Carlo Daviso di Charvensod

Carlo Daviso di Charvensod (Pinerolo, 22 settembre 1890Fossano, 9 febbraio 1975) è stato un aviatore e ammiraglio italiano.

Carlo Daviso di Charvensod
NascitaPinerolo, 22 settembre 1890
MorteFossano, 9 febbraio 1975
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
RepartoGiuseppe Cesare Abba (cacciatorpediniere)
Marsala (esploratore)
255ª Squadriglia
GradoContrammiraglio
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Comandante di256ª Squadriglia
Giovanni Nicotera (cacciatorpediniere)
Giovanni da Verrazzano (cacciatorpediniere)
DecorazioniCavaliere Ordine Militare di Savoia
Medaglia d'argento al valor militare
Studi militariAccademia Navale
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Biografia modifica

Carlo Daviso di Charvensod nacque in una famiglia nobiliare originaria della Valle d'Aosta.

Allievo dell’Accademia Navale di Livorno nel 1908 conseguì la nomina a guardiamarina nel 1911. A bordo dell’incrociatore Marco Polo nel 1911-1912 prese parte alla Guerra italo-turca meritando un encomio solenne; con la stessa unità nel 1913 fu trasferito in Cina, sbarcando nel 1914 a Shanghai destinato fino al 1915 al locale distaccamento Regia Marina. Tenente di vascello, prese parte alla prima guerra mondiale a bordo del Giuseppe Cesare Abba (cacciatorpediniere) e del Marsala (esploratore); nel 1917 frequentò la scuola di aviazione di Marina a Taranto, conseguendo la qualifica di osservatore d’aereo e di pilota di idrovolante venendo destinato ai reparti di volo. Il 1º giugno è osservatore nella 255ª Squadriglia ed il 20 aprile 1918 comanda la 256ª Squadriglia. Durante l’attività di guerra nel Basso Adriatico meritò una Medaglia d'argento al Valor Militare[1] ed una Medaglia di bronzo al Valor Militare.[2]

Capitano di corvetta, nel periodo 1921-1924, fu in comando di varie torpediniere e nel 1927-1928 del cacciatorpediniere Giovanni Nicotera; nel 1933-1934, capitano di fregata, comandò il cacciatorpediniere Giovanni da Verrazzano. Capitano di vascello fu nel 1937-1938 a Massaua comandante superiore navale in Africa Orientale Italiana, partecipando poi alle operazioni di Invasione italiana dell'Albania del 1939, nel corso delle quali meritò un elogio e la croce di guerra al valore militare per l'azione condotta a Durazzo.

Nel 1939-40 fu comandante del cacciatorpediniere Artigliere e della XI squadriglia e, dopo l'Armistizio di Villa Incisa con la Francia il 24 giugno 1940, fu destinato alla Commissione d'armistizio di Biserta. Rimpatriato, fu chiamato a Brindisi a dirigere l'ufficio traffico con l’Albania, venendo insignito per i meriti acquisiti, della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Nell'ottobre 1941 a Rodi assunse il comando della zona militare marittima delle Isole italiane dell'Egeo.

Nel 1942 riceve la seconda medaglia di bronzo "sul campo"[3] e l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Militare.[4]

Promosso contrammiraglio, all'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 seguì le sorti del comando superiore Forze Armate fino al 13 settembre quando, catturato dalla Wehrmacht a seguito della resa, venne avviato in prigionia nel campo di Skoki, dove rimase fino alla liberazione da parte delle Forze armate sovietiche (gennaio 1945). Rimpatriato, rimase a disposizione della Direzione generale del personale lasciando il servizio a domanda nel 1947. Fu promosso ammiraglio di divisione a titolo onorifico nel 1971.

Note modifica

  1. ^ Roberto Gentilli e Paolo Varriale 1999, p. 460.
  2. ^ Immagine (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 21 agosto 2022.
  3. ^ Immagine (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 21 agosto 2022.
  4. ^ Daviso di Charvensod Carlo, su quirinale.it.

Bibliografia modifica

  • Roberto Gentili e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - 1999