Caravaggismo

corrente pittorica

Il Caravaggismo è una corrente pittorica nata a cavallo del XVI e XVII secolo che si rifà agli schemi artistici introdotti da Caravaggio.

Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne (1620-21, Firenze, Galleria degli Uffizi).
Bartolomeo Manfredi, Castigo di Cupido (1613; Chicago, all'Art Institute).
Battistello Caracciolo, Liberazione di San Pietro (1615; Napoli, Pio Monte della Misericordia).

Storia modifica

L'influenza di Caravaggio sulla nuova pittura barocca fu profonda e rivoluzionaria. La resa della realtà attraverso l'uso dei forti contrasti di luce ed ombra, non era mai stata tanto veritiera e vitale. Nei dipinti dei pittori caravaggeschi si ritrova questo grande realismo soprattutto nel riprodurre nature morte ed interni con figure umane, rappresentate queste figure generalmente su sfondi monocromi (spesso scurissimi, dipinti con campiture di bruni bituminosi o di terra d'ombra) ed illuminate da squarci di luce violenta e teatrale.

Vengono chiamati "caravaggeschi" quei pittori di epoca barocca che furono influenzati in modo più o meno diretto dalla personalità del Merisi e ne seguirono lo stile, ispirandosi alle sue opere.

A seguito dei diversi soggiorni a Napoli del Caravaggio, tra il 1606 e il 1610, si sviluppa a Napoli fino agli anni 1630 una corrente di pittura specifica, grazie a numero di pittori locali che si fanno eredi, direttamente o indirettamente, della lezione del Caravaggio. A partire dalla metà degli anni '30, l'evento dell'eruzione del Vesuvio del 1631 è l'occasione per l'apertura di fabbriche in diversi edifici di culto incentrate con un ritorno del gusto classico e all'elogio dei santi, in particolare del santo patrono di Napoli che avrebbe avuto il merito di intercedere in favore della città per fermare la lava del Vesuvio. Il primo seicento napoletano vede quindi come protagonisti i napoletani, Battistello Caracciolo, Carlo Sellitto, Filippo Vitale, Andrea Vaccaro, Massimo Stanzione (che sarà influenzato anche dal classicismo emiliano del Reni) e Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto (pittore spagnolo di nascita, ma anch'esso attivo a Napoli). In questi ultimo, in particolare, ritroviamo riproposto lo stile del tardo Caravaggio, detto "tenebrismo", caratterizzato da atmosfere particolarmente cupe e tetre.

Pittori caravaggeschi attivi in Italia sono stati anche Orazio Gentileschi e la figlia Artemisia, Mattia Preti, Bartolomeo Manfredi, Carlo Saraceni, Francesco Boneri, noto come Cecco del Caravaggio, Giovanni Baglione, Giovanni Serodine; i pittori olandesi attivi a Roma sono Gerrit van Honthorst e Hendrick ter Brugghen; A Genova, Domenico Fiasella, Gioacchino Assereto, Orazio De Ferrari.

Negli stessi anni l'opera del Caravaggio influenza anche una fitta schiera di artisti francesi, tra i quali: Louis Le Nain, Valentin de Boulogne, Simon Vouet e Georges de La Tour, noto per i notevoli effetti "a luce di candela".
In Spagna sono fortemente condizionati dalla nuova pittura caravaggesca Francisco de Zurbarán, Bartolomé Esteban Murillo e Diego Velázquez.

Nei Paesi Bassi e nelle Fiandre vengono suggestionati da questo nuovo stile pittorico Matthias Stomer, Adam Elsheimer, il giovane Pieter Paul Rubens, ed in seguito in varia misura anche Rembrandt e Jan Vermeer.

Molti tra i più importanti di questi pittori, soprattutto spagnoli ed olandesi, andranno oltre l'influenza caravaggesca, aprendo in questo solco nuove strade altrettanto importanti ed originali.

Nonostante il lungo periodo di oblio a cui andò incontro la pittura di Caravaggio dopo la sua morte, la sua influenza si continuerà a riscontrare, anche se con differente entità ed in maniera spesso indiretta, fin nelle opere di molti grandi artisti dell'Ottocento quali Jacques-Louis David, Francisco Goya, Théodore Géricault, Eugène Delacroix e Gustave Courbet.[1][2][3][4][5][6]

Roberto Longhi descriveva così l'importanza dell'influenza di Caravaggio sulla tradizione pittorica europea:

«Ribera, Vermeer, La Tour e Rembrandt non avrebbero mai potuto esistere senza di lui e l'arte di Delacroix, Courbet e Manet sarebbe stata completamente diversa[4][5]»

L'influente storico dell'arte statunitense Bernard Berenson, su Caravaggio ed il suo ascendente nella storia dell'arte, dichiarò:

«Con l'eccezione di Michelangelo, nessun altro pittore italiano ha esercitato una così grande influenza sui pittori posteriori[6]»

Lista dei più noti pittori caravaggeschi modifica

Caravaggeschi italiani modifica

 
Cecco del Caravaggio, Resurrezione (1619-20; Chicago, Art Institute).
 
