ottico, dove solo le fibre provenienti dalle emiretine nasali si incrociano, mentre quelle provenienti dalle emiretine temporali procedono ipsilateralmente nel tratto ottico. Il tratto ottico di sinistra, ad esempio, sarà composto da fibre che provengono dalla emiretina temporale sinistra e dalla emiretina nasale destra. In altri termini, il tratto ottico sinistro conterrà una rappresentazione completa dell'emicampo visivo destro.

Una lesione sagittale del chiasma ottico produrrà emianopsia eteronima bitemporale (cioè perdita della vista delle due metà temporali di entrambi i campi visivi), mentre una lesione del tratto ottico determinerà emianopsia omonima controlaterale (cioè la cecità della stessa metà del campo visivo di ciascun occhio).

Gli assoni del tratto ottico prendono sinapsi nel corpo genicolato laterale (CGL) del talamo. Le fibre talamiche di proiezione dal CGL si aprono a ventaglio a formare le radiazione ottica e raggiungono la corteccia occipitale che occupa i due labbri della scissura calcarina. Il labbro superiore riceve le informazioni che provengono dai campi visivi inferiori (che cadono sull'emiretina superiore), il labbro inferiore riceve informazioni che provengono dai campi visivi superiori (che cadono sull'emiretina inferiore).

La lesione di una radiazione ottica subito dopo il CGL determina un disturbo emianoptico limitato ad un quadrante omonimo del campo visivo (superiore o inferiore), poiché le lesioni non distruggono mai tutte le fibre delle radiazioni ottiche. Lesioni della corteccia occipitale possono, se interessano entrambi i labbri della scissura calcarina, produrre emianopsia omonima controlaterale, e se il danno riguarda entrambi gli emisferi, cecità corticale. Tuttavia, a differenza della lesione del tratto ottico, viene quasi sempre risparmiata la porzione centrale del campo visivo (risparmio maculare).

Esami diagnostici modifica

 
Un vecchio misuratore del campo periferico

Lo studio del campo visivo permette di misurare la sensibilità retinica e gli eventuali difetti periferici o centrali, in questo modo è possibile valutare la nascita o il progredire di malattie come il glaucoma.

Le alterazioni alla sensibilità del campo visivo possono essere un effetto anche di patologie neurologiche, quali la neurite ottica e l'edema della papilla, e di patologie cerebrovascolari quali l'ischemia del nervo ottico.

Geometria descrittiva modifica

In geometria descrittiva il campo visivo indica la porzione di spazio che può essere percepita da un osservatore e proiettata su un piano visivo.

Astronomia modifica

In astronomia il campo visivo è conosciuto con l'acronimo FOV (Field Of View - campo della vista). Viene misurato in gradi angolari e spesso valutato con un calcolo semplificato, che utilizza il dato del campo apparente (AFOV) dell'oculare utilizzato (dichiarato di valore opportuno dai produttori di oculari per telescopi), più il dato di ingrandimento del sistema finito (telescopio + oculare), tramite la formula:

FOV = AFOV / Ingrandimento

Note modifica

  1. ^ Campo visivo, su www.airc.it. URL consultato il 9 marzo 2024.
  2. ^ Gislin Dagnelie, Visual Prosthetics: Physiology, Bioengineering, Rehabilitation, Springer Science & Business Media, 21 febbraio 2011, p. 398, ISBN 978-1-4419-0754-7. URL consultato il 9 novembre 2014.
  3. ^ K.C. Dohse, Effects of Field of View and Stereo Graphics on Memory in Immersive Command and Control[collegamento interrotto], ProQuest, 2007, p. 6, ISBN 978-0-549-33503-0. URL consultato il 9 novembre 2014.
  4. ^ Martin Szinte e Patrick Cavanagh, Apparent Motion from Outside the Visual Field, Retinotopic Cortices May Register Extra-Retinal Positions, in PLOS ONE, 15 October 2012, DOI:10.1371/journal.pone.0047386. URL consultato il 9 novembre 2014.
    «With our head and eyes steady, our normal binocular vision covers a visual field of about 200 to 220 degrees of visual angle.»
  5. ^ Wolfgang Kühn, Fundamentals of Road Design, WIT Press, 2013, p. 24, ISBN 978-1-84564-097-2. URL consultato il 9 novembre 2014.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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