Caponèt

involtini di verza
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Il caponèt[1] (AFI [kapʊ'nɛt]) è un involtino di verza ripieno di carne, piatto tipico della cucina piemontese. Detti involtini sono anche noti come pèss-còj[2], parola composta che si traduce dal piemontese come "pesci-cavolo".

Caponèt
Caponèt al forno
Origini
Altri nomiPèss-còj
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
Dettagli
Categoriaantipasto
Ingredienti principalicavolo verza, carne trita di maiale, pane grattugiato, formaggio, uova

Preparazione modifica

 
Preparazione del ripieno
 
La farcitura delle foglie di verza

Da un cavolo verza vengono asportate alcune foglie che, dopo essere state sbollentate, andranno messe da parte per poi essere utilizzate come rivestimento dell'involtino. Il resto del cavolo viene privato delle parti più dure, bollito per una decina di minuti e poi tritato finemente. L'altra componente principale del ripieno è composta da carne trita di maiale e/o salsiccia fresca sbriciolata, cotta per una ventina di minuti su di un soffritto con cipolla, sale e pepe. Vengono inoltre aggiunti al ripieno pangrattato, uovo, formaggio grattugiato ed eventualmente dadini o listelli di lardo. Gli involtini, composti avvolgendo attorno a cilindretti di ripieno le foglie di verza precedentemente sbollentate, vanno cotti in forno per circa mezz'ora.[3] In alternativa, la cottura può avvenire in padella.[2]

Varianti locali modifica

Nella zona di Novara gli involtini di cavolo prendono il nome di quagliette, mentre nel Vercellese vengono chiamati caponòt e nel ripieno si utilizza anche il riso. Al posto della carne fresca di maiale sono a volte usati gli avanzi di salame non troppo duro, ad esempio di salame della duia,[4] che si mantiene morbido grazie alla copertura di grasso. Nel Biellese sono chiamati invece caponit.[5] Come alternativa, la polpa di carne di manzo può essere utilizzata al posto di quella di maiale.[6]

Utilizzo modifica

I caponèt sono un antipasto tipicamente festivo. Più adatti alla stagione autunnale o invernale che a quella estiva, vengono preferibilmente accompagnati da vini rossi.[7]

Note modifica

  1. ^ Con Paolo Tibaldi scopriamo le origini della parola piemontese "Caponèt", in Gazzetta d'Alba. URL consultato il 31 dicembre 2019.
  2. ^ a b Massimo Battaglio, Storie del putagè. Sapori piemontesi da «agnolotti» a «zabaione», vol. 1, WLM, 2015, pp. 97.
  3. ^ Il caponet, in Sale & Pepe. URL consultato il 27 luglio 2017.
  4. ^ anno 2005 Monica Cesari Sartoni, Mangia italiano. Guida alle specialità regionali italiane, Morellini, p. 11.
  5. ^ AA.VV., Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Touring, 2002, pp. 38.
  6. ^ Il cavolo verza in cucina, su comune.montalto-dora.to.it, Comune di Montalto Dora. URL consultato il 27 luglio 2017.
  7. ^ Capunet piemontesi, su theitaliantaste.com. URL consultato il 27 luglio 2017.

Voci correlate modifica

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