Georges de La Tour, Adorazione dei pastori (1644; Parigi, Musée du Louvre).

Caravaggeschi francesi modifica

Caravaggeschi spagnoli modifica

Caravaggeschi dei Paesi Bassi e delle Fiandre modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caravaggisti di Utrecht.

Note modifica

  1. ^ Per il peso determinante di Caravaggio sull'arte europea, vedere: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce Caravaggismo.
  2. ^ Vedere anche: Piero Adorno, L'arte italiana, Messina-Firenze, Casa editrice G. D'Anna, 1993.
  3. ^ Inoltre vedere: Sandro Sproccati (a cura di), Arte, Milano, Mondadori, 2000.
  4. ^ a b Roberto Longhi, Caravaggio, Roma, Editori riuniti, 1977.
  5. ^ a b Roberto Longhi, Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi: Milano, Palazzo Reale, aprile-giugno 1951: catalogo, Firenze, Sansoni, 1951.
  6. ^ a b Bernard Berenson, Del Caravaggio: delle sue incongruenze e della sua fama, Milano, Electa, 1954.
  7. ^ a b c d Lista desunta da: Didier Bodart, Alfred Moir, Alfonso E. Perez Sanchez, Pierre Rosenberg, Caravaggisti, Firenze, Art e dossier Giunti, 1996. ISBN 88-09-76205-3
  8. ^ Francesca Cappelletti, Caravaggio e i caravaggeschi, Milano, Firenze, Il Sole 24 ore - E-ducation.it, 2007, pp. 317-318, ISBN non esistente.

Bibliografia modifica

  • Roberto Longhi, Ultimi studi sul Caravaggio e la sua cerchia, Proporzioni, 1943.
  • Roberto Longhi, Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi: Milano, Palazzo Reale, aprile-giugno 1951: catalogo, Firenze, Sansoni, 1951.
  • Bernard Berenson, Del Caravaggio: delle sue incongruenze e della sua fama, Milano, Electa, 1954.
  • Caravaggio e caravaggeschi: catalogo della mostra: Palazzo Reale, 10 febbraio-20 marzo 1963, Napoli, Napoli, Macchiaroli, 1963.
  • Evelina Borea (a cura di), Caravaggio e caravaggeschi nelle gallerie di Firenze: Firenze, Palazzo Pitti, estate 1970, Firenze, Sansoni, 1970.
  • I caravaggeschi francesi: Accademia di Francia, Villa Medici, Roma, 15 novembre 1973-20 gennaio 1974: catalogo della mostra, Roma, De Luca, 1973.
  • Roberto Longhi, Caravaggio, Roma, Editori riuniti, 1977.
  • Caravaggio in Sicilia: il suo tempo, il suo influsso: Siracusa, Museo regionale di Palazzo Bellomo, 10 dicembre 1984 - 28 febbraio 1985, Palermo, Sellerio, 1984. ISBN 88-7681-005-6.
  • Giorgio Dell'Arti (a cura di), Caravaggio e i maestri del Seicento, Roma, La repubblica, 1988.
  • Didier Bodart, Alfred Moir, Alfonso E. Perez Sanchez, Pierre Rosenberg, Caravaggisti, Firenze, Art e dossier Giunti, 1996, ISBN 88-09-76205-3.
  • Claudio Strinati e Rossella Vodret, Caravaggio e i suoi: percorsi caravaggeschi in Palazzo Barberini: catalogo della mostra tenuta a Roma, Palazzo Barberini, 18 febbraio -9 maggio 1999, Napoli, Electa Napoli, 1999.
  • Il Caravaggio e i caravaggeschi di Roberto Longhi, 1943/1951, Firenze, Fondazione di studi di storia dell'arte Roberto Longhi, 2005, ISBN 88-87815-39-9.
  • Caravaggio e l'Europa: il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti: catalogo della mostra, Milano, Vienna, 2005-2006, Milano, Skira, 2005, ISBN 88-7624-617-7.
  • Francesca Cappelletti e Laura Bartoni, Caravaggio e i caravaggeschi: Orazio Gentileschi, Orazio Borgianni, Battistello, Carlo Saraceni, Bartolomeo Manfredi, Spadarino, Nicolas Tournier, Valentin de Boulogne, Gerrit van Honthorst, Artemisia Gentileschi, Giovanni Serodine, Dirk van Baburen, Cecco del Caravaggio, Milano, Il sole 24 ore, 2007.
  • Claudio Strinati e Alessandro Zuccari, I caravaggeschi: percorsi e protagonisti, Milano, Skira, 2010, ISBN 978-88-8491-282-4.
  • Gianni Papi (a cura di), Caravaggio e caravaggeschi a Firenze: catalogo della Mostra tenuta a Firenze nel 2010, Firenze, Giunti, 2010, ISBN 978-88-8347-546-7.

Voci correlate modifica

